venerdì 23 dicembre 2011

Imprese modello nassa


Imprese modello nassa da pesca

Per tutta la sinistra “il problema è entrare nel mondo del lavoro, non uscirne”: parola di Bersani. Quindi questo mondo del lavoro italiano deve essere modello nassa da pesca, dove si entra per produrre ricchezza, ma non si ha l'obbligo di uscire neanche quando si distrugge ciò che hanno investito gli imprenditori impiccandosi di finanziamenti a strozzo, e anche quello che hanno prodotto gli altri lavoratori onesti, capaci, responsabili.
Invece per la destra il problema è come costruire le nasse a misura del pesce, altrimenti non ci saranno mai lavoratori in uscita dalle fabbriche, ma solo perchè non ci sono in entrata, perchè le nasse hanno smesso di costruirle, o sono entrati gli squali pubblici per mangiarsi lavoratori e imprenditori privati e le hanno ripulite e sfasciate.
Insomma, gli imprenditori sono come i pescatori, costituiscono le imprese per attirare, trattenere e sfruttare i lavoratori. Ma se invece di merluzzetti e argentini le nasse gli si riempiono di pirania, non solo fanno più porte d'uscita che d'entrata, per liberarsene, ma inventano pure qualche meccanismo per sparare via i pirania o peggio gli squali, e trattenere gli operai che rendono più di quanto costano.
Quindi è un falso problema che i posti di lavoro debbano essere solo in entrata: modello nassa da pesca, ma progettata dai lavoratori pubblici, (perchè i privati non progettano un bel niente) per pescarsi e mangiarsi i padroni, decidendo loro quando entrare affamati e quando uscire con un principio di indigestione.
E’ la qualità professionale e morale dei lavoratori, (e quindi dei sindacati) non l’avidità degli imprenditori a condizionare il mercato del lavoro. E a tutt'oggi solo il grande Luigi Einaudi aveva capito perfettamente il problema.
Gli imprenditori, al pari dei pescatori, sono indotti a dotarsi di imprese che trattengono chi si fa mangiare, e sparano via i pirania travestiti da lavoratori, che entrano in fabbrica, non per farsi mangiare, ma per mangiarsi (con la stessa fame di imprenditori o usurai rapaci e pure peggiore) impresa e imprenditore.
Dove la scuola non avendo ancora sufficienti risorse intellettive sforna solo lavoratori e imprenditori pirania, trovare produttività e pace sociale è utopia a 24 carati.
Nessun lavoratore può insegnare agli imprenditori in che mondo del lavoro è disposto a lavorare. Come il pesce non va certo ad insegnare al pescatore in che modello di nassa è disposto ad entrare, ripulirsi l'esca alla faccia del pescatore e uscire senza nemmeno salutare.
Quindi è tempo perso voler imporre agli imprenditori un mondo del lavoro conveniente solo ai lavoratori e fallimentare per i padroni. E' interesse degli imprenditori far entrare e trattenere i lavoratori come i pesci nella nassa, ma se il profitto non si vede nemmeno col cannocchiale, sfasciano l'impresa apposta per liberarsi dai pirania. Non affamano e uccidono certo i loro figli per continuare a nutrire i dipendenti in un sistema economico fallimentare.
La nassa la svuotano nel paradiso europeo dei lavoratori, e la riempiono  nel paradiso cinese dei padroni a profitti astronomici.
Ed è così idiota il problema, che solo gli "intelligenti" d'Italia possono fingere di non vederlo, finchè l'ultimo Marchionne non si sarà dileguato e il mondo non ci crollerà in testa.

giovedì 22 dicembre 2011

DEMOtirannia


DEMOtirannia

Jean Rostand diceva: "fin quando ci saranno delle dittature, non avrò il coraggio di criticare una democrazia". E aveva perfettamente ragione. Alla sua morte, nel 1977, non vi era ancora una sola buona ragione per dimenticare quali sofferenze aveva inflitto il nazismo in Europa, perciò era semplicemente demenziale criticare la democrazia.
Ma ora che le democrazie europee hanno raggiunto l'età della pensione e non c'è calcolatore elettronico in grado di conteggiare i danni biologici, sociali, ambientali, etici, politici ed economici che hanno generato, è solo da suicidi rinunciare a capire l'origine dei guasti democratici e denunciarli, posto che la libertà di pensiero e espressione è talmente smisurata che in Italia gli atei si sprecano persino in caricature del Papa.
Pure io ho ritenuto blasfemo, dopo gli orrori del nazismo, criticare la nostra democrazia italiana, ma temo che non criticare il governo del popolo sia altrettanto sbagliato, come piantare un albero senza un palo rigido di sostegno che lo aiuti a crescere dritto, che gli impedisca le posture sbagliate che lo portano alla stessa deformità  del sistema totalitario e persino peggiore, ad osservare gli attuali stati europei alla bancarotta, a rischio guerra civile o dittatura.
Io ci sbatto il cervello da  25 anni per capire quali posture sbagliate portano le democrazie alla deformità totalitaria, anche se la libertà di aggredire il potere è così spinta, che quelle deformità sembrerebbero indimostrabili. Come può esserci dittatura dove c'è tanta libertà di parola e di partecipazione politica?
E invece è proprio quella libertà smisurata e nel contempo inefficace, inconcludente, inservibile il primo testimone d'accusa, che ormai la democrazia è a prova di terrorismo culturale e materiale.
E' una lastra di gomma blindata anche contro le bombe atomiche, perché vi è una sola maggioranza sociale con doppio potere: governare a Palazzo Chigi e poi uscire e fingere di opporsi a sè stessa. Voi riuscite ad immaginarvi la scena da manicomio di un Berlusconi che entra a Palazzo Chigi col potere di governare, e quando esce esercita altrettanto legalmente il potere di criticare i suoi decreti, perché sia da governatore che da oppositore, è sempre espressione della stessa maggioranza?
E pure è normalissimo, dove la classe sociale maggioritaria  ha fatto incetta di privilegi abusando del potere di governo, e poi finge di contestare se stessa, ma non perchè ha fretta di risarcire la collettività degli abusati.
In altre parole, alla demotirannia si arriva quando una classe sociale è maggioranza sia nello schieramento che governa il Paese, sia in quello che in Parlamento dovrebbe opporsi e contrastare le degenerazioni del governo. Come dire che il circuito controllati e controllori si è chiuso (come un circuito elettrico) e il flusso dei diritti e privileggi legali è diventato unidirezionale, scorre sempre  verso quella classe sociale maggioritaria e a danno dell'altra a cui non rimane che l’illegalità come alternativa al suicidio.
Se voi in Italia riuscite a trovarmi un imprenditore che vivendo di profitto onesto è arrivato all’età della pensione senza rogne bancarie, tributarie o giudiziarie di corruttore della politica, o omissione dolosa di scontrino fiscale sia pure per un leccalecca, avete fatto un lavoraccio.
Ecco perché in Italia il tiranno può consentirci e garantirci qualunque criminale libertà di parola, e persino legalizzare gli attentati terroristici, perchè le demotirannie sono a prova di bomba atomica. Chi usa la libertà di parola per protestare, è come un cane legato alla catena, libero di abbaiare fino a perdere la voce, e persino libero di mordere, perchè al massimo morde la sua coda. Il potere di opporsi al governo e di imporgli dei cambiamenti, ce l'ha sempre e solo la stessa classe sociale che governa, anzi che abusa del potere di governo. Ed è come aver inglobato il potere legislativo in quello esecutivo o viceversa: è come aver ridotto a due i poteri dello Stato.
Quindi la democrazia è possibile solo se si riesce a conservare un equilibrio numerico fra lavoratori e padroni, in modo che il potere di governare legalmente e il potere di opporsi legalmente non diventino entrambi monopolio della sola classe dei lavoratori o della sola classe dei padroni.
Perchè in questo caso, la classe sociale monopolista avrebbe il potere di rendersi legale anche l'omicidio, e l'altra si troverebbe da fuorilegge anche quando respira nel sonno.
In Italia, siamo esattamente così. C'è una classe sociale di boia inconsapevoli al governo del paese: i lavoratori dipendenti e i pensionati sindacalizzati privati e pubblici; una di condannati a morte: i mini imprenditori onesti; e una di condannati alla corruzione, all'elusione, all'appalto truccato e all'esportazione di capitali nei paradisi fiscali, all’usura e chi più ne ha più ne metta: cioè imprenditori disonesti per necessità, multinazionali e banche.
Ma voi direte, dov'è fin qua la dimostrazione scientifica che quella italiana è una demotirannia? E' presto detto.
La classe dei padroni, per un lavaggio sindacale e politico sbagliato si è ridotta ad un risibile 7% di imprenditori. E quella dei lavoratori si è ammalata di elefantiasi, raggiungendo il 93%.
A questo punto chi può cambiare o conservare il sistema sono sempre e solo i lavoratori dipendenti: sono governo e opposizione: sono i demotiranni inconsapevoli del terzo millennio. Così politicamente e sindacalmente potenti da mettere in fuga una potenza economica del livello della Fiat, e di almeno altre mille già delocalizzate, anzi scappate.
E' per questa ragione che destra e sinistra hanno deposto le armi e stanno legittimando il governo Monti ad una macelleria sociale inimmaginabile sotto il governo Berlusconi. Perché destra e sinistra sono espressione della stessa classe sociale: i lavoratori dipendenti e pensionati sindacalizzati. E non si poteva lasciare ad un imprenditore come Berlusconi, il diritto di imporre sacrifici ai lavoratori.
Insomma in democrazia, la classe sociale maggioritaria è legittimata ad abusare del potere, ma in realtà abusa di se stessa, essendo essa l’unico potere legale. Ha tutto il diritto di perseguitare la minoranza degli imprenditori come fossero banditi, ma poi non ha il potere di imporgli di assumere operai, di produrre profitto legale, di pagare salari e contributi, di pagare tasse e in fine d’impiccarsi, perché tutti hanno diritto di rosicchiargli il profitto onesto nelle democrazie, ma agli imprenditori è lasciata solo la refurtiva se si rassegnano a rubare, o in alternativa la morte, se non hanno imparato o si rifiutano di rubare.
Queste sono le democrazie occidentali: sembrano economicamente fallimentari, ma di fatto sono culturalmente, politicamente e giudiziariamente fallite da almeno tre decenni, per la scandalosa concentrazione del potere legale nelle mani dei dipendenti, pensionati e relativi sindacati, e per conseguenza di quello criminale nelle mani dei padroni.
Oggi Jean Rostand non commetterebbe l’errore di far mancare la sua critica al governo del popolo, che di fatto è il malgoverno della schiacciante maggioranza dei lavoratori indotti da sindacalisti, politici, giudici e da intellettuali acefali, ad assassinare gli imprenditori e quindi ad impiccarsi di disoccupazione e miseria.
Non ricordo più il titolo, ma c’era una battuta di un film che mi sembra calzi perfettamente al bel servizio di pulizia che la classe dirigente sta rendendo alle demotirannie, e che recita così: “non tutti quelli che ti buttano nella merda lo fanno per farti del male, e non tutti quelli che ti tirano fuori lo fanno per farti del bene”.
Mai i poveri lavoratori sono stati tanto poveri quanto lo sono adesso che la cultura, la politica, la giustizia e il sindacato li cavano dalla merda della povertà e disoccupazione, non per ripulirli, ma solo per sfruttarli, usa e getta, fino all’omicidio.
Basta un solo Scilipoti a conservare o togliere il potere ad un Premier. Pensate davvero che tre milioni di imprenditori, di cui almeno il 90% a rischio fallimento, possano reggere lo strapotere politico di trentacinquemilioni e passa fra dipendenti e pensionati, liberi di spostare la loro valanga di voti verso chi garantisce più salari e più pensioni? Io non credo. 
Senza una seria riqualificazione della coscienza collettiva,   indotta   almeno da una minoranza di intellettuali onesti, sopravvissuti, nemmeno la dichiarazione che l'Europa è in default, potrebbe convincere chi di potere legale ne ha troppo, ad autolimitarselo: a smetterla di abusarne per non farsi del male, facendo da volano al potere criminale della mafia e a quello pseudolegale della finanza.
Meditate gente, almeno sotto Natale e finchè siamo in tempo.
E' la crescita del PIL a tirarsi a rimorchio salari, pensioni e quant'altro. Voi pensate che sia per un puro gioco del caso che l'intero Occidente ha un PIL rachitico e invece L'Oriente lo ha esplosivo?
E' un'inezia, è un diverso equibrio di potere, è una diversa conflittualità fra lavoratori e padroni a fare la differenza. Speriamo che non sia solo il Padreterno a poter mettere riparo.

lunedì 19 dicembre 2011

Lo sfascio rende più della politica


Lo sfascio rende più della politica 


Questa è l'opinione di un ex imprenditore di 70 anni che ha pagato a caro prezzo l'aver elevato l'onestà a religione personale ed ha deciso che almeno a Natale la "sua" verità va servita senza dolcificanti a qualunque costo. Se a voi questa opinione dovesse sembrare troppo strabica cambiate canale e Tanti Auguri.

Se l’Europa avesse un impianto per distillare la politica produttiva di valore aggiunto, dalle chiacchiere demenziali e fallimentari, non troverebbe di che riempire un contagocce monodose per collirio, perchè l'intera "civiltà europea" si fonda sulla produzione di soluzioni finte per la conservazione dei problemi veri e relativa speculazione criminale a danno delle fasce sociali non rappresentate da lobby o caste rapaci e bancarottiere.
Così hanno posto in prima linea il “primato della politica”, che in 65 anni, di primati dopo primati, ha ridotto l’Italia e l’Europa peggio di come le lasciarono fascisti e nazisti, distruggendo i primati veri della famiglia, cultura, salario, profitto, tasse eque trasformate in servizi pubblici e giustizia sociale.
Altro primato incontestabile e indiscutibile: “la legalità”. Provatevi a dichiarare che l’illegalità privata è conseguenza diretta della delinquenza pubblica e riapriranno i manicomi apposta per voi o vi sbatteranno in galera per terrorismo ideologico e butteranno la chiave.
Altro primato: “il salario come variabile indipendente” l’ha fatta da padrone finchè Marchionne non ha minacciato di trasferirsi armi e bagagli in America. Ma la burocrazia non molla e non mollerà finchè non arriveremo alle condizioni della Grecia.
E ancora: “i sindacati dei lavoratori e lo sciopero”. Se invece del suolo italico, si fossero trovati sul Titanic al momento dell’affondamento, non avrebbero revocato uno sciopero generale manco a cannonate. E quanto sia legale lo sciopero degli occupati specialmente pubblici in un Paese col 50% dei giovani laureati a spasso o sfruttati da precari e con salari di fame, ve lo lascio immaginare. E con gli imprenditori onesti ridotti al suicidio, da banche e fisco, non sforzatevi nemmeno di immaginarlo perchè non riuscireste.
Altro super primato: “le tasse” in Italia sono più certe della morte. E guai a sgarrare una virgola, perché sono già state trasformate preventivamente, in refurtiva per ladri di Stato e in servizi da terzo mondo se mai dovesse avanzare qualche centesimino di euro bucato.
Altro capolavoro di primato: “la lotta all’evasione”, che serve per completare il lavoro a regola d’arte, macellando gli imprenditori preassassinati da banche usuraie in complicità con esattori "onesti". E recuperando come ogni macelleria che si rispetti, per salsicce e involtini, anche le unghie delle mani e dei piedi. Tutto ciò che è economicamente commestibile viene trasferito, (sempre a norma di legge, e guai a voi a mettere in discussione la legalità di banchieri ed esattori) dagli imprenditori onesti, alle caste, che sono la versione ripulita e scoppolata, della vecchia mafia con lupara. Tutti galantuomini travasati a norma di legge, dalla mafia al diritto.
E per ultima la scuola capace di insegnare al popolo come produrre ricchezza, ma che ha bisogno della ricchezza già prodotta dagli analfabeti per operare il miracolo dell'insegnamento alla bancarotta nazionale: perchè di suo non ha mai prodotto altro che laureati disoccupati e debito pubblico.
E sulla "giustizia a babbo morto" stensiamo pure un velo pietoso per amor di patria.
Ma basterebbe una sola leggina per spazzare via la speculazione pubblica che da 65 anni imperversa generando mafia privata. Rendere tutti i cittadini, dal netturbino al Presidente, soci dell’impresa Stato, in modo da costringere chi oggi specula sui problemi veri con false soluzioni a spese di Pantalone, cioè la classe dirigente pubblica e privata, a tuffarsi nella fogna dove lo ha buttato, per ripescare il senso dello Stato democratico e la chiave per governarlo onestamente, sapendo di non poter più socializzare le perdite e privatizzare i profitti, ma di doverle ripianare ogni volta che ha  affondato il PIL invece di lievitarlo. 
Lo ammetto, sarebbe tragico per la classe dirigente non poter più produrre sfascio e incassare miliardi, distruggendo contribuenti onesti e relative famiglie: ma dopo 65 anni, la tragedia della disoccupazione, del contropelo tributario e dell'ingiustizia sociale legalizzata, finirebbe d'incanto per l'Italia e per gli italiani.

lunedì 12 dicembre 2011

Se Monti scendesse a valle

Facciamo pure gli scongiuri del caso, ma se il super Premier Mario Monti dovesse avere difficoltà ad afferrare per capelli il PIL italiano prima che precipiti; un buon suggerimento potrebbe venirgli da chiunque è condannato a rovinarsi la giornata ogni volta che (a valle) deve entrare in un ufficio pubblico, o deve fare uso del servizio postale per pagare una bolletta, fare una raccomandata o incassare la pensione, perché la più semplice operazione postale comporta da una a tre ore di attesa: e sempre che non ci siano guasti ai computer o problemi con internet.
La gente ormai è così rassegnata ai servizi pubblici ad ostacoli che si attrezza di un giornale, di un libro, o di un computer per ammazzare il tempo in macchina e non essere tentato di ammazzare qualche umano disumano. Se potesse, si porterebbe a rimorchio davanti all'ufficio pubblico a cui è condannato a sprecare il suo tempo, il terreno da coltivare, la casa da costruire, l'impianto idraulico da riparare, il bagno da piastellare, ma deve solo allenarsi ad aspettare senza bestemmiare.
Il pagamento anche di soli 10 euro, comporta la perdita di tempo che è denaro pure per lo scemo del Paese. Provate a pensare quanto tempo costa il pagamento di venti milioni e passa di bollette di luce, altrettante di gas, telefono, spazzatura, e via elencando.
Un Paese come l’Italia che ha problemi di produttività, può giocare a tenersi 50 o 100 persone in attesa fissa, snervante e improduttiva davanti ad ogni ufficio postale, bancario, comunale, provinciale, regionale, tributario, giudiziario e via elencando e moltiplicando per gli 8000 e passa paesi italiani?
Alle condizioni in cui siamo ridotti, credo che qualche rimedio aggiuntivo si debba inventarlo, per non sprecare milioni di ore di lavoro, anche se le macchinette per prelevare il numero sono di grande aiuto perché ti consentono di allontanarti se vedi che ci sono cento o duecento utenti prima di te. Ma è sempre un azzardo che ti può costare caro.
Io credo, che migliorando il programma del computer che governa la distribuzione dei numeri, si potrebbe indicare il tempo presunto di attesa, (anche senza responsabilità di errore di previsione per gli uffici pubblici) in modo che gli utenti siano invogliati ad impiegare il tempo di attesa spostandosi in un altro ufficio, o facendo la spesa, o una consegna o un preventivo se si tratta di imprenditori.
Insomma, diciamola chiara chiara, questo modo barbaro di abusare del tempo della gente, ritenendolo intutile e improduttivo, non è affatto normale, perché spesso si tratta di dover aspettare all’esterno, in piedi, sotto l’acqua o sotto il sole, giovani e vecchi, signorine e madri con bambini al seguito, con carrozzine ingombranti, neonati che piangono perché vogliono mangiare o si innervosiscono a stare fermi e inscatolati come sardine in una mini sala d’attesa se fuori piove o è assolato, con tanti vecchi che aspettano di incassare la pensione, alcuni di salute cagionevole, bisognosi di una sedia vuota, incontinenti con vescica piena o prostata ingrossata.
E' vero, non siamo un popolo di lavoratori indefessi, siamo abbastanza sfaticati, sopportiamo i tempi morti con filosofica rassegnazione. Ma se fossimo veri lavoratori, un sistema di servizi pubblici così sprecone e distruttivo delle ore di lavoro altrui, temo che ci avrebbe comunque portato alla bancarotta.
A volte, quello dei dipendenti pubblici è più un atto di eroismo che un lavoro, per la quantità di utenti che si trovano a servire. Ma da utenti si sopravvive solo se beati o santi.
E prima o poi, il Premier Mario Monti farebbe bene a scendere a valle da semplice cittadino, per capire come mettere riparo a questo rapporto conflittuale enti-utenti, se l’intenzione di salvare l’Italia ce l’ha per davvero.

sabato 10 dicembre 2011

Filos-antennista


Se dei matti non si fosse estinta la razza, (cioè di quei geni che pensano da matti per agire poi da razionali) un nuovo e utile filone filosofico potrebbe essere quello dei filos-antennisti. Voi direte, ma che ci azzecca la televisione con la filosofia? Ci azzecca, ci azzecca, perché se il cervello umano al pari dell’antenna televisiva non è orientato nella direzione giusta da cui arriva il segnale che si sta cercando, si finisce per vedere una cosa sbagliata, ma si è pronti a giurare di aver visto quella giusta.
Questa e solo questa è la ragione per cui l’Umanità è sepolta viva da miliardi di problemi veri e di soluzioni finte, capaci solo di conservare e incancrenire i problemi.
Noi umani tendiamo a cercare la soluzione, con la stessa logica che ci ha consentito di individuare e analizzare il problema. E qui casca l’asino; perché è verissimo che problema e soluzione viaggiano in coppia come i carabinieri: ma mentre il segnale che manda il problema è (diciamo, giusto per capirci) “a banda larga”, nel senso che può coglierlo anche lo scemo del Paese; quello della soluzione non soltanto è debolissimo, ma ci arriva da una direzione talmente impensabile, che il più delle volte ci sfugge per anni, secoli e persino millenni.
Una delle soluzioni inafferrabili come un miraggio, è come si possa rendere funzionante la democrazia, posto che l’Umanità non può più farne a meno da tre millenni e passa, ma ancora non sa come impedire l'ingiustizia sociale che predispone le migliori condizioni per la guerra civile o il ritorno alla dittatura.
Come può lo Stato democratico che è la soluzione cardine dell’Umanità trasformarsi in problema? Perché lo osserviamo da un’angolazione sbagliata. La nostra antenna cerebrale, orientata nella direzione sbagliata, capta un segnale sbagliato, ma noi ci auto convinciamo che è quello giusto.
Dopo diecine di millenni di dittature che hanno schiavizzato l’Umanità, non ci riesce manco a cannonate di percepire lo Stato come suddito impotente, schiavizzato, malmenato e depredato dal popolo sovrano. 
Dopo Rousseau e Montesquieu, la politica democratica opera un capovolgimento totale della condizione dittatoriale, rendendo sovrano il popolo e suddito lo Stato. Come dire che in democrazia il popolo non ha uno straccio di alibi per giustificare i suoi fallimenti, perchè non ha nemici al di fuori della propria stupidità.
Quindi in democrazia i fallimenti politici sono fallimenti culturali camuffati. L'assenza più totale di cultura che renda consapevoli gli individui che quando gli pare schiavista e ingiusto lo Stato, è così che se lo sono confezionato con scelte burocratiche e tributarie a dir poco suicide.
E per capire come possa lo Stato schiavo del popolo, e persona giuridica assolutamente inerme e senza l'ombra di un diritto degenerare in tiranno e persino in assassino; proviamo ad immaginarlo come un cameriere povero e disoccupato che lavora gratis in un ristorante, per sparecchiare i tavoli e recuperarsi gli avanzi di cibo per sé.
Tutto bene, finchè la gente produce, consuma, spreca, mangia e lascia cibo nei piatti; ma negli anni a produttività calante, si riducono gli avanzi, perché il popolo prima inizia a risparmiare e poi si rassegna a rubare per sopravvivere.
E a quel punto, i dipendenti pubblici, forti del potere impositivo, finiscono per trasformare la democrazia in tirannia fiscale, per garantirsi regolarità e crescita recuperando gli avanzi di reddito dei contribuenti, anche quando o dove non esistono, e spesso per proteggere l'arricchimento criminale dei paperon dei paperoni.
Ma proviamo a capire, a quali fasce sociali può avanzare qualcosa di commestibile per lo Stato. I poveri non hanno avanzi per nessuno, anzi sono a caccia di avanzi. I ricchi potrebbero trasformare sette miliardi di poveri in sette miliardi di miliardari, ma sono peggio dei fili dell’alta tensione, chi osa avvicinarsi al loro piatto muore.
Quindi il parco delle mucche da mungere o buoi da macellare è sempre e solo la classe media. Le tasse la uccidono per garantire stipendi agli statali e vita grama e debito pubblico allo Stato. Mentre il lavoro e la produttività di ricchezza farebbe tutti più benestanti e consumatori, compresi i dipendenti pubblici che ora fanno una fatica cane a tassare i magrissimi avanzi del PIL nazionale, formato da un buon 99% di refurtiva mafiosa e 1% di profitto onesto.
Allora va da sé quali siano i terroristi in una democrazia: chi  ostacola o impedisce il salario o il profitto dei cittadini; e per giunta, con tasse crescenti trasforma un popolo onesto e felicissimo di cedere allo Stato una parte del suo reddito, in un popolo criminale che si appropria, accumula e difende tutto ciò che può, lasciando allo Stato i piatti da lavare (leggi una montagna di debiti).
E quando si arriva a questo livello di criminalità pubblica e privata, e non si riesce ad allentare la morsa del fisco, né la libertà produttiva per i cittadini onesti, la catastrofe economica e la guerra civile sono il tragico epilogo garantito.
Per due ragioni: per il popolo che ha abusato della sua sovranità; e per la classe dirigente che ha più vocazione ad asservire che  servire, ed ha trasformato lo Stato suddito, in tiranno burocratico e fiscale, per conservarsi e accrescersi i privilegi e l'irresponsabilità.
Così siamo al cane che si morde la coda: ostacolando la produttività di ricchezza, unico vero problema delle democrazie, lo Stato suddito ha poi difficoltà a reperire gli avanzi per sè, anche usando da tiranno il potere impositivo, e alla lunga fallisce.
Quindi, quelle del popolo ricco e della burocrazia irresponsabile sono lacrime di coccodrillo. Nelle democrazie c'è una sola vittima: lo Stato suddito; e un solo carnefice: il popolo sovrano di nome, ma somaro di fatto.
Ma tutto questo al prof. e premier Mario Monti non sfugge di sicuro. Perciò tagli pure la spesa parassitaria predisposta a garantire compensi a chi evade i servizi; ma metta all'ingrasso la produttività e la perequazione, e potrà vantarsi di aver trasformato l'Unità d'Italia ancora formale dopo 150 anni, in Unità sostanziale in 150 giorni.
Prepari pietanze per il popolo, e gli avanzi per lo Stato si sprecheranno. Altrimenti il sogno UE diventerà incubo UE.

venerdì 9 dicembre 2011

Titanic Italia


A Berlusconi stava per scoppiare in mano la bomba del default, ma gli italiani lo hanno saputo dopo che il Presidente della Repubblica  ha affidato a Monti il disinnesco di quel ordigno.
Perfettamente abbottonati fino all’ultimo istante, nessuno ha avvertito gli italiani che la bomba era sistemata sotto il loro sedere: comunisti, giornalisti, televisioni, giudici, presidente della Repubblica e Vaticano, tutti a raccontarci che era questione di spread (o come accidenti si scrive), stavamo subendo una speculazione finanziaria, ma nessuno ha avvertito gli italiani che eravamo già con un piede e mezzo nel baratro.
Sembra la storia del Titanic, con l’orchestra che non smise di suonare mentre la nave affondava: solo in versione terzo millennio riveduta e corretta.
Ora, delle due l’una: siamo istruiti, governati e informati da ignoranti che non sapevano della bomba Italia con la spoletta tirata, o sono  tutti complici (destra, sinistra, centro, avanti, dietro, sopra e sotto) di quello illuso di Berlusconi?
Non fa comunque grande differenza se la classe dirigente italiana è ignorante come una capra, o disonesta e complice del "ghi penso mi". In Italia il consenso informato e il governo del popolo ce lo siamo fumato da un pezzo. La democrazia serve ai montoni della classe dirigente per portarsi la mandria dei pecoroni italiani al pascolo o al macello, a loro insindacabile decisione.
Ma Trilussa aveva già consigliato gli italiani a proteggersi i gioielli di famiglia con una mano avanti e una dietro e a non fidarsi mai della loro sovranità caricatura.
Ed è sempre attuale. Quello italiano è: “Sovrano come er popolo sovrano / che viceversa nun commanna mai”.

martedì 6 dicembre 2011

Liposuzione Bancaria e Tributaria


Lo hanno ripetuto fino alla nausea tutti i commentatori più qualificati: se in Italia non avessimo un PIL rachitico, il nostro debito pubblico, anche doppio dell'attuale, non sarebbe assolutamente un problema.
Quindi una politica finalizzata ad abbassare il debito, ma non a lievitare la competitività e produttività di ricchezza, che sono la causa scatenante del debito pubblico, avrebbe per il popolo lo stesso effetto della liposuzione sul corpo di un anoressico: salverebbe si lo Stato succhiando e prosciugando fino alle ossa la ricchezza privata, ma scatenerebbe la guerra civile fra disoccupati e impoveriti da prolungata e feroce “macelleria sociale”.
Quindi, prendiamo per buono che il debito pubblico è un problema, ma senza scordarci che di soluzioni ne abbiamo due: risparmio pubblico e produttività privata.
Una politica che non fosse in grado di mettere a dieta il pubblico e all’ingrasso il privato, potrebbe portare subito i libri contabili in tribunale e dichiararsi fallita. Perché i popoli pneumatici, che vivono di sola aria, non li hanno ancora inventati: chi non produce profitti, produce perdite private, e default pubblico.
Allora dovremmo dichiarare guerra a tutte le forme di lavoro parassitarie e clientelari che non producono ma distruggono il valore aggiunto che gli onesti e capaci sono in grado di produrre.
I lavoratori privati vengono sfruttati da schiavi per garantire profitto ai padroni, ma non basta mai, perché la liposuzione bancaria e tributaria che subiscono gli imprenditori onesti è tale da trasformare in perdita qualunque entità di profitto.
Allora vediamo di capire se è normale che un lavoratore, peggio se autonomo, debba sciupare il suo tempo in giro per uffici pubblici, per portare o prendere scartoffie o per pagare tasse, facendo code di ore e ore negli uffici postali, nelle banche e negli uffici pubblici di ogni tipo.
Ormai non c’è imprenditore al mondo che possa utilizzare il suo tempo per produrre valore aggiunto per sé.  Deve sfruttare da negriero i suoi dipendenti per non fallire, perché è come vivesse giorno e notte nella macchina per liposuzioni private e pubbliche: la succhia interessi e tasse: bancaria, postale, comunale, provinciale, regionale, nazionale e per alcuni anche europea.
Perciò, se il problema italiano è il debito pubblico, ma la soluzione è la produttività di ricchezza privata, vanno rimossi tutti quegli ostacoli che la rallentano o la impediscono del tutto, spesso con l’encomiabile intenzione di fermare la disonestà, ma con il tragico risultato di portare gli onesti al fallimento e all'estinzione, e i criminali alla proliferazione incontrollata e incontrollabile della specie.
Oggi lo Stato italiano ha seri problemi a rapportarsi con i contribuenti. Il suo impegno nella lotta all’evasione cresce in maniera esponenziale da mezzo secolo, e nella stessa misura cresce il fallimento di questa politica, senza che la classe dirigente si sia domandata se è fuorilegge lo Stato nella sua funzione impositiva, o gli italiani in quella contributiva. 
Visto che gli evasori rasentano il 100% della popolazione, e un buon 70% non sa nemmeno di esserlo evasore per il groviglio di leggi tributarie che risultano ostiche agli stessi addetti del fisco.
Sta di fatto, che nell’imprenditoria privata, nemmeno rapinando i lavoratori con salari in nero e precaria sicurezza sul lavoro, si riesce a produrre la ricchezza sufficiente per non soccombere ai programmi sempre più feroci e invasivi di liposuzione bancaria e tributaria.
La Fiat che sta riducendo all'osso la sua presenza in Italia è già eloquente da sè.
Lo Stato, invece di aiutare gli imprenditori a intraprendere e produrre, li induce, se non sono nati per delinquere, a proteggersi almeno i gioielli di famiglia, con una mano avanti e una dietro, perchè hanno a rischio pure quelli.
La protezione e persino i finanziamenti, la burocrazia e la politica la riservano ai portatori sani di bustarelle o meglio valigie miliardarie. Ed è su quella gente che andrebbero quantomeno saldate le succhiatrici di grasso superfluo, se si vuole ridurre davvero il debito pubblico senza fare dell'Italia il cimitero degli italiani.

lunedì 5 dicembre 2011

Guelfi e Ghibellini


Qualunque cosa faccia la politica finisce per truffare il popolo: o perché si candida a governare un sistema senza conoscere la reale consistenza delle risorse materiali e la condizione culturale ed economica di quelle umane; o perché si pone in difesa di una classe sociale e contro l’altra, o di specifiche corporazioni o popolazioni, come ha fatto Bossi, incassando denari da tutti i contribuenti dell’Italia Unita, ma per difendere la sola padania.
Perché questo è il modo più efficace per truffare soprattutto la categoria dei soggetti che si dice di voler difendere. I comunisti difendono da sei decenni i lavoratori facendo chiudere le imprese: così del lavoro (pubblico compreso) sono sparite pure le impronte digitali.
E i fascisti, difendendo le imprese hanno portato al fallimento persino le banche, perché il solo modo per difendere i produttori, è assicurare alti salari e con alto potere d’acquisto ai lavoratori-consumatori.
Quindi, tutta la politica ferocemente divisa in destra e sinistra, in fascisti e comunisti che si fanno la guerra, impedendosi reciprocamente di governare, è purissima truffa legalizzata, è politica demenziale che porta al collasso i sistemi sociali e alla bancarotta lo Stato. Ed è esattamente così che si trova l’Italia e buona parte dell’UE.
Per 17 anni i comunisti hanno fatto la guerra a Berlusconi e lui ha risposto per le rime. E il risultato parla da sé. 
Berlusconi aveva le carte in regola per rendere produttive le imprese italiane, ma i sindacati, i partiti e i giornali  comunisti avevano carte migliori delle sue per rendere i dipendenti pubblici nemici giurati degli imprenditori e dei lavoratori privati, fino a portare l’Italia al collasso.
Ora con Monti dovremo ripianare i danni prodotti da 63 anni di guerra civile prodotta dalla truffa politica, sindacale e culturale di destra e sinistra. E che Dio ce la mandi buona!!!

venerdì 2 dicembre 2011

La Caritas per barboni e banchieri

E' evidente la necessità di realizzare ora, subito un pronto soccorso per Stati progrediti a casaccio, e che hanno politica, mercato, moneta e giustizia sociale prossime al collasso.
Purtroppo noi italiani viviamo in una comunità sperimentale chiamata UE, nata da genitori immaturi, al loro primo rapporto sessualpolitico, che non sapevano di partorire una persona giuridica così gigantesca e sono corsi ai ripari creandole un habitat economico per tenerla in vita, facendole ingurgitare 27 sistemi economici, senza un intruglio politico per evitarle una indigestione.


E dove manca cultura e politica condivisa e condivisibile, nemmeno il comune di Roccacannuccia può dirsi adulto e vaccinato; pensate un pò se può farlo l'Unione di 27 Stati con un groviglio di culture, politiche e interessi conflittuali da terrorizzare persino un padreterno che avesse l'incombenza di governarla.
Dal matrimonio di due soggetti poveri non è mai nata una famiglia ricca, ma se sono culturalmente affini o quantomeno compatibili, hanno buone possibilità di rendersi praticabile o asfaltata la via del futuro, altrimenti sono condannati al divorzio.
Quindi appiccicare con la saliva 27 economie di altrettanti Stati, di cui solo tre o quattro ricchi e desiderosi di chiamarsi Unione di banchieri, e tutti gli altri poveri e usurati, è stato un esperimento ecomomico infelice, azzardato, perchè privo della giusta filosofia che aiuti la politica nello sfruttamento ottimale delle risorse, perchè il sacrosanto arricchimento dei ricchi, non passi dal criminale impoverimento dei poveri.
Ora il prontosoccorso UE è intasato di Stati che vanno ricoverati e curati prima che si arrivi ad un epilogo drammatico. Ma i medici e gli infermieri in servizio non hanno la capacità di salvare l'UE altrimenti non avrebbero lasciato incancrenire le loro economie di Stati fondatori fino al punto da non saper spendere nemmeno le enormi risorse che hanno per fermare la speculazione finanziaria che gli sta divorando il futuro delle prossime generazioni.
Quello che possono consigliarci oggi gli economisti è alla portata di qualunque analfabeta: scarichiamo l'asino che abbiamo azzoppato per sovraccarico, ce lo carichiamo sul groppone e torniamo a casa per curarlo, ma col rischio che schiatti il padrone prima del somaro.
Insomma, le patologie della UE sono di tipo filosofico, culturale, politico e affidare i singoli Stati o l'Unione agli economisti che hanno fracassato ogni cosa, e come ritornare dallo stesso chirurgo che ti ha ricucito lasciandoti le forbici nella pancia, col rischio che per toglierle lasci qualcosa di peggiore.
Il problema è che nella UE la politica la fanno i banchieri dando ordini ai politici, e non credo che accetteranno mai di prendere ordini dalla politica o dalla cultura, se oggi siamo al primato della finanza con i banchieri pupari e i politici pupi.
Perciò, in aggiunta alla Caritas per barboni, il Vaticano può già predisporre una per banchieri. Perchè se quella per barboni lavora da decenni a pieno ritmo, vuol dire che l'attuale classe dirigente culturale, sindacale, politica e finanziaria, l'intelligenza per sfruttare pienamente tutte le risorse umane, in Italia per obbligo costituzionale e nell'intera UE per convenienza economica, l'ha già perduta da un pezzo. E dopo i barboni usurati, dalla Caritas è ovvio che passino anche gli usurai.

giovedì 1 dicembre 2011

Italiani, tribù di anarchici








A giudicare da come noi umani giriamo in tondo alla ricerca della verità, come i cani che tentano di mordersi la coda senza mai riuscirci, non è improbabile che la nostra specie abbia subito un prolasso intellettivo: il cervello si è liquefatto, e colando lungo la schiena, si è coagulato all’altezza del sedere, diventando, peggio della coda dei cani, uno scacciamosche virtuale e niente più. 
Ad onor del vero, anche col cervello giusto e collocato al posto giusto, noi umani non siamo mai riusciti a percepire la verità nella sua interezza, e quindi non abbiamo mai conosciuto la verità, posto che il vero al 99%,  come insegna Aristotele, non è vero.
Quindi, per noi poveri umani, l’analisi parziale è stata, è e sarà sempre la regola, e da essa non può che scaturire una soluzione buona per uno specifico problema, territorio, comunità, corporazione; e che poi si riveli regolarmente in conflitto con altre analisi ed altre soluzioni, fino al indurre una grande quantità di individui, che ha sufficiente cultura e potere, a sottrarsi al danneggiamento tutelando i propri specifici interessi individuali, ovviamente a danno degli altri, e alla lunga della collettività e dello Stato. E a questo punto è già anarchia conclamata.
Il prof. Sabino Cassese si domanda e ci domanda nel suo ultimo libro: “Italia: un popolo senza Stato?”, e non si può che rispondergli di si. Nelle democrazie, il groviglio degli interessi economici individuali e particolari riesce a trasformare la democrazia in anarco democrazia, a fagocitarsi lo Stato economicamente e a svuotare le istituzioni di qualunque potere reale.
Ecco perchè il più vincente degli italiani, Silvio Berlusconi, da Premier è diventato il perdente numero uno: una caricatura planetaria.
Ognuno è libero di fare il suo mestiere, onesto o disonesto che sia, (anzi, gli unici veramente liberi sono i disonesti) perché è tale la mole di illegalità spicciola oltre alla criminalità, che i ladri sono praticamente intoccabili, come un covo di gigantesche pantegane quando c’è in giro un solo gatto e si eclissa e va a brucare l'erba insieme alle pecore per non finire mangiato dai topi. 
Insomma, nelle democrazie liberali, i primi che si arrendono allo sfascio sono i controllori, e i controllati ci sguazzano nella loro illegalità di pochi centesimi o di svariati miliardi, prima che la tagliola scatti e immobilizzi il topo. 
Una infermiera ha presentato certificati falsi per 9 anni di fila, comprovanti il suo stato di gravidanza, senza partorire manco un topolino, ed ha incassato 9 anni di stipendi per un totale di sei giorni di lavoro. 
E dove si può cercarlo lo Stato, se non al cimitero, quando le corporazioni arrivano a quel livello di mafia, con medici così disonesti da avallare la truffa di una infermiera così sfacciata, per nove anni di fila e a danno dei contribuenti? 
Volere insieme il popolo e lo Stato democratico temo che sia utopico come volere la moglie ubriaca e la botte piena. Non ci possono essere controllori sufficienti a controllare il popolo libero e ricco, perché non ce la fanno nemmeno a controllare se stessi. 
E l’illegalità seppellisce le democrazie come i nubifragi, e smottamenti di questi giorni, senza salvare una sola istituzione. Così politica e mercato è come vivessero in una botte di ferro. E per gli eroi dell’onestà è un costante genocidio.

martedì 29 novembre 2011

Qual'è la pietra dello scandalo?


I popoli puntano dritti alla civiltà da svariati millenni, ma ancora nessuno è riuscito a trovare una chiave che apra all’Umanità la porta del presente, senza scardinarle il futuro, senza minare la casa per aprire la porta.
Insomma, gli esseri umani sembrerebbero ancora cavernicoli, perché non hanno perfezionato un rapporto intelligente fra onesti e disonesti, (fra uomini e topi), che renda vincenti gli uomini che combattono i topi con le tagliole caricate a formaggio, e non quelli che ricorrono alle bombe atomiche.
Quindi la frittata della civiltà possiamo girarla come ci pare, ma anche se noi umani onesti volessimo firmare l’armistizio con le pantegane, loro non accetterebbero, perché sono state create apposta per contenderci territorio, risorse e potere: insomma per garantirci un livello di conflittualità che non ci faccia addormentare manco di notte.
Invece è tipico delle attuali generazioni scandalizzarsi anche per la temperatura dell’acqua a ferragosto: siamo inorriditi per i politici  ladri, i giudici protagonisti, i giornalisti venduti, gli operai sfaticati, i padroni sfruttatori, corruttori, truffatori, avvelenatori, evasori, elusori, inquinatori, bancarottieri e via elencando per un altro chilometro.
Ma non c’è niente di scandalistico nel fatto che i topi si siano specializzati a mangiarsi il formaggio senza far scattare la tagliola giudiziaria; perché vuol dire semplicemente che gli uomini di cultura e di potere sono così "intelligenti" da costruire tagliole perfette per gli onesti e squisiti condomini al formaggio per i topi ladroni, loro compagni di merende.
E’ tutto qua il rebus della cultura umana. Si può chiamare cultura, ciò che protegge gli uomini dalla proliferazione ingovernabile degli animali, dai topi in colletto bianco e dall’aggressione della natura. Il resto è aria fritta, una catena montuosa di fesserie, con cordate chilometriche di imbecilli che ci speculano fingendo di scalarle fino alla vetta per sembrare professori. Ma solo sembrare, perchè, come diceva quel tale, "chi sa fa, chi non sa insegna".
Invece, per dotarci di questa benedetta chiave della civiltà, dovremmo sapere che è istigazione a delinquere lasciare incustodito qualcosa di valore persino in una sagrestia chiusa dove non ha accesso nessun essere umano, perché alla lunga anche i santi sarebbero tentati di staccarsi dalla parete e appropriarsene.
Chiedo perdono ai santi per averli coinvolti impropriamente nelle bassezze umane; ma, se mi riesce, con questo paradosso blasfemo vorrei puntualizzare che un ladro incassa una refurtiva solo se, dove e quando c’è un istigatore a delinquere che fa sfoggio di qualcosa che pochi hanno e per giunta la lascia incustodita, dove le guardie non hanno tempo a pensare ai ladri.
Magari uno arriva con una ferrari, parcheggia da padrone del mondo in divieto di sosta, scende e va al bar lasciando la macchina aperta o senza allarme che scoraggi il ladro. In questo caso la galera dovrebbe scattare per il padrone della ferrari e con risarcimento per istigazione a delinquere al ladro.
Quando ancora la cultura non aveva ghigliottinato la ragione, un giudice chiamato a comminare una pena per un reato di furto, sentenziò di sbattere in galera il derubato e di lasciare libero il ladro.
Perché se noi sfrattiamo la ragione dal cervello degli uomini, affidiamo l’intera umanità all’istinto predatorio dei topi, dei ladri che certo non sono appesi alle pareti della sagrestia, ma non è escluso che ci siano fra legislatori, giudici, burocrati, professori, professionisti e giornalisti e tralascio sindacalisti e imprenditori che sono ormai categorie indifendibili.
Allora smettiamola di scandalizzarci solo di come i giudici interpretano le leggi; vediamo di capire che non siano anche i legislatori con il loro diluvio universale di farraginosità a rendersi equivocabili anche dal più sottile giurista.
Se così non fosse, in Italia nessun giudice e nessun burocrate sarebbe autorizzato, (posto che è una Repubblica fondata sul lavoro e non sul furto, e quindi sulla ricchezza onesta che ne consegue: e niente ricchezza = default) a negare il diritto al lavoro a milioni di  cittadini sovrani, e per giunta bombardarli di tasse dalla nascita alla morte, fino a rendergli impossibile lasciare la famiglia, lavorare, costruire una casa, sposarsi, procreare e poi diventare felicemente nonni.
Come dire, che se le teste d’uovo del diritto, non avessero declassato i primi cinque articoli della Costituzione italiana, a stupida opinione di una Assemblea Costituente di vecchi rincoglioniti, trasformando ogni diritto in dovere; oggi le galere dovrebbero essere luoghi di custodia e cura, per quella fetta di classe dirigente, che lavora alla distruzione del lavoro e reddito onesto, al fallimento dell'Italia, alla destabilizzare d’Europa e ad offrirla in pasto all’Oriente super produttivo.
Il nostro ex Premier Silvio Berlusconi, pur tenendo da sempre sotto il cuscino, il libro del grande Erasmo, “Elogio della Follia”, ha impiegato 17 anni da politico, di cui 8 da Premier, per capire che il popolo italiano ha una spiccata vocazione all’autolesionismo e non ha alcun bisogno di aiuto per mettersi nei guai.
Così, quando nessuno se lo aspettava, si è convinto dell'utilità di pensare da matto per agire da razionale, come diceva quel tale. E’ andato dal Presidente della Repubblica a costituirsi e confessare il delitto che i comunisti da 17 anni volevano che confessasse: sono io la pietra dello scandalo; a Palazzo Chigi serve la pietra filosofale di un governo tecnico e i finanziamenti a interessi zero ce li tireranno in faccia, tanto da avere difficoltà a proteggerci dalle grandinate della filantropia finanziaria mondiale.
E ora, a giudicare dai risultati del cambio di governo, non è escluso che la pietra dello scandalo stia ridendo come un matto, perché le patate bollenti dal fuoco e a mani nude, dovranno cavarle anche i comunisti, che all'opposizione, strattonavano la fune da ossessi, ordinando al "ghi penso mi" di mollare la presa. E quello, dopo avergliela suonata e cantata per 17 anni: "e no che non mi schiodo e non mi schiodo", per indurre l'opposizione a sparare l'intera santabarbara delle sue balle demagogiche, certa di non dover mai andare al governo a materializzare i suoi miracoli; con una mossa a sorpresa li ha fatti finire tutti, destra e sinistra col culo per terra, mollando la fune. E consegnando Palazzo Chigi alla pietra filosofale. E ora, che Dio salvi almeno quella!!!!

giovedì 24 novembre 2011

Dateci il comuliberismo




L’Italia è alla ricerca di una medicina che le salvi la vita, perché è la più malata fra le nazioni fondatrici dell’UE.
Dopo aver scopiazzato per sei decenni in giro per il mondo, le migliori leggi, la migliore cultura, il miglior modello economico per rimanere al passo delle grandi nazioni industrializzate, ci ritroviamo con uno Stato vestito di Arlecchino, per la quantità di toppe colorate che gli hanno appiccicato per chiudere gli strappi, ma che continuano a riaprirsi come voraggini.
Ciò che ha funzionato negli altri Paesi come America, Francia, Germania e Inghilterra, da noi è servito solo a renderci primatisti mondiali di debito pubblico. Anche se ormai, per la rincorsa all’indebitamento, l’Italia è in ottima compagnia.
Insomma, l’Occidente liberale è diventato la pietra dello scandalo, in confronto all’Oriente ex comunista che ha una competitività e produttività economica tanto irrefrenabile da far chiudere Europa e America per bancarotta.
Ma dov’è l’inghippo? L’economia asiatica produce un diluvio di ricchezza perché è più liberale di quella europea e americana messe insieme; o perchè ha saputo conservarsi una cultura di governo e una burocrazia comunista con il giusto senso dello Stato per tenerlo in buona salute, anche dopo il passaggio dal collettivismo al mercato?
Perché dopo un secolo di cultura si può cambiare l'economia con la celerità del gioco delle tre carte, ma non si cambia certo il cervello della classe dirigente pubblica che ha garantito funzionalità ad uno Stato grande quanto un continente e sopravvivenza a mezza Umanità.
Allora l’Occidente può cercare il vaccino contro la sua crescente improduttività economica, esaltando all’ennesima potenza le liberalizzazioni, ma farà buchi nell’acqua sempre più vistosi, perché ha cultura liberista da insegnare anche ai cinesi, ma nemmeno clonando tutti i Bertinotti, i Vendola, i Cossutta, i D'Alema e persino i Berlinguer o Stalin se ne avesse ancora il DNA, sarebbe in grado di reperire uno straccio di cultura e politica comunista capace di costruire una CASA COMUNE che sia pure una brutta copia di quella cinese.
In Italia non ci mancano i mattoni e nemmeno i muratori, abbiamo anche il progetto approvato e la bucalossi pagata, per avere una Casa Comune degna di questo nome, ma dall’ultimo manovale al primo architetto, lavorano tutti di giorno appiccicando mattoni con la saliva, e smontandoli nottetempo per realizzare castelli privati, alla faccia dei contribuenti che pagano per la Casa Comune.
Come quella santa donna di infermiera, incinta per nove anni di fila senza partorire manco un topino, ed è riuscita ad incassare per ogni giorno di lavoro un anno e mezzo di stipendio. Nove anni di stipendi per sei giorni di presenza.
La pietra dello scandalo non è nelle incomplete liberalizzazioni di Berlusconi, ma nella finta politica comunista di Prodi, Bersani, D'Alema, Vendola & C, che invece di lavorare al consolidamento dello Stato, si occupano di smantellamento, di liberalizzazioni, ora che non spiano più il cavaliere dal buco della serratura.
Tutti hanno visto la pagliuzza nell’occhio di quel tiranno di Berlusconi, ma non la trave nell’occhio di milioni di tiranni pubblici che di notte distruggono o si appropriano di ciò che i lavoratori privati buttano il sangue a costruire di giorno.
Guardatevi intorno, ciò che è sano è privato, ciò che è sfasciato è pubblico: dagli asili nido ai posti tomba. Certo non manca qua e là qualche rondine, ma non una che faccia primavera, perchè distillare liberismo da un popolo tendenzialmente anarchico come quello Italiano, è una pacchia; ma a lavorare per la collettività, se non ci fossero quegli eroi dei volontari che spalano fango gratis in tutta l'Italia alluvionata, non ci penserebbe nessuno, perchè gli stipendi pubblici non sono mai abbastanza remunerativi per assicurare alla collettività qualcosa che assomigli al servizio pubblico sia pure alla lontana.
Quello che manca all'intero Occidente è lo statalismo. E ormai nemmeno la buonanima di Karl Marx sarebbe in grado di salvarlo. L'America ha pensato che fosse un'affare distruggere il comunismo, e ora rischiamo tutti di morire di "privatismo fallimentare", perchè non basta produrre i mattoni (i soldi) per la Casa Comune, ma bisogna formare una squadra di muratori abbastanza onesti, veramente comunisti da costruirla per tutti questa benedetta Casa Comune.
A rendere fallimentare e criminale il liberismo, è stato solo e soltanto il finto statalismo. E ormai non c'è padreterno capace di eliminare gli effetti prima di aver eliminato la causa.
Io ho gridato per 25 anni allo scandalo della politica comunista che danneggia l'economia liberale, ma mi sono sbagliato. A mettere gli imprenditori onesti in croce e rovinare l'economia italiana non è stato il "troppo", ma il "finto" statalismo. L'aver ridotto la "casa comune" in "casa loro".
Il mangiacomunisti Berlusconi, da portatore sano di liberismo malato, mai e poi mai avrebbe potuto salvare l'Italia. Perchè è un sessantennio di finto comunismo ad averla messa in ginocchio, dando protezione e potere solo ai dipendenti pubblici disonesti, massacrando gli eroi della pubblica amministrazione e tutti i lavoratori privati dipendenti e autonomi non sindacalizzati chiamati a pagare e morire.
Come il caso ampiamente trattato dal Corriere della Sera con un titolo che parla da sè: "Quando treni e burocrazia diventano nemici". Una insegnate invalida, parte col treno alle 5,30 per andare ad insegnare a 215 km di distanza per uno stipendio di 700 euro al mese e deve portarsi dietro l'accompagnatore perchè il treno non è predisposto per gli invalidi. Ma è felice di lavorare.
E volete sapere a questi muratori eroici della Casa Comune come risponde la politica comunista? Con politica liberale: rottamando il pubblico e finanziando il privato: è questa la vera causa che genera, per deboli e onesti, effetti drammatici.
Insomma, è per un attacco di presunzione suicida dell'Occidente che siamo così malridotti. Ha sfidato l'Oriente comunista e campione di collettivismo, nella competizione del libero mercato. 
Come se una squadra di muratori matti avesse sfidato un'altra di muratori sani, a chi finisce prima la costruzione della propria casa. Salvo che i sani avevano già la casa costruita, arredata e aperta al pubblico. Si sono guardati in faccia e hanno detto in Occidente sono ormai matti e non saremo certo noi a rovinargli la festa. 
Ci chiedono anzi pretendono di rottamare il comunismo pacificamente o a cannonate, e ci sfidano al libero mercato, alla gara di interesse privato. Bene, li faremo ballare noi e così capiranno che non hanno le palle per competere con i campioni di buon governo collettivista.
E fu così che s'affogarono gli sfrattati dell'Occidente, che dopo sei decenni di interesse privato, si scandalizzano politici e intellettuali che gli italiani sono "un popolo senza Stato": con la Casa Comune diroccata.
Ma siamo anche abbastanza stupidi per non aver capito ancora che il popolo libero e lo Stato funzionante sono compatibili come la moglie ubbriaca e la botte piena.
L'Occidente ha voluto ubbriacare il popolo e ha svuotato lo Stato; mentre l'Oriente ha schiavizzato si il popolo ma ha conservato lo Stato. E ora è un suicidio che i popoli senza Stato debbano competere economicamente con quelli che hanno buttato il sangue per conservarsela la Casa Comune, e così sono i padroni assoluti del pianeta.