mercoledì 19 settembre 2012

Soddisfatti o rimborsati


Soddisfatti o rimborsati

Per democratica scelta divina, l’umanità è composta di pochi predatori e un oceano di prede. Ciò ha fornito alla cultura prima e alla politica poi l’alibi per speculare insegnando a tutti a convivere anziché confliggere. Ma dopo tre millenni, i pompieri della cultura e della politica ancora spengono il rogo della conflittualità sociale con il lanciafiamme delle ideologie fallimentari e della discriminazione e ingiustizia criminale.
Dal millenario salvataggio dei padroni predatori; si è passati al salvataggio delle prede lavoratrici, ma il problema cardine dell’umanità resta sempre quello originario. Il rapporto conflittuale lavoratore padrone non ha ancora una soluzione culturale, politica ed economica che sia appena appena decente.
Da Platone in poi, l’umanità continua ad avere ancora bisogno di dittature e monarchie, perché una filosofia e una politica democratica che salvi insieme lavoratori e padroni, capre e cavoli non l’ha ancora inventata nessuno.
Se il potere di governare lo agguantano i padroni, lo sfruttamento intensivo dei lavoratori rasenta l’omicidio. E se lo agguantano i lavoratori, per i padroni che non siano almeno banchieri strozzini o industriali sfruttatori, con una seria vocazione al furto: di salvifico c’è solo il suicidio.
Insomma, la democrazia (ultima generazione) ha solo gli attributi per garantire guerra civile spacciata per pace sociale. Perché cultura e politica, soggette al consenso della maggioranza dei cittadini, per rimanere al potere, finiscono per fare di quella maggioranza un gigantesco predatore di minoranze di soggetti deboli o indifesi. E i padroni onesti, oggi nobilitati imprenditori, essendo una “schiacciante minoranza”, finiscono nelle legalissime fauci del potere maggioritario dei lavoratori che in Italia sono 11 volte più numerosi dei padroni e possono legalizzarsi anche l'omicidio.
Quindi il mondo della cultura e della politica che palleggia democrazie da oltre tre millenni per insegnare la civile convivenza fra lavoratori e padroni, s’è inventato il “liberismo”, dove a parole i piccoli padroni sono “autonomi e liberi” di produrre ricchezza, ma di fatto non sono più né padroni, né autonomi, né liberi, perché (salvo rare eccezioni) sono diretti e schiavizzati da cinque milioni di lavoratori irresponsabili che governano lo Stato, e per i quali i padroni sono colpevoli anche di una macchia di sugo sulla faccia della luna, se non si affrettano a rubare e a sfamare il mostro dello statalismo democratico. Dove non sono più i pochi padroni criminali a schiavizzare i molti lavoratori onesti; ma c’è una robusta classe media di professionisti, sindacalisti, burocrati e giornalisti di rincalzo ai politici, a schiavizzare o sterminare i pochi padroni onesti superstiti in funzione di una a dir poco discutibile giustizia e pace sociale: e con la formula soddisfatti qua, o rimborsati all’Altro Mondo.