martedì 1 ottobre 2013

Governanti a loro insaputa


Governanti a loro insaputa

L’intera classe dirigente italiana fissata da venti anni col “farabutto” Berlusconi non si accorge che il problema è un altro. Nel mercato globale, le nazioni povere producono, inducendo in quelle ricche che falliscono, un tale groviglio di problemi socio economici che politici e giudici non sono più in grado di governare con leggi e sentenze che tengano le imprese nel guardrail della competitività e produttività, e non le mandino fuori strada, generando una carneficina di falliti e disoccupati.
Legislatori e giudici non riescono più ad adeguare tempestivamente l’ordinamento giuridico e giudiziario ai cambiamenti fulminanti del mercato globale, almeno per conservare la produttività delle grosse imprese nazionali, e non indurle a delocalizzare.
Posto che la normalità italiana è caricare le piccole imprese di costi e incombenze antieconomiche che le riducono alla fame, istigando gli imprenditori a delinquere, truffare, rubare, evadere ne l’illusione di tornare alla legalità il mese o l’anno successivo, quando lo sviluppo scaccerà la recessione, (campa cavallo!!!!) e finendo puntualmente falliti, in galera o suicidi, perché in Italia, non c’è niente di più stabile della recessione.
Nel mercato globale, anche il venditore di bruscolini è tenuto a rispettare le leggi del libero mercato se ha voglia di esistere produttivamente. Ma se le leggi nazionali antieconomiche gli impediscono di essere competitivo, imponendogli costi di produzione e tassazione dei profitti (anzi delle perdite) anche cento o mille volte superiore, lo istigano all’evasione fiscale, o letteralmente a delinquere, nell'illusione di evitarsi il fallimento o il suicidio.
Naturalmente, le multinazionali con la valigia della delocalizzazione già preparata, reagiscono alle leggi e alle sentenze nazionali che sono in antitesi con il libero mercato, cambiando aria, come ha fatto la Fiat & C.
Quindi, i politici e i giudici italiani, stanno usando Berlusconi da paravento per impedirci di vedere che i problemi economici nazionali da suicidio per lavoratori, disoccupati e piccole imprese, con lui non centrano una mazza.
Centra invece la lentezza dei governanti (Berlusconi compreso) nel prendere atto dei problemi tipo Telecom, Ilva, Alitalia, senza aspettare l'emergenza per legiferare; o rassegnarsi da giudice ad applicare leggi che sono la malattia spacciata per cura: o da burocrate scaricando il groviglio di costi e furti pubblici sulle piccole imprese che non sono in grado di sostenerli, mentre le grandi li affrontano avendo con lo Stato rapporti a due mani: prendono dieci di sovvenzioni ed esenzioni con una mano e versano cinque di tasse con l’altra, salvo poi a delocalizzare quando lo Stato smette di dare. E’ tutta qua la politica economica oculata dell'intero Occidente ex ricco.
Insomma, l’economia globalizzata sta minando la pace sociale delle “ex potenze mondiali”, dove politici e giudici sono in grado di fingere di governare la classe dipendente indebitando lo Stato, ma non la mostruosa complessità del mercato globale, che spinge le economie nazionali, ricche solo di costi e furti pubblici, al default e gli imprenditori e dipendenti privati al macello.
In Italia si sono inventati Berlusconi come paravento numero uno, per occultare alla gente che il vero problema è il costo stratosferico dello Stato. Berlusconi ha tentato di mettere a dieta la balena pubblica, ma come un “pinocchio” c’è finito nella sua pancia con tutte le scarpe, e a seguire papà “geppetto”, il suo elettorato che da venti anni lo legittima a governare, pagando salato i danneggiamenti reciproci di questo bipolarismo da manicomio.
A destra e a sinistra si ostinano a non vedere che il problema degli Stati ricchi d’Europa e America non è la politica ladra, ma il PIL in caduta verticale. Negli Stati poveri del mondo, fare profitti è una passeggiata, perché costa cinquanta o cento volte meno. E non c’è politica e giustizia che possa reggere alla guerra della competitività orientale, dove producono tutti e rubano pochi, a differenza dell’Italia che ha nel furto l'unica fonte di sostentamento.
Perciò, che Dio salvi l’Italia, da chi combatte per arrivare al potere, senza aver capito che alle leggi ghigliottina del mercato globale non si sfugge; e la politica (di destra e sinistra) che mette all’ingrasso lo Stato con tasse crescenti, generando una carneficina di falliti e disoccupati, diventa suo malgrado complice di ricchi e banchieri e assassina di poveri.
Curare con la giusta politica e giustizia la bulimia pubblica per frenare l’anoressia privata è un lavoro da padreterni. Ma solo imponendo allo Stato una graduale e sostenibile dieta dimagrante, si può liberare il popolo da mezzo secolo di rapine tributarie, che ormai lo hanno portato a un passo dalla guerra civile.

E chi non credesse ancora che tutto l’Occidente exricco è in serie difficoltà economiche; con queste parole di Obama: (Corriere della sera 30/9/13) sa come è messa in questo momento anche l’America.


“Se il Congresso sceglierà di chiudere il governo» lasciando scattare lo shutdown ci sarà un «impatto immediatamente su tutta l'economia, il peggiore dalla seconda guerra mondiale». Obama fa sentire la sua voce sul rischio shutdown, che in caso di mancato accordo fra repubblicani e democratici sul bilancio provvisorio scatterà alla mezzanotte americana (le 6 di mattina in Italia)”.