venerdì 30 dicembre 2016

“Soluzione finale”, ma alla Platone e Pitagora.


Forse quel matto sanguinario di Hitler non si è portato con sé solo sei milioni di ebrei, ma avrà predisposto l’Umanità "razionale" a l’estinzione, visto che in sette decenni, giustamente, nessun intellettuale ha osato riesumare l’aggettivo “finale” a completamento della parola “soluzione”, che ancora ci ricorda bene la ferocia e la follia nazista; ma peggio, si è data indegna sepoltura, anche alla semplice e razionale parola “soluzione” ormai soppiantata e sepolta viva dalla demenziale parola “caos”.
E non è tanto tragico che non vi sia nessun uomo di scienza che vada oltre la forma e la dimensione della banana, per reinventare un modello di civiltà compatibile e sostenibile che salvi il genere umano, se non da l’estinzione, almeno dalla sanguinaria dittatura del caos; ma che nessun organo d’informazione italiano e forse mondiale abbia ancora trovato il coraggio di intestare provocatoriamente una rubrica “soluzione finale”, e non per riservarla agli attuali nipoti svitati de l’Adolf, che forse non mancheranno, ma ai degni nipoti di Pitagora, Platone, Galilei, Darwin, Giordano Bruno, Freud, fino ad Einstein ed oltre.
Io faccio parte, degli addetti ai lavori, e persino indegnamente, solo nel campo della “agri-coltura”, quindi non è “pro domo mia” che sto esprimendo questa umilissima opinione, peraltro provocata da un eloquente titolo su Facebook a firma de l’amico Massimo Maccabi Benonci, che recita così:

“cadremo nel nazismo; è i più scandalizzati saranno quelli che lo hanno voluto”.

Allora volete continuare a sprecare il 2017 come l’anno che sta per finire, o volete almeno tentare di reinventarvi un modello di filosofia inclusiva per una “casa comune” che non affami, non sfrutti e non tenga a l’addiaccio e non costringa al terrorismo e alla guerra miliardi di persome? O aspettiamo da irresponsabili come teme il bravo M.M.Benocci di ricadere nel nazismo?
Io nel mio piccolo, posso solo affidare questo post, a l’amico giornalista dott. Nicola Cariglia, nonché direttore di Pensalibero.it, augurandomi che apprezzi la mia umile provocazione e voglia rilanciarla, ospitandola.
E concludo alla Martufello maniera, "io di più ninzò", ora tocca a voi, degni nipoti di Platone e Pitagora, battere un colpo, evitando che il genere umano arretri nel nazismo.

venerdì 23 dicembre 2016

La pagnotta sociale ricchi-poveri


Non so, se sia stato mai dimostrato scientificamente, ma a naso, temo che l’Umanità sia nata, dalle caverne e forse da l’uomo scimmia, come una pagnotta spaccata in due, ricchi e poveri.
Perciò, in bene o in male, è sempre e solo l’imbottito sociale, la classe media a fare la differenza. Quella fetta di popolazione più o meno spessa, insinuata fra ricchi e poveri, che produce o succhia risorse a entrambi.
Nel genere umano, tutta l’evoluzione o l’involuzione è merito o colpa dei saggi, ricchi e potenti della classe media. Da lì si attingono le mille professioni che garantiscono sviluppo scientifico, progresso economico e rappresentanza democratica.
Chi dallo sfascio italiano estrapola e assolve alcune professioni o poteri e ne incrimina altri, fa un ottimo lavoro di falsificazione truffaldina della realtà a danno dei cittadini poveri, e spesso a protezione dei ricchi.
Dove il popolo democratico si è imbottito la pagnotta ricchi-poveri con una elefantiaca classe media, (ma i ricchi arricchiscono e i poveri aumentano e impoveriscono) non c’è solo il governo ladro da sistemare sul banco degli imputati, ma l’intera farcitura sociale di professori, professionisti, giornalisti, sindacalisti e piccoli imprenditori, da cui si mutuano le rappresentanze socio-politiche-economiche.
Quindi, è da questa premessa che bisogna partire per tentare di mettere ordine al caos che sembra sul punto di inghiottire l’Italia. Le colpe dello sfascio italiano vanno equamente divise su tutta la classe media.
E’ una criminale mistificazione attribuire colpe ai barboni e ai banchieri, dimenticando che la mostruosa classe dirigente privata e pubblica ha la funzione di appuntire i canini ai barboni, e limarli ai banchieri.
Ma se ingrassa come una scrofa, lavorando a l’aumento dei poveri e a l’impunità dei ricchi, delle due l’una: o l’Umanità non ha ancora una cultura scientifica e democratica degna di questo nome, o la classe dirigenziale sta facendo della cultura un uso ingordo o letteralmente criminale.
Si è collocata nella pagnotta sociale, ricchi-poveri, come una schifosissima mortadella per cani, e va estirpata con urgenza, se in Italia c’è ancora qualcosa da sottrarre alle grinfie dei potenti della cultura, degli utili idioti del sindacato, degli irresponsabili della burocrazia, dei burattini della politica, e dei poveri illusi o criminali del mercato.

mercoledì 14 dicembre 2016

Solo la coscienza collettiva induce evoluzione


In Italia, chi sta contribuendo meglio alla maturazione della coscienza collettiva? L’istruzione, l’informazione, la giustizia, il mercato, la religione, o niente e nessuno, posto che l’intero sistema sta portando alla massima maturazione la in-coscienza individuale, in modo da uccidere la collettiva? Questo concetto mi premeva sulla bocca dello stomaco, e mi sono liberato. 
Io non ho i mezzi culturali per stabilire chi sia ancora in grado di aiutare questo tipo di maturazione salva popolo italiano, (e sempre che non siano già scaduti i termini), quindi passo la parola alla nostra ir-responsabile classe dirigente, inutilmente affaccendata ad impastare la quarta ciambella senza buco del quarto governo senza consenso.
Chi crede che la politica democratica ha il potere di maturare nel popolo la consapevolezza di essere una comunità indivisibile, seppellendo, schiacciando e asfissiando ogni singolo cittadino con una quantità disumana di leggi, decreti, regolamenti e norme attuative, finge di non vedere che proprio le leggi, (e in Italia si teme possano essere dalle 200 alle 300 mila) stanno mettendo a dura prova anche i massimi cultori del diritto, oltre che istigare nei singoli un livello di egoismo e bestialità cavernicola.
Ma guai a pensare che siano le leggi, gli avvocati e i giudici a generare involuzione, sfascio, disordine, insicurezza e fallimento a 360 gradi. Questa gente si illude di curare la coscienza collettiva malata a colpi di sentenze, ma acuisce la miopia, la stupidità, l’egoismo e persino la bestialità dei singoli, perché aggredisce la malattia giusta, ma con la medicina sbagliata.
Non è l’Atto Costitutivo di uno Stato, né la caterva di codici che ne seguono, ad indurre coscienza collettiva nei singoli, si da farne un popolo veramente solidale. La consapevolezza individuale che la democrazia è il governo del popolo, e che non si salva nessuno dove non si salvano tutti, temo possa indurla solo la vera filosofia e la vera religione, il vero codice morale e la vera responsabilità collegiale se mai si decidessero di introdotta.
Tutto il resto è aria fritta della migliore qualità per trasformare in autolesionisti gli individui afflitti da ego ipertrofico, che per scarsa coscienza collettiva, mai si eleveranno di fatto a popolo sovrano.
E pure Pirandello ha tentato di maturare la nostra coscienza con parole inequivocabili: “E non vuoi capire che la tua coscienza significa appunto “gli altri dentro di te?””.
Perciò, operare a proprio vantaggio e a danno della collettività, è una forma raffinata di suicidio, scambiata per successo. Quando ancora il patriottismo aveva un senso, bastò Garibaldi a fare unita l'Italia; ma a trasformare gli italiani, da campioni di anarchia, rissosità, egoismo e in-coscienza collettiva, in un popolo unito, solidale e sovrano, non è ancora riuscito nessuno.

venerdì 9 dicembre 2016

Perché la guerra è inevitabile

Cito a memoria; forse quel matto sanguinario di Hitler ha colto nel segno affermando che la razza umana è diventata forte nella lotta e non potrà che perire in una pace prolungata. E la ragione per cui la politica non ha la forza di impedire la guerra, anzi deve affrettarsi a scatenarla dove la finta pace produce più barbarie che civiltà, (vedi Italia) è facile da capire.
Non esiste popolo al mondo abbastanza intelligente da consumare le risorse disponibili sul suo territorio, nella quantità necessaria a vivere, senza arrecare danni a sé, ad altri popoli, o a l’ambiente.
Per bestiale egoismo, (e chiedo scusa alle bestie) il potente tende sempre ad abusare del proprio potere, (soprattutto in democrazia) arraffando privilegi per se, e togliendo agli impotenti persino il diritto di respirare.
E il mondo della cultura si è sempre dimostrato incapace (o complice?) di scongiurare con adeguata istruzione e informazione, la barbarie dell’egoismo in tempo di pace. Così i politici devono rassegnarsi a saziare la fame patologica dei potenti, affamando gli impotenti, o colonizzando altri popoli più deboli a caccia di risorse, o scatenando guerre locali e mondiali per affamare poveri e ingrassare ricchi.
Questa è la patata bollente che gli onesti tentano di sottrarre al fuoco, mentre gli utili idioti dei disonesti, lavorano per impedirglielo.
C’è da vergognarsi anche solo a pensarlo; ma forse quel matto di Hitler aveva ragione. Non esiste popolo che non tenti di procurarsi un “bottino di guerra”, usando per il furto con scasso, la cultura, le leggi o il finto libero mercato in tempo di pace; salvo passare alle vie di fatto, armi alla mano, quando non basta la pace, per saziare i potenti.
Ecco perché è stato ed è difficile organizzarci politicamente in Stati Uniti d’Europa. Fu una impresa a suo tempo entrare formalmente ne l’Europa socio economica, perché da l’Europa dei banchieri non si esce vivi, e la cui finalità è fare i ricchi tedeschi, inglesi e francesi, più ricchi ancora, a danno dei restanti Stati poveri come Grecia e Spagna, o geograficamente a rischio invasione come l’Italia, che a sud è la porta d’ingresso a l’Europa, ed è priva di porta, serratura e portinaio.
Così l’Italia è esposta a l’invasione di tutti quei popoli che a sud e ad est del mondo hanno subito la colonizzazione culturale o bellica che li ha resi o conservati poveri. Quindi il vero problema italiano non sono gli immigrati con i quali ci tocca dividere il nostro finto benessere, garantito da un debito pubblico stratosferico, ma i popoli ricchi d’Europa e del mondo, che ricchi vogliono conservarsi a spese nostre, usando la cultura e la pseudo-pace da piede di porco o la guerra per il furto con scasso.
La cultura e le leggi sono sempre al servizio della politica, che si finge libera, ma è la “sguattera del Guatemala” dei ricchi. Ci fa vedere gli immigrati e i barboni come problema, e i banchieri come soluzione. Ma la verità è sepolta da millenni sotto la vergognosa menzogna che i ricchi subiscono i poveri; ma di fatto, i poveri vengono lasciati ignoranti per ucciderli, ove non si potesse rapinarli e conservarli poveri.
In Italia, e in ogni angolo del pianeta, l’1% della popolazione possiede il 50% della ricchezza prodotta. E in democrazia non hanno ancora inventato una dieta dimagrante per banchieri, che conservi in vita i barboni, né ingrassante per barboni che non uccida i banchieri. La cultura non riesce o non vuole formare cittadini autonomi. E la politica e la giustizia sono ormai rassegnate a governare i sistemi sociali con gli impotenti che da asini tirano il carro per produrre ricchezza, la classe media che si ritiene in diritto di arraffare la sua parte, e i potenti che lasciano a professionisti e piccoli imprenditori l’illusione di poter diventare benestante classe media a tempo indeterminato, salvo poi azionare le idrovore fiscali e finanziarie (o in mancanza la guerra) che li ripulisce tutti come lische di pesce.
Quindi, l’intera classe dirigente lavora di fino, per assicurare una parvenza da Stato di diritto a questo gran casino di ingiustizia sociale, salvo poi pretendere che il governo, ma soprattutto il Premier cavi dal fuoco le patate della povertà prima che diventino carboni, senza torcere il pelo ai ricchi che vogliono anzi pretendono le loro patate della ricchezza cotte a regola d’arte, infiocchettate e consegnate a domicilio in porto franco.
Ed è chiaro anche allo scemo del paese, che il governo e il Premier, pure se volessero, vedi il povero Matteo Renzi, non hanno il potere di impedire che la stampa istighi gli elettori a bocciare la politica e le riforme del governo, ove mai, (e qua si rischia di sconfinare nel mondo dei sogni) tentasse di evitare il massacro dei poveri senza abusare mortalmente dei ricchi.
La lampada di Aladino oggi è in mano ai banchieri, che hanno tutto il potere di condizionare e costringere i governi degli Stati a rischio default come l’Italia, alla peggiore politica pro-poveri e alla migliore pro-ricchi. Ed è un illuso chi crede che in democrazia i Premier posseggano la formula magica della produzione e perequazione pacifica; posto che sono di fatto delegati alla peggiore giustizia sociale e persino alla distruzione. Anche al massimo livello di potere, sono ridotti a complementi d’arredo della valigetta atomica, per portare guerra e morte dove la colonizzazione fintamente pacifica, culturale ed economica, non bastasse a garantire sicurezza e vita ai paperoni.

lunedì 21 novembre 2016

Alle "finteprede" occidentali non difetta l'appetito


Per millenni l’Umanità ha subito danni per scarsa cultura, ma da decenni sta morendo di falsa cultura. Gli intellettuali non lavorano più come una volta per rendere la realtà visibile ai poco istruiti; perché avendo estinto quasi completamente la razza dei non vedenti, a colpi di istruzione locale e informazione mondiale, possono asservire i popoli solo falsificando o peggio capovolgendo la realtà.
Così chi cerca salario o profitto, continua a cercare o a intraprendere, in un mondo inquinato da doppia falsificazione culturale e giuridica, per adattarlo agli sporchi e sterminati interessi dei potenti a spese degli impotenti. A danno dei piccoli lavoratori autonomi che tentano di produrre ricchezza, senza capire perché falliscono pur sapendo produrre; a danno della marea crescente dei disoccupati; e dei pochi politici onesti e generosi che vorrebbero governare la realtà, ma fanno solo buchi ne l’acqua, perché i bari della cultura gliela rappresentano capovolta.
Dopo un secolo di sindacalismo e comunismo, ancora percepiamo i poveri come prede dei ricchi, e nessuno si domanda perché oggi i grandi predatori del mercato e della finanza, (i Berluschi e i Trampi) hanno la necessità di fiondarsi personalmente in politica, da bersagli mobili, per non finire predati, e più poveri dei poveri.
Scalare la politica da ricchi, non è solo una impresa difficile, ma a dir poco tragica per sé, la famiglia e la proprietà, perché si finisce aggrediti e spolpati da una quantità sterminata di nuovi predatori travestiti da prede.
Nessuno si pone questa domanda da trilioni di dollari: perché i super accumulatori di profitti, modello Berlusconi o Trump, che nel mercato divorano prede, dettano legge, e non hanno rivali, di colpo avvertono la necessità di infilarsi senza maschera protettiva, in quel nido di vespe che è la politica asservita a l'informazione, col rischio di rimetterci la borsa e la vita?
Perché nel mondo globalizzato, dove la democrazia si esporta a cannonate, l’economia è diventata come un tavolo da gioco truccato. La classe media finta comunista e finta liberale tiene banco, in nome della classe povera, e gioca per conto proprio contro la classe ricca, di imprenditori e banchieri, con carte talmente truccate, da spennare i ricchi e uccidere i poveri.
Quindi l’economia mondiale, diventata sicura come un terno secco sulla ruota di bologna, costringe imprenditori e banchieri, in costante rischio fallimento, di deragliare dal mercato dove sono predatori, alla politica dove diventano prede, nella speranza di poter cambiare le carte da gioco truccate dal mondo della cultura baro e rapace, radicato nei poteri pubblici e professionali, che riesce ad ingrassare spennando i ricchi, e fingendo di salvare poveri.
Allora va denunciata questa schifosa falsificazione, che induce i poveri a continuare a sentirsi prede dei ricchi, odiarli e combatterli, e i ricchi a non capire che in ogni campo sono le teste d’uovo della cultura che ormai tengono banco e giocano con carte truccatefingendosi legali rappresentanti dei poveri e reali difensori dei ricchi, ma rendendo infernale la vita ai primi, precaria ai secondi, e garantita solo la loro rapacità e impunità crescente.
Questa è l’unica vera ragione per cui, dopo la fine del comunismo, nelle democrazie finte liberali i ricchi diventano più ricchi ma criminali e i poveri più poveri. Perché il mondo della cultura si è accaparrato il filone aurifero inesauribile del finto salvataggio dei lavoratori, coi soldi dei padroni, arricchiti con una mano e rapinati con due, se non si affrettano a trovare riparo in politica confezionandosi leggi a misura per non tornare poveri.
Una volta erano i padroni i veri tiranni dell’Umanità, liberi di salvarla o ucciderla. Ma ora che la razza dei disoccupati e dei poveri (orfani di comunismo) è diventata sterminata e ingovernabile, è nata la razza dei “cacasennorossoneri”, tutti finti difensori dei barboni coi soldi dei banchieri.
Senza produrre mai un centesimo bucato di utile, con la sola vocazione del “tassaspendiruba”, rendono infernale la vita dei poveri e allucinante quella dei ricchi, che come pugili suonati si rifugiano ne l’angolo della pseudo politica liberale o si aggrappano ai loro nerboruti avversari comunisti, come i berlusca e i tramp per non finire atterrati.

venerdì 11 novembre 2016

Le democrazie, squisite come le polpette di pane


E’ tipico di noi poveri umani, inventare una truffa filosofica nuova per scacciare una vecchia. Ma in politica questo espediente è risultato fallimentare, visto che non c’è liberismo al mondo in grado di liberarci dal comunismo, nemmeno quando ci dicono che è morto e sepolto da un quarto di secolo abbondante.
Persino l’America, che è sempre stata la più mangia comunisti del mondo, era felice come una pasqua di essere governata per la prima volta da una donna di sinistra; ma dalle urne è saltato fuori un Trump, indigesto presidente maschio e liberista.
Ora gli americani stanno urlando per il mal di pancia, e si ingoierebbero una bomba atomica a testa per tentare di curarsi l’ingombro. A 25 secoli da l’invenzione della democrazia, (ci chiediamo ancora come farla funzionare) e a un quarto di secolo dalle fine del comunismo mondiale, ancora l’Umanità è attaccata al comunismo come il neonato al seno materno, e odia cordialmente il liberismo che promette il paradiso in terra ma ai poveri restituisce l’inferno: e pure con l’obbligo di procurarsi la legna e di darsi fuoco da sé.
Insomma il liberismo è pietanza alternativa al comunismo, proprio come le polpette del panettiere, impastate col pane stantio, anziché la carne fresca del macellaio, accessibile solo ai Bush, Soros, Rockefeller e Trump assortiti.
Questa è la ragione per cui il governo del popolo non può che essere comunista, perché una maggioranza di lavoratori esiste da sempre, ma una maggioranza di miliardari non l’hanno ancora inventata. Il liberismo, (governo dei miliardari) è il governo dei pochi ricchi, con i voti truffati, plagiati, estorti ai molti poveri. E’ la dittatura dei meno, camuffata da democratico governo dei più.
Voi dite che le democrazie funzionano solo se realizzano l’alternanza delle classi sociali al potere. Ma i ricchi, per arrivare e rimanerci in politica, devono truffare il popolo per ottenerne il consenso. Allora smettiamola di considerare salvifiche le democrazie comuniste che non hanno la più pallida idea di cosa sia la produzione, e quelle liberali, che manco vocabolario alla mano riescono a capire la perequazione. O ricchi e poveri, alla faccia di comunismo e liberismo, si rassegnano a governare insieme, o sarà in eterno barbarie vera, e civiltà finta.

Trump o non Trump questo è il problema


Dopo la fine della ideologia e degli Stati comunisti duri a morire, l’elezione  di Trump a Presidente degli Stati Uniti, ha messo fine alla razza dei politici comunisti sopravvissuti un altro quarto di secolo, riciclandosi amministratori di condominio.
Non dovendo più governare uno Stato pianificatore, datore di lavoro, produttore di ricchezza e distributore di salari per tutti, i politici sinistri si sono specializzati nella facile scienza del “tassa, spendi e ruba” a spese degli imprenditori; e quelli di destra vi si sono adeguati, perché rischiavano di passare per corrotti o mafiosi se correvano in soccorso del mondo economico in disfacimento aiutando gli imprenditori a produrre e pagare tasse per scongiurare il default dello Stato.
Ma ora finalmente la stagione della politica condominiale spacciata per liberale è finita, lo hanno decretato gli elettori americani chiamando un liberale produttore di ricchezza a governare l’America, e bocciando gli esattori di ricchezza altrui, che con la loro politica del tassa e spendi, in un quarto di secolo hanno generato tale e tanta depressione economica nel mondo, da ridurre Europa e America con le pezze in culo.
Finalmente i lavoratori americani hanno capito a loro spese che gli imprenditori non sono surrogabili per chi voglia fuggire dalla vita precaria con un lavoro e salario garantito. O la ricchezza la producono gli imprenditori e la condividono con lavoratori e Stato, oppure la politica si limita a spellare vivi i contribuenti e a gonfiare il debito pubblico.
Esattamente ciò che fanno gli amministratori di condominio che da mini esattori raccolgono denari dai condomini e spendono. Ma con l’aggravate che gli amministratori non rubano e i politici non fanno altro, posto che la fine del comunismo ha esentato tutti: mancini e diritti dalla gigantesca rogna della produttività economica.
E gli unici che conservano ancora interesse a produrre sono gli imprenditori, che o producono o falliscono. Allora la politica non può essere più affidata a soggetti che non pagano in proprio le tragiche conseguenze da ridotta o mancata competitività e produttività.
Tutto ciò gli americani lo hanno capito a loro spese. Dopo che i comunisti mangiapreti e i sindacalisti mangia padroni si sono lasciati alle spalle una scia di devastazione economica e sociale insanabile, gli americani hanno cambiato la serratura alla Casa Bianca perché i comunisti non abbiano più accesso con la funzione idiota di esattori, visto che a quella  di produttori non solo ci hanno rinunciato, ma sono anche geni ne l’impedirla, riducendo i piccoli al fallimento o suicidio e le multinazionali alla delocalizzazione, evasione o elusione.

giovedì 10 novembre 2016

Il desiderio di ordine è il solo ordine del mondo


In Italia stiamo sprofondando nel caos, o siamo ad un passo da quella suprema perfezione teorizzata da Ferdinando Galiani (noto come l’Abate)  con queste parole: “Perché una nazione possa arrivare a un supremo grado di perfezione, bisogna che i governanti rilascino molto disordine mescolato con l’ordine, molte pressioni in contrasto con molte ragioni, molte leggi con molte infrazioni, molte regole con molte eccezioni”.
Da due secoli e mezzo la politica rispetta scrupolosamente la ricetta Galiani, mischiando ordine e caos a vagonate, ma invece di correre verso la perfezione siamo a un passo dalla devastazione. Siamo tutti vittime della stupidità suicida di una classe dirigente che il Galiani lo avrà studiato sottosopra. E’ super competente dal punto di vista scientifico, ma a dir poco analfabeta dal punto di vista pratico, per la cura maniacale che ci mette ne l’asservire l’uomo al capitale, mandando il mondo a puttane.
E va detto, ad onor del vero, che saggi. ricchi e potenti non si prendono nemmeno il fastidio di salvare i loro figli e nipoti nel sistema Italia assassino di umani a 360 gradi, dalle sale parto ai posti tomba.
Gran parte della popolazione italiana risiede in zone sismiche, e vive con la spada di damocle del terremoto fissa sulla testa. Migliaia di geometri, ingegneri, architetti, geologi, sismologi e vulcanologi, sanno perfettamente in che razza di edifici pericolanti mandano i loro figli a studiare e poi a lavorare, ma avendo il patrimonio immobiliare come unica fonte di guadagno, non possono permettersi il lusso di renderlo resistente ai terremoti. Perché solo la distruzione fornisce terreno fertile a l’arricchimento individuale, e alla bancarotta nazionale e mondiale.
Così condannano i loro figli e quelli altrui a studiare in scuole fatiscenti e pericolanti, non solo in caso di terremoto, ma anche alluvione, allagamento, frana, voragine, amianto, e mille altri problemi legati alla scadente qualità degli immobili vecchi mal tenuti, e nuovi progettati per cadere e produrre occupazione e profitto alle lobby de l’edilizia, finanza, professioni e sindacato che da lì mangiano, anzi arricchiscono.
Come dire che “la natura e il capitale umano”, vengono brutalmente asserviti a quello finanziario, culturale, giuridico e sindacale.
Quindi, per indurre un popolo a pensare e agire in modo intelligente, si dovrebbero retribuire i lavoratori occupati, nella misura in cui producono, e gli intellettuali disoccupati, nella misura in cui hanno pensato talmente bene il sistema, ponendo le cose al servizio degli uomini e non viceversa, che il sistema è talmente produttivo di reddito onesto, che può retribuirli anche lasciandoli disoccupati.
Quindi, chi si è affaticato i muscoli cerebrali, per progettare un sistema a misura d’uomo, poi dovrebbe essere retribuito più quando si gratta la pancia che quando sembra indaffarato a salvare capre e cavoli, ma non salva più nemmeno formiche.
Allora è evidente l’insanabile conflitto d’interesse (e qua Berlusconi non centra una mazza) che c’è fra il lavoratore e il professionista. Il lavoratore vorrebbe non ammalarsi mai per non perdere giorni o settimane di salario e l’imprenditore di profitto; ma questo è un lusso che il medico che vive di malati non può permetterselo, e così preferisce curare anziché prevenire.
E alle stesse condizioni si troverebbero gli avvocati e i giudici se riuscissero a prevenire le controversie risparmiando tempo e denaro. E non andrebbe meglio ai tecnici dell’edilizia se progettassero immobili antisismici, e agli ingegneri meccanici auto che non si guastano e che non uccidono la gente, regalando lavoro e profitto a meccanici e pompe funebri.
E che mangerebbero le imprese stradali se non facessero le strade col tarlo, che si bucano subito dopo il collaudo  e  i ponti collaudati a Natale e crollati a Santo Stefano? E che farebbe l’Imps se i lavoratori e imprenditori producessero tanta ricchezza da potersi garantire da sé una comoda pensione? E i consulenti se non ci fossero tasse rapina da pagare, e i burocrati se non ci fossero cittadini da schiavizzare e rapinare, e i banchieri a chi rifilerebbero i mutui a strozzo?
Insomma per non farla lunga, in ogni angolo del pianeta, il “vero progresso scientifico” si regge sul finto progresso economico e vera devastazione politica, morale, umana. Dipende tutto dagli scienziati se l’umanità si salva o muore, la politica non centra una mazza. L’unica colpa che ha la politica, è non aver capito che non ha colpeche i veri salvatori o assassini dell’umanità sono le teste d’uovo (rapaci) di cui oggi è allagato il mondo.
E quelli hanno da sempre tutto l’interesse ad accreditarsi gli onori e a scaricarsi gli oneri, facendoci credere che persino la pioggia inopportuna è colpa del governo ladro
In altre parole la politica è talmente stupida, salvo rare eccezioni, da pensare di poter governare la cultura e suoi sacerdoti, che in nome della politica ma a proprio vantaggio, incasinano “galianamente” il mondo fino ad uccidere umani a milioni.
Magari questa mia analisi da contadino ignorante non scatenerà certo l’entusiasmo incontrollato delle teste d’uovo. Ma un intellettuale degno di dirsi tale, Georges Duhamel, osservando come era ridotta l’Europa, dopo due secoli di super perfetta cura Galiani, concluse, con una punta di rassegnazione, che “il desiderio di ordine è il solo ordine del mondo

venerdì 28 ottobre 2016

Il capitalumano salva, "il capitale" uccide.


Credo che noi poveri umani, vedenti solo col senno di poi, potremo sentirci a l’anno zero della cultura, non quando finirà la rozza civiltà maschilista, grazie alla rivoluzione femminista in atto; ma quando, donne e uomini uniti, “oggi divisi, bellicosi e asserviti alla feroce civiltà delle cosecapiranno come subordinare le cose agli uomini”.
Non sarà una passeggiata, e forse ci vorranno ancora secoli di aggiustamenti “filosofici”; ma solo ponendo gli uomini al disopra delle cose, si potrà affermare: “siamo finalmente a l’anno zero della cultura”.
Ora voi giustamente mi direte, stai mettendo troppa carne al fuoco, in tempi di vacche magre, per politiche comuniste crollate e liberiste spappolate, UE-BCE da manicomio, equitalie in disarmo, e riforma boschi-renzi da guerra fra costituzionalisti e giornalisti destri e mancini che non sanno spiegare, e elettori che vorrebbero capire, per non impiccarsi nelle cabine elettorali, a l’ennesima scelta suicida.
Ma è proprio in queste pietose condizioni che la cultura cavernicola tiene ancora l’umanità asservita alle cose: al denaro dei banchieri, ai beni delle multinazionali, e ai servizi cleptomani di professionisti e potenti.
L’oceano di umani può agitarsi quanto gli pare in giro per il mondo, alla ricerca del vero diritto alla vita, ma non lo troverà in nessun angolo del pianeta, perché ovunque l’uomo è ancora subordinato alle cose, è meno di un usato guasto di cui si dovrà decidere di rottamarlo o ripararlo, sempre che non costi più di una cosa nuova.
Perciò temo, e preferirei proprio sbagliarmi, che in Europa il male peggiore non sia l’invasione di immigrati, perfettamente prevista da decenni, ma l’incapacità culturale, finanziaria e politica di fare del capitale umano un uso costruttivo. Non sono le eccedenze umane in arrivo che stanno mettendo in forse il futuro d’Europa, ma le nostre tragiche carenze intellettive, visto che anche prima del diluvio di immigrati, non ci siamo mai fatti mancare venti milioni di inutili disoccupati in giro per l’UE.
Quindi, i centri di accoglienza, e gli immigrati che ci costano invece di renderci, sono perfettamente consequenziali al fatto che in Italia e in Europa è normalissimo impoverire, vivere di elemosine sotto i ponti o nelle migliaia di baraccopoli di cui è impestato l’intero continente, o arrendersi al suicidio.
Perché il diritto alla vita degli umani è ancora subordinato al legatissimo diritto allo strozzinaggio dei banchieri, alla rapina a norma di legge degli esattori, al profitto mordi e fuggi ed esentasse delle multinazionali, a l’irresponsabilità parassita dell’intera classe dirigente, al diritto alla tangente di chi esercita il potere politico, al diritto del potere giudiziario di strafottersi della quantità e qualità della giustizia, e al diritto del potere culturale, di continuare a formare e informare a caxxo.
Un tale, in tempi non sospetti, disse che dopo fatta l’Italia avremmo dovuto affrettarci a fare gli italiani; ma saggi, ricchi e potenti non hanno capito una mazza, e in sette decenni di d-istruzione obbligatoria gli italiani malformati e disinformati hanno disfatto l’Italia già fatta. E non va meglio agli altri popoli d’Europa, che guardano con paura l’immigrazione quanto e più di noi. Braccia e cervelli che gli si offrono allo sfruttamento per un tozzo di pane o un ricovero per la notte.
Per millenni è stato sempre fiorente il commercio di schiavi, ora ce li sbattono in faccia a gratis. Ma la nostra politica è orfana di una cultura e finanza intelligente, e non avendo mai capito che fare degli italiani, manco di quelli con una collezione di lauree, non sa come e perchè impiegarli, e si limita a tenerli in vita come animali, in attesa che un unto del signore si faccia venire un’idea su come governarli produttivamente.
E in queste pietose condizioni, imputare di malgoverno la coppia boschi-renzi, è da ospedale psichiatrico. In Italia siamo così malridotti, che persino il Padreterno potrebbe non bastare; posto che Berlusconi ha rischiato la galera commettendo reiteratamente due efferati crimini contro l’umanità: il bunga bunga che ha scandalizzato mezzo mondo; e la fissazione di tenere in vita l’economia assumendo dipendenti e pagando salari e tasse miliardarie. Pensa tu che suicida !
Fosse andato a godersi la vita e a moltiplicarsi il capitale finanziario dove non è un crimine, i titoli onorifici glieli avrebbero tirati in faccia. Invece da Premier s’è beccato le pietre nazionali e gli sberleffi mondiali, lo hanno spogliato di tutti i titoli, ha perduto la moglie ma non gli alimenti da sborsare, ha pagato una barca di spese legali per convertirsi la galera in arresti domiciliari, s’è rovinato la salute, e solo grazie alle importanti amicizie mondiali è riuscito a conservare per la famiglia e l’esercito dei dipendenti sindacalizzati la sorgente di reddito.
E allora pazientiamo almeno un altro paio di secoli. Entrare Premier in Palazzo Chigi, è peggio che entrare in conclave cardinale e uscire prete spretato. E’ lavoro esclusivo per criminali, o matti da legare come Silvio prima e Mariele-Matteo ora.
Quindi, chi vuole disfarsi dei Premier matti in estinzione si accomodi in cabina. Tanto poi dei Premier criminali, avrà solo l’imbarazzo della scelta.

lunedì 17 ottobre 2016

I piazzisti della politica


Ogni popolo è costituito da una varietà di individui, così diversi per cultura e moralità, capacità psicofisiche, condizioni economiche, credo religioso e politico, che è stupido governarlo distribuendo privilegi ad alcuni e disagi ad altri, quasi istigandoli a delinquere ne l’illusione di salvarsi.
Purtroppo la politica non contempla altra soluzione che distribuire privilegi: o solo a vantaggio di alcune categorie di lavoratori, o solo a vantaggio dei grandi padroni.
Così in Italia il potere se lo contendono da sette decenni: i lavoratori sindacalizzati, ricchi di mazzette di voti; e i grandi padroni di industria e finanza, che ricchi di mazzette di contanti, finanziano i migliori piazzisti da avviare al potere politico e corromperli a vita.
Lasciando le patate bollenti di esclusione, sfruttamento o rapina tributaria, ai piccoli imprenditori, ai disoccupati, ai sottoccupati e alle categorie deboli o disagiate di tutte le razze, libere di pagare o morire per la guerra costante fra classe lavoratrice sindacalizzata, grandi padroni rapaci e politici e burocrati corrotti che non prevede prigionieri ma solo vittime.
Così i piazzisti della politica hanno avuto gioco facile a distribuire protezioni e privilegi in cambio di mazzette di consensi o di mazzette di contanti ancora più gradite.
E a rimetterci, nella giungla degli interessi particolari, scandalosamente spacciati per bene comune, dai sacerdoti della cultura, è stato il popolo bue, e la natura massacrata da speculazione e devastazione intensiva.
Come era ovvio, il “piazzismo italiano”, finto comunista e finto liberale, spacciato per politica democratica e giustizia sociale della migliore qualità, non poteva portare altro che devastazione nel sistema sociale e di riflesso nel sistema Stato, fino alla corrosione devastante del potere di acquisto della classe media, che ormai si arrampica sugli specchi per non retrocedere nella povertà.
Chi in futuro vorrà chiamarsi politico e  fare il politico, dovrà conciliare tre grandi interessi: lavoro, ambiente, profitto. Come dire  che  la politica comunista dovrà arricchirsi di politica liberale e la liberale di comunista per non essere assassine dei poveri, dei ricchi, del territorio e in conclusione dello Stato democratico che lentamente ma inesorabilmente si impoverisce di produttività tassabile e alla lunga va in default.
Perché la politica in funzione del bene comune è altra cosa: va abbattuto e alla lunga azzerato il costo socio-economico di milioni di esclusi, precari, sfruttati o indifesi, da sempre asserviti alla classe dirigente rapace, che ha uno spiccato talento nell'arricchire i ricchi e impoverire i poveri.
Giusto per capirci, il nobile lavoro di piazzista curatore di interessi particolari, se mutuato in politica, (dove è nobile solo il bene comune) diventa ignobile truffa assassina di popolo, sovranità e Stato. La vera politica non offre vittime ai carnefici. Libera dal tumore fiscale non solo i sindacalisti i burocrati e i banchieri, ma anche i piccoli imprenditori (vera spina dorsale dello Stato di diritto) perché possano assumere, produrre e pagare salari e tasse, mica chiudere, evadere, truffare, fallire, delinquere, scappare o suicidarsi.

martedì 11 ottobre 2016

Sotto il cappello niente ... cultura



La riforma Boschi-Renzi è un abito, ma attenti al monaco


Non essendo fresco di studi giuridici, ero quasi rassegnato a non capirci più un accidente di leggi e giustizia, in un Paese come l’Italia straripante di giuristi da fare invidia a l’intera UE, con una collezione di leggi introvabile persino negli Stati Uniti d’America, tutte perfettamente in linea con la più bella Costituzione del Mondo, ma ahinoi per ridurre un bel po’ di italiani alla disperazione e l’Italia al default.
Poi, a 75 anni, il recente dibattito televisivo sulla 7 fra il Premier Renzi e il costituzionalista Zagrebelsky mi ha rinfrescato la memoria, ricordandomi che una classe dirigente disonesta non ha difficoltà a trasformare uno Stato col miglior Atto Costitutivo del mondo, in una repubblica delle banane.
Come un vestito di alta sartoria, la Costituzione è l’abito da cerimonia della classe dirigente, veste di legittimità chi esercita un potere pubblico, ma non corregge le sue deformità culturali, morali o peggio ideologiche, non restituisce un atleta da un gobbo, né una vergine da una buonadonna in abito da sposa tempestato di pietre preziose.
Allora sono sempre e solo gli uomini con le loro perfezioni o deformità a fare la differenza. Buone o cattive più delle leggi, sono i legislatori, i burocrati, i giudici e l’intera classe dirigente dello Stato, dal bidello al Presidente.
Quindi è una colossale mistificazione far credere alla gente che una legge o una riforma sbagliata possa produrre danni irreparabili ad un popolo e ad uno Stato. Non ci sono leggi capaci di indurre un santo a delinquere, un genio a fare l’idiota, un ladro a riciclarsi in benefattore, un assassino in salvatore, uno strozzino in filantropo.
Allora chiamare un popolo ad una consultazione referendaria per accettare o rifiutare la riforma renziana della Costituzione, è una presa per i fondelli. Sul banco degli imputati o sul podio vanno collocati gli uomini di legge non le leggi, la classe dirigente non il sistema legislativo.
Ricordiamoci tutto questo al momento del voto: se pensate che si debba premiare chi ha fatto mostruosa l’Italia pur disponendo della Costituzione più bella del mondo allora affrettatevi a votate NO; oppure fermateli votando SI alla riforma di Renzi e premiando una nuova classe dirigente che tenta di opporsi alla distruzione di questo Paese, e non ha gli armadi pieni di scheletri come la precedente, ormai inguardabile.
Hitler non cambiò certo la Costituzione tedesca, per poter sterminare sei milioni di ebrei, ne la cambiarono gli eroi alla Giorgio Perlasca che a rischio della loro vita salvarono migliaia di innocenti dai campi di sterminio. Ovunque, il bene o il male viene solo da chi esercita un potere, e può impedire al cattivo di nuocere al buono, o istigarlo ad abusarne.
Perciò non lasciatevi illudere; sul banco degli imputati chiamato referendum, non ci sono leggi da respingere al mittente, ma due diverse classi dirigenti da processare: per confermare al potere quella vecchia che ci ha messo in croce votate NO; ma se cercate una nuova che tenti di schiodarvi, rischiando seriamente di finire crocifissa al posto vostro, allora vestitela di consenso e potere votando SI.
Non lasciatevi plagiare dalle chiacchiere: l’abito non fa il monaco, non corregge le sue deformità ideologiche, non smaltisce in discarica i suoi scheletri negli armadi, non fa di un coniglio un leone, un responsabile da un irresponsabile, un genio da un idiota, un incorruttibile da un corrotto, un galantuomo da un gaglioffo, un lavoratore da un parassita.
I vestiti giuridici li hanno inventati per occultare le deformità dei potenti: ma se hanno il gobbo, il braccino corto, le mani lunghe o bucate, l’intolleranza cronica a l’onestà, nessun vestito Costituzionale può trasformarli da mostri in monaci.
Perciò, il NO conferma la superba qualità dell’abito Costitutivo del 48, ma indossato più che da monaci, da maniaci del furto da Prima Repubblica ancora riciclati nella Seconda, per abbuffarsi e lasciare a pane e acqua i laureati, che finito pure il miraggio dell’occupazione da netturbini, ora gli tocca spaccarsi la schiena in duri lavori agricoli, raccolta verdure e uva in Puglia, pomodori in Campania, arance in Sicilia e ancora uva in Toscana.
Pensate davvero che questi eroi voteranno SI alla riforma Boschi-Renzi, perché vogliono un abito costituzionale nuovo? No, sono alla disperata ricerca di un monaco nuovo, un Premier che non li rapini più del futuro, strappando l’Italia al default e gli italiani alla guerra civile. E il SI sulla scheda referendaria lo marcheranno a fuoco se glielo consentite.

I vincenti legali sono perdenti reali


In Italia abbiamo ancora difficoltà a distinguere i vincenti veri, dai falsi, perché ad un passo dal default ancora anneghiamo in un quasi diluvio universale di vincenti legali finti. E per liberarci da questo rompicapo, proviamo a immaginarci l’ultima partita di un campionato mondiale di calcio, che finita zero a zero anche dopo i tempi supplementari, deve concludersi solo coi calci di rigore. E a quel punto, vincente è solo chi spara più rigori in porta, e perdente chi non li para.

Ma ahinoi, questa logica a 24 carati, in democrazia finisce capovolta, stravolta, calpestata e insozzata nei rapporti enti-utenti, dove politici, burocrati e giudici sono vincenti a vita, anche se la palla del buon governo in porta non ce l’hanno mai infilata manco con le mani; mentre l’utente è perdente e fallito a prescindere, se non sa rendersi competitivo e produttivo intercettando a colpi di bustarelle la famosa “palla”, ma del mal governo dei corrotti e ladri.

Che si producano rape o geni, nella scuola italiana i vincenti a prescindere sono sempre i professori, e perdenti gli alunni; perché non è obbligo dei professori  formare cervelli, ma degli alunni  fornirli  a porta spalancata, per incassare il gol de l’indottrinamento obbligatorio, perfetto per la formazione di vasi da notte, anziché menti critiche e creative.
E parte da qui il capovolgimento fra vincenti legali pubblici, e vincenti reali privati, ma ridotti alla pietosa condizione di falliti a norma di legge. Gli addetti alle istituzioni ti negano i diritti o li rendono disponibili solo al miglior offerente, e chi pensate che siano i vincenti fra enti e utenti? Ovvio, gli enti. E si domanda !!!!!!!
Tutti i cittadini hanno diritto alla famiglia, a l’istruzione, al lavoro, al salario, alla salute ecc; ma se lo Stato gli nega tutto questo, perdenti non sono i “burattini pubblici inadempienti e parassiti”, ma i cittadini che li finanziano subendo stangate tributarie, fino al fallimento o al suicidio.
E secondo voi, chi deve fare la valigia e levare il disturbo dal fu Belpaese? Forse gli idioti insediati al potere? No, i cittadini sovrani laureati e magari pure masterizzati, a rimorchio delle multinazionali che delocalizzano a grappoli o a cordate. E nel mondo imprenditoriale, stessa musica. Il fallito non è lo Stato, se non rende il sistema socio economico abbastanza competitivo da essere produttivo, ma gli imprenditori onesti incapaci di rubare la società, per finanziare lo Stato di refurtiva crescente, sottoforma di tasse per ladri pubblici seriali.
A rigor di logica, l’imprenditore dovrebbe fallire se non fa profitti onesti in un sistema Stato competitivo; e lo Stato dovrebbe finire in default, se impiega esattori rapinatori di poveracci e protettori di paperoni, per finanziare eserciti di parassiti e ladri di Stato.  

Ma per un miliardo di cattive ragioni, tutte da ospedale psichiatrico, perdenti a tempo pieno e indeterminato sono solo gli imprenditori e i lavoratori onesti che saprebbero produrre ricchezza onesta; e vincenti i burocrati e gli esattori farabutti che rapinano a norma di legge la ricchezza mai prodotta dai contribuenti, (tassando le perdite dove mancano i profitti) per poi appropriarsene o trasformarle in ricchezza pubblica a loro uso e consumo.
E’ questa la bellissima logica manicomiale che ha confermato per sette decenni al potere i “vincenti legali”, tanto da sfrattare dall’Italia i “vincenti reali” della cultura o peggio del mercato.
Perciò speriamo che il bravo dott. Basaglia non ci impieghi tanto a reincarnarsi, perché qua, nella classe dirigente italiana, pubblica e privata idiota o disonesta, c’è un dannato bisogno di frenare, con camicia di forza rinforzata, il delirio d’onnipotenza dei napoleoni, cesari ed einstein del potere, tutti convinti di essere vincenti, senza aver mai calciato in porta il rigore della buona politica e buona giustizia, e che lo sfascio attuale è imputabile agli utenti, ai portieri ciechi: tutti perdenti e falliti, si a norma di legge, ma da manicomio!!!!



sabato 10 settembre 2016

Le parti sociali in democrazia


Non sono un addetto ai lavori in fatto di giornalismo, ma un trentennio di libera partecipazione, mi ha insegnato che non devo iniziare un pezzo con una citazione e non lo faccio mai. Ma ora permettetemi di contravvenire doppiamente a questa regola ferrea; non solo iniziando con una citazione, ma peggio, col titolo di un mio recentissimo post: “La democrazia è un problema risolto da cani”, perché temo che l’unica malattia mortale della democrazia, sia la scarsa democrazia.
La contrapposizione conflittuale fra due classi sociali, come eserciti in assetto di guerra, non può trovarci impreparati e meravigliati, perché l’unica funzione della guerra è disseminare il Paese di soli vinti senza vincitori.
In Italia, il conflitto lavoratori padroni, non si è assentato per ferie o malattia, né è stato sospeso per un giorno in sette decenni. Perciò è perfettamente consequenziale che il Belpaese si sia ridotto in una ammucchiata di vittime, o al meglio, di invalidi di guerra sindacale, fra due parti sociali in conflitto, lavoratori e padroni.
Ora voi mi direte che la guerra lavoratori e padroni è vecchia quanto l’uomo: e su questo non ho niente da eccepire. Anzi ritengo che sia indispensabile nelle dittature, dove pochi ricchi imprenditori e banchieri hanno il potere di schiavizzare e uccidere molti poveri lavoratori.
Ma le democrazie le hanno inventate 25 secoli fa, così ci dicono gli storici, e spostare la guerra di classe, dalla dittatura (governo dei pochi) alla democrazia (governo dei più), dove i lavoratori (da immodificabile maggioranza sono piantati fissi al governo) e in Italia si auto governano da sette decenni, è politica da ospedale psichiatrico.
Anzi doppia politica da manicomio: perché i lavoratori non si sono dati come era sacrosanto, una rappresentanza politica per governare, e una sindacale altrettanto sacrosanta per risolvere le controversie con il sindacato dei padroni, ma sono andati oltre: hanno usato il sindacato da piede di porco, per contestare e condizionare i loro stessi rappresentanti politici al governo, con migliaia di scioperi generali e devastazioni connesse, fino a ridurre, quelle che chiamano conquiste sindacali, in istigazione al suicidio dei piccoli imprenditori, nonché sabotaggio della competitività fino alla catastrofe attuale del sistema economico e ovvia delocalizzazione di multinazionali e banche per proteggersi dal fallimento.
Ora il latte è già abbondantemente versato da un quarto di secolo ed è inutile piangerci sopra. E’ tutto consequenziale alla guerra tra poveri spostata di peso dalla dittatura alla democrazia sette decenni fa, con l’illusione di poter passare, dai ricchi padroni governanti che uccidono i lavoratori, ai poveri lavoratori governanti delle democrazie, che sfruttano i ricchi imprenditori e banchieri da loro governati per non farsi sfruttare.
E come è finito questo attacco di schizofrenia suicida è visibile anche allo scemo del paese. I ricchi imprenditori hanno levato il disturbo a intere cordate, i banchieri si sono blindati da super governanti alla BCE, i piccoli imprenditori hanno sviluppato per legittima difesa le migliori capacità criminali o si sono arresi senza combattere questa guerra impossibile.
Mentre la massa dei cittadini (lavoratori e pensionati) che hanno sostenuto con il loro potere politico e sindacale maggioritario questo sistema, governando, rivendicando e devastando ad oltranza per conservarselo, è finita allo sfascio, e ha un futuro di precarietà garantito.
Mentre i pubblici dipendenti, scimuniti da tanto garantismo e impunità accumulata a danno dell’intero Paese, hanno in prospettiva due bellissime scelte: il default o la guerra civile.
Chi si illude di usare le democrazie come dittature alla rovescia è un criminale genocida, non ammazza solo sei milioni di innocenti come quel matto sanguinario di Hitler, ma devasta il futuro a sessanta milioni di illusi, e chissà per quante generazioni. I ricchi hanno le dittature come regimi ideali per sfruttare i poveri; ma i poveri non hanno nella democrazia lo stesso potere contro i ricchi, hanno solo una fune per impiccarsi, se instaurano una doppia guerra a l’ultimo sangue, politica e sindacale: i poveri lavoratori, contro i poveri imprenditori, con due soli possibili epiloghi: guerra civile ad oltranza, a l’insegna del morte tua vita mea; o default e dittatura.
Ora, se vedete un cerino di speranza acceso in fondo al tunnel, affrettatevi a ridiscutere le funzioni dei sindacati: quello dei lavoratori e pensionati insediato al governo del Paese per distruggere il lavoro massacrando le piccole imprese; e quello dei padroni che ha fatto il grande miracolo di far scappare via le multinazionale come la Fiat, di ridurre i piccoli banchieri in strozzini, e barricare nella UE e BCE i paperoni intoccabili.
Chiamate i burattinai sindacali di entrambi i fronti a cavare dal fuoco le patate che lasciano bruciare da decenni, per la loro miope pretesa di trasformare i governanti in burattini, dettandogli (anzi imponendogli) la politica oggi e contestandogliela domani, a colpi di scioperi selvaggi sfascia tutto, a spese di milioni di artigiani e commerciati condannati a fallire o ridotti alla canna del gas.
Da qui a l’estinzione dell’umanità, chi butta a mare gli imprenditori con una pietra al collo, (come continuano a fare i sindacati italiani dei lavoratori e dei padroni) non gonfia la ciambella di salvataggio dei lavoratori, ma gliela sbudella di buchi, condannandoli da disoccupati, sottoccupati o precari a sbranarsi fra loro.



martedì 30 agosto 2016

Scienza antisismica da roulette russa per “case da morto” condominiali.


Osservando lo scempio di cose e la carneficina di persone che il terremoto ha lasciato agli italiani, un cittadino che avesse voglia di capire, forse dovrebbe iniziare a porsi questa elementare domanda: visto che siamo la patria del diritto e della scienza, e spariamo scienziati in tutto il mondo per aiutare la civilizzazione e il progresso altrui, siamo certi che sia questa la massima protezione antisismica che può venirci da cultura e politica? Se tecnici e imprese italiane sono utili e ricercati in Giappone, mi sapete dire perché qua non riescono a tenere in piedi nemmeno scuole, ospedali e caserme, costruiti a norma e freschi di collaudo?
Durante le operazioni di soccorso ci hanno fatto sapere che la nostra protezione civile non ha eguali al mondo, e io personalmente non ho ragione di dubitare dell’eroismo di chi è preposto e persino di chi corre spontaneamente a salvare vite umane (gratis), visto che l’altruismo italico non è mai passato di moda o scaduto di qualità.
Ma non mi fido manco in punto di morte dell’altruismo di chi maneggia denaro e potere: burocrati, tecnici e speculatori, che ci garantiscono costruzioni "a norma sismica".
Se da noi la civiltà, la giustizia sociale e il progresso scientifico e tecnologico viaggiano ancora a dorso d’asino, dobbiamo ringraziare i corrotti e ladri di imprese e politica, o c’è pure lo zampino della cultura? Se la macchina della protezione civile italiana è da primato mondiale, ma a spese della “prevenzione intelligente” che nessuno ha mai visto in sette decenni, dobbiamo dedurre che prigionieri o complici degli affaristi, strozzini e corrotti, sono soltanto i politici, o anche gli “scienziati” delle costruzioni?
Andreotti, da politico di lungo corso, amava ricordarci che a pensar male si fa peccato ma non si sbaglia mai. Se la politica e la scienza non sono ancora in grado di tenere in vita il vecchio Belpaese che ha proprio in quel "VECCHIO"  il suo massimo valore, allora, dagli asili ai posti tomba, l’intero sistema Italia è un fallimento.
E serve a ben poco o letteralmente niente che gli italiani siano ancora tutti onesti, intelligenti e altruisti, se il sistema è assassino per colpa o dolo di chi sa, ha e può. Infatti il sisma non fa discriminazioni fra immobili costruiti da onesti o farabutti, vecchi o nuovi, privati con manutenzioni da cane, o pubblici tirati a lucido, da tecnici eccellenti e costosi, e distrugge ogni cosa.
Per i loro crimini efferati, i dittatori non hanno mai avuto bisogno di cambiare popolo: Hitler non importò un popolo criminale per sterminare sei milioni di ebrei. Lo fece col popolo tedesco "inconsapevole": che in fatto di scienza e coscienza non era secondo a nessuno. E Stalin e Mussolini fecero altrettanto.
Allora domandiamoci, la democratizzazione italiana e europea sta avanzando libera, o continua ad essere ostaggio delle teste d’uovo della cultura, oltre che della politica e del mercato? Visto che nessuno ha avuto scrupoli a considerare “immobili tassabili”, le pietre pericolanti di Amatricia ordinate a forma di casa, in attesa che il terremoto le tramuti in macerie disordinate e assassine, fonte di profitti per le mille lobby del malaffare privato e pubblico. 





lunedì 22 agosto 2016

Riforma Boschi-Renzi si-no-ni-so


Se prendiamo per vero che la riforma della Costituzione a firma Boschi-Renzi è una colossale schifezza, dovremo pure ammettere che solo una classe politica di pari valore culturale e morale poteva prestarsi a realizzare un simile papocchio. 
Allora delle due l'una: In Italia si è impoverita la cultura e la classe dirigente rispecchia in pieno la scadente qualità del popolo; oppure chi è chiamato a governare il sistema con funzione di Premier, ha appena il potere di osservare quante istituzioni e lobby possono abusare de l'Italia e degli italiani, usando lui da capro espiatorio?
Uscendo per la prima volta da Palazzo Chigi, Berlusconi confessò, quasi cadendo dal pero, di aver cercato invano il volante della macchina del governo per governarla. Ma poi avrà preso atto, a sue spese, che quella macchina infernale è un doloroso “tritapremier”.
Tutti lavorano per piegare i governanti ai loro sporchi interessi, facendoli passare come più gli aggrada: da idioti, matti, ladri, mafiosi o peggio tiranni, mentre li stanno sbeffeggiando, ricattando, estorcendo e tiranneggiando.
E sulla qualità culturale e morale di chi dolosamente, per interesse, si presta a questa falsificazione mediatica su l’inesistente strapotere del Premier, stendiamo pure un velo pietoso.
La riforma Boschi-Renzi fa schifo, perché la Costituzione è prevista come riformabile, ma nessuno ha mai stabilito chi ha il potere di riformarla senza stravolgerla.
Chi si batte per bocciarla votando no al referendum, vuole difendere la Costituzione più bella del mondo, dal rischio che la riforma concentri troppo potere al premier. Ma se l’Italia sta morendo di inesistente potere al Premier, ed è ad un passo dal default, (e per fortuna che abbiamo la Costituzione più bella del mondo !!!!!!!!!) dove starebbe il danno?
L’Italia sta morendo di democrazia degenerata in anarchia. Allo stato delle cose, Stalin, Hitler e Mussolini assommati non sarebbero più in grado di risanare l’Italia, nemmeno con la peggiore politica criminale. La riforma Renzi bocciatela senza pietà se vi pare, “ne avete facoltà”, direbbe un mio carissimo amico; ma solo se è pensata per aggiungere al Premier, nuovo potere finto, al vecchio potere finto.
Io non sono un addetto ai lavori per garantirvi scientificamente che la terapia Boschi-Renzi è curativa o assassina. Ma in trenta anni che mastico politica da libero osservatore ho capito una cosa: sono di due razze le riforme che hanno accoppato l’Italia e gli italiani: quelle sbagliate volte a curare una malattia sbagliata con una medicina sbagliata (sono le meno dannose perché è evidente la loro inefficacia o pericolosità); e quelle giuste, (pubblicizzate come miracolose dai cacasenno della cultura al servizio della politica) che aggrediscono la giusta malattia con una medicina tanto giusta, da poter resuscitare i dinosauri, ma somministrata ad un dosaggio tanto ridicolo, da non tenere in vita manco le formiche.
Di riforme giuste sono schiattati gli Stati comunisti e stanno schiattando anche i liberali. Come quella geniale degli 80 euro dati da Renzi ai lavoratori per sostenere i consumi e ossigenare di profitti le imprese. Politica efficacissima in un sistema economico chiuso dove i salari ritornano alle imprese sottoforma di profitti.
Ma nel libero mercato globale quella politica fa ridere i polli, perché i salari distribuiti ai lavoratori italiani finiscono in massa, sottoforma di profitti, alle imprese competitive di tutto il mondo, tedesche, francesi, inglesi, americane, cinesi radicate in Italia. E gli imprenditori italiani, che con la competitività non hanno alcun rapporto di parentela, grazie ai sindacati, si beccano le perdite.
Una volta bastava arricchire i lavoratori aumentando i salari e di riflesso alle imprese nazionali aumentavano i profitti. Oggi bisogna impoverirli per salvare le imprese. E a tanto siamo arrivati considerando miracoloso il sindacalismo comunista idiota, utile anche a l’economia liberale in forte sviluppo con imprenditori rapaci e banchieri strozzini.
Ma letale nei mercati globalizzati dove la palla del profitto è passata dalle economie sviluppate (a caxxo) de l’Occidente alle emergenti de l’Oriente, che hanno incominciato ad accumulare tali e tanti guadagni da far fallire e comprarsi in blocco Europa e America.
Quindi, chi ci invita a bocciare la riforma Renzi perché sbagliata è uno sprovveduto o un farabutto, non sa che le riforme sbagliate non fanno danni, invece li fanno devastanti le terapie giuste con dosaggi sbagliati.
La riforma Boschi-Renzi sicuramente sposta potere fra le varie istituzioni. C’è da capire a chi toglie e quanto toglie, e a chi aggiunge e quanto aggiunge.
Perché se rafforza il potere del governo bene; ma se aggiunge potere finto al già potere finto del Premier, dopo la riforma Berlusconi abortita, e la riforma Renzi con minaccia di aborto in atto, prepariamoci alla bancarotta e alla guerra civile.
Io non ho la giusta cultura per stabilire se alla riforma Boschi-Renzi sia giusto riservare un SI o un NO. Se la mafia dei poteri occulti che governano di fatto, intende sostituire il vecchio e usurato tritapremier con uno nuovo di zecca, mandate a casa il Premier e la sua finta riforma con un NO secco. Ma se quei due toscanacci (la bella più il filosofo) sono riusciti a convertire (io non ci credo) il tritapremier in un tritalobby, a danno delle mafie burocratiche, sindacali e finanziarie, correte ad aiutarli con un SI gigante, o siamo spacciati.