lunedì 29 maggio 2017

Sul pianeta Terra, siamo padroni o servi?


Davanti a l'immagine del globo terrestre straripante di specie animali e vegetali, e con l’intestazione, “Il pianeta è anche loro non solo nostro”, ti viene il sospetto che l’autore sia un tantino impedito, a spacciare una ovvietà da asilo nido, come l’ultima grande scoperta scientifica de l’Umanità. Ma è l’esatto contrario. Per la cultura umana passata e presente, questo concetto è più ostico che ovvio.
Nel disperato (e mal riuscito) tentativo di rendere produttivi i rapporti fra individui e fra popoli, gli scienziati si sono scordati di rendere tali anche i rapporti fra gli uomini (oggi sette miliardi) e gli altri esseri viventi, o peggio, fra umani e pianeta.
Tanto è bastato a fare di quella umana, la più feroce razza predatrice del Mondo, così superficiale, ottusa, ingorda e spietata, da diventare devastante per i popoli poveri, per la biodiversità, per la buona salute del pianeta, e quindi suicida.
E con una scienza così approssimativa e autolesionista, da illuderci di poter adattare il pianeta a l’uomo, anziché l’uomo al pianeta, non siamo più in grado di sapere se la distruttività umana ha già raggiunto il punto di non ritorno.
Io non ho la più pallida idea se sia scientificamente possibile una inversione ad U della attuale cultura genocida, per ripensare e per rifare compatibile il rapporto uomo-pianeta, rendendo realmente sapiens, ciò che da qualche secolo è degenerato in demenz.
Ma a sentire Somerset Maugham, è impossibile qualunque manovra correttiva, perché “gli uomini hanno un’idea incredibilmente sbagliata della loro posizione nella natura; e questo errore è inestirpabile”.
Ci sentiamo padroni del mondo, ma ci comportiamo da stupidi e rissosi inquilini di un immenso condominio, tanto complesso e imponderabile per la nostra mini intelligenza, che il grande antropologo, psicologo e filosofo francese Claude Lévi Strass, ha dato l’ultimo colpo di grazia alla nostra presunta superiorità, affermando che “Il mondo è cominciato senza l’uomo e finirà senza di lui”.
Come dire, siamo l’unica razza animale, che pur insegnandoci da millenni a crescere e moltiplicarci in pace; da qualche secolo, grazie a l’intensiva istruzione di massa, ci siamo in/voluti in specie culturalmente modificata per distruggere più che per consumare, e siamo tanto ottusi, rapaci, devastanti e suicidi, da rischiare "l’autosfratto", per estinzione.  

Nel mondo della cultura, politica, giustizia e mercato, ci servirebbero soggetti capaci di smentire Maugham e Lévi Strass; speriamo che  il Creatore voglia darci una mano, mettendo in produzione assaggio almeno una mezza dozzina di  umani, meno pessimisti, ma vaccinati come Einstein, contro il delirio d'onnipotenza.

martedì 16 maggio 2017

Menù soluzioni

E’ vero che a questo mondo non c’è limite al peggio; ma se ci fosse un tizio talmente fulminato da ammazzare un farmacista perché non ha ancora inventato il farmaco per la sua malattia incurabile, si dovrebbe riaprire un manicomio, sbatterlo dentro e buttare la chiave.
Ma se il matto accoppa farmacisti, a corto di farmaci inesistenti, grazie a dio ci manca; in compenso, abbiamo l’intero popolo italiano così plagiato dalla cultura, da incriminare (scimmiottando scuola e stampa) i farmacisti della politica, perché gli scienziati della politica, invece delle soluzioni, li riforniscono di medicine placebo, di pannicelli caldi per incancrenire i problemi fino alla distruzione totale dei sistemi sociali.
Tanto è, che quando spostiamo di peso i Machiavelli dalla politologia alla politica, dalle università a Palazzo Chigi, dal dire al fare, ci rendiamo conto che inventare parole, è un gioco innocuo per bambini scemi, ma tramutarle in soluzioni ammazza problemi, e non popoli, è un altro paio di maniche.
Considerare l’Università la sede dei padreterni, e Palazzo Chigi l’asilo dei bimbiminchia aggiunge danno a danno; perché poi i padreterni, spostati di peso da l’insegnamento, al “governamento“, del malato ne organizzano il funerale al posto della guarigione, (dopo Prodi, vedi Monti e Fornero).
La politica va inventata e attuata, non con atti terroristici, o pilotando la macchina del fango, o condannando i politici per crimini inesistenti, salvo poi assolverli dopo averli rovinati o distrutti.
Palazzo Chigi è solo la farmacia italiana numero uno. Ed è uno sprovveduto chi si scandalizza di non trovare là tutte le medicine salva Italia, che gli accademici non hanno ancora inventato, prodotto e distribuito. Come formare cittadini intelligenti e onesti, come contenere o debellare l’immigrazione clandestina, o il tracollo del sistema economico per scarsa competitività, o per globalizzazione selvaggia, o per strozzinaggio mondiale, o per devastazione ambientale irreversibile, come quella generata da l’uso dei prodotti chimici, amianto, plastica ecc. ecc.
Io non sono un giornalista, e ho sempre introdotto le mie opinioni in punta di piedi e direi pure scalzo per non disturbare. Ma sono alle soglie dei 76, e ancora non riesco a vedere l’Italia come una Casa Comune, uno Stato di diritto, una Repubblica democratica, e con una classe dirigente che abbia in mano la chiave per un futuro meno scandaloso e drammatico per popolo e Stato.
Così ho deciso: o cambio o smetto. Ho informato il dott. Nicola Cariglia, direttore di Pensalibero.it  (il favoloso giornale che ospita le mie opinioni), del mio interesse a mettere in relazione chiunque voglia completare le analisi esistenti, inventando soluzioni sostenibili e ho avuto l’OK.
Chi pensa come me, che il giornalista debba sentirsi come un informatore medico, un rappresentante che mette in relazione i produttori coi venditori di medicine, i politologi coi politici che le acquistano per conto di burocrati e giudici col potere di curare e guarire; si candidi a diffondere questo concetto, e contribuisca a fermare la giostra dei matti, dove tutti siamo impegnati, (io da tre decenni) a bacchettare i politici, perché sprovvisti delle soluzioni attuabili ed efficaci, che la scienza politica non ha ancora inventato.
Questo non significa che domani si debbano mettere tutti i giornalisti e i giudici in cassa integrazione, o che debbano smetterla di criticare o perseguire i politici stupidi, corrotti o ladri; ma che le colpe per le soluzioni mancanti, vadano divise fra scienziati e manovali, fra politologi e politici; perché usare sempre e solo il Premier e il governo da capro espiatorio, è come tirare la coda a l’asino per farlo avanzare.
Analizzando i fatti, positivi o negativi, ci eleviamo a giudici di chi ne è stato l’artefice. Mentre proponendo soluzioni, ci esponiamo al giudizio altrui, ed è una posizione poco gradita dal mondo della cultura che ama lucrare carriere, guadagni e privilegi, su l’incapacità o disonestà della classe dirigente, e lascia che i sistemi sociali vadano in malora, dalle sale parto ai posti tomba.
Io cerco soggetti che non hanno paura a giudicare e nemmeno ad esporsi al giudizio altrui, proponendo la soluzione di qualche problema. La Redazione di Pensalibero sta predisponendo un indirizzo email specifico per tentare di dar vita a questo progetto. Ma chi ha voglia, coraggio e capacità di contribuire con le sue idee, può anche lasciare qua il suo recapito (nello spazio commenti) e sarà contattato. L’Italia non ha mai smesso di produrre cittadini generosi e capaci, qualcosa ne verrà fuori. Buon lavoro.
Franco Luceri