giovedì 29 novembre 2018

Il pericoloso miraggio della terza via


La dicotomia lavoratori-padroni ha sempre generato divisione, anzi divaricazione di cultura e di interessi fra le due diversissime classi sociali. 
E qualunque politica ha tentato di unificare e pacificare poveri e ricchi, ha finito per aggravare la divisione e la contrapposizione, tanto da rendere feroce e sanguinosa la guerra tra poveri.
Io, da dilettante, ho cercato come un matto almeno dal 2011 "la terza via", una idea politica unitaria che potesse indurre lavoratori e imprenditori a cooperare in pace, anziché competere e farsi la guerra sindacale, politica, economica e giudiziaria giorno e notte. Fino a distruggere il giusto salario per i lavoratori e il profitto onesto per le imprese. Da decenni ormai costrette a sfruttare i laboratori, evadere le imposte, corrompere, avvelenare uomo e ambiente, chiudere, fallire o delocalizzare.
Ma non c'è niente da fare. Le idee e gli interessi dei lavoratori e degli imprenditori, dei Poveri e dei ricchi, dei barboni e dei Banchieri, erano, sono e resteranno inconciliabilmente in guerra da qui a l'estinzione dell'umanità, perché non tutti gli uomini vogliono o possono essere dipendenti e non tutti vogliono o possono essere autonomi. 
Chi rifiuta o contesta o ritiene superata la divisione filosofico-politica in destra sinistra, fascisti comunisti, ricchi e poveri, dipendenti e autonomi, sta rincorrendo il miraggio della terza via, del bene comune finto che fa il ricchi più ricchi facendo i poveri più poveri.
E attenzione, l'interesse unitario non è impossibile solo fra lavoratori e padroni, cioè fra poveri e ricchi, ma anche fra ricchi e ricchi, fra risparmiatori e banchieri o peggio fra imprenditori e banchieri.

Si possono inventare miliardi di nomi diversi per rappresentare o tutelare gli interessi di lavoratori e padroni, di poveri e ricchi, purché l'incendio della contrapposizione conflittuale fra chi offre molto lavoro ma poco salario e chi cerca l'esatto contrario, non si spenga con la benzina, continuando a fare i ricchi più ricchi e i poveri più poveri.

domenica 25 novembre 2018

È vero che gli uomini non cambiano?


L'Italia sembra popolata di donne e di bestie assassine a forma di "uomo". A rendere patologicamente cattivi i maschi (mai stati peggio di così prima) è l'eccessivo insegnamento maschile o l'eccessivo insegnamento femminile, posto che oltre ad educare i figli maschi in casa, ne curano la formazione a scuola, dove la presenza di donne insegnanti quantomeno in Italia è sfacciatamente maggioritaria?
Io a questo interrogativo potrei fornire solo congetture non risposte intelligenti. Ma chi possiede gli strumenti culturali dovrebbe iniziare a lavorare su questo rompicapo, visto che in Italia la quantità dei femminicidi e violenze consumate a danno delle donne è ormai abominevole.
Mia Martini diceva che gli uomini non cambiano: sono figli delle donne ma non sono come noi.
Invece gli uomini sono cambiati e continuano a cambiare in peggio, perché?
Perchè stanno assorbendo una dose eccessiva di cultura maschilista o femminista mai sperimentata prima di adesso? A voi filosofi, pedagogisti,  psicologi, psichiatri l'ardua sentenza.

venerdì 9 novembre 2018

Alla politica italiana serve un antipiretico


La classe politica democratica, dipendendo dal consenso sociale, non può nemmeno sognarsi di imporre regole che garantiscano funzionalità al sistema, ma scontentano gli elettori.
Perciò l'unica via praticabile, è quella di indurre i popoli a non pretendere dalla politica  troppi diritti e pochi doveri, perché quella e la strada a scorrimento veloce che porta al default.
A naso, credo che nel genere umano tutta la civiltà e tutta la barbarie abbiano origine da quattro cause indissolubilmente interconnesse: natura, cultura, politica e mercato, da cui discendono a cascata miliardi di effetti.
Ed è un grandissimo truffatore chiunque vi offra soluzioni per problemi particolari che alla lunga diventano causa di altri problemi, come la scuola che produce occupazione e ricchezza ma per i soli addetti, la sanità in costante emergenza, la previdenza a rischio bancarotta, la sicurezza e la giustizia che hanno perduto il controllo del territorio e della popolazione, le infrastrutture pericolanti, il mercato poco ricettivo di occupazione perché poco competitivo per gli alti costi di lavoro, finanza e fisco.
E qua salto volutamente il problema cultura di cui non ho competenza, e passo alla politica e al mercato su cui mi sento meno impreparato.
Dopo la fine del comunismo, tutti "i mangia padroni sindacali e politici"  hanno optato  per il sistema liberale. Ma di fatto tutta la politica continua a curare le malattie del mercato a colpi di statalismo, continua a sopperire alla scarsa ricettività occupazionale del mercato,  non incentivando le imprese ad assumere, ma riempiendo lo Stato di dipendenti pubblici e tassando tutti i lavoratori e gli imprenditori per pagarli.
A questa prima scelta suicida, si dovrebbe rispondere togliendo alla politica il potere di riempire lo Stato di personale poco qualificato, demotivato, parassita e persino ladro, per attingere da lì il massimo consenso, e poi occupare e abusare del potere.
Ma se togli alla politica il potere di assumere per lucrare consenso, non avrà crescente il potere di tassare. Con due effetti benefici a cascata: i piccoli imprenditori non saranno rapinati di tasse e istigati al suicidio e le multinazionali e le banche non saranno indotte ad assumere  quando la politica sgancia aiuti o licenziare  per estorcerle finanziamenti, esenzioni di imposte, o appalti truccati, o lucrare favori a colpi di tangenti milionarie.
Poi va cancellata l'odiosa finzione giuridica di qualificare i "burocrati" dipendenti pubblici, (per giustificare  la loro  irresponsabilità) posto che di fatto sono i padroni dello Stato e persino della borsa e della vita dei lavoratori, degli Imprenditori e forse pure dei Banchieri.
Ma, ancora peggio, non essendo a carico di chi li assume, ma dei contribuenti, la politica non si cura mai di controllare la legalità e produttività dei dipendenti pubblici che finiscono per trasformare lo Stato, a colpi di abusi di potere corruzioni ed estorsioni, in "COSA LORO", alla faccia dell'interesse collettivo della legalità e della Giustizia sociale.
Come dire che i politici democratici fanno i datori di lavoro col c*** dei contribuenti.
Togli ai politici il potere clientelare di assumere e di tassare, come dire di derubare Pantalone, e in un colpo solo avrai  liberato gli imprenditori e l'intero Popolo dalla necessità di derubare lo Stato per sottrarsi alla rapina tributaria.
E in quattro e quattr'otto, riportando a monte la responsabilità, da chi subisce le regole, a chi le inventa e le applica  a spese e a danno della collettività, e ritrasformi lo Stato dei dritti, corrotti e mafiosi, in Stato di diritto degno di questo nome.

domenica 4 novembre 2018

Le malattie d'Italia


Il pessimo vizio della stampa italiana di parlarci sempre di problemi irrisolvibili, ci ha indotti a pensare che l'Italia è insanabile da Leuca a Cantù. Niente di più falso.
Ci sono piccoli e piccolissimi aggiustamenti da eseguire sul fronte dei poteri pubblici, dei diritti privati e dei privilegi e irresponsabilità della classe dirigente.
E anche la "democrazia italiana" che nell'ultimo mezzo secolo ha funzionato egregiamente per banchieri e multinazionali, discretamente per gli utili idioti della classe media che hanno finto di non vedere i problemi perché non gli toccava personalmente, e a schifo per i lavoratori poveri e per i piccoli imprenditori onesti finiti persino suicidi, sotto lo schiacciasassi di usurai ed esattori e una magistratura che non ha mai visto sentito o parlato, ritornerebbe DEMOCRAZIA DEGNA DI QUESTO NOME.

giovedì 1 novembre 2018

È il gioco dell'oca bellezza ma la chiamano democrazia


Quando ti dicono:
"è la democrazia bellezza!"
è come ti dicessero:
"è il gioco dell'oca bellezza!"
Perché di fatto con la politica democratica puoi avanzare o retrocedere come nel gioco dell'oca: con una piccola variante, è sempre uguale da millenni, non finisce mai.
Se il governo fa più gli interessi dei lavoratori, ai padroni si assottiglia il profitto fino al fallimento. 
Viceversa se fa più gli interessi dei padroni, i lavoratori retrocedono ad una minore qualità della vita, del potere d'acquisto e fino alla perdita del lavoro.
Questo vuole ricordarvi chi vi dice: "è la democrazia bellezza": sei sulle montagne russe, oggi sali e domani scendi. Se credi che la tua vita migliori all'infinito di democrazia non hai capito una mazza.
Per garantirsi potere e arricchimento infinito, la classe dirigente finge di salvare i lavoratori con i soldi che rapina ai padroni, oppure salva i padroni con i soldi rapinati ai lavoratori.
Una politica che garantisca produttività e Giustizia al sistema sociale e al sistema Stato per salvare insieme lavoratori e padroni non l'hanno ancora inventata.
Ma le teste d'uovo della cultura a quanto sembra stanno lavorando alacremente in questo senso, fidatevi, è solo questione di millenni.