sabato 13 settembre 2025

Natura e Cultura sono l'origine di qualunque problema e soluzione

 





Ovunque la politica liberista ha bisogno di due cose: un popolo produttivo e contributivo e una burocrazia capace di convertire i tributi in servizi. 
E alla fornitura di risorse umane qualificate, provvedono senza danni istruzione e informazione, ma solo se riescono ad individuare il tipo di risorse che mancano al sistema economico e al sistema stato: lavoratori dipendenti o imprenditori.

Cercare fuori dalla natura e dalla cultura le cause dei guasti o le possibili terapie per qualunque sistema sociale, è irrazionale. Per noi umani la cultura è come la pioggia, o fertilizza i cervelli o li avvelena come fosse pioggia acida
Dove ignoranza e stupidità sfuggono alle terapie formative, diventano variabili impazzite e infettive quanto una pandemia, capaci di scatenare alterazioni socio-economiche che solo la guerra riesce a "governare", ma a colpi di devastazioni e genocidi.
I peggiori effetti che può produrre la cultura, sono sugli esseri umani, che finiscono per credere positivi un certo tipo di cambiamenti, ma poi di negativi ne arriva un diluvio, fino a demolire tutte le costruzioni istituzionali ingenuamente approntate contando su un modello di civiltà e progresso fantascientifico (come lo è stato il Comunismo in mezzo mondo) o peggio, se arriva il cambiamento, è perfetto come un incubo. (Vedi Italia Istruzione e Sanità allo fascio)

Un popolo comunista, dall'istruzione si aspetta una crescita di soggetti predisposti per il lavoro dipendente pubblico, posto che in quel modello di sistema sociale, c'è un solo datore di lavoro, lo Stato.
Mentre nei sistemi liberisti serve un tipo di istruzione che faccia crescere gli imprenditori, gli "Animal Spirits direbbe Keynes", e quindi l'occupazione dipendente privata, per non sovraccaricare lo Stato di dipendenti pubblici, costi e tasse per i contribuenti, rischiando di mettere KO il sistema economico, con gli imprenditori ridotti al fallimento (e non pochi anche al suicidio) e lo Stato al default.
Ma a tutt'oggi, il modello culturale liberista, invece di incrementare la classe imprenditoriale privata o attrarre imprenditori, fa fallire o fuggire quelli nazionali a rotta di collo.

E così dopo quello comunista, sta venendo giù anche il sistema liberista che avrebbe bisogno crescente di imprenditori capaci e onesti per produrre profitti salari e tasse che tengano popolo e Stato in buona salute.

Perciò le soluzioni può pensarle e attuarle solo il mondo della cultura maturando intellettuali e professionisti capaci di governare lo Stato senza ridurre al fallimento gli imprenditori onesti e alla disperazione i lavoratori.

Ma dopo l'istruzione, un valido contributo allo sfascio, ce lo fornisce anche il mondo dell'informazione, che è strenuamente impegnato a farsi, (bianco rosso o verde che sia)  "il Premier alla griglia", oppure a fare le pulci a singoli ministri, dimenticando che in un sistema parlamentare, chi governa ha il potere di un due di briscola in una partita a scopa, e occupa la Stanza dei Bottoni solo in rappresentanza e con l'avallo del Parlamento.

Perciò, se non si rimuove la causa del guasto direttamente alla sorgente, si fa doppio danno: si consumano le risorse che potrebbero riportare il sistema in salute, e si aggrava il marciume.
Giusto per capirci: risanare la cultura curando la politica, é come voler riparare un motore fuso cambiando il tubo di scappamento o i fari antinebbia.
I sistemi liberisti stanno seguendo la sorte dei sistemi comunisti defunti, perché il mondo della cultura non riesce più a maturare cittadini capaci di produrre autonomamente ricchezza onesta e politici capaci di perseguire concretamente il bene comune, con politiche perequative. Posto che l'interesse particolare è in ogni angolo del pianeta un volano di catastrofi ingovernabili e insanabili.

In Italia la scuola sta puntando a testa bassa da otto decenni nella produzione intensiva di intellettuali e professionisti; ma se ha azzeccato la diagnosi, sta sbagliando "terapia formativa", posto che nel sistema economico italiano presunto liberista, "dei politici capaci e degli imprenditori onesti", piano piano si sta estinguendo la razza.

Io non sono un addetto ai lavori e non ho soluzioni da proporre. Ma fossi in voi, viste le condizioni pietose della cultura italiana, le risorse imprenditoriali "salvagente", proverei a chiederle direttamente alla Natura, appendendo un cartello nella Foresta Amazzonica, con questo bando di concorso:
"Cercasi Animal Spirits Keynesiani naturali, veraci, non modificati o adulteratiAstenersi "mordi e fuggi", con la fuga dei cervelli e delle imprese, né abbiamo già da esportazione.
Franco Luceri

domenica 7 settembre 2025

Il fallimento della cultura e derivati è raccapricciante







Non trovando in Italia le condizioni per credere ciecamente nella saggezza umana; ho cercato di capire cosa abbia potuto rendere intelligenti i nostri progenitori Adamo ed Eva: il privilegio di essere stati creati da Dio e ospitati in Paradiso; oppure il disagio per aver subito lo sfratto e la detenzione nell'inferno terreno.
Ma in questa materia carente di certezze, sono possibili solo ipotesi. Forse Dio, Creatore dell'Universo, temendo che la condizione privilegiata e garantita ma irresponsabile avrebbe potuto rendere stupidi i nostri progenitori; avrà incaricato il serpente di metterli alla prova e creare le condizioni "giuridiche" per lo sfratto esecutivo.
Così, da padroni del Paradiso, i coniugi Adamo immortali e proprietari sconfinati si ritrovarono retrocessi e detenuti a l'inferno. Privati dell'immortalità e condannati a soddisfare i bisogni primari di cibo, acqua, sonno, sicurezza e salute lavorando duramente la terra.
Allora una domanda sorge spontanea; quale habitat ha contribuito ad arricchire di neuroni i nostri progenitori e noi eredi: gli agi e l'irresponsabilità del Paradiso, oppure i disagi, i pericoli, le carestie e il duro lavoro nell'inferno terreno?
Credo, (ma correggetemi se sbaglio) che sia stata la condanna e la detenzione all'inferno dei coniugi Adamo, ad attivargli la produzione e maturazione di quei neuroni, che noi presuntuosi eredi e successori stiamo usando da matti, da padroni dell'universo sbiellati, dimenticando che siamo solo ergastolani e figli di ergastolani.
Grazie alla presunta intelligenza e alla presunta conoscenza, l'umanità è passata dalle caverne ai grattacieli, dalla clava alla polvere da sparo e poi in accelerazione alla bomba atomica, ai droni, all'intelligenza artificiale, ai genocidi a norma di legge.
Quindi è evidente che il fertilizzante cultura viene utilizzato, ad insindacabile discrezione degli addetti ai lavori, più per finalità egoistiche e bestiali, chè Umane e Sociali.
Salvo eccezioni, sembra che negli umani l'arricchimento del cervello non induca altruismo, mentre quello del cuore ne scatena tanto da rendere gli individui incapaci di vedere la cattiveria altrui e quindi li candida a vittime sacrificali dalla nascita alla morte.
Il massimo dell'altruismo che la cultura è riuscita a maturare negli esseri umani, è circoscritto al nucleo familiare, tra genitori, e genitori e figli. Il resto dell'umanità è considerato da ogni singolo individuo, terreno di caccia, limone da spremere per sé o al massimo per la propria famiglia. 
Le frazioni, i comuni, le province, le regioni, gli stati, i continenti e relative istituzioni, sono tutti considerati terreni confinanti da sfruttare e derubare. A tutt'oggi sono solo questi i miracoli della cultura, e scusate se le 56 guerre in corso dovessero sembrarvi poche.
Più l'uomo sa, più si abusa del prossimo producendo vantaggi personali, o quando tutto va da Dio, familiari. Del Popolo, dello Stato, dell'Umanità e del pianeta che ci sopporta a malapena, non gliene frega una mazza a nessuno. 
Che sia intellettuale, professionista, burocrate, politico, giudice, industriale, banchiere o governante, vive soltanto in funzione della sua personale convenienza, anche quando sembra che si stia spendendo per gli altri.
La domanda a cui nessuno risponde è questa: i popoli scelgono di formare fiumi di laureati perché possano formare e crescere benestanti le loro famiglie, (a spese di milioni di poveri ignoranti e malati) o perché i laureati servirebbero per rendere il sistema stato più funzionante e più sicuro per ogni singolo cittadino, se si assumessero come classe dirigente la responsabilità di far funzionare tutti i sottosistemi dello Stato: scuola, stampa, trasporti, previdenza, economia, giustizia eccetera eccetera?
Ma nell'ultimo secolo nessuna democrazia è riuscita ad arrivare al traguardo della prosperità, pace e giustizia sociale, senza perdere per strada milioni di esclusi e tartassati, usati dagli irresponsabili compagni di merende della cultura, burocrazia, politica e finanza, come terreni da sfruttare, anche a costo di portare lo stato alla bancarotta.
Le eccezioni ci sono, gli atti di eroismo non mancano, anzi in Italia si sprecano, ma la minoranza non fa storia. Le democrazie funzionano se la maggioranza dei cittadini è garantita, responsabile, onesta e al servizio della minoranza. Oppure lentamente finiscono allo sfascio, dopo aver massacrato di esclusione, ingiustizia e guerra, decine di milioni di poveri, ignoranti e malati indifesi.
Sarà per un calo di diottrie o di neuroni, ma io, dopo otto decenni, la soluzione al rompicapo italiano non riesco a vederla, perché il popolo è spaccato in garantiti e tartassati. E i burocrati e i professionisti, che insieme dovrebbero assumersi la responsabilità giuridica, morale ed economica del sistema Italia, (posto che ormai sono come il prezzemolo, esondano a 360 gradi, dal mondo della cultura, alla burocrazia, alla politica e alla Finanza) ma scaricano pari pari i danni sui contribuenti: lavoratori e piccoli imprenditori fino a ridurli al suicidio.
Insomma, per non farvela lunga, le classi dirigenti e potenti che arraffano garanzie e privilegi a quattro mani, ma rifiutano qualunque responsabilità, e scaricano disagi, costi e danni sui lavoratori che buttano il sangue, hanno fatto e continuano a fare delle democrazie un cimitero senza confini.
Franco Luceri

sabato 6 settembre 2025

Ora l'umanità abbocca alla cultura come il pesce all'esca


 





L'impresa del "fare" è ormai dipendente e sequestrata dall'impresa del "dire" che opera a contabilità semplificata. Professori, professionisti, burocrati, politici e Giudici, disegnano culturalmente e giuridicamente i sistemi sociali, si accreditano i meriti sul conto profitti, ma lasciano in bianco il conto perdite, perché non si addossano nemmeno tre soldi di responsabilità se quei sistemi diventano fallimentari e persino assassini. 
Perdite e catastrofi vengono addebitate pari pari sulla contabilità ordinaria degli imprenditori tartassati e di riflesso sul trattamento lavorativo ed economico dei dipendenti schiavizzati e malpagati.

La scuola e i professionisti derivati, inducono gli esseri umani a credere che studiando si possa arrivare alla verità, per maneggiare utilmente le leggi di uno Stato ed ecologicamente il pianeta che ci ospita, senza arrecare danni a niente e a nessuno.
Ma è un sogno ad occhi aperti che quotidianamente degenera in incubo nei rapporti umani ormai conflittuali e persino omicidi, sui posti di lavoro pericolosi, nei rapporti con la politica, la giustizia, la burocrazia, il mercato e la finanza, e in tutte le genialate scientifiche e tecnologiche che si sono inventate negli ultimi 8 decenni: a cominciare dagli immobili ora declassati in caverne se sprovvisti di cappotto termico, delle auto a benzina da rottamare e sostituire con quelle elettriche, e delle guerre incombenti ovunque in conseguenza dei danni prodotti dalla cattiva cultura e scaricati tributariamente su lavoratori e imprese che mai saranno in grado di pagarli.

Vorrei sbagliarmi, ma temo che afferrare la verità sia precluso a noi umani, e non perché non esiste, ma perché la nostra mente non ha abbastanza neuroni per coglierla nella sua interezza e complessità senza generare guasti insanabili.
San G. B. Scalabrini ha messo in discussione l'intelligenza umana con queste parole: "l'uomo si agita ma Dio lo conduce".
 
Il mondo è pieno di accademici che avendo studiato come far germogliare un seme di zucca si ritengono capaci di tenere in buona salute e produttivo il pianeta Terra e si candidano pure a governarlo. Ma è falso al 100%. 
Dagli accademici agli analfabeti, siamo tutti governati dalla natura o da chi l'ha creata, ma stupidamente ci riteniamo capaci persino di sfruttarla e di stravolgerla.
La creatività umana fa impallibile quella Divina, ma solo a parole. Di fatto conosciamo il mondo come fossimo appena usciti dalle caverne. L'oceano che separa il sogno dalla realtà, il dire dal fare, il progetto dalla costruzione, non lo ha mai prosciugato nessuno; e in quell'acqua affoghiamo doppiamente ogni minuto della nostra vita, come individui e come Popoli.
Dio ha creato l'universo, noi possiamo sognarlo persino un miliardo di volte migliore; ma se proviamo a mettere due mattoni uno sull'altro, ci crollano addosso pure le montagne, perché è tutto progettato e realizzato in funzione dello sporco interesse particolare o personale e mai per il bene comune.
Nessun progetto concreto è mai andato a buon fine senza danni sociali e ambientali assassini, insanabili o impagabili, generati dal mondo scientifico e dalla sua presunzione di sapere e di volere insieme soldi e potere: botte piena e moglie ubriaca.
Far credere agli esseri umani che l'istruzione possa insegnare oltre che a sapere, anche a capire, ad arrivare alla verità e metterla a profitto per tutti, è una corbelleria che sta rendendo l'umanità sempre più asociale ed ecocida e quindi suicida.
Tutto ciò che la scienza ha prodotto di nuovo e di bello nei sistemi sociali politici ed economici è double face: ha una faccia perfetta, super pubblicizzata e accattivante, quella dei successi della cultura, e una che al cannibalismo fa un baffo e viene accuratamente occultata, insabbiata o falsificata.
Pensate alle 56 Guerre in corso, con i genocidi condannati a parole ma favoriti di fatto, continuando a vendere armi e a finanziare i belligeranti. E di quelle guerre, in nome della verità e concretezza, la stampa ci racconta solo due Ucraina e Palestina.

Con l'unificazione dei media, gli intellettuali sono diventati una specie di contadini globali, modellano i sistemi sociali, inseminando di corbellerie scientificamente inoppugnabili i terreni cerebrali dell'intera comunità mondiale. E senza zappare, seminare e mietere, raccolgono "grana" da 7 miliardi e passa di soggetti asserviti e inconsapevoli, che buttano il sangue in tutti i lavori manuali pesanti e pericolosi possibili, per vivere a pane e acqua, e senza riuscire nemmeno a immaginare che i soci truffatori dell'Industria culturale, legittimati dalla politica, si stanno abbuffando come banchieri.
Quindi è necessario obbligare tutti i parolieri del mondo della cultura e della politica che progettano e governano i sistemi sociali, a tenere, esattamente come gli imprenditori una contabilità generale, con il conto profitti degli utili incassati e il conto perdite per i danni e le catastrofi generate dalla loro ignoranza e avidità, ma scaricate sui popoli, gli stati e l'ambiente senza pagare una lira.
Per 4000 anni, l'umanità ignorante, impiccata a l'albero dello strozzinaggio finanziario, è arrivata fin qui. 
Ora, da un secolo, con il dilagare della cultura da lavaggio del cervello si sta impiccando all'albero del sapere presuntuoso, disumano, genocida ed ecocida.
Una volta era corretto affermare che la pratica rompe la scienza. Ma ora che la scienza s'è fagocitata l'intero pianeta con annessi e connessi e sta lavorando alacremente a "rompere" pure l'Universo, quella frase è a dir poco  blasfema, è quasi un crimine contro l'umanità.
Franco Luceri

venerdì 22 agosto 2025

L'eterogenesi dei fini sta riportando indietro le lancette della storia. Cui prodest?

 





L'eterogenesi dei fini culturali, politici e finanziari sta sconvolgendo l'intera comunità mondiale, con Ucraina e Palestina ritornate nella stessa tragica condizione dalla quale, 8 decenni fa, ci liberarono dal fascismo e nazismo.

Perciò una domanda sorge spontanea: se nei millenni passati bastava un solo filosofo, un solo pensatore, (e potevano pure prestarlo ai popoli vicini per non lasciarlo disoccupato e povero) tutto il lavoro attuale super redditizio per decine di milioni di presunti pensatori, di lavoratori con le mani in tasca, di classi dirigenti senza una direzione intelligente, (e che certo non è stato creato da Dio) da chi è stato creato? E a che scopo? Se nel mondo non c'è più niente che funzioni, dopo quattro secoli di "progresso" scientifico e milioni di "scienziati", più impegnati a fare soldi per le "lavasciuga" del mondo finanziario, ché scienza salva umanità?

La funzione stramillenaria della "zappa", garantita da tutti i lavoratori manuali, è sempre stata per decine di millenni quella di salvare i popoli nutrendoli.
Ora, quale debba essere la funzione intellettiva dei laureati e masterizzati e della "loro cultura", per non essere un costo, un peso morto o peggio assassino per gli onesti dell'umanità, (potenti onesti compresi) mi viene il sospetto che non l'abbia capito nessuno.
Io non sono certo un fornitore di verità evangeliche miracolose, ma a naso credo che la buona cultura dovrebbe estirpare la gramigna dal terreno economico e finanziario per renderlo redditizio per tutti i lavoratori onesti, contributivo per lo Stato e letale per i "farabutti".
Ma ahinoi, il mondo che per millenni grazie alla zappa è stato un paradiso per galantuomini, ora zavorrato di "teste d'uovo" è diventato il    paradiso dei farabutti.
Cosa abbiano di sbagliato gli istruiti e la loro cultura, lascio a voi intellettuali di buona volontà    l'arduo compito di stabilirlo, prima che la natura torni a prevalere alla "incultura", o la bomba atomica metta definitivamente "riparo" ai guasti cervellotici della "penna".

Il liberismo lascia libertà di scelta ai cittadini se vogliono produrre e distribuire beni e servizi persino in competizione con lo Stato. E se la produzione di beni privati parallela a quelli pubblici può anche essere socialmente utile, la produzione di servizi professionali privati in competizione con quelli erogati dalla burocrazia, è devastante, perché costringe gli istruiti a competere per non fallire, e ne fa una pericolosa razza di "predatori per legittima difesa". Che per conservarsi continuità di guadagno, sono costretti a rendere la clientela, sempre più ignorante, povera, malata, sempre più dipendente dai loro "preziosi disservizi" e sempre più sfruttabile, con effetti individuali e sociali a dir poco apocalittici.
Pensate all'ultima pandemia curata da cani, e si sospetta pure creata in laboratorio come arma batteriologica, che oltre ai poveri, ignoranti e malati, ha sterminato migliaia di medici e di infermieri sprovvisti di adeguate protezioni, ma che da eroi non si sono sottratti ai loro doveri professionali.

Purtroppo l'eroismo dei migliori non salva il mondo. Di ogni istituzione dovrebbero essere corresponsabili  tutti gli uomini di cultura privati e pubblici che si presume abbiano il "sapere" per garantirne la funzionalità; perché è impensabile che il governo possa avere il controllo capillare dell'intero sistema Stato, se il mondo della cultura non garantisce almeno funzionalità ai singoli sottosistemi istituzionali che occupa, e da cui trae potere e profitto economico crescente.

Forse è questa la causa che sta portando il liberismo alla bancarotta dopo e peggio del comunismo.
A sentire gli addetti ai lavori, lo sfruttamento finanziario dei popoli è vecchio di 4 millenni ed è ormai sistemico e fisiologico. Ma con la crescita tumorale di specializzazioni e professionisti, a quello si è aggiunto anche inevitabile e feroce lo sfruttamento culturale della povertà, dell'ignoranza e della malattia.
Ora, in questo sistema liberal demografico finto, italiano e mondiale, siamo tutti vittime inconsapevoli, anche gli stessi professionisti e burocrati onesti. 
Chiunque ha bisogno di un maggiore o diverso livello di conoscenza e si imbatte in professionisti o burocrati più rapaci chè capaci, finisce vittima di strozzinaggio culturale.
Insomma l'umanità non ha più una testa in grado di auto governarsi pacificamente, nemmeno nelle prime democraticissime potenze mondiali.

Tutti i bisogni creati da Dio e comuni a tutti gli esseri viventi: fame, sete, sonno, sicurezza e salute, sono soddisfatti, dai contadini, pastori, pescatori, boscaioli e artigiani, sin dalle origini della specie umana, e svariati millenni prima che inventassero filosofia e scienza.
Quindi i problemi attuali che affliggono l'intera umanità, dovuti ad: ignoranza, povertà e malattia, sono stati creati negli ultimi secoli dai potenti della finanza e ora, in complicità con il mondo culturale, moltiplicati all'infinito per sfruttare uomini, animali, piante e l'intero pianeta e magari pure l'universo fino alla distruzione.
E pensare che gli stessi soggetti che hanno creato i problemi per vendere soluzioni conservative (o gattopardiane direbbe Tomasi di Lampedusa) siano tanto eroici o suicidi da eliminarli, perdere clientela e guadagno e morire di fame insieme alle loro famiglie; oppure correre a comprarsi una "zappa" e tornare contadini con una laurea in medicina, scienze umanistiche, giurisprudenza ingegneria o economia, non può che essere fantascienza.

Ma fingere di risolvere i problemi per assicurarsi continuità di profitto è igienico come scopare la polvere sotto il tappeto, perché poi inaspettata arriva "l'eterogenesi dei fini" che eliminando il tappeto ti scoperchia tutti i problemi che per sporco interesse personale o corporativo hai finto di aggredire con "soluzioni conservative truffa", redditizie per te ma fallimentari e devastanti per la collettività onesta, e peggio ancora per lo Stato e per il pianeta.

Chi si scandalizza che dopo 8 decenni nel mondo è ancora vivo il comunismo, il fascismo e persino il più spietato nazismo, provi a chiedersi: ma io, da classe dirigente, da intellettuale, professionista, burocrate, politico o giudice, questi problemi li ho eliminati seriamente, oppure con "soluzioni conservative", li ho spinti sotto il tappeto, per non avere fastidi e per conservarmi produttività e potere?

Ora, i massimi artificieri della politica, Trump e Putin sembrerebbero impegnati a far scoppiare la pace.  
Ma sarà pace vera e duratura, se le armi finiranno in fonderia convertite in zappe, falci, ancore, campanacci, seghe, asce, carriole, chiodi, martelli e scalpelli che sono le uniche vere "armi della pace", perché sono gli attrezzi del lavoro manuale onesto.

Tutto il resto è truffa culturale e finanziaria a norma di legge, perché Dio ha rifornito gli esseri umani solo di terreni da rendere produttivi con la forza costruttiva delle braccia non con quella distruttiva del sapere, del potere e dell'avere, che rende montagne di miliardi di profitti, ai farabutti di qualunque razza; e fame, sofferenze e morte a milioni di umani onesti e indifesi, compresi i  potenti della cultura e della politica che si dissociano o che si rifiutano di rendersi organici a questo bestiale sistema.
Franco Luceri

lunedì 18 agosto 2025

L'eterogenesi dei fini ha riportato indietro le lancette della storia







Per decenni si è parlato fino alla nausea di democrazia, sviluppo, progresso, produttività, giustizia e pace sociale, scienza, tecnologia, e per ultimo di intelligenza artificiale, come se il nome delle cose fosse già garanzia della eccellente qualità delle classi dirigenti che le maneggiano. Invece ci ritroviamo con una quantità incalcolabile di soggetti che a livello planetario perdono la vita per fame, malattie, criminalità e guerre.
L'eterogenesi dei fini culturali (in aggiunta a quelli finanziari) sta sconvolgendo l'intera comunità mondiale: sta riportando l'Umanità nella stessa tragica condizione dalla quale, 8 decenni fa, saggi ricchi e potenti, hanno finto di salvarci.

Perciò una domanda sorge spontanea: se nei millenni passati bastava un solo filosofo, un solo pensatore, (e potevano pure prestarlo ai popoli vicini per non lasciarlo disoccupato e povero) tutto il lavoro attuale super redditizio per decine di milioni di presunti pensatori, di lavoratori con le mani in tasca, di classi dirigenti che non sanno dove dirigersi, e che certo non è stato creato da Dio, da chi è stato creato? E a che scopo? Se nel mondo non c'è più niente che funzioni dopo quattro secoli di "progresso" scientifico e milioni di "scienziati", più impegnati a fare soldi che a fare scienza?

La funzione stramillenaria della "zappa", garantita da tutti i lavoratori manuali, è sempre stata per decine di millenni quella di salvare l'Umanità nutrendola.
Ora, quale debba essere la funzione intellettiva della "penna", (dei laureati e masterizzati) per non essere un costo, un peso morto o peggio assassino per l'intera comunità mondiale, (potenti onesti compresi) mi viene il sospetto che non l'abbia capito nessuno.
Io non sono certo fornitore di verità evangeliche miracolose, ma a naso credo che la buona cultura dovrebbe estirpare la gramigna dal terreno economico per renderlo onestamente redditizio per tutti i lavoratori, contributivo per lo Stato e letale per i "farabutti".
Ma ahinoi, il mondo che per millenni grazie alla zappa è stato un paradiso per galantuomini, ora zavorrato di "finti pensatori" è diventato il    paradiso dei farabutti.
Cosa abbiano di sbagliato gli istruiti e la loro cultura, lascio a voi intellettuali di buona volontà    l'arduo compito di stabilirlo, prima che la natura torni a prevalere alla "incultura", o la bomba atomica metta definitivamente "riparo" ai guasti cervellotici della "penna".

Il liberismo lascia libertà di scelta ai cittadini se vogliono produrre e distribuire beni e servizi persino in competizione con lo Stato. E se la produzione di beni privati parallela a quelli pubblici può anche essere socialmente utile, la produzione e vendita di servizi professionali privati in competizione con quelli pubblici erogati dalla burocrazia, è devastante, perché fa degli istruiti una pericolosa razza di predatori di ignoranti, che per conservarsi continuità di guadagno sono costretti a conservarsi la clientela, ignorante, povera, malata, sempre più dipendente dai loro "preziosi disservizi" e sempre più sfruttabile, con effetti individuali e sociali apocalittici: pensate all'ultima pandemia curata da cani, e si sospetta pure creata in laboratorio come arma batteriologica.

Di ogni istituzione dovrebbero essere corresponsabili gli uomini di cultura privati e pubblici che si presume abbiano il "sapere" per garantirne la funzionalità; perché è impensabile che il governo possa avere il controllo capillare dell'intero sistema Stato, se il mondo della cultura non garantisce funzionalità ai singoli sottosistemi istituzionali che occupa, e da cui trae profitto economico crescente.

Forse è questa la causa che sta portando il liberismo alla bancarotta dopo e peggio del comunismo.
Da svariati millenni lo sfruttamento finanziario dei popoli in difficoltà, è stato sistemico. Ma con l'esplosione della cultura e con la crescita tumorale di specializzazioni e professionisti, è diventato inevitabile lo sfruttamento della povertà, dell'ignoranza e della malattia.
E in questo sistema balordo siamo tutti vittime inconsapevoli. Lo sono anche gli stessi professionisti e burocrati onesti. 
Se hanno bisogno di un maggiore o diverso livello di conoscenza e si imbattono in professionisti o burocrati più rapaci chè capaci, diventando vittime anche loro.
Insomma l'umanità non ha più una testa in grado di auto governarsi.

Tutti i problemi creati da Dio e comuni a tutti gli esseri viventi: fame, sete, sonno, sicurezza e salute, sono stati risolti dagli ignoranti, (contadini, pastori, pescatori, boscaioli, cacciatori e artigiani) svariati millenni prima che inventassero la filosofia e la scienza.
Quindi i problemi attuali che affliggono l'intera umanità, dovuti ad: ignoranza, povertà e malattia, sono stati creati negli ultimi secoli dai potenti della finanza e in aggiunta moltiplicati all'infinito, dagli acefali della cultura, per sfruttare uomini, animali, piante e l'intero pianeta.
E pensare che gli stessi soggetti che hanno creato i problemi per vendere soluzioni conservative (o gattopardiane direbbe Tomasi di Lampedusa) siano tanto eroici o suicidi da eliminarli, perdere clientela e guadagno e morire di fame insieme alle loro famiglie; oppure correre a comprarsi una "zappa" e tornare contadini con una laurea in medicina, scienze umanistiche, legge, ingegneria o economia, non può che essere fantascienza.

Ma fingere di risolvere i problemi, per assicurarsi profitti continui o crescenti è igienico come scopare la polvere sotto il tappeto, perché poi inaspettata arriva "l'eterogenesi dei fini" che ti presenta il conto dei danni, restituendoti tutti i problemi che per sporco interesse personale o corporativo hai finto di aggredire con "soluzioni conservative truffa", redditizie per te ma fallimentari e devastanti per la collettività e peggio ancora per lo Stato o per il pianeta.
Chi si scandalizza che dopo 8 decenni nel mondo è ancora vivo il comunismo, il fascismo e persino il più spietato nazismo, provi a chiedersi: ma io, da classe dirigente, da intellettuale, professionista, burocrate, politico o giudice, questi problemi li ho eliminati seriamente, oppure con "soluzioni conservative", li ho spinti come polvere sotto il tappeto, per conservarmi produttività e potere?
Franco Luceri

sabato 9 agosto 2025

Se i veterinari non rendono vincente il cavallo sociale i fantini finiscono disarcionati









Se i veterinari della cultura, a colpi di istruzione e informazione, non sono mai riusciti, in nessun angolo del pianeta, a fare di un popolo libero da svariati decenni, un "cavallo vincente"; imputare i guasti del sistema, ai fantini della politica, spediti al governo con funzione di Premier, e condannati al 100% a finire disarcionati, è suicida.
Oggi l'Umanità avrebbe bisogno di un esercito di intellettuali liberi che la aiutino a capire prima di agire o reagire, ma di questi, salvo rarissimi esemplari ininfluenti, sembrerebbe estinta la razza.
Senza cultura degna di questo nome, non ci sono soltanto popoli che muoiono di povertà, ma anche popoli che agonizzano e muoiono di ricchezza prodotta, ma mai perequata. Vedi Italia. Per non parlare di quelli massacrati dalla guerra diventata inevitabile al pari degli sconvolgimenti climatici.
Solo la cultura può rendere la democrazia migliore della dittatura. Ma se, come in Italia, chi è preposto alla formazione e informazione, non sa come fare gli italiani e si gingilla accusando il capitalismo economico e politico di offendere la dignità umana: allora siamo al bue che strapazza l'asino chiamandolo cornuto.
Chi ha gli strumenti culturali e intellettivi per rendere a l'Italia un ottimo servizio formando e informando gli italiani, sui pregi del collettivismo ancora mutuabili nel mercato globale, non insegni comunismo e critichi il capitalismo.
Lasci la cultura dove tutti hanno ragione anche quando hanno torto, e si assuma la responsabilità facendo politica, così capirà da sé che in politica tutti hanno torto anche quando hanno ragione; specialmente il premier e i ministri se si rendono inadempienti nel mettere i Paperoni all'ingrasso.
Se gli umani uscissero dalle sale parto tutti intelligenti e liberi e avessero già  per natura la schiena diritta, a cosa servirebbero eserciti di professori e professionisti, formatori e informatori mangiasoldi? A niente. Invece liberi o schiavi può farci solo la conoscenza.
Sono i professori e i professionisti che decidono di quanti gradi debba abbassare la schiena il popolo, se hanno in programma di spremerlo, truffarlo e asservirlo anche in nome e per conto della burocrazia e della finanza. 
E al premier si chiede una sola cosa: certificare che il porcaio è a norma, oppure dichiararsi unico/a responsabile e levare il disturbo.
Franco Luceri

venerdì 1 agosto 2025

I PROBLEMI sono tumori da ESTIRPARE, non BISOGNI da SODDISFARE a rate






Non serve grande intelligenza per asservire e sfruttare un Popolo, basta aggiungere ai bisogni primari di cibo acqua, sonno e casa; i problemi culturalmente, giuridicamente, burocraticamente ed economicamente indotti: istruzione, informazione, mobilità, lavoro, salario, profitto, tasse, salute, svago, libertà e dignità, ma conservati come fossero bisogni da soddisfare ratealmente, in modo che possano incancrenire ed essere sempre più produttivi di potere e denaro per chi è preposto a risolverli ma si guarda bene dal farlo, perché fingendo di risolverli può sfruttarli da parassita per tutta la vita.


Dal medico non vai (come dal fornaio) per soddisfare il bisogno quotidiano di medicina come fosse pane, ma per liberarti dal problema malattia prima che diventi mortale.
Dal professore non vai per ricevere una porzione quotidiana di conoscenza, ma per imparare a pensare da solo e non dipendere a vita da chi è preposto a vivere sfruttando l'ignoranza altrui e arricchendo fino alla morte.
Dal giudice non vai per farti risarcire un danno subito il giorno prima, ma per liberarti per sempre da un'ingiustizia che ti sta distruggendo la vita.
Ma il mondo della cultura ha creato i problemi governabili come bisogni naturali, da soddisfare ratealmente, un tanto al giorno, in modo che siano e restino produttivi di reddito garantito e crescente per i potenti, e di catastrofi per gli impotenti, che i problemi se li portano sul groppone come gli asini da soma fino alla morte.

Rubando contadini alla Terra per otto decenni, il mondo dell'Istruzione italiano e poi quello dell'informazione, hanno trasformato un popolo contadino produttivo di beni e servizi per soddisfare bisogni, in uno di professori, intellettuali, professionisti, burocrati, politici, giudici, giornalisti, che hanno generato una tale lacerazione e impoverimento del tessuto socio economico, da resistere a qualunque tentativo di risanamento.

Quelli che usano muscoli e cervello per produrre beni e servizi necessari a soddisfare i bisogni primari di un intero Popolo, sono ormai una tragica minoranza, mentre la maggioranza è impegnata a parlare fingendo di aver pensato e capito come tenere in buona salute il sistema, in attesa che altri gli mettano il pranzo fumante sotto il naso.

Provate a pensare quante famiglie di contadini devono spaccarsi la schiena per produrre la ricchezza necessaria a mantenere "pensante" un politico, un burocrate o un giudice.

I progressi della Scienza possono anche essere veri, incontestabili, miracolosi; ma se il numero dei soggetti che agiscono, producono ricchezza onesta e pagano tasse è largamente inferiore ai soggetti che "pensano a prezzi astronomici" e che sono una schiacciante maggioranza, i risultati non possono che essere devastanti, anche se tutti pensano da Dio.

Se in un ristorante famoso per la qualità delle pietanze, entra un numero di commensali che non trova nemmeno posti a sedere; per la carenza di addetti, la qualità del cibo e del servizio non può che diventare scadente, anche se preparato e servito dallo stesso personale eccellente di sempre.
L'istruzione ha trasformato i contadini in diplomati o laureati senza preoccuparsi che la terra zappata a parole nelle aule scolastiche, nelle redazioni, nelle sedi di partito, nelle istituzioni e nei Tribunali, non produce pane e pasta, ma rende sempre più rigogliosa ed inestirpabile la gramigna dell'impoverimento sociale, del debito pubblico e dello sfascio.
Quindi non serve per forza una cultura pessima per fare disastri. Non c'è bisogno di scegliere professori e giornalisti imbranati. Anzi l'ottima cultura ne fa più danni della cattiva perché è incontestabile. 
Basta arricchire la comunità mondiale di commensali pensanti e impoverirla di contadini zappanti. Basta arricchirla di parolieri e impoverirla di braccianti, pescatori, pastori, boscaioli e artigiani.
Basta arricchirla di gente che allunga la mano per prendere, è in automatico la stai impoverendo di gente che si spacca la schiena per produrre e pagare. 
Chi crede di salvare il mondo rendendo fertile il terreno della sanità per i medici, quello della giurisprudenza per gli avvocati, quello della giurisdizione per i giudici, quello delle mazzette per i politici, quello delle costruzioni per ingegneri e architetti, e quello del fisco per burocrati, tributaristi ed esattori, non ha capito una mazza.

Anche se sono tutti al cento per cento intelligenti, onesti, incolpevoli e persino filantropi, lo squilibrio numerico tra la maggioranza che pensa e la minoranza che fa, non può che generare un nubifragio di catastrofici.
Questa è la ragione per cui le democrazie affondano nelle sabbie mobili peggio delle dittature criminali e assassine. 
Perché la libertà induce un numero crescente e inarrestabile di persone a scegliere il lavoro più leggero, più ricco, meno responsabile e più garantito.
In questo modo, la quantità di soggetti che ci raccontano il mondo a prezzi astronomici, è diventata superiore a quella che ne cura materialmente costruzione e manutenzione con salari e profitti da fame.
E lo squilibrio numerico degli umani che prendono rispetto a quelli che producono e pagano, ormai è insanabile.

Tenere in equilibrio la bilancia del mondo e opera esclusiva di Dio. Noi umani siamo stati creati ignoranti e condannati a restare tali e a vivere sudando con la zappa in mano, non smanettando su uno smartphone come sto facendo io a 85 anni meno 14 giorni, ma con 79 di lavoro alle spalle avendo iniziato a lavorare a 6 anni in campagna con mio padre.
E la massima scienza e la massima perfezione che possiamo acquisire, è quella di "Cimabue": facciamo una cosa, e quando tutto ci va alla perfezione, di sbagliate ne raccogliamo due.

Le democrazie che avrebbero dovuto avere la forza di combattere le dittature sono diventate tali esse stesse, perché sono un sistema dipendente. Sono i cittadini a fare le democrazie, ma le democrazie non sono in grado di convertire i singoli cittadini in un popolo capace di autogovernarsi da stato sovrano che persegue a qualunque costo la finalità del bene comune.
In altre parole, la democrazia, è un sistema composto da milioni di sottosistemi chiamati famiglie, dalla cui qualità e solidità dipende la qualità e solidità del sistema stato. 
Se la cultura la politica o il mercato mettono in difficoltà milioni di sottosistemi "famiglia", attentano automaticamente al sistema Stato, perché non ci sarà un solo cittadino al mondo su 8 miliardi che sacrificherà la vita e il futuro della propria famiglia, al bene collettivo dello Stato. Lo Stato funziona di riflesso, se, come, dove, quando e perché le famiglie funzionano. 
Non esiste un modo di risanare lo stato dove le famiglie vengono impoverite, derubate e sfasciate dai disservizi pubblici e dal cannibalismo professionale, burocratico, ed economico inarrestabile.
Franco Luceri

sabato 26 luglio 2025

Sotterrate l'ascia di guerra siamo tutti vittime inconsapevoli






Il "progresso" si regge su una foresta di "stampelle giuridiche" che lo tengono in piedi per scommessa tra guerre vere e paci finte; e su due gambe umane malferme: quella dei lavoratori manuali che vivono solo producendo ricchezza; e quella dei "lavoratori" intellettuali che si arricchiscono promettendo di contribuire al lavoro altrui eliminando i problemi con le soluzioni, ma guardandosi bene dal farlo davvero, perché alla lunga l'assenza dei problemi avrebbe sull'economia mondiale un impatto da guerra atomica.


In altre parole, la civiltà moderna si regge sul lavoro vero, pericoloso, massacrante e mal retribuito dei manovali e su quello finto degli intellettuali che lasciano degenerare ogni problema in un gigantesco tumore, dalla cui grandezza deriva il lavoro duro per gli ignoranti e un diluvio crescente di guadagni, per saggi, ricchi e potenti.

I passaggi, dalla civiltà contadina a quella industriale e post industriale, "ammazza problemi" (ora anche con l'aiutino dell'intelligenza artificiale) erano, sono e resteranno finti: un uragano di parole e cambiamenti positivi al contagocce.
I manovali sono impegnati a produrre beni e servizi per soddisfare bisogni primari o secondari, ma gli intellettuali, se mai osassero fare altrettanto, eliminando radicalmente i problemi, crollerebbe il Mondo e si tirerebbe addosso pure l'Universo. La vita degli ignoranti non cambierebbe di una virgola, ma si seccherebbe la sorgente di potere e denaro per le classi dirigenti, che attualmente rende un diluvio di miliardi.

Senza i problemi che da sempre devastano il mondo e l'umanità, sparirebbe l'ignoranza e la litigiosità, la disoccupazione o lo sfruttamento, la rapina tiburtaria, il falso in bilancio o la bancarotta, finirebbero i femminicidi, le separazioni violente, i figli abbandonati, il carovita, le guerre, le invasioni, i genocidi, lo stillicidio quotidiano dei cessate il fuoco finti, le guerre batteriologiche e le pandemie studiate a tavolino, i crolli e le speculazioni in borsa, i potenti che si accapigliano: giudici contro politici e politici contro giudici, i governanti che sono costretti a fare l'esatto opposto di ciò che hanno promesso in campagna elettorale, e l'opposizione che si dimena da matti contestando al governo, ciò che faceva prima di perdere le elezioni, governando, e infatti le ha perse. 

All'appello mancava solo la guerra economica di Trump a colpi di dazi spaccatutto. Ora siamo a pieno carico.
In Italia I comunisti hanno finto di combattere i fascisti per otto decenni, e ora che gli hanno consegnato il governo su un piatto d'argento, si scandalizzano perché la "fascista" Meloni non fa politica comunista come saprebbero fare loro.

Insomma, temo che la civiltà contadina non abbia alternative che non siano suicide per l'Umanità. Il resto è bla bla.
Il mondo si regge sull'ignoranza dei manovali condannati alla fame e al duro lavoro; e su un cocktail di stupidità, ignoranza e furbizia degli intellettuali che promettono di eliminare i problemi, ma poi in corso d'opera si rendono conto che l'assenza dei problemi  porterebbe l'apocalisse economica: perdita di posti di lavoro, di salari, di profitti per le imprese; perdita di tasse per lo stato, stipendi per la burocrazia, debito pubblico e interessi impagabili (come dire default); nonché calo di privilegi e guadagni per intellettuali, professionisti, politici, industriali e banchieri.

Vorrei sbagliarmi, ma temo che nel mondo il lavoro intellettuale sia finto, non tanto per insufficiente sapere scientifico, o sporco interesse dei potenti, ma per l'impossibilità di sostituire i problemi con le soluzioni, senza generare il collasso mondiale del sistema socio economico così come è attualmente concepito.

Il salvataggio dell'umanità è garantito soltanto da l'incancrenimento dei problemi, perché solo quella dolorosa presenza, induce i lavoratori manuali a spaccarsi la schiena per tenere in vita 8 miliardi di umani, soddisfacendo almeno i loro bisogni primari, anziché limitarsi a produrre le briciole sufficienti alle loro necessità individuali e familiari.

E non è tutto. A parte l'impoverimento generale; senza il rompicapo costante dei problemi, il mondo scientifico non avrebbero gli stimoli ambientali per sviluppare intelligenza eliminando errori: senza problemi alle soluzioni non è mai arrivato nessuno.

67 anni fa, nel "Gattopardo", Giuseppe Tomasi di Lampedusa descrisse il paradosso dei cambiamenti conservativi e perciò finti del mondo della cultura al servizio dei potenti rapaci, con queste inequivocabili e attualissime parole:
"Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi".

E in pochi decenni di cambiamenti artificiari e fasulli, la globalizzazione è degenerata a tal punto, che nemmeno il "pacificatoreTrump, riesce ad impedire che le massime potenze mondiali si facciano la guerra, sterminando per fame, malattie e genocidi milioni di innocenti. 
Ora la sua guerra dei dazi farà tacere i cannoni? O stuzzicando l'appetito dei "lupi" aggiungerà cannibalismo a cannibalismo?
Franco Luceri

sabato 19 luglio 2025

Nel cervello umano, la complessità è come un biscotto in bocca allo sdentato






Sarebbe bello se un problema fosse percepito da tutti gli esseri umani allo stesso modo, perché in un attimo si arriverebbe alla soluzione condivisa all'unanimità, ma non è mai successo nella storia dell'uomo. 

E non basta occupare un posto di potere per avere una percezione scientificamente perfetta e unica per tutti i potenti, destri e sinistri, conservatori e progressisti, liberali e comunisti. Una volta la politica era fatta di mediazione, ora è fatta di guerra mediatica, militare ed economica vedi i dati di Trump.
Un malato che entra in uno studio medico, percepisce la sua malattia come problema e come costo, mentre, quella stessa malattia, per il medico è problema da risolvere, ma soprattutto ricavo. E lo è altrettanto per il farmacista e per l'industria farmaceutica.
Avere i piedi doloranti per le scarpe sfondate è un problema per chi le calza, ma il commerciante che lo vede entrare nel negozio, non percepisce lo stesso dolore, anzi lo saluta sorridente e contento della visita portatrice di profitto.
Se uno ha subito un incidente con la sua auto nuova è desolato, ma quando arriva dal carrozziere per un preventivo di spesa quello gli sorride felice perché per lui quello non è un problema ma una soluzione, un contributo per le tasse che deve pagare domani.
In sala operatoria il malato è terrorizzato, mentre il chirurgo è concentrato sul lavoro che deve svolgere nel miglior modo possibile.
A questo mondo, chi paga e chi è legalmente responsabile, percepisce la realtà in maniera opposta a chi incassa ed è esente da responsabilità, c'è solo da rassegnarsi.
Una casa pericolante affligge più il proprietario e meno il progettista o l'impresa, che se incaricata del restauro corre al bar per brindare all'affare fatto.
Un avvocato che cerca di mediare fra due litiganti per evitare una causa non è così arrabbiato come loro. È rilassato e concentrato, perché sta per incassare una parcella.
Un imprenditore che va dal fiscalista per sapere quante tasse deve pagare, non è certo nello stato d'animo del professionista che in quella occasione deve solo allungare la mano.
Pensare di ricevere aiuto per la soluzione di un problema personale vissuto con grande disagio, da soggetti che quel problema non lo hanno, o peggio, per loro significa profitto, è una tragica illusione.
È fortemente semplificativo e miope scandalizzarsi perché gli umani non pensano tutti uguali, posto che non esistono due su 8 miliardi che pensino allo stesso modo.
Tradizione, cultura, interesse, egoismo, cattiveria o al contrario affetto, umanità, altruismo, per lo stesso problema, influenzano in modo diverso o diametralmente opposto il cervello di ogni singolo essere umano.
Perciò, governare la complessità è lavoro da Padreterno, che agli intellettuali, ai politici e ai potenti tronfi di tutte le razze, riesce sempre e solo da cani.

Nell'Occidente, baciato dal "progresso idiota e devastante", c'è un flusso a doppio senso di marcia di umani a caccia di un decente diritto alla vita, diventato desiderabile come un terno al Lotto: braccia che arrivano e cervelli che scappano; segno evidente che, rubando per 8 decenni contadini alla terra per farne professori, gli artefici del progresso a marcia indietro, hanno indotto squilibrio nei sistemi socio-economici invece di conservare l'equilibrio pluri millenario fatto di molti lavoratori, molti artigiani e pochi intellettuali. 
Ora siamo messi alla rovescia e corriamo a raccogliere immigrati in mare o li accogliamo quando arrivano, ma ancora "non riusciamo a fermare l'emorragia delle braccia rubate alla terra e dei Cervelli in fuga" che in Italia non trovano una sistemazione decente, perché nemmeno degli immigrati (con salari di fame) sappiamo fare buon uso per i mille lavori manuali carenti di manodopera.
Questa è la qualità dei poteri e dei potenti e rispecchia fedelmente la qualità varia e conflittuale dei popoli.
Cercare qualcosa di più o di meglio è "geniale" come cercare la luna nel pozzo.
Franco Luceri

sabato 12 luglio 2025

Il mondo è devastato dalle contrapposizioni spacciate per cooperazioni salvifiche







Tutti i popoli del mondo sono impegnati da millenni su due fronti: combattono il crimine con la repressione e tentano di curare l'ignoranza con l'istruzione, per renderla governabile.
Ma non si hanno notizie di guarigioni, sia pure per sbaglio, se non sul fronte del crimine, almeno su quello dell'istruzione, che promette di spazzare via l'ignoranza, ma sporca invece di pulire.
Crimine e ignoranza sono inestirpabili; perché sbagliando si ritiene che il problema maggiore e più urgente da curare sia il crimine, e minore l'ignoranza. Invece è l'esatto contrario.
Il crimine è il sintomo dell'ignoranza cronica, infettiva, incurabile. 
E non è colpa degli umani se il sapere progredisce alla velocità di un bradipo con le quattro gambe amputate. Di Albert Einstein provvisti di senso critico per combattere l'ignoranza, ne nascono tanto pochi che la cultura retrocede invece di avanzare.
Pensate a quanta umanità e compatibilità hanno indotto in Italia, nel rapporto uomo donna, otto decenni di istruzione obbligatoria e di libera informazione.

Ieri su internet mi sono imbattuto in questa frase che la dice lunga sulla disponibilità delle ultime generazioni super alfabetizzate, ad accettare un normale rapporto di coppia "uomo donna", sposarsi e diventare genitori.

“Mi faccio dei regali, mi porto in vacanza, mi porto in una spa, mi fidanzo con me stessa.
Poi ogni tanto mi tradisco con qualcuno, ma mi perdono e non mi faccio causa.”

Se nei rapporti umani tra laureati ci scandalizza la stupidità, nei rapporti uomo donna quella stupidità raddoppia, posto che il cervello maschile e femminile ragionano entrambi in maniera divergente.

Forse dovremmo indietreggiare fino al momento della Creazione, per tentare di capire se è Dio che ci ha fatti così complicati, oppure stiamo leggendo il mondo per come ci piacerebbe che fosse e non per come è. 
E consideriamo questo nostro errore grossolano come infallibile scienza.

Quasi da procacciatore d'affari, dotando tutti gli esseri viventi di tre bisogni primari: fame, sete e sonno, Dio ha garantito gratis a tutti i contadini, pastori, pescatori, boscaioli e artigiani del mondo, clientela e guadagni, senza doversi dissanguare in pubblicità.
Chi si rifiuta di essere loro cliente come consumatori di cibo, vuol dire che ha scelto di passare a miglior vita.

Mentre la politica, legalizzando mille professioni, è come se avesse detto ai medici, avvocati, ingegneri, commercialisti, fiscalisti, giornalisti e chi più ne ha più ne metta, arrangiatevi: procuratevi la clientela se volete mettere a profitto i vostri neuroni.
Infatti, a differenza dei professionisti pubblici (più propriamente definiti burocrati) i professionisti privati la clientela devono inventarla e custodirla gelosamente, risolvendo i problemi, ma senza estirpare la pianta, perché per il professionista (diversamente dal burocrate tutelato e garantito) la perdita della clientela significa perdita di lavoro e di guadagno: significa fame mille volte peggiore a quella di un manovale licenziato. Uno studio professionale ha costi di avviamento ed esercizio allucinanti, senza contare costi e sacrifici fino a venticinque anni per prendere la laurea e magari aggiungere pure qualche specializzazione.
Se lo Stato ti indirizza verso un'attività lavorativa, ti sequestra mediamente fino a 25 anni, ti ripulisce per insegnartela a pagamento, poi avrebbe l'obbligo di garantirti clienti e guadagno, come Dio li ha sempre garantiti e continua a garantirli ai lavoratori che usano insieme muscoli e cervello, che non perdono un solo cliente fra gli umani che ci tengono a restare in vita mangiando, bevendo e dormendo in un alloggio.
Quindi il mondo andrebbe meglio non solo se lo stato insegnasse bene le professioni di medico, ingegnere, avvocato e consulente, ma se istruisse anche i clienti dei professionisti privati a fare bene i clienti. Così come obbliga i clienti dei professionisti pubblici, (i cosiddetti burocrati) a fare bene gli utenti, se ci tengono ad usufruire dei servizi pubblici dopo averli pagati profumatamente a colpi di tributi.

E questo non è mica l'unico papocchio giuridico della politica democratica di nome e tirannica di fatto, che privilegiando i professionisti pubblici rispetto ai privati, ha finito per rendere irresponsabili i primi e troppo costosi e qualche volta anche disonesti i secondi per istinto di conservazione, per legittima difesa.

Un sistema Democratico che libera i cittadini ma li discrimina fino ad obbligarli a violare la legge se vogliono rimanere in vita economicamente, sarà pure un sistema legale, ma è da ospedale psichiatrico, perché contrappone gli interessi di classi sociali che dovrebbero avere finalità coincidenti, per poter cooperare con intelligenza e umanità, nella soddisfazione dei bisogni primari e secondari dell'intera collettività.

Invece in Italia il soddisfacimento dei bisogni è un incubo per tutti. Al burocrate servirebbero cittadini in ottima salute, produttivi e contributivi, ma li massacra di disservizi. 
Al professionista invece servono cittadini malati, disoccupati, sfruttati, abusati, improduttivi o pieni di debiti, bisognosi di servizi professionali sia pure al limite del Codice Penale, ma che ti salvino almeno il salvabile.

Poi ci sono i Banchieri che devono investire i soldi dei risparmiatori e hanno necessità di imprese in pre fallimento e quindi bisognose di credito sia pure a tasso usurario.
Mentre, contrapposte agli imprenditori, le istituzioni hanno interesse che i padroni contribuenti producano montagne di PIL e paghino montagne di tasse. Perché gli stati con crescita economica allo "0 virgola" sono a rischio default.

Il sindacato altrettanto. Non ha interesse che i lavoratori siano tutti occupati e ben pagati, perché nessuno si iscriverebbe ad un sindacato.

Questo groviglio di professioni con interessi contrapposti e reciprocamente conflittuali, tra classi sociali istruite e ignoranti, private e pubbliche, ricche e povere, potenti e impotenti è la causa di tutte le rogne che affliggono da secoli l'umanità e in particolar modo le ultime generazioni super istruite.

Per necessità o per ingordigia, ognuno cura al meglio l'orticello degli interessi personali o corporativi; e mentre tutto sembra scientificamente e legalmente incontestabile, i sistemi sociali marciscono a tal punto, che sta diventando un'impresa salvare almeno la decenza nel rapporto uomo donna, che sempre più spesso finisce barbaramente. Così come barbaramente è finito il rapporto scienza natura.
E tanto basta per testimoniare che il miglior frutto della cultura, il progresso, in tutte le sue sfaccettature ingorde, feroci, disumanizzanti ed ecoassassine, è regresso a norma di legge.
Franco Luceri

sabato 5 luglio 2025

Dalle leggi ad personam, agli Inganni ad personam






È falso definire "progresso" l'attuale creatività dei popoli, posto che il grosso della ricchezza è prodotta dagli ignoranti e fagocitata dagli istruiti: professionisti, politici, manager e banchieri.

Un banchiere che stampa moneta, un politico che legifera, un intellettuale che pensa, un professionista che progetta, promettono tutti giustizia sociale, ma generano regolarmente povertà per gli altri e ricchezza per sé.
Un lavoro intellettuale, diventa davvero progresso reale, solo grazie ai muscoli e al cervello di chi realizza quel lavoro concretamente, con appalti ultimati e collaudati, salari, profitti e tasse, che tradotte in servizi pubblici soddisfano con giustizia sociale i bisogni primari e secondari dei singoli cittadini e dell'intero Popolo.

Ma se questi bisogni primari: fame, sete, salute, sicurezza, sapere, soldi, casa, famiglia e solidarietà, restano largamente insoddisfatti per una fascia crescente di poveri (e in Italia si piange persino per l'impoverimento della classe media) due sono le ipotesi possibili: o è sbagliata la cultura o è disonesto chi l'ha partorita: intellettuali, professionisti, burocrati e manager che usano il sapere per incancrenire i problemi e lucrare guadagni indebiti e crescenti per tutta la vita. Salvo poi scandalizzarsi perché i figli della cultura: politici e banchieri, a cui loro hanno formato il cervello, non sono abbastanza docili e sfruttabili come li vorrebbero.
Se uno scienziato trovasse il modo di spegnere nel genere umano anche uno soltanto di questi bisogni primari o secondari, il mondo della cultura finirebbe in bancarotta: perché non si possono togliere i malati ai medici, i litigiosi agli avvocati, le case pericolanti agli ingegneri, i contribuenti ai commercialisti. Sarebbe come licenziare e lasciare senza salario un lavoratore manuale.

Ecco perché i popoli Democratici (Italia in primis) "avanzano a passo di gambero", a ritroso, da una catastrofe a un'altra peggiore. Perché l'istruzione rende i singoli soggetti sempre più autonomi ma il mondo delle professioni ha bisogno di conservarli dipendenti per non crollare come un castello di sabbia costruito sulla sabbia.

Guardate che fine ingloriosa ha fatto nelle "civilissime" democrazie occidentali l'ultimo mezzo secolo di ricca e pacifica globalizzazione economica.

Forse l'istruzione andava usata da terapia mirata solo per maturare i cervelli predisposti ad apprendere e a produrre in funzione del "BENE COMUNE".
E non per rendere pandemica la stupidità e rapacità l'individuale, (già dilaganti al naturale) insaccando di sapere umanistico o scientifico le zucche vuoteperché nelle istituzioni e nelle professioni possano legalizzarsi persino il diritto di rubare e uccidere

Per millenni, i professori non hanno mai avuto difficoltà a distinguere l'ignorante dallo stupido; perché l'ignorante intelligente sapendo di non sapere, ha fame di apprendimento; e anche in punto di morte cerca il dialogo col professore per tentare di capire.
Mentre lo stupido è già docente al momento del parto e finge di dialogare, solo per demolire l'opinione altrui e imporre le proprie corbellerie da verità evangelica.
Io ho provato ad immaginare che montagna di ricchezza avrebbe potuto guadagnare Gesù se avesse voluto trarre guadagni individuali dalla sua "Scienza Divina". 
E credo che nascendo figlio di falegname e non di professionista o scienziato, abbia voluto insegnarci che traendo guadagni individuali dal lavoro intellettivo, si finisce per rendere dipendenti dal sapere altrui tutti gli umani; avendo elevato l'ignoranza dei singoli e dei popoli a fonte unica di sfruttamento per le teste d'uovo della cultura.

Oltre al giudice che è tenuto ad operare con imparzialità, anche il politico non può fare uso personale del suo sapere. Può solo "emanare leggi erga omnes", perché se osa infilarci una "legge ad personam" a vantaggio di un singolo soggetto e a danno di tutti, finisce sbranato vivo.
Invece il professionista disonesto può abusare dell'ignorante persino derubandolo o uccidendolo, e l'ignorante non saprà mai di essere stato truffato.
Quindi i guasti dell'umanità crediamo che siano tutti imputabili ai banchieri strozzini e ai politici corrotti o guerrafondai; invece i guasti di chi usa il sapere "Pro Domo sua", sono trilioni di volte più numerosi e devastanti, perché possono anche arrecarti un danno a pagamento, e nessun ignorante è in grado di contestarlo. Oppure, aggirano le limitazioni legislative per arricchire a danno della collettività: "fatta la legge trovato l'inganno"

In aggiunta agli "strozzini" vecchi quanto l'uomo  e giustamente contestati; ora l'abbondanza di impoverimento la dobbiamo "AGLI STROZZINI DEL SAPERE", che stanno rischiando di estinguere l'umanità, perché possono prendere fingendo di dare, possono ammalati fingendo di salvarti.
Insomma, "le leggi ad personam", non sono il peggio che possa capitare all'umanità, perché sono assoggettate a mille sbarramenti legali, mille contrappesi democratici. Ora incalcolabili e ingovernabili ci sono gli "Inganni ad personam", con i quali si aggira la legge a danno della collettività e a vantaggio di un singolo soggetto, di una comunità, di una corporazione, di una consorteria, o di chi è disposto a pagare profumatamente un servizio professionale al limite della legalità, che persino la magistratura fatica a contestarlo.
Insomma, le democrazie, al pari di dittature, stanno morendo di "inganni ad personam", pur avendo sbarrato la strada alle leggi ad personam.

E ora, avendo reso tutto dipendente dalla cultura filosofica, scientifica e tecnologica, è inutile scandalizzarsi. Qualunque politica è figlia di quella cultura, e di conseguenza i sistemi democratici sono diventati inossidabili dittature culturali che non si lasciano correggere o fermare nemmeno da quella minoranza di intellettuali, professionisti, burocrati, politici e giudici capaci e coraggiosi che si spendono in silenzio per tentare di ripulire e umanizzare i sistemi democratici, ma al meglio si rovinano la vita.

Franco Luceri

domenica 29 giugno 2025

Il paradosso degli intellettuali: perché la mente rischia di tradire l'umanità






Dio ha donato agli esseri umani il cervello, non solo come strumento di sopravvivenza, ma come leva per migliorare ogni mestiere, per perfezionare gesti e invenzioni, per rendere la vita più utile e produttiva. Tuttavia, sembra quasi che lo stesso Dio — o suo figlio Gesù, figlio di un umile falegname — abbia stabilito un limite invisibile: chi osa spingersi oltre, utilizzando l’intelligenza e la scienza per trarne un profitto puramente individuale, è destinato a fallire, come se fosse colpito da una maledizione silenziosa.
Sorge allora un dubbio: Dio nutre forse un misterioso pregiudizio a favore degli artigiani e contro gli intellettuali? Oppure siamo noi, moderni “sapienti”, a non aver compreso il vero scopo dell’intelligenza?
Forse la spiegazione è più sottile e drammatica insieme. Gli esseri umani hanno sempre potuto guadagnare individualmente grazie al lavoro manuale: un contadino che ara meglio, un falegname che scolpisce più finemente, un fabbro che forgia con maggior maestria. Il corpo era strumento di autonomia e sostentamento, e il mestiere, perfezionato di generazione in generazione, ha custodito la dignità della persona.
Al contrario, il lavoro intellettuale — la scienza, il pensiero, la riflessione critica — non può essere usato per un mero guadagno personale senza rischiare di stravolgere l’ordine comune. La mente è un dono da impiegare per il bene collettivo, per la giustizia sociale, per il progresso condiviso. Laddove l’intelletto viene piegato a un egoismo sterile, non genera ricchezza duratura ma soltanto disuguaglianze, alienazione e distruzione.
L’umanità si è salvata per millenni perché, nonostante le sue tensioni, ha continuato a fondarsi su mestieri concreti, radicati nella terra e nella comunità. Il falegname, il contadino, il muratore: figure che incarnavano una conoscenza pratica che serviva prima di tutto al villaggio, alla famiglia, al popolo. Oggi invece, invasi da eserciti di professionisti e “esperti” specializzati, scientificamente impeccabili ma spesso disancorati dalla vita reale, rischiamo di estinguerci, travolti da una conoscenza che ha perso la sua funzione etica e comunitaria.
Il vero problema non è il progresso in sé, né la scienza, ma l’illusione che l’intelligenza possa essere uno strumento di dominio individuale, slegato dal destino collettivo.
Ecco perché oggi la specie umana rischia più che mai: abbiamo smarrito il senso del limite e il principio della condivisione. Abbiamo dimenticato che la mente, se non resta al servizio della comunità, diventa la peggiore delle armi.