sabato 28 ottobre 2023

È la pazzia o la stupidità a sabotare la pace?


Erasmo da Rotterdam temeva che ad indurre gli umani alla guerra fosse la pazzia.
Ma, da Erasmo ad oggi, l'umanità si è sciroppata un altro mezzo millennio di cultura, che ci ha regalato le conquiste spaziali, i satelliti per telecomunicazioni e l'intelligenza artificiale; ma ancora nessuna testa d'uovo riesce a pensare qualcosa di razionale alternativo alla guerra. Tutti i potenti del mondo sono fermamente convinti che la pace si conquista solo a mano armata. Invece le atrocità attuali della guerra ci stanno dimostrando che la guerra produce più terroristi di quanti sopprime.
Più che la pazzia, temo che a fregarci sia la "stupidità". La povertà di fantasia e creatività ci rende più bellicosi degli animali feroci. Specialmente i potenti pensano tutti da razionali ma non pochi agiscono da criminali.
Non siamo ancora abbastanza allenati a pensare da matti per attuare soluzioni concretamente razionali. Perché si esce dalla finta, miope ed egoistica razionalità, solo dopo aver pensato diversamente: "da matti". 
Che è lavoro precluso al 90% e passa dei potenti, che davanti al problema spaccacervello del "bene comune" si squagliano come neve al sole.
Nel corso dei millenni l'umanità ha inventato la religione alternativa alla politica, la filosofia alternativa alla religione, la scienza alternativa a tutto, e ora stiamo smanettando con l'intelligenza artificiale alternativa alla naturale, e magari sostitutiva anche dell'uomo in carne ed ossa; ma nessuno ha ancora inventato una brutta copia di "convivenza civile pacifica", che sia di diritto e di fatto alternativa alla guerra.
Vi faccio un esempio. Se si ha notizia di un crimine in corso, le forze dell'ordine corrono per scongiurare il peggio. Ma se un popolo invade un altro e uccide migliaia di persone con una ferocia senza precedenti, tutti i 200 popoli del mondo e relativi governanti, non alzano il fondo schiena dalle poltrone per correre a fermare la guerra e aiutare il popolo invaso, disarmando l'invasore.
Senza fretta, mentre i morti crescono in maniera esponenziale, si interrogano per capire in che modo possono contribuire a tenere acceso il "miracoloso" rogo della guerra inviando armi e munizioni al popolo perdente, per istigare il vincente (che certo non ha nessuna intenzione di perdere) ad alzare il livello della sua aggressività criminale e devastativa.
Perché nella demenziale civiltà dei consumi, la distruzione è un eccellente moltiplicatore di lavoro, produzione, commercio, profitti, tributi, tangenti e privilegi per le classi dirigenti, a parte i "poveri" affari trilionari per il mondo finanziario e le industrie belliche, che possono svuotare gli arsenali pieni e riprodurre altre armi sempre più produttive di distruzione e morte.
Quindi il problema è capire in che modo si può pensare così intensamente da matti, da spezzare questa interminabile spirale di miopia e di stupidità che sta portando i potenti "razionali" del mondo a distruggere l'umanità e il pianeta.
Chi avesse elaborato qualche ipotesi "pazza", su come spegnere pacificamente il rogo della guerra ucraina e israeliana, credo che ora si trovi nel momento giusto per esporla.
Mahatma Gandhi diceva: 
"Il giorno in cui il potere dell'amore supererà l'amore per il potere,
il mondo potrà scoprire la pace".
Se la guerra ha bisogno di soldati armati, forse alla pace basterebbero soldati pensanti: "armati di cuore e cervello". Per fare, sul fronte di guerra da scudo umano in difesa delle popolazioni inermi, di chi non ha i mezzi per scappare né la forza per combattere. Per contrastare la fissazione mondiale della guerra, che dalle caverne ad oggi ancora non trova ostacoli sul suo cammino, nemmeno ora che si rischia l'apocalisse atomica.
Perciò, chi è stanco di fare la guerra, metta in moto il cervello e pensi da matto in che modo la pace possa vincere la guerra. In che modo la "pazzia" possa vincere la "razionalità" genocida dei potenti guerrafondai.
Per ora la guerra dei "razionali", affollatissima di Generali, capi di Stato, Scienziati, eserciti e armamenti, promette benessere, civiltà e pace, ma restituisce, anche in quelle spacciate per primissime potenze mondiali: ferocia criminale e "pace eterna".
Franco Luceri

sabato 21 ottobre 2023

Tra palestinesi ed israeliani la guerra è solo di religione?


Nel corso dei secoli, il popolo ebraico è stato costretto ad adottare due religioni diverse che lo hanno reso diviso e bellicoso. Gli ebrei palestinesi hanno adottato l'Islam, gli ebrei israeliani l'ebraismo. E qualunque guerra nasca fra questi due popoli, se è vera guerra di religione come ce la descrivono; la politica che finisce incriminata per le bestialità della guerra, essendo impotente è incolpevole. O al massimo complice..
In teoria, a prescindere dalla religione; per qualunque Popolo la pace è la regola e la guerra è l'eccezione. Ma di fatto è già miracoloso se alla pace si riesce a dedicare un giorno, e nei 364 successivi, si studia come rendere vincente la guerra. 
Come se non fosse evidente anche allo scemo del villaggio, che la guerra, (fosse pure la più semplice e legale delle competizioni) si lascia dietro solo una scia di morti, macerie, poveri, falliti e sconfitti.
Erasmo da Rotterdam, più ché stupidi, temeva che gli umani potessero essere completamente svitati e diceva:
“Sono solito domandarmi, spesso meravigliato, cosa mai spinga, non dico i cristiani, ma gli uomini tutti, a tale punto di follia da adoperarsi, con tanto zelo, con tante spese, con tanti sforzi, alla reciproca rovina generale della guerra. Che altro infatti facciamo nella vita se non la guerra o prepararci alla guerra? Neppure tutte le bestie combattono tanto. E neppure queste combattono fra loro, ma solo se sono di specie diverse. Combattono con mezzi naturali. Non come noi con macchine escogitate da un'arte diabolica.”
La cultura umana ha fatto miracoli negli ultimi 25 secoli. Ma con ciò che ha fatto di cattivo: la guerra, basta una manciata di secondi per distruggere secoli e millenni di miracoli culturali e materiali, ma anche per cancellare l'umanità dalla faccia della terra.
E se è doveroso accreditare alla cultura tutto il buono che ha prodotto e produce per l'umanità; la barbarie della guerra a chi vogliamo imputarla? Al Padreterno?
Perciò della cultura sarebbe igienico incominciare a soppesare pro e contro, perché se i vantaggi può fermarli qualunque legislatore con un solo articolo di legge; la guerra e i danni della guerra può fermarli o risanarli solo il Padreterno.
Se gli alberi hanno accettato di avvicinarsi e di intrecciarsi per trarre vantaggio dalla cooperazione reciproca; come mai gli umani presunti "intelligenti" tendono a dividersi e a scannarsi da bestie?
La natura si è divertita a creare gli uomini più stupidi delle piante; o il "miracolo" lo hanno fatto prima le religioni divisive e poi le filosofie esclusive (non inclusive) ? 
Che almeno da tre millenni tentano o fingono di mettere riparo ai danni teologici e alle guerre di religione: ma a giudicare da come hanno ridotto tutti i 200 popoli del mondo, temo che l'intera cultura umana stia spegnendo il fuoco con la benzina.
Franco Lucerik

lunedì 16 ottobre 2023

Quando si avrà il potere di "dichiarare guerra alla guerra"?


Nei sistemi sociali anche appena appena evoluti, ogni istituzione dovrebbe essere ostacolata o fermata da un'altra col potere concreto di impedirle di sconfinare nella barbarie.
Dall'uomo scimmia ad oggi, non ci sono stati passi avanti. Andiamo in giro con le navicelle spaziali a contare le stelle e a misurare la febbre al sole; ma non abbiamo la contabilità di quanti umani finiscono trucidati, massacratici, bruciati, decapitati e insepolti, e di quante abitazioni e grattacieli con il loro carico umano finiscono ridotti in macerie grazie all'immutabile e "democraticissima" barbarie della guerra.
Quando i pacifisti la smetteranno di contrapporsi con la lingua e con la penna agli olocausti della guerra e del terrorismo; e in quanto maggioranza si riprenderanno il potere di rendere politicamente governabile la guerra?
Proprio come l'avrebbe voluta il Presidente del Consiglio francese Georges Clemenceau, che affermò a bruciapelo: "la guerra è una cosa troppo seria per lasciarla ai generali".
Ma lagnarsi dell'apocalisse della guerra, avendo solo il pieno potere Democratico, di:
Franco Luceri
Ma di contrapposto alla guerra, e al suo carico sconfinato e sempre più ingovernabile di distruzione e morte, c'è soltanto la filosofia e la teologia della pace; col diritto inviolabile di almeno 6 miliardi di umani presunti pacifisti di aspettare (grattandosi l'ombelico) che i lampi e i tuoni della guerra finiscano, e sperando di non rientrare nel ricchissimo elenco delle vittime.
"DICHIARARE GUERRA ALLA PACE",
ma assolutamente mai 
"GUERRA ALLA GUERRA",
è come continuare dall'uomo scimmia all'uomo robot, ad abbaiare alla luna.
Franco Luceri

sabato 14 ottobre 2023

Urge responsabilità corporativa delle classi dirigenti


Tutti gli umani dovrebbero essere assoggettati alla imponderabilità della natura (madre o matrigna), anche se nel corso dei secoli, grazie alla cultura e alle leggi, si sono ritagliati il privilegio di sottrarsi. E fingendo di razionalizzare e legalizzare ogni cosa, ora hanno ridotto l'umanità e il pianeta in condizioni pietose.

Mentre il contadino, (diversamente dal professionista privato e pubblico)  è soggetto ai comportamenti benefici o malefici della natura, che alla vigilia del raccolto dopo un anno di spese e di lavoro può decidere di distruggere tutto con l'alluvione, l'uragano, la grandine, la neve, il terremoto e quant'altro.
Mentre il  "PRO-FESSO-RE", (nonchè le classi sociali ricche e potenti che dalla sua formazione ne derivano) si direbbe organizzato linguisticamente e giuridicamente per "fare fesso il RE" (cioè il popolo sovrano di nome ma cornuto e mazziato di fatto).
E questi "RE", alfabetizzati giusto per poterli fregare a 360 gradi, vanno liberati dai furbi e farabutti delle classi intellettuali e dirigenti, che facendo incetta di onori, si sono liberati dagli oneri: dall'obbligo di usare la borsa e la vita dei popoli per salvare non per uccidere.
Diversamente dai contadini, pastori, pescatori, boscaioli, artigiani e lavoratori di tutte le razze, le classi intellettuali e dirigenti non subiscono l'imponderabile azione o reazione della natura-matrigna. Loro sulla testa non hanno il cielo, ma la volta di casa termicamente condizionata.
Il cielo, cioè la responsabilità, bisogna ricreargliela giuridicamente. Perché sono gli errori e gli abusi degli uomini di scienza e potere a indurre reazioni umane e naturali avverse, che finiscono per gravare soltanto su chi ha prodotto la ricchezza che loro hanno sperperato o rubato, mettendo a rischio il diritto alla vita di contadini, pastori, pescatori, boscaioli, artigiani e poveri lavoratori di tutte le razze.
Perciò è urgente sottoporre il mondo della cultura e relative classi dirigenti, alla responsabilità corporativa.
È giusto che subiscano la imponderabilità dei comportamenti naturali e sociali, perché anche nell'uomo cattivo e nell'uomo violento è la natura che opera da matrigna, se la cultura non ha saputo o voluto civilizzare i popoli o li ha  disumanizzati.
La classe dirigente, che promettendo utilità e sicurezza sociale, si arroga il potere di lucrare vantaggi, poi dovrebbe risarcire i danni che genera e che lei stessa definisce "apocalittici": come l'immigrazione incontrollata, la povertà, l'insicurezza, l'ingiustizia, la violenta sopraffazione dei deboli, la guerra in Ucraina e ora il terrorismo in Israele.
Gli sconvolgimenti climatici come l'alluvione che ha devastato l'Emilia Romagna; in aggiunta alla catastrofe economico finanziaria globale, che grazie a strozzinaggio, guerra e terrorismo, sta mettendo in forse la sopravvivenza di almeno 5 miliardi di poveri.
Franco Luceri

sabato 7 ottobre 2023

Scienza e tecnica non sono libere se non sono autonome


Grazie alla globalizzazione e al multicolturarismo indotto; ormai mercato e politica producono solo fallimenti, migrazioni ingovernabili, violenze, omicidi e guerre.
Forse un secolo fa questo epilogo tragico non era prevedibile; ma ora col senno di poi, sarebbe giusto almeno dubitare che nel mercato mondiale non possano competere alla pari, Stati con "sovranità monetaria", che stampano denaro quando hanno debiti da onorare; e Stati con "sudditanza monetaria", che stampano e firmano cambiali per comprare credito a debito, anzi a strozzo, aspettando che la montagna crescente di debito pubblico e lo spread assassino facciano cadere i governi e riducano le democrazie in dittature.
Secondo voi, è proprio così che devono essere organizzati i duecento stati del mondo, per scongiurare qualsiasi rischio di carestia, epidemia, fallimento, default, guerra civile, locale o mondiale, semplice o atomica? Se si, temo che stiamo messi proprio male!
Il mondo scientifico ha notevoli capacità di affrontare in maniera vincente le sfide che pone la crisi economica, climatica e bellica.
Ma aihnoi, scienza e tecnica non essendo finanziariamente autonome, non possono essere sottratte al dominio del profitto e dello sfruttamento, che almeno da un secolo le rende devastanti per l'umanità. Mezzi di asservimento e sfruttamento degli uomini come fossero bestie da soma e poi da macello. 
Gli stati sovrani usando scienza e tecnica "da piede di porco" colonizzano e sfruttano da lupi gli stati sudditi, arricchendo l'umanità, il pianeta e forse l'universo, di danni irreparabili. 
È verissimo che le eccezioni non mancano, ma confermano la regola, proprio come una rondine che non fa primavera.
Se invece il mondo scientifico disponesse di proprie risorse finanziarie, per potersi sottrarre, affrancare, dissequestrare dal cannibalismo economico e finanziario che lo indirizza a danno dell'umanità e del pianeta; per noi poveri umani, da un secolo impotenti cavie di laboratorio e limoni da spremere, forse e ripeto forse e riconfermo forse, inizierebbe l'anno zero della CIVILTÀ UMANA E DELLA GIUSTIZIA SOCIALE.
Franco Luceri

martedì 3 ottobre 2023

Solo il denaro fa la differenza, il resto è bla bla


Posto che le famiglie sono le cellule vitali dello Stato; qualunque vero Stato di diritto, per tenersi finanziariamente in buona salute ha il potere di tassare le famiglie capienti per acquisire l'autonomia necessaria a garantire alle incapienti dignità e sicurezza.
Ma se lo Stato si rende inadempiente in questa sua funzione vitale, non solo abbandona le famiglie incapienti nell'impoverimento crescente, ma impoverisce le capienti avendole già tassate, tartassate ed esposte alla sopraffazione di chi, lasciato o messo in difficoltà dallo Stato, non avrà altra via che galantirsi da fuorilegge il proprio diritto alla vita. Spesso derubando un altro ancora più povero di lui.
Quindi uno Stato di diritto che si lascia derubare, dai lupi della finanza nazionale e mondiale, che non si conserva abbastanza capiente da assicurare autonomia alle sue cellule vitali, (famiglie e singoli cittadini): non è Stato di diritto e nemmeno "repubblica delle banane".
È la giungla selvaggia, spacciata per stato di diritto, (vedi Italia), che offre gli agnelli in pasto ai lupi, e poi si finge scandalizzata, mortificata o piangente se mancano all'appello.
Oppure  impegna sul fronte dell'informazione, l'intera santa sarbara di "armi di distrazione di massa", fino a spostare di peso l'attenzione dell'opinione pubblica, da un problema finanziario drammatico, ad uno insignificante.
Franco Luceri