domenica 24 maggio 2020

Il farmacista Giuseppi non ha manco un antipiretico


In questo drammatico momento, a noi italiani servirebbe una sola marca di medicine: gli euro. Ma l'Italia non è più una Industria Farmaceutica come la BCE, ma una farmacia provvista di ragnatele proprie, il cui "farmacista" Giuseppe Conte ha in ordine 400-500 miliardi di euro e c'è pure chi parla di 1000 e oltre. Ma se il malloppo delle medicine non gli verrà consegnato materialmente a Palazzo Chigi, agli italiani non potrà mai distribuire manco una quattro soldi bucata. Gli imprenditori esclusi o dimenticati continueranno a sognarsi di notte le €600 e i lavoratori la cassa integrazione guadagni. Ma anche i piccoli imprenditori metteranno le mani sui €25000 solo se in aggiunta alla garanzia dello Stato avranno proprietà miliardarie.
Noi italiani non siamo un popolo che vive di ciò che guadagna lo Stato, ma uno stato che vive di ciò che guadagna il popolo. E lo Stato Italiano, ex padre di famiglia e persino datore di lavoro, è ritornato "bambino da mantenere" nel 1981, quando ha smesso di stampare denaro in proprio. O se non vi piace "bambino", chiamatelo "padre disoccupato", squattrinato e indebitato.
Non ha risorse proprie da spendere, ha una montagna di debiti da pagare, e come padre di famiglia numerosa povero e alla lunga scapestrato o ubriacone, manda la moglie e le figlie a prostituirsi e i figli a fare l'elemosina, o a rincorrere i cavalli per raccoglierne il letame consegnarlo ai contadini in cambio di una manciata di patate.
Giuseppe Conte è sicuramente un pessimo Premier ma solo per aver accettato ingenuamente di vestire i panni di farmacista a Palazzo Chigi con la laurea in giurisprudenza e con gli scaffali delle medicine pieni di polvere e di ragnatele, ormai in disuso da 39 anni da quando nel 1981 la politica privatizzò la banca d'Italia. Unica Industria Farmaceutica nazionale che ci riforniva di medicine finanziarie, di quelle "L I R E", che ci cavarono d'impaccio dopo la Seconda Guerra Mondiale, ci portarono a quarta potenza industriale del mondo, e che oggi, nella guerra contro il Covid ci salverebbero un osso ... ad avercele !
L'Italia avrebbe dovuto essere padre adulto e responsabile per mantenere gli italiani che sotto attacco pandemico non producono PIL e non versano imposte. Ma aihnoi è madre casalinga che nel frigo e nella dispensa non ha nemmeno bucce di patate o pane ammuffito. 
Ha solo privilegi per la classe dirigente famelica e irresponsabile che a mettersi a dieta non ci penserá prima di aver visto morti di fame 55 milioni di Italiani.
Aspettarsi dal premier Conte la medicina salvavita, è geniale come aspettare che il sole sorga a mezzanotte e ad occidente.

sabato 16 maggio 2020

Sovranità: chi sa di più batta un colpo!


Pur non avendo né titoli né mezzi, tento di capire, dal 3 febbraio 2020, cosa sia la "sovranità", collocata in bella mostra nel primo articolo della Costituzione Italiana. 
E dopo aver scritto più di 10 articoli monotematici, credo ( ma correggetemi se sbaglio ) che l'attuale pandemia mi abbia fornito una discreta chiave di lettura per capire meglio il problema.
Come la "terapia intensiva" è l'unica medicina salvavita per i malati di covid; così la sovranità è la "terapia intensiva" per Popoli indebitati, perché resi improduttivi da politiche economiche sbagliate o da recessioni mondiali devastanti come un attacco pandemico.
Quindi, una classe politica che facesse regolarmente uso della sovranità stampando moneta, dimostrerebbe al mondo intero di aver fallito le politiche industriali, occupazionali, tributarie e sociali, fino a rendere disoccupato, povero e fallito tre quarti di popolo, e indebitato lo Stato.
Perciò, la sovranità monetaria è una forma di terapia intensiva per salvare popoli vittime di malgoverno, o che in aggiunta alla povertà politicamente indotta, si trovassero a subire una calamitá, una epidemia, una carestia, una guerra, una prolungata speculazione finanziaria in odor di strozzinaggio, o mafia.
Privare un popolo della sovranità monetaria, è come sistemare un malato in cassa da morto ancora vivo, e consegnarlo alle imprese di pompe funebri finanziarie nazionali e mondiali, perché possano banchettare con i suoi "resti", le sue proprietà, che in tempi di vacche grasse rendevano salari e profitti al popolo e tributi allo Stato.
Quindi credo di aver capito che la sovranità monetaria e il relativo diritto di stampare denaro, non è una pietanza di cui ci si possa abbuffare in buona salute, ma una medicina per quando si è febbricitanti, da dosare con oculatezza per non trasformarla da salvifica in letale.
Stampare moneta per integrare la riduzione del gettito tributario, dovuto a malgoverno, è malgoverno al cubo.
Così come è devastante affidare (fuori da qualunque controllo politico e persino giudiziario) la sovranità monetaria ai banchieri privati che da decenni si stanno dimostrando antisociali e antidemocratici nei confronti dei singoli e degli Stati: finanziano a miliardi chi non ha bisogno e negano aiuto a chi è malaticcio (vedi stati poveri del Sud Europa) per impiccarli meglio allo spread, aiutare il decesso e lacrimando da mamma coccodrilla pentita, consumare la più feroce delle predazioni.
In quasi 200 stati al mondo, medici e infermieri delle terapie Intensive finanziarie sono i banchieri. Soltanto in nove Stati, di cui la Cina, è la politica a vegliare sulla salute finanziaria del proprio Popolo. Ma quale sia il modello che ai popoli possa salvare la borsa e la vita io non l'ho capito. E qua mi arrendo.

domenica 10 maggio 2020

È stato incostituzionale sostituire la lira con l'euro?


L'atto costitutivo dello Stato italiano ha impegnato dal 1948 al 1981 (anno della privatizzazione della banca d'Italia) la classe politica a garantire dignità e diritti a tutti i cittadini,  attingendo risorse finanziarie per via tributaria, e integrandole emettendo moneta ove fossero insufficienti.
Ordinando alla Banca Centrale (cioè la banca d'Italia finché restò pubblica) di stampare denaro per integrare il gettito tributario necessario ad alleviare la povertà a 10-15 milioni di cittadini poveri, senza abbandonarli come nell'ultimo ventennio, mettendo a rischio persino la classe media.
Fermo restando questo obbligo costituzionale immutato dal 1948, i politici italiani non avrebbero potuto disfarsi, (senza violare anzi "violentare" la Costituzione), della Banca Centrale pubblica (Banca d'Italia) privatizzandola, delle imprese pubbliche super produttive regalandole per quattro soldi e della lira italiana buttandola e tirando lo sciacquone. 
E tutto questo è stato realizzato in Italia nel silenzio assordante della classe intellettuale allagata di filosofi ed economisti, professionisti e giornalisti, costituzionalisti e magistrati.
La classe politica italiana avrebbe potuto portarci nell'Unione Europea, ma non per farci sfruttare e riduci alla fame, accettando l'euro, rinunciando alla Lira e cedendo la nostra sovranità alla BCE, non si sa bene se gratis o a pagamento. 
E se a pagamento, che fine ha fatto il malloppo, posto che gli italiani non hanno mai visto nè la riduzione delle tasse nè la riduzione del debito pubblico.
Cosa che gli inglesi si son guardati bene dal fare, tenendosi stretta la sterlina.
Se l'Italia è entrata volontariamente nella UE bene, ma se le è stato imposto di rinunciare alla Lira per poter entrare nell'Unione Europea, questo ente sovrannazionale è nato violando la nostra Costituzione in complicità con la nostra classe politica, liberissima di farlo, (se autorizzata dal popolo sovrano) ma conservando la lira, perché la giustizia sociale Italiana (e quindi la vita dei poveri) non debba mai dipendere da terzi, da altri popoli e da altri Stati e non sempre o non tutti amici.
O peggio, da un ente sovranazionale economico mai diventato pienamente politico (e quindi rimasto al suo interno sempre ferocemente concorrenziale con gli stati ricchi contro i poveri) tanto da condannare l'Italia alla colonizzazione, ormai schiavizzazione-finanziaria, allo spread schizoide e al rischio default, gli italiani alla rapina tributaria e i piccoli imprenditori onesti al fallimento o al suicidio. 
Persino quando l'intero pianeta è sotto attacco pandemico, il governo invita gli imprenditori ad andare in banca che hanno credito garantito e clienti Caritas raddoppiati in due mesi. Quanto basta per aprire voci e fallire domani.
Ma i finanziamenti a fondo perduto che prima del 1981 hanno fatto decollare l'economia e portato l'Italia a quarta nazione industrializzata del mondo, non più. Ora ci resta solo di staccare la spina a questa giostra di matti.
Un tale diceva: "se vuoi la pace prepara la guerra". Auguriamoci che non sia già scaduto il tempo per importare ed esportare pace vera e giustizia vera in Europa.

domenica 3 maggio 2020

Se nel mondo c'è democrazia, io sono cieco.

Chi mai potrebbe salvarsi, dove il medico è responsabile della vita del malato, ma l'infermiere non è obbligato ad ubbidirgli?
Così sono messi in Italia i politici che governano sparando progetti di spesa in soccorso alle imprese in difficoltà; e i banchieri assolutamente liberi di negare finanziamenti agli imprenditori onesti, ma garantire abbuffate di miliardi ai fuorilegge: sfruttatori truffatori evasori elusori avvelenatori e delocalizzatori speculatori e strozzini.
Voi chi pensate sia responsabile della fame patologica di salari dignitosi e di profiti onesti: i medici della politica che sparano ricette di finanziamenti e sgravi fiscali o gli infermieri della Finanza che rifiutandosi di aprire il portafoglio è come se trasformassero l'antidoto in veleno?
In Italia i morti, gli omicidi, i suicidi, le devastazioni ambientali, gli attentati alla Costituzione e alla democrazia, non sono imputabili alla politica di oggi ma a quella di ieri che ha privato gli italiani della proprietà della moneta e liberato i banchieri (che ora possono stampare soldi fuori da ogni controllo giudiziario compreso) dall'obbligo di garantire sufficienti risorse finanziarie al Popolo (persino ora che è sotto attacco pandemico) o ai suoi legittimi governanti.
Credo che a Platone si contorcano le budella sentendo come vanno nel mondo e in Italia in primis le moderne democrazie, dove il potere legale dei più è messo al servizio criminale dei meno.