sabato 30 settembre 2023

In coppia "cultura e denaro" sono letali come l'atomica


In Italia si parla di cultura fino alla nausea, come fosse la prima finalità democratica da perseguire senza badare a spese. 
Ma la cultura è solo un mezzo double face che può essere impiegato per un uso democratico inclusivo utile alla collettività; o antidemocratico, utile solo a le élites rapaci.
Il progresso culturale illimitato (al pari di quello finanziario accentratore di ricchezza in mano a pochissimi paperoni mondiali) non genera sufficiente sviluppo occupazionale e quindi esclude una grande quantità di soggetti qualificati a cui non resta che vagare per il mondo rincorrendo il miraggio del lavoro dignitoso e produttivo, o come in Italia rassegnarsi allo sfruttamento o peggio alla schiavizzazione.
A cui segue inesorabile la crescita dell'analfabetismo di ritorno dei laureati disoccupati o sottoccupati per decenni,  prova evidente che la cultura che non garantisce giustizia e sicurezza è un mezzo esclusivo non inclusivo, e quindi letale nelle democrazie e vitale nelle dittature.
In coppia, "sapere e denaro" sono l'ultimo modello di arma in mano ai potenti veri.
Lo sviluppo accelerato e ingovernabile della cultura (come della Finanza) sta accrescendo il numero dei cervelli condannati allo sfruttamento o all'emigrazione.
Oggi si parla di intelligenza artificiale ed è sterminata la platea di intellettuali che non sanno cosa sia; quali benefici reali potrà portare alla collettività o quali costi e danni irreparabili e assassini potrà aggiungere a quelli già esistenti.
Quindi, dove servirebbe inclusione e partecipazione democratica, i popoli che puntano all'accrescimento illimitato e incontrollato della cultura, predispongono i sistemi sociali più alla povertà, allo sfruttamento, alla barbarie che alla civiltà. 
Vedi Italia, primatista mondiale di cultura ed esportatrice di cervelli manco fossero cavolfiori; ma con un debito pubblico astronomico e un popolo impoverito, disoccupato, sottoccupato, rassegnato e a rischio estinzione per insanabile denatalità.
Nei paesi occidentali, la crescita accelerata della cultura in coppia col potere tirannico della finanza, hanno prodotto devastazioni senza precedenti storici.
E il problema si trascina in governato da decenni. Tant'è che nel 1970 Ivan Illich, intellettuale austriaco libero e coraggioso, suggerì di "Descolarizzare la società" per salvare l'Europa.
Cioè un colpo di freno allo sviluppo culturale accelerato e incontrollato, che da svariati decenni garantisce solo recessione occupazionale e salariale, suicidio dei piccoli imprenditori, ed emigrazione di cervelli; utile a banchieri e multinazionali per conservarsi il primato della cultura e della finanza sulla politica, nonché la conversione dei popoli europei, da sovrani ricchi a sudditi con le pezze in ....
Franco Luceri

Ivan Illich
(Descolarizzare la società)
"La scuola obbligatoria, la scolarità prolungata, la corsa ai diplomi, l'università di massa: differenti aspetti di quel medesimo falso progresso che consiste nella preparazione di studenti orientati al consumo di programmi scolastici e di merci culturali studiate per imporre il conformismo sociale, l'obbedienza alle istituzioni. Anche la strutturazione del profilo degli insegnanti, per promuovere una didattica basata sul modello della trasmissione delle conoscenze, ha lasciato l'uomo della società dell'informazione e dei consumi privo di mezzi e ancora più esposto al rischio di una mistificazione strumentale delle sue qualità migliori."

sabato 23 settembre 2023

Senza responsabilità corporativa delle classi dirigenti, la democrazia è finta


Da sempre, la regressione totalitaria delle democrazie è la conseguenza del mal governo. Dell'incapacità di impedire, governando bene lo Stato, che un tiranno destro o mancino si riappropri del potere.
Ma peggio, se riesce a mandare a casa chi governava male; il politico trombato sbaglia a chiamarlo tiranno perché ancora non ha iniziato a governare; e chiama idiota se stesso, perché è il suo mal governo che ha riportato al potere il tiranno.
Salvo rare eccezioni, i governanti democratici vogliono solo a parole la fine dei totalitarismi. Di fatto, cultura e politica sono perfette per partorire tiranni, ingrassarli, curarli e conservarli in ottima salute per giustificare i fallimenti della classe dirigente finta democratica, irresponsabile e ladrona.
Da 24 secoli il tiranno arriva puntuale dopo ogni cattiva democrazia, se le istituzioni di uno stato democratico sono governate da una classe dirigente idiota o disonesta.
E posto che sono le classi dirigenti irresponsabili a rovinare le democrazie, delle due l'una: o nelle forme di autogoverno difetta la qualità della cultura; oppure intellettuali e politici tendono a diventare rispettabilissimi compagni di merende.
Perché il mal governo arricchisce la classe dirigente e impoverisce i contribuenti onesti che più lavorano e più ingrassano di tasse e disservizi.
Se lo Stato è sfasciato e ha necessità di risanamento, la classe dirigente è legittimata a truffare i contribuenti tartassandoli e gli utenti abbuffandoli di servizi da terzo mondo.
Ma se oltre alla responsabilità individuale, la classe dirigente fosse assoggettata a responsabilità corporativa; per non rischiare di dover risanare le l'istituzione e risarcire le vittime di tasca propria, correrebbe ai ripari passando dal governo finto al governo vero. Dalla Repubblica delle banane allo Stato di diritto.
Perciò, basterebbe caricare la classe dirigente di "responsabilità corporativa", per i danni colposi o dolosi che produce; e ogni singolo professionista privato e pubblico, si precipiterebbe a curare due finalità che non sono in conflitto: il proprio interesse personale e il bene comune.
Un medico sarebbe responsabile della buona salute dei suoi pazienti, ma insieme ai colleghi di tutta l'Italia, del buon funzionamento del sottosistema sanitario. Così, tutte le istituzioni, diventerebbero in automatico interconnesse e complementari, e contribuirebbero a rendere il sistema Stato produttivo e perequativo, quindi governabile.
Giusto per capirci; per la superiorità culturale e professionale della classe dirigente italiana, lo Stato è come una Ferrari da competizione smontata. 
Si ha l'impressione che cada a pezzi, ma è semplicemente disassemblato, perché è così che rende il massimo guadagno, carriera e ruberie agli "onestissimi" addetti ai lavori. E pazienza se gli italiani ONESTI finiscono schiavizzati e rovinati a vita.
Non illudetevi, è una impresa a dir poco disperata. Ma con la responsabilità corporativa di burocrati, professionisti e politici, il puzzle delle singole istituzioni, oggi incasinate ad arte, disconnesse e conflittuali, si ricomporrebbe in Stato di diritto capace di favorire la produttività economica, imporre tributi e riconvertirli in servizi pubblici nel rispetto dei diritti dell'uomo, del cittadino e del popolo sovrano.
Quel "fesso" di Pantalone, spremuto e gettato come un limone per tre quarti di secolo; condannato a lavorare e a morire doppiamente ricco: di rapine tributarie e disservizi assassini, forse potrebbe tornare a rialzare la testa da sovrano.
Franco Luceri

lunedì 18 settembre 2023

Oggi 17 settembre 2023 a Lampedusa c'è stato il miracolo?


Anche del più insignificante avvenimento, in Italia si dice: "ha scosso le coscienze". Magari sarò nato scarognato io; ma vi giuro che in tre quarti di secolo non mi è mai capitato di vedere (per le disgrazie altrui) una sola "coscienza" lesionata, incrinata, rigata, danneggiata e nemmeno spettinata.
Se le opere dell'uomo: case, grattacieli, Industrie, automobili, camion, navi e aerei avessero la stessa granitica resistenza della "coscienza umana" agli scuotimenti e danneggiamenti, sociali, politici, economici o ambientali, in dodici mesi il PIL mondiale, per assenza di danni, triplicherebbe.
Ma nessuna opera dell'uomo regge agli scuotimenti che non ci toccano personalmente, come la coscienza collettiva. Il granito, la pietra lavica, l'acciaio al tungsteno le fanno un baffo. 
Un tale ipotizzò che la coscienza umana potesse essere più elastica, dell'elastico delle mutande.
E deve essere proprio così; posto che il Mar Mediterraneo in mezzo secolo si è ridotto a cimitero di africani. Ma ai circa 500 milioni di europei la scossa quasi quotidiana di morti in mare, non ha ancora incrinato la "coscienza collettiva", anche se avrà disturbato il sonno o l'appetito a qualche coscienza individuale sensibile agli scuotimenti.
Ma dopo mezzo secolo, il dubbio che questo genere di inerzia possa essere a dir poco bestiale, alla "coscienza politica Europea" fino a ieri non era ancora venuto.
Speriamo che oggi, 17 settembre 2023, a Lampedusa, il premier Meloni e la presidente Von der Leyen accompagnate dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e dal commissario europeo agli Affari interni Ylva Johansson, facciano il primo miracolo made in UE.
Franco Luceri

sabato 16 settembre 2023

Della situazione apocalittica è responsabile chi coltiva carciofi o cervelli?


Se tutti i problemi del mondo fossero concentrati a Lampedusa sarebbe esagerato parlare di "situazione apocalittica"; invece è tremendamente riduttivo, posto che in ogni angolo del pianeta l'umanità è afflitta da problemi insostenibili e intollerabili.
Gli sconvolgimenti sociali, politici, economici, climatici o peggio bellici, diretti o indiretti, non mancano a nessun Popolo. 
Ci sono esseri umani sepolti sotto le macerie in Marocco o nella melma in Libia, che aspettano un "Salvatore".
Scegliere un problemino su miliardi di problemi quanto pianeti che affliggono tutti i 200 popoli del mondo e puntare i riflettori su quello, è un modo per speculare sull'informazione parziale distorta e falsa. Ed è così che lo sfascio si conserva produttivo per gli addetti ai lavori da oltre mezzo secolo.
Ora però dovremmo domandarci (e con estrema sollecitudine) perché le condizioni dell'Umanità sono precipitate a questo livello e peggiorano a dispetto della crescita della cultura, della democrazia, della giustizia sociale, dello sviluppo economico, scientifico, tecnologico, della libertà di movimento, di parola e di intrapresa.
Che fine hanno fatto le due medicine miracolose: scienza e globalizzazione; e le milionate di apprendisti stregoni che promettevano pace e benessere crescente per tutti?
Dov'è la scelta sbagliata che sta spingendo verso il baratro in blocco tutti gli 8 miliardi di umani? È sbagliata la cultura, la politica, la finanza, il mercato o cosa?
A queste domande urge risposta comprensibile se si desidera davvero passare dalla informazione parziale e falsa ch'è diventata una toppa peggiore del buco; alla informazione vera e utile a capire la causa di tanto sfascio crescente e mettere riparo. Perché la stagione gattopardiana del "cambia tutto perché tutto resti com'è", ahinoi, è drammaticamente superata.
Nel mondo, milioni di intellettuali arricchiscono perché dicono di conoscere scientificamente un problema. Ma sanno fare solo profitti crescenti conservandolo. 
In Italia l'immigrazione è iniziata nel 1970. In 53 anni il problema è diventato "apocalittico", ma è una gallina dalle uova d'oro per parassiti, truffatori e sfruttatori nazionali e internazionali che si guardano bene dal risolverlo.
La sola conoscenza di un problema non genera utilità, ma danno sociale, se per decenni si lucrano profitti senza sanare i guasti. 
Il contadino non guadagna perché ci sa raccontare i problemi dell'Agricoltura, ma solo se coltiva, produce, raccoglie e consegna prodotti alimentari, chiede e ottiene il meritato guadagno.
Gli intellettuali invece guadagnano perché ci garantiscono di conoscere il problema, e hanno ragione da vendere, posto che quel problema se lo palleggiano e conservano per l'intera vita, continuando a lucrare profitti sulle disgrazie crescenti dei popoli. 
E temo sia persino riduttivo definire "cannibalesco" questo barbaro livello di truffa del mondo della cultura, mutuato e moltiplicato in politica, col potere di fagocitarsi guadagni astronomici, conservando a norma di legge lo status quo tirannico di oltre 2/3 dell'umanità, sempre più sfruttata, povera, debole, indifesa.
Franco Luceri

domenica 10 settembre 2023

La politica peggiora solo dove peggiora la cultura


George Bernanos diceva:  
"Stiamo assistendo non alla fine naturale di una grande civiltà umana, ma alla nascita di una civiltà disumana che non avrebbe mai potuto nascere senza una vasta, immensa, universale sterilizzazione dei valori più alti della vita".
Domanda da un miliardo di dollari; secondo voi, quando la politica ha meno difficoltà a governare: quando ha più ricchezza da spendere, o se governa popoli resi più umani e intelligenti dalla cultura? 
Sbaglierò, ma io credo che in qualunque governo sia la qualità del cervello e non il volume del portafoglio a fare la differenza.
Peccato che la politica mondiale creda che sia il denaro a umanizzare l'uomo e a favorire il buon governo. Invece col denaro si riesce a migliorare solo le cose: e non sempre, e non per sempre.
L'Italia era la quarta potenza industriale del mondo ora siamo la prima impotenza. Svenduta e colonizzata a 360 gradi.
Con più soldi compri un "cappello" migliore. Ma senza Buona Cultura, sotto quel lussuoso cappello, nel migliore dei casi il "cervello" va in letargo o letteralmente in putrefazione.
Per decenni ho pensato che il problema numero uno dell'intera umanità fossero gli strozzini fiscali e finanziari che condizionano e corrompono la politica, per derubare e impoverire i popoli a norma di legge.
Ma ora temo di aver sbagliato alla grande. È la qualità del modello culturale formativo e informativo a fare miracoli, rendendo i popoli umani o disumani, intelligenti o stupidi: capaci di tenere a bada i lupi, o abboccare all'amo come pesci e soccombere. 
Condannando così la politica, inesorabilmente influenzata più dalla qualità culturale di un popolo, che dalla quantità di denaro spendibile, a vincere o fallire miseramente. (Vedi Italia)
Anche lo scemo del villaggio con le tasche piene impara a sperperare. Ma per non vivere come asini nel frastuono, gli umani che hanno scelto di autogovernarsi, hanno bisogno di "sapere" e  di "capire". 
E la formula culturale e quindi politica vincente per proteggere le vittime dai carnefici, ahinoi, proprio come diceva Bernanos, "sterilizzando i valori più alti della vita" l'abbiamo gettata alle ortiche.
Nell'ultimo secolo la politica mondiale ha puntato sullo sviluppo economico con la certezza che una maggiore disponibilità di denaro, liberando l'uomo dal pericolo e dal bisogno lo avrebbe migliorato, lo avrebbe sensibilmente umanizzato. Invece ne ha fatto un consumatore ossessivo compulsivo stupido o rapace.
Ha fallito la terapia, perché solo l'accoppiata vincente: disagio economico e buona cultura mettono in moto e maturano i cervelli e migliorano gli uomini governati e governanti.
Con qualche eccezione che non smentisce la regola: il denaro immeritato, gonfia i portafogli, ma sgonfia i cervelli.
Se la cultura avesse ancora la funzione di rendere intelligente l'uomo; la finanza mondiale che condiziona e terrorizza l'intera umanita almeno da un secolo, sarebbe politicamente determinante, giusto quanto il due di briscola in una partita a scopa.
Franco Luceri

giovedì 7 settembre 2023

Diversamente da cultura e politica la natura è incorruttibile


Contadini, pastori, pescatori e boscaioli, non hanno mai pagato tasse a "Madre Natura", né interessi usurari agli strozzini. Bastava il lavoro per assicurarsi istruzione e diritto alla vita.
Ora però, è come se il Padreterno avesse venduto il mondo ad un altro padrone. Da un secolo le tasse le paghiamo tutti salate a "Cultura Matrigna", per garantirci il diritto alla morte dopo una vita di stenti, precarietà, sfruttamento, lavoro pericoloso, strozzinaggio finanziario, istigazione al suicidio o al crimine, malattie curate per finta o cronicizzate per lucrare profitti a lungo termine.
Madre Natura era generosa con chi aveva voglia di lavorare. Distribuiva gratis carne, latte, uova, pesce, frutta, verdura, legna e mille altri beni e servizi vitali, a cominciare dalle "caverne", decisamente più sicure di una panchina per morire all'addiaccio.
L'attuale cultura matrigna formativa ed informativa, è come un lussuoso vestito confezionato a misura per speculatori, affaristi,  ladri, truffatori, corrotti, strozzini e schiavisti. 
Nell'habitat ormai innaturale dei sistemi sociali, "culturalmente modificati" dalle classi dirigenti a proprio uso e consumo; i poveri e i poco istruiti, sono totalmente dipendenti dagli istruiti, scusate il lapsus, dai "distruttivi", che li usano da bancomat per ripulirli anche dai centesimini delle elemosine.
In un sistema complicato ad arte per sfruttare in massa gli onesti che non hanno, non sanno, non possono; le classi dirigenti producono guasti incalcolabili e poi chiamano il povero Pantalone a finanziare le "riformicche", i finti aggiustamenti gattopardiani che cambiano tutto perché tutto resti com'è. Produttivo per i "benefattori": professori, professionisti, burocrati, giornalisti, politici, giudici, banchieri e multinazionali.
Quindi è urgente responsabilizzare le classi dirigenti, perché ogni guasto che producono sia sanato di tasca loro e non macellando poveri e indifesi che ormai sono due terzi abbondanti dell'Umanità.
Chi pensa che la responsabilità collettiva di saggi, ricchi e potenti sia una politica utopica, forse non si è accorto che a livello planetario le classi dirigenti si sono già fumate il futuro: non hanno scelta alternativa. 
Il PIL mondiale è talmente ridicolo in confronto alle montagne di debito dei singoli Stati, che salvo eccezioni, tutti i 200 Stati del mondo sono in default non dichiarato: sostanziale. E condannato a crescere per le catastrofi ambientali che ormai ci portano in dote una scia incalcolabile e impagabile di danni e di morti.
Per troppo tempo i potenti sono passati a l'incasso distruggendo popoli e pianeta. Ma presto, dovranno affrettarsi a pagare di tasca propria il risanamento, se ci tengono a dare un colpo di freno alla catastrofe umanitaria, finanziaria e planetaria in corso.
Diversamente da cultura e politica, la NATURA È INCORRUTTIBILE, non si presta a sterminare vittime e risparmiare carnefici.
Franco Luceri