sabato 30 dicembre 2017

Politica, causa ed effetto.

Temo sia stupido definire politica una sommatoria di effetti positivi e negativi; e non le azioni umane che ne sono la causa.
Politica può dirsi solo ciò che causa effetti, e di cui si conoscono i promotori responsabili.
Un proiettile uccide, ma in quanto effetto materiale non subisce condanna. In galera ci va chi lo ha causato premendo il grilletto.
Quindi, aveva perfettamente ragione Camus a dire: "quando saremo tutti colpevoli, sarà la democrazia".
Quella che imputiamo ai governanti come politica, è solo la sommatoria degli effetti generati dalle scelte sociali stupide, egoiste e persino criminali.
Quindi le democrazie muoiono per assenza di responsabili politici ben definiti. È l'intero popolo che si rende causa politica della buona o cattiva salute di uno Stato.
Se un popolo ha più voglia di scioperare che lavorare, di rivendicare e consumare più di quanto produce; alla lunga si rende causa della contrazione del PIL e del conseguente calo dei tributi. A questa sommatoria di effetti si da stupidamente il nome di politica e la si addebita al governo ladro e ai banchieri strozzini.
Ma è come incriminare il bossolo di omicidio e sbattere in galera l'effetto, dopo aver assolto quel gran farabutto dell'assassino che ne è la causa.
Quindi in democrazia i politici non fanno politica, ma ragioneria. Contabilizzano gli effetti della politica sindacale dei lavoratori e degli imprenditori, dei professionisti, dei burocrati e dei giudici, come dire lo sfascio, e se ne assumono la responsabilità.
Insomma, Camus ci ha azzeccato in pieno: in democrazia, generatore di politica intelligente o demenziale è il popolo. Ma alla sommaroria degli effetti, cioè allo sfascio, si da il nome di politica e si imputa al premier del governo ladro, o a qualche ministro/a che ci sta sui maroni.

venerdì 22 dicembre 2017

Piove, governo derubato!

Piove, governo derubato! Aridateci nostro vecchio governo ladro.
Se in Italia il massimo potere esecutivo è fuori da Palazzo Chigi, tanto che un ministro chiede un favore da accattone con il cappello in mano, non lo ottiene, e finisce persino vittima della gogna mediatica, allora c'è da preoccuparsi seriamente se la funzione del governo italiano e relativi ministri, è ancora quella di gestire il massimo potere esecutivo governando, o lasciandosi governare dai mille potentati e corporazioni nazionali ed europei, vero potere esecutivo occulto.
Il governo italiano è come un vigile fermo ad un incrocio con semaforo rosso. Ha il potere di rimanere là, immobile come uno stoccafisso per l'intera legislatura, lasciando che il traffico impazzisca, ma non può accendere il verde e governare, perchè quel potere non lo ha più nemmeno il premier.
La stanza dei bottoni che doveva essere occupata dalla politica, ormai da svariati decenni è riservata al mercato. I banchieri accendono e spengono il verde per salvare e il rosso per uccidere. Ma peggio, usano l'informazione per mettere   il popolino in sintonia con i loro sragionamenti, fino a giurare che i crimini  in fatto di banche fallite e di risparmiatori truffati, non li ha commessi l'alta finanza, con i suoi controllati orbi e i suoi controllori ciechi, ma gli ultimi due donchisciotte della politica, Renzi e Boschi, che avranno ostacolato a tal punto i mulini a vento del mercato o della finanza, da indurli alla guerra mediatico giudiziaria per estrometterli.
Secondo la stampa italiana, il nostro sfascio economico e finanziario non è imputabile agli intellettuali della finanza che da decenni riducono imprese e banche al fallimento, ma agĺi ultimi due manovali di Palazzo Chigi, che da poveri governati, hanno osato improvvisarsi governanti.
È vero la MEB ha sbagliato. Ha pensato che in veste di ministro avrebbe avuto autorità, autorevolezza e capacità per affrontale gli squali dell'alta finanza, se non da una posizione privilegiata, almeno da pari a pari e incassare il salvataggio della banca Etruria e dei risparmiatori, con la semplicità di una bevuta d'acqua. Invece lei che voleva salvare banca e risparmiatori s'è buscata un linciaggio mediatico di tutto rispetto. E i lupi famelici della finanza che hanno fatto fallire imprese e banche e rovinato un mare di italiani si sono finti tutti vittime della strapotente MEB in evidente conflitto di interessi . Ormai la politica sporca va cercata tutta ne l'informazione al servizio di banchieri e industriali, perciò disinformazione.

mercoledì 20 dicembre 2017

L'istruzione ci rende tolleranti?


Che l'istruzione renda più intelligenti gli individui è tutto da dimostrare; visto che accettiamo per vera la diversità e unicità fisica di ogni individuo rispetto a l'intera comunità mondiale; ma poi, manco fossimo precavernicoli ci scandalizziamo che non ha solo il corpo diverso da ogni altro umano, ma unica ha pure la capoccia.
E ogni volta che ha la sfacciataggine di pensare diversamente dal soggetto con cui parla, merita di essere contestato verbalmente, se non la smette aggredito o denunciato, e se manco la magistratura provvede a tagliargli la lingua, in casi estremi ammazzato.
A questa logica da manicomio criminale d'Aversa, si ispirano i rapporti di sette miliardi di umani, che non solo si combattono fra popoli, si derubano fra Stati, Regioni, Province e Comuni; ma si combattono fra amici, si accoltellano fra tifosi, passanti e avventori, fra iscritti alla stessa associazione, congrega, sindacato, partito, società, istituzione, ecc. Ma non disdegnano nemmeno di litigare, combattersi, perseguitarsi e ammazzarsi con una ferocia che non teme confronti nel mondo animale, fra consanguinei, conoscenti, fidanzati, coniugi, figli, genitori, compari e comari.
A l'appello mancavano solo gli scontri di civiltà e le guerre di religione, ma ora ci siamo attrezzati pure di quelli. E gli scontri da perversione sessuale, per accaparrarsi una eredità, o per rapacità finanziaria ormai sono materia da strizzacervelli.
Insomma per non farla lunga, l'istruzione, fornendoci una base culturale comune, (filosofica, teologica, matematica, giuridica ecc.) ci fa credere simili; ci illude di poter trovare un altro soggetto pensante uguale a noi, con cui dialogare, (la cosiddetta anima gemella). Salvo poi sbranarla da cannibali, non solo se ci delude mutando le sue convinzioni che inizialmente  sembravano gemelle alle nostre, ma se pronuncia una parola a cui lei da un senso positivo, e noi negativo.
In un mondo letteralmente allagato di intellettuali e tecnici di tutte le razze, di pedagogisti e di psicologi aggiusta neuroni, soffriamo tutti della tristemente famosa "incomunicabilità" così ben descritta da Pirandello. E a cui nemmeno milioni anzi miliardi di leggi, al servizio di avvocati, e magistrati riescono a mettere riparo, a portare ordine, civiltà, pace.
Se attraverso l'istruzìone e l'informazione, il mondo della cultura, continuerà ad accrescere le diversità intellettive di ogni soggetto, ma anche l'idiota intolleranza al diverso e mutevole pensiero altrui; fra qualche secolo nessuno sarà  in grado di contendere agli istruiti, maestri di intolleranza, (italiani in primis) se mai fosse istituito, il premio Nobel per la pace precavernicola: “tutti contro tutti”.


venerdì 15 dicembre 2017

Filosofia o Poesia? Questo è il problema.



mercoledì 6 dicembre 2017

La cattiva politica per i ricchissimi è ottima.


Da Marx in poi, il tentativo di estinguere la razza dei ricchi, i poveri continuano a farlo, ma sempre più inutilmente; posto che persino nei sistemi comunisti finiti in bancarotta da un quarto di secolo, si riuscì a delegittimare l’accumulo e il possesso di ricchezza, con l’abolizione del diritto di proprietà, ma la razza ingorda dei ricchi, continuò, continua e continuerà a crescere di fatto, fino a l’estinzione de l’Umanità.
Mentre, ad eliminare i poveri, i ricchi non ci pensano manco in sogno, perché di quelli ne fanno triplo uso: come lavoratori sfruttabili a basso costo, come risparmiatori oculati e come consumatori con le mani bucate. E non hanno alcun interesse ad affamarli troppo come lavoratori, per non trovarseli troppo squattrinati o tirchi come risparmiatoti e consumatori.
Insomma, giusto per capirci, se si potesse impedire ai padroni di spostarsi da un paese a l’altro, andando a caccia di lavoratori poveri per produrre in maniera competitiva, e di consumatori ricchi da spennare con prezzi truffa o rapina, i migliori sindacalisti dei lavoratori sarebbero ancora i padroni, perché costretti a remunerare nel giusto i lavoratori, per trovarseli ben disposti e attrezzati come risparmiatori o consumatori.
Ma i grandi padroni, braccati da comunismo, sindacalismo e strozzinaggio finanziario e fiscale assassino di piccoli e medi imprenditori, nel mercato globale sono diventati ballerini acrobatici per tenersi stretta la "borsa salva vita". Saltano anzi volano da uno Stato a l’altro a caccia di bassi costi per produrre beni o servizi e di alti ricavi per vendere, nonché di un sicuro paradiso fiscale per mettere l’indebito arricchimento, "la borsa di pelle umana" al riparo da strozzini ed esattori.
Come si risolve questo rompicapo? Comunismo e sindacalismo hanno fatto danni incalcolabili, perché non hanno castigato i paperoni, (le multinazionali), ma i venditori di caldarroste e bruscolini, fino a costringerli a chiudere, fallire e persino suicidarsi.
Il livello di feroce antagonismo culturalmente, sindacalmente e politicamente indotto in Italia, fra lavoratori e padroni non sembra destinato ad affievolirsi, perché comunisti, sindacalisti, strozzini e fiscalisti lavorano di fino per spegnere gli incendi con lanciafiamme a benzina super.
Allo stato delle cose non è possibile sognare una classe operaia che rinsavisca e sposti la sua fiducia, sia pure critica, dal comunismo e sindacalismo che hanno reso feroce il libero mercato, ai piccoli padroni che non hanno alcun interesse ad affamare i lavoratori a cui hanno insegnato un mestiere, per non costringerli a  vendere ad altri padroni più generosi la loro prestazione lavorativa, o a consegnare i loro risparmi o i loro consumi a padroni stranieri.
Speriamo che il buon senso torni a prevalere almeno in Italia, dove una straripante maggioranza di disoccupati, lavoratori poveri, pensionati al minimo e zero imprenditori onesti e produttivi, ha finito per convertire la democrazia, in dittatura sindacalcomunista, con montagne di leggi idiote e di burocrazie irresponsabili e cleptomani, tanto da farci correre a l’impazzata verso l’autodistruzione.


domenica 3 dicembre 2017

Il renzusconismo è problema o soluzione?


Ma è davvero la fine del mondo se Renzi e Berlusconi si inventano un programma politico economico comune e vi collaborano alla luce del sole?
E’ davvero così blasfemo desiderare (dopo sette decenni di sfascio socio politico economico) che il programma politico comunista e il programma economico liberale siano reciprocamente compatibili, complementari e sostenibili, posto che non esiste paese al mondo dove si possano pagare salari e tasse, dopo aver prodotto perdite e fallimenti?
Il vero scandalo non è un prete ed una suora che si sposano, ma un prete che fa sesso in monastero, con una suora che si prostituisce.
Nella Prima Repubblica era prassi consolidata che quei preti spretati degli imprenditori inducessero le suorine ingenue ingenue della politica comunista a prostituirsi, ad accettare “mazzette” e a restituire appalti truccati, finanziamenti a fondo perduto, esenzioni di imposte, o salari convenienti, o controlli finti, perché senza questo po’ po’ di favori, elargiti sotto banco dalla politica comunista “onesta fino alla lira” al mercato “ladro a prescindere”, non esiste impresa capace di reggere a l’alto costo del lavoro, alle turbolenze sindacali, alle persecuzioni burocratiche e alle rapine tributarie, se non fa profitti, se non ha i ricavi che superano i costi.
Ma nemmeno così la politica ha saputo assicurarsi il controllo del mercato, né il mercato della politica; a tal punto, che oggi in Italia è diventato improbabile tutto, dal lavoro, al salario al profitto: dalla vita dei barboni, a quella dei banchieri.
Dal punto di vista numerico, la razza degli imprenditori è così esigua, che non avrà mai potere politico. Così come la razza dei lavoratori è una maggioranza tanto schiacciante da avere il monopolio del potere politico, ma zero potere economico in uno Stato indebitato e a rischio default.
Facendo la guerra agli imprenditori per sette decenni, politici, sindacalisti, burocrati e giudici hanno azzerato per i lavoratori il diritto al salario prima e alla pensione poi.
Le piccole imprese continuano a chiudere e le grandi licenziano e delocalizzano, facendoci sapere che i consumatori non corrono rischi, anzi ci guadagnano, perché gli imprenditori vanno a comprare in Cina a dieci e in Italia tornano a  vendere tranquillamente a cento, dopo aver incaricato la politica di curare l’ammortizzazione sociale, distribuendo denari e allargando il debito pubblico in modo da fare degli italiani (al servizio di multinazionali e banchieri) un popolo di buoni consumatori con le mani bucate, anzi suicidi.
Insomma, diciamola chiara chiara, continuando a gettare benzina sul conflitto lavoratori politicamente potenti, contro padroni economicamente potenti e liberi di andare dove caxxo gli pare, si va nella solita direzione dello sfascio e alla lunga della guerra civile. 
Il mercato globalizzato e mobile, è in costante anzi frenetico movimento come un’auto da corsa. Non mette radici dove trova un potere politico, burocratico e sindacale tanto idiota da pensare che i posti di lavoro e i salari si difendono, anzi si accrescono facendo fallire le imprese piccole e scappare notte tempo le grosse come la Fiat, che non semina più salari in Italia producendo auto, ma torna a mietere profitti vendendo le auto prodotte altrove con salari e tasse competitive.
In Italia i buoi sono già scappati da almeno due decenni, ma ora abbiamo due allevatori, Renzi e Berlusconi, tanto stupidi da voler chiudere insieme la stalla vuota, col rischio di finire incriminati per furto di bestiame.
Magari Renzi non ne trarrebbe vantaggi immediati, ma Berlusconi si. E anche il mio carissimo amico procuratore, sia pure da l’aldilà, vedrebbe realizzata la sua ironica profezia. Avendo calcolato che al povero Berlusconi, per diventare indiscusso primatista mondiale, mancava una sola incriminazione per abigeato, per furto di bestiame.
E non vorrei che dudù e l’agnellino, magari con la complicità di Renzi, siano di provenienza illecita. Voi che dite, quei due non me la contano giusta, è il caso di denunciarli emtrambi?

giovedì 30 novembre 2017

Sono gli uomini che qualificano i mezzi.

Abbiamo il pessimo vizio di qualificare i mezzi buoni o cattivi come fossero uomini. Il miglior coltello del mondo è tale in mano al macellaio, ma diventa arma del delitto in mano ad un assassino. Per 25 secoli, in occidente ci siamo dissetati tutti alla stessa sorgente filosofica, teologica e giuridica. Ma ne sono scaturiti secoli luminosi e secoli bui , perchè gli uomini sono liberi di modificare la destinazione d'uso di mezzi  grandiosi come la cultura, il diritto, la democrazia, la giustizia o la religione.
Allora smettiamola di scimunire difendendo una ideologia e combattendo un altra. L'unico vero problema de l'umanità sono gli uomini. Questi e solo questi hanno il potere, usando qualunque mezzo disponibile, di nutrire o affamare, difendere una vita o toglierla. E della selezione di chi mandiamo al potere che dovremmo preoccuparci seriamente. Il resto è aria fritta.

martedì 21 novembre 2017

Gli italiani vogliono il pesce o la canna per pescarselo?


Temo che a sfasciare l'Italia abbia contribuito in massa l'intera classe dirigente. E luce in fondo al tunnel per ora non si vede.
A dare il via, ci ha pensato la cultura e la politica comunista formando gli italiani come popolo dipendente a fortissima vocazione sindacale, da immettere nel libero mercato prima e globalizzato poi, e quindi come un macigno al collo dei piccoli imprenditori, o come una palla al piede di multinazionali e banche. 
E a questa mostruosa pedagogia genocida, che ha formato e forma milioni di laureati condannati alla disoccupazione, sfruttamento o emigrazione (ma manco uno con la vocazione di offrire lavoro da imprenditore invece di cercarlo a vita da dipendente) l'economia finta liberale non ha opposto resistenza, perché così estingueva gradatamente la razza dei piccoli padroncini e concentrava il potere economico nelle mani di multinazionali mordi e fuggi e banchieri rapaci, fino a renderli tanto potenti da costringere o convincere l'intera classe politica comunista idiota e liberale irresponsabile, a colpi di corruzione e valige milionarie, a finanziare o salvare la grande economia e mandare a picco popolo e Stato.
Fu così che la nostra smidollata classe politica, consegnò la florida economia italiana (che era costituita da piccoli agricoltori, artigiani e commercianti) alle multinazionali mordi e fuggi, che restano in Italia finché possono mangiarsela viva e morta; e come ciliegina sulla torta avvelenata, consegnò la sovranità monetaria del popolo italiano alla BCE e alle banche nazionali, col diritto insindacabile di scegliere se scommettere su l'economia privata finanziando le imprese, o buttare a mare i piccoli imprenditori negandoli i finanziamenti e comprando debito pubblico a strozzo, a rischio default.
Ora che il lavoro è stato completato a regola d'arte, i piccoli imprenditori perseguitati da burocrazia e fisco hanno tirato le cuoia, le multinazionali ricche mod. Fiat si son date alla fuga, le banche succhiano soldi dallo Stato, o bidonano risparmiatori, le imprese dell'occidente sono offerte a saldi di fine stagione alle ricchissime imprese d'oriente, non c'è più niente da demolire, ci sono solo montagne di macerie economico finanziare da rimuovere come dopo il passaggio di un terremoto, un uragano, uno tsunami.
Ci servirebbe quel popolo autonomo che eravamo, che al pesce servito a tavola, preferiva la canna da pesca per procurarselo la sé. Ma alla prima sostituzione di popolo, si sono dedicati anima e corpo, professori, giornalisti, sindacalisti, politici e giudici, con la giusta pedagogia e giurisprudenza per convertire in dipendente un popolo con spiccata vocazione autonoma, perciò capace di uscire indenne o quasi dalle dittature criminali o dalle democrazie demenziali.
E la seconda sostituzione di popolo è in atto, da che hanno aperto l'Italia a l'invasione multietnica a 360 gradi, e non oso immaginare quale devastante intruglio socio politico economico possa conseguire. 

lunedì 20 novembre 2017

Se le parole non partoriscono fatti.


Con le parole si aiutano i popoli a vivere, ma solo se si riesce a riempirgli le menti prima e gli stomaci poi. Altrimenti si spreca il loro tempo, denaro e potere, per condannarli a morire di lenta e inesorabile guerra fra poveri. Perciò sarebbe igienico domandarsi: ma di cultura ancora si mangia?
In fatto di cultura io non sono certo un addetto ai lavori, ma avendo il sospetto che le parole che seguono abbiano una grande (e magari pure immensa) capacità formativa, domando a voi che ne sapete più di me, ma hanno anche capacità produttiva, posto che la produttività di ricchezza, persino degli occidentali super civili, democratici e produttivi, da decenni ormai è in caduta libera?
E la guerra fra poveri è così cruenta, che sulla legalità (e lungi a parlare di moralità) dei poteri e dei potenti culturali, politici ed economici, temo non ci resti che stendere un velo pietoso.

Le parole che seguono, sono una piccola parte di recensione di un libro di poesie, trovata per caso su internet, che ci pongono questa domanda da miliardi di dollari: ma di cultura ancora mangiano tutti o solo gli addetti?

"Egloghe raffinate, spesso superbe nell'enfatizzazione stilistica che esalta eleganza espressiva e assoluta padronanza del verbo, in una forma linguistica di grande effetto; un quadro descrittivo che tutto contiene e che attraverso la parola, qui sciolta dai vincoli compressivi, ben definisce lo stilema lirico, e assume, ne l’inciso, la sua cifra, la sua libera forma, accoglie ed alterna emozioni e pensieri, tutti ben distribuiti dall'istinto poetico che arriva nelle oscure profondità dell'anima, e da esse rinascenti e riaffioranti il loro rituale svolgimento, scandisce il suo fine nel lume della nostra memoria, dove interna al divenire, è atta, nella sua mutevolezza, ogni introspezione, rappresentazione e sconfinata apertura della mente:
una silloge dove chi scrive e chi legge è chiamato a sentire e seguire un’interconnessione di suoni e di segni che prova a scardinare il senso classico dell’espressione poetica, così come lo intendiamo, e dove i luoghi di parola si mescolano a un recesso di vita, a un non dato o non detto che non si ritraggono, ma si intrecciano alla nostra storia nella quale rinnovare, vicino alla dimenticanza, sentimenti e sensazioni, come una promessa fatta contro l’irrigidimento di se stessi e il suo superamento".

domenica 19 novembre 2017

La democrazia in buona salute chi l'ha vista?

Possono dirsi democratici i sistemi sociali che hanno la destra politica senza potere di governo, capace solo di produrre fiumi di ricchezza disonesta, legittimando multinazionali d'assalto e finanza strozzina; e la sinistra straripante di consensi, incollata al governo, ma incapace di produrre una quattro soldi bucata di valore aggiunto che non derivi da rapina tributaria, corruzioni, sperperi, e appropriazioni legalizzate e non, fino a ridurre i popoli alla fame e alla disperazione? Certamente no. 
Un popolo che in democrazia ha potere di autogoverno, finisce per affidarlo ai partiti che promettono a l'ingrosso. E poiché lavoratori e pensionati sono una schiacciante maggioranza, finiscono per estorcere alla politica (con l'arma del voto) il diritto di lavorare e produrre sempre meno, e incassare e spendere sempre più. Come dire: più salari per noi e meno profitti per i poveri sventurati della PMI.
A questa demenziale e suicida pretesa del popolo di sfasciare economicamente lo Stato, di debito pubblico, tutta la politica finisce per rassegnarsi ed adeguarsi.
La sinistra comunista (tassa e spendi) non ci pensa due volte, tanto rapina di tasse la classe sociale dei piccoli padroni che riduce al fallimento e fa passare tutto ciò come salvataggio dei lavoratori e del sistema che si impegna a distruggere.
E la destra "liberale", che ha bisogno di lavoratori produttivi ormai inesistenti, finge di combattere la politica comunista dei diritti senza doveri, ma di fatto la imita e la emula per assicurare agli imprenditori (corrompi e ingrassa o mordi e fuggi) almeno un popolo di consumatori spendaccioni smidollati che facciano girare il denaro come profitti alle imprese e tasse allo Stato quanto basta per non mandarlo in default.
Ma un sistema economico artificialmente, anzi fintamente produttivo finisce per spaccare il popolo in poveri crescenti, ricchi calanti, e una classe media condannata a vivere di arricchimento oggi e impoverimento domani, quando le finte vacche grasse finiscono nel mattatoio dei tecnici Monti e Fornero per salvare lo Stato, indebitato dalle scelte di un popolo ubriaco fradicio di diritti fantasma, promessi sempre e mantenuti mai, dalla politica ladra al servizio della finanza nazionale e mondiale.

venerdì 17 novembre 2017

Le parole che non salvano, che fanno?


Ma di cultura ancora si mangia?
Con le parole si aiutano i popoli a vivere, ma solo se si riesce a riempirgli le menti prima e gli stomaci poi. Altrimenti si spreca il loro tempo, denaro e potere, per condannarli a morire di lenta e inesorabile guerra fra poveri.
In fatto di cultura io non sono certo un addetto ai lavori, ma avendo il sospetto che le parole che seguono abbiano una grande (e magari pure immensa) capacità formativa, domando a voi che ne sapete più di me, ma hanno anche capacità produttiva, posto che la produttività di ricchezza, persino degli occidentali super civili, democratici e produttivi, da decenni ormai è in caduta libera?
E la guerra fra poveri è così cruenta, che sulla legalità (e lungi a parlare di moralità) dei poteri e dei potenti culturali, politici ed economici, temo non ci resti che stendere un velo pietoso.

Le parole che seguono, sono una piccola parte di recensione di un libro di poesie, trovata per caso su internet, che ci pongono questa domanda da miliardi di dollari: ma di cultura ancora mangiano tutti o solo gli addetti?

"Egloghe raffinate, spesso superbe nell'enfatizzazione stilistica che esalta eleganza espressiva e assoluta padronanza del verbo, in una forma linguistica di grande effetto; un quadro descrittivo che tutto contiene e che attraverso la parola, qui sciolta dai vincoli compressivi, ben definisce lo stilema lirico, e assume, ne l’inciso, la sua cifra, la sua libera forma, accoglie ed alterna emozioni e pensieri, tutti ben distribuiti dall'istinto poetico che arriva nelle oscure profondità dell'anima, e da esse rinascenti e riaffioranti il loro rituale svolgimento, scandisce il suo fine nel lume della nostra memoria, dove interna al divenire, è atta, nella sua mutevolezza, ogni introspezione, rappresentazione e sconfinata apertura della mente:
una silloge dove chi scrive e chi legge è chiamato a sentire e seguire un’interconnessione di suoni e di segni che prova a scardinare il senso classico dell’espressione poetica, così come lo intendiamo, e dove i luoghi di parola si mescolano a un recesso di vita, a un non dato o non detto che non si ritraggono, ma si intrecciano alla nostra storia nella quale rinnovare, vicino alla dimenticanza, sentimenti e sensazioni, come una promessa fatta contro l’irrigidimento di se stessi e il suo superamento".

lunedì 13 novembre 2017

Gabbia per gatti, leoni e matti


Temo che il mondo sia ormai più organizzato a speculare sulle parole che a trarre profitto dai fatti. Quindi non esistono più le parole asettiche: o fanno utile, o non possono che fare danno, posto che impegnano miliardi di persone in discorsi che aggrovigliano i problemi anziché dipanarli.
Come le parole ricchi e poveri su cui si specula da millenni senza capire che razza di politica serve per assicurare pacifica e produttiva convivenza, fra: padroni e lavoratori; istruiti e ignoranti; geni e stupidi; potenti e impotenti, sazi e affamati; forti e deboli; sani e malati.
Anzi la cultura e la politica, pur sapendo che ricchi e poveri sono due razze interdipendenti, lavorano per impedire a l'Umanità di capire come si possa arrivare a l'armistizio fra lavoratori che cercano pane, e padroni che vorrebbero profitto onesto, ma sono istigati da un sistema criminale a sfruttare lavoratori, truffare clienti, bidonare banchieri, corrompere burocrati, politici ed esattori, e accumulare da cannibali il massimo arricchimento.
Un secolo fa, il signor Marx si permise di progettare come soluzione politico economica lo sterminio giuridico dei singoli padroni con l’abolizione della proprietà privata, in modo da elevare lo Stato a padrone e datore di lavoro unico.
E dopo tre quarti di secolo, il bellissimo castello di sabbia costruito sulla sabbia, è stato spazzato via dallo tsunami liberista, a conferma che nessun popolo è in grado di produrre ricchezza pubblica senza padroni privati.
Allora la filosofia politica dovrebbe porsi il problema, (ma è ancora alle aste, agli uncini e non conosce manco le tabelline), su come tenere insieme nella gabbia planetaria, i padroni del lavoro, e i padroni del capitale: come dire i gatti e i leoni senza farli ammattire.
Posto che dalle caverne ad oggi, il mondo della cultura e della politica è riuscito egregiamente ad affamare e uccidere lavoratori, ma la razza dei padroni e la loro smania accumulatrice non l’ha mai insidiata nessuno.
Persino nei Paesi comunisti, i padroni spariti d’incanto per tre quarti di secolo, sono spuntati dal nulla come funghi nel bosco, alle prime piogge liberiste. I modi per affamare e uccidere lavoratori si sprecano, ma i padroni c’erano già nelle caverne; e non c'è cultura al mondo che possa convertire un padrone in lavoratore.
Anche se a pensarci bene, essendo entrambi interdipendenti, quindi dipendenti uno da l’altro, definire autonomo l’imprenditore è una bestialità giuridica millenaria, (come chiamare maratoneta uno senza gambe) posto che la sua mobilità economica è dovuta solo a l'impiego di lavoratori dipendenti con la funzione di stampelle.
Allora va stabilito una buona volta per tutte, che il rapporto conflittuale gatti prede e leoni predatori, si raffredda in un solo modo. Sfamando finanziariamente i leoni per primi e i gatti per secondi. Invece ai leoni umani, a colpi di sindacalismo e fisco comunista e finanza nazista, si è riservato il trattamento opposto e con risultati che più devastanti non si può.
Tutte le garanzie per i lavoratori conquistate in un secolo di sindacalismo idiota, hanno ridotto al fallimento o istigato al suicidio milioni di piccoli imprenditori, di leoncini lattanti, ma i leoni adulti del mercato globale, i padroni delle multinazionali: banche, petrolio, materie prime, sanità, cultura, trasporti, comunicazione e guerra, sono diventati feroci tiranni, liberi di salvare o uccidere popoli e Stati a loro insindacabile giudizio.
Garantire ai lavoratori, legale diritto alla vita con salario o pensione, è ineccepibile, (e chi potrebbe mai contestarlo?) ma è economicamente più devastante del peggior comunismo russo e cinese assommati. Vedi Italia e vedi UE. Perché prescindendo dalla competitività e produttività di ricchezza complessiva, attenta persino alla sopravvivenza dei grandi industriali e banchieri, fino a renderli feroci per non soccombere.
Quindi, per evitare che i padroni sviluppino una fame di arricchimento innaturale, patologica, va messa a dieta la classe dirigente pubblica di ingordi, irresponsabili e ladri; e ai leoni del mercato, va garantito un livello di ricchezza proporzionale al numero dei lavoratori che assumono e pagano, per non istigarli a licenziare anziché assumere, come va di moda oggi. Perché poi rifinanziarli o esentarli dalle imposte per indurli a riassumere è demenziale.
A giudicare dalla feroce bestialità delle poche decine di paperoni mondiali pigliatutto, padroni della pace e della guerra, verrebbe spontaneo pensare che oggi gli umani hanno urgente bisogno del dott. Marx e di una sua flebo gigante di comunismo, per curare il liberismo che sta avvelenando rapporti umani, devastando famiglie, impoverendo popoli e indebitando Stati.
Invece è il comunismo la vera malattia, di cui s’è fatto uso e abuso come fosse medicina miracolosa.
L'unico modo per proteggere la vita dei lavoratori è rendere umani i padroni come sono stati per millenni, perché istigare i gatti ad odiare e combattere i leoni come unici veri nemici de l'umanità è cultura e politica da ospedale psichiatrico.
Quando il sindacalismo comunista non esisteva, i padroni non hanno mica estinto la razza dei lavoratori, mangiandoseli per millenni e millenni. Oggi grazie alla protezione sindacale li lasciano disoccupati, li sfruttano, li avvelenano, li uccidono con lavori rischiosi o li deportano da bestie nei paesi ricchi. Questo è tutto, il resto è aria fritta.
Affamare un lavoratore che cerca pane onesto per la sua famiglia è un crimine che grida vendetta. Ma avete mai provato ad immaginare che razza di rabbia esplosiva può covare un imprenditore onesto che si è ipotecata la proprietà, la famiglia e la vita, per fare profitti onesti, assumendo e pagando lavoratori, producendo beni e servizi che il mercato richiede e apprezza, ma per i moderni “Stati di diritto caricatura”, è un fuorilegge da dichiarare fallito e istigare al suicidio, se non si è rassegnato ad affamare i lavoratori e la propria famiglia, per foraggiare o corrompere una classe dirigente insaziabile e irresponsabile di burocrati, esattori, politici e giudici che non è igienico definire criminali, ma definirli matti è persino riduttivo.


mercoledì 8 novembre 2017

La guerra comunismo liberismo

domenica 29 ottobre 2017

Attenti alle verità monche !

Ci sono menzogne che hanno difficoltà a morire, e verità condannate a non arrivare mai vive in sala parto.
Aristotele ci ha insegnato che le mezze verità sono la peggiore menzogna. Come condannare a peggiore nemico dei popoli, chi mangia più di quanto produce,  e assolvere con formula piena, milioni di soggetti che, pur potendo lavorare, preferiscono vivere da parassiti a spese della collettività, mangiando senza produrre.
Un banchiere è condannato a prescindere da nemico del popolo,  mentre dubitare de l'innocenza di un milione e magari pure di un miliardo di sfaticati e  parassiti nei sistemi democratici è a dir poco blasfemo.
E questa forse è una delle verità, che nei governi dei più, arrivarle vive in sala parto è lavoro da padreterni.

sabato 28 ottobre 2017

La sbornia chiamata democrazia.

Perchè dopo 25 secoli, la democrazia non ha trovato ancora il giusto assestamento filosofico giuridico si da indurre la maggioranza dei cittadini che ha il potere di governarla, di preferirla alle monarchie e alle dittature destre o sinistre?
I popoli poveri, che dovrebbero esprimere governi sinistri al servizio di se stessi, ( essendo i poveri e la classe media una schiacciante maggioranza), finiscono per legittimare dittature criminali come nel secolo scorso deragliando a destra.
Allora proviamo a domandarci: è solo colpa dei governanti che sanno solo abusare dei popoli fingendo di servirli; o il sistema democratico produce più doveri che diritti, più povertà che ricchezza, più perdite che profitti, perchè ha in se qualcosa di profondamente sbagliato, tanto da costringere la maggioranza a fidarsi degli schiavisti politici di destra per liberarsi da quelli di sinistra; o di quelli di sinistra per fuggire da quelli di destra. Ma saltando puntualmente dalla padella alla brace?

mercoledì 25 ottobre 2017

L'uomo è governato dalla macchina?

Il più grande amico de l'Umanità è la cultura, ma può anche trasformarsi nel suo più grande nemico, se usata più per produrre mezzi che formare uomini capaci di usarli nel rispetto del Creato e utilmente per i popoli e gli Stati.
È innegabile che qualunque popolo possa fare o subire una guerra. Ma l'umanità non è afflitta solo dal problema dei popoli bellicosi; prima e più di questo, deve fare i conti col l' Asincronismo, cioè l'incapacità del mondo scientifico di sincronizzare, di adeguare l'intelligenza dei soggetti, alla complessità dei mezzi di cui vengono in possesso.
Insomma, il vero miracolo scientifico non è produrre navi e aerei con grande strombazzamento autocelebrativo, ma istruire piloti, formare autisti idonei a guidare le macchine sempre più sofisticate che scienza e tecnica producono: rendere complementare e compatibile il mezzo a l'uomo, posto che adeguare l'uomo al mezzo, o peggio l'intelligenza di un intero popolo alla tecnologia che ha in uso, è un miracolo.
Più che all'esterno per derubare un altro popolo, tutti i popoli impari riguardo alla tecnologia che hanno in uso, la guerra la covano a l'interno dei sistemi sociali, fra chi sa, ha e può, contro chi non sa, non ha o non può.
Quindi, è la guerra fra poveri, indotta da falsi sapienti, abbienti e potenti, a generare le migliori condizioni di pericolo o bisogno che poi condannano i governanti a fare o subire guerra.

sabato 21 ottobre 2017

ASINCRONISMO, unico tiranno mondiale invincibile.


I popoli non adeguatamente preparati ad usare i mezzi, finiscono per produrre povertà e si condannano alla rapina tributaria e finanziaria, perché le banche e gli Stati non si possono permettere il lusso di impoverire e fallire. Al pari di allevatori di polli, politici e banchieri nutrono le galline sociali finché producono uova, poi le affamano e in fine le macellano.
Due sono le condizioni paradossali in cui può trovarsi qualunque popolo: può mancare di mezzi sufficienti, o di uomini capaci di usarli in modo economicamente ed ecologicamente produttivo.
Per millenni, persino l'Occidente progredito ha sofferto di carenza di mezzi; ma poi ha risolto alla grande quel problema, ed è caduto in quello opposto: oggi manca di uomini adeguati, di autisti capaci di fare dei mezzi disponibili un uso costruttivo. Che è come avere un'auto di lusso, col serbatoio pieno di carburante, la chiave nel quadro, i passeggeri che si agitano per partire, ma l'autista capace di portarli a destinazione a costi accettabili e senza danno, non lo hanno ancora inventato. 
Dallo stecchino per pulirsi i denti, al telefono, al computer, a l'elettrodomestico complicato, a l'aereo a reazione, o alla navicella spaziale, il problema sta sempre nella disponibilità persino eccessiva di mezzi, e nella drammatica carenza di uomini capaci di usarli correttamente e produttivamente.
Una volta si era tutti carenti di mezzi per mancanza di denaro, ora, anche lo scemo del paese smanetta col telefonino di ultima generazione, ma manca di istruzione e di intelligenza per usarlo utilmente per sé e per gli altri.
La scuola non riesce ad adeguare la formazione di uomini, alla produzione dei mezzi. Nel senso che non riesce a portare l'intelligenza dei popoli, al passo del frenetico e complesso sviluppo tecnologico, talmente accelerato e lanciato da ridicolizzare il sapere di milioni di laureati che alle prese con la tecnologia di ultima generazione o fresca di giornata, sono praticamente analfabeti. Ci sono professionisti vicini alla pensione che non si sono mai rassegnati a divorziare dalla macchina da scrivere e sposare felicemente il computer.
Ora provate ad immaginare come vivono milioni di persone con una cultura media acquisita trenta, quaranta o cinquanta anni prima, ma condannati a fare uso dei mezzi tecnologici che gli si complicano sotto il naso.
Io temo, e vorrei proprio sbagliarmi, che la causa scatenante dei problemi attuali dei popoli, (alla faccia del comunismo, liberismo e persino fascismo e nazismo) sia l'ASINCRONISMO: cioè l'impossibilità di adeguare il sapere e l'intelligenza dei popoli, ai mutamenti dello sviluppo tecnologico che in alcuni campi è una autentica benedizione, ma in molti, anzi in troppi, rasenta la follia criminale o genocida.
Ora provate a domandarvi, ma una classe politica democratica, che trae potere dal consenso sociale, può realmente liberarci dal paradosso del mondo della cultura, che formando geni contribuisce allo sviluppo tecnologico e alla produzione di mezzi sempre più sofisticati e produttivi, ma poi, non potendo portare l’intelligenza dei popoli al passo accelerato della tecnica, condanna milioni, anzi miliardi di persone, ad usare i prodotti scientificamente avanzati, che potrebbero cambiargli in meglio la vita, in modo sempre più fallimentare, distruttivo e persino criminale?
Forse dalle caverne e fino al secolo scorso, nessuno ha mai potuto soffiare alla politica il primato della distruttività. Ora i poteri politici, fiscali e finanziari, per l’improduttività sociale, sono afflitti da costi crescenti e utili calanti.
Se non si corregge, e con molta sollecitudine, il problema de l’ASINCRONISMO fra mezzi sempre più intelligenti e popoli sempre più impari nel fare degli stessi un uso economicamente produttivo ed ecologicamente compatibile, la catastrofe finanziaria mondiale è dietro l’angolo.
Comunismi, fascismi, nazismi e liberismi sono vecchi tiranni locali che alleandosi (vedi renzusconi) tentano goffamente di proteggersi, ma sono condannati a morte certa da l’unico spietato e invincibile tiranno planetario, da me definito ASINCRONISMO CULTURALE, e contro il quale la forza perde e l’intelligenza vince.

lunedì 16 ottobre 2017

Attenti ai surrogati dell'oppio teologico


Se il sapere laico fosse riuscito a saziare il bisogno di capire degli umani, più del sapere religioso; almeno gli ultimi secoli di filosofia liberale democratica avrebbero dovuto indurre nei popoli, una maggiore libertà di pensiero e capacità di autogoverno. Invece, dal neonato al moribondo brancoliamo tutti nel buio pesto del caos naturale e culturalmente indotto. 
La cultura occidentale ha liberato i popoli dagli “oppiacei teologici”, (dalla millenaria schiavitù clericale); non per farli più indipendenti, ma più dipendenti e sfruttarli, inducendoli a scimunirsi di oppiacei filosofici, (tipo comunismo, fascismo, nazismo), e ora ad offrirsi da vittime sacrificali ai nuovi produttori industriali di menzogna ottundente, spacciata per verità liberale nella scuola, stampa, mercato, finanza strozzina, politica ladra e giustizia incubo o latitante. 
Tanto è, che trovare un collezionista di lauree che abbia capito tanto da poterlo spiegare al gregge dei poco istruiti, o quanto meno alle tre razze di finti pastori: professori, padroni e politici, che “come ciechi conducono i ciechi", direbbe Henry Miller, è un avvenimento mondiale.
Tre razze di pastori sbronzi di oppiacei filosofici e matematici, che si sono inventati la quarta razza intermedia dei burocrati o tecnocrati con funzione di cane da pastore, per addossargli la responsabilità delle pecore sociali che finiscono nel burrone, in bocca al lupo, non figliano, non fanno latte o lo fanno già scremato, acido o avvelenato: insomma dello spappolamento sociale crescente fino alla classe media, del crollo della produttività economica e relativa crescita esponenziale di poveri. 
70.000 italiani perdono la casa ogni anno, Maurizio Belpietro su RAI TRE. 
Invece la colpa è esclusiva dei  pastori stupidi o ladri:
1) Quelli che sanno insegnare ma non sanno fare, e si limitano ad impedire ai popoli di capire, degradandoli alla condizione di gregge sfruttabile e macellabile per padroni negrieri e politici rosatellum. Come dire, accecano di cultura idiota i cittadini critici ed esigenti, per convertirli in sudditi rassegnati alla finta democrazia culturale, e vera tirannide economica.
2) I padroni della borsa altrui, sfruttatori, negrieri, affaristi, galoppini, corrotti, esattori e strozzini, provetti borseggiatori di popoli.
3) E i politici, finti democratici, che avviano il gregge di scimuniti allo sfruttamento e impoverimento, a colpi di leggi, decreti, regolamenti, rapine finanziarie e tributarie, fino allo sfascio e a l'inevitabile guerra civile.
Vedi popolo italiano uno e indivisibile da 150 anni, ma per fare miliardario il nord e mafioso il sud, pur avendo professori, giornalisti e burocrati doppi o tripli rispetto al nord.
Insomma, quelli che SANNO (i sacerdoti della cultura), non hanno altra funzione che rendere i cittadini dipendenti e rassegnati al sapere scientifico, al progresso tecnologico e alla truffa delle leggi elettorali incostituzionali; insomma per impedirli di capire e difendersi dagli abusi di chi HA e di chi PUO': dai padroni negrieri, dai banchieri strozzini e dagli utili idioti della politica loro stupidi o corrotti procacciatori d'affari.
Ora voi vi starete chiedendo, e in tutto questo porcaio, i giudici che ruolo hanno? Nessuno. Da fauna pubblica, anche loro sono allevati a gustosi croccantini, come gatti da salotto, per non disturbare le mandrie di pantegane domiciliate o residenti nei parmigiani della ricchezza nazionale, e indefessamente impegnate a svuotarli a spese di quel fesso di Pantalone.
E se mai qualche gatto giudiziario malato terminale di legalità e giustizia (vedi Falcone e Borsellino) osasse disturbare la meritevole opera di appropriazione indebita delle pantegane di Stato e compagni di merenda associati a colpi di mazzette; come dire, di coloro che SANNO, HANNO, o POSSONO mangiarsi l'Italia e gli italiani, si complicherebbe non poco la vita.

P.S. E chi non fosse ancora convinto della catastrofe Italia, vada a studiarsi in sala parto: il rosatellum truffellum.

lunedì 9 ottobre 2017

Quando ci faranno sapere a che serve l'istruzione?


Non c'è solo un abisso di spessore culturale fra i vecchi maestri Platone e Pitagora poco più che contadini, e gli attuali scienziati cacciatori di galassie e dominatori dell'universo; ma anche nel livello di civiltà che ne è derivato.
Gli scienziati “caricatura” di ieri, (alfabetizzati a casaccio: Socrate confessava umilmente “e che so io”?) ci hanno regalato un modello di civiltà millenaria da cui nessun umano potrà mai prescindere. Mentre gli scienziati veri di oggi, dal sapere sconfinato, ci hanno infilato in una civiltà caricatura da cui c’è il serio rischio che si esca tutti in orizzontale.
Ci hanno liberato dal “disordine dinamico” della natura, (gli addetti ai lavori chiamano così il pianeta Terra) ma per sequestrarci in un ordine mondiale affidato ai soliti quattro  tiranni di fiducia, mutuati pari pari in “democrazia”: ignoranza, fame, malattia, e guerra a tempo indeterminato, posto che i vecchi intervalli fra una guerra e la successiva, da sempre definiti armistizio e pace, oggi sono “utilmente” occupati dal terrorismo mondiale che impedisce pericolose infiltrazioni di pace o quanto meno sicurezza fra due guerre.
Al punto in cui siamo, non so se i padri della filosofia pre e post socratica sono felici di averci aiutato a sapere sempre più e sempre meglio come staccare, spaccare, innestare, trapiantare, concimare e conservare vivo un capello anche su un defunto e su un pianeta già morto; o se si rivoltano quotidianamente nella tomba osservando che capiamo sempre meno e sempre peggio come liberare da l'inferno terreno ormai culturalmente indotto popoli e Stati.
Gramsci diceva che "la maggior parte degli uomini sono filosofi in quanto operano praticamente e nel loro pratico operare è contenuta implicitamente una concezione del mondo, una filosofia". Ora sarebbe bello sapere come il filosofo Gramsci considera i suoi colleghi di oggi, il cui "pratico operare" è bere caffè, battere tasti al computer, guidare l'auto, lavarsi le mani prima e i denti dopo i pasti, fumare una sigaretta. Ma un martello per piantare un chiodo, e puntellare una casa che rischia il crollo, mai.
Quindi, attribuire alla politica anche i guasti della cultura è una autentica truffa. La politica democratica è una pietanza semplice come l’uovo lesso. Chiunque governi, non può moltiplicare le risorse naturali né mai cambiare gli “ingredienti umani”, cioè le classi sociali, a cui servono secoli di cultura per migliorarne la qualità.
E che non sia la politica a fare la differenza, lo deduciamo dal fatto che passando di getto dal comunismo al liberismo avrebbero dovuto fallire Russia e Cina, genie di collettivismo non di liberismo; invece sta fallendo Europa e America, che sono si politicamente più liberiste, ma non culturalmente.

mercoledì 4 ottobre 2017

Ma la crescita del sapere, ci aiuta a capire?


Che i politici democratici dovessero sparare balle colossali per acquisire il consenso, e continuare ad esercitare il potere anche quando, per carenza di risorse materiali o umane qualificate, gli è quasi impedito di governare, è più che lapalissiano.
Ma che l’ultima generazione di politici avesse trovato la formula magica per acquisire il potere, e poi abusare spudoratamente degli elettori, fino distruggere popolo e Stato: per la mia cultura "approssimativa", capirlo, (si fa per dire, scusatemi l'esagerazione) non è stata una passeggiata.
In Italia, i politici della Prima Repubblica si sono guadagnati il potere di mangiarsi il Paese, con larghissimo consenso sociale. Più si impegnavano a distruggere, più gli elettori suicidi si ostinavano a confermarli.
Poi l’operazione “mani pulite” ha ripulito l’Italia dai ladri e ci ha risparmiato i comunisti, (illustrissimi consociati DC per mezzo secolo), e gli italiani, non avendo scelta, li hanno incaricati di finire il lavoro a regola d’arte.
E quelli, senza pensarci due volte, si sono accordati con i liberali su come aggiungere danno a danno:
1° nelle famiglie mettendo in guerra tutti contro tutti, tanto da avviare su scala industriale, maltrattamenti, separazioni, accoltellamenti, spregi, femminicidi, stupri e omicidi;
2° nel mondo della cultura per dare potere ai mafiosi e toglierlo ai professori, giornalisti e professionisti onesti;
3° nel mondo del lavoro per distruggere occupazione;
4° nel mondo delle piccole imprese per istigare al suicidio gli onesti;
E tutto a vantaggio di politica, burocrazia, multinazionali e banchieri.
Hanno modellato il sistema istruzione e informazione in modo da formare sudditi  predisposti a bere come una spugna le panzane di chi governa violando spudoratamente persino i diritti umani, e ingrassando a spese degli ultimi.
Questa è la ragione per cui Grillo non ha avuto difficoltà a fare un pienone di voti persino dai diplomati e laureati, con un programma politico dettagliato e chiaro a base di vaffa…. su come salvare l’Italia, pensa tu!
L’istruzione e l’informazione italiana ci intasa il cervello di sapere, apposta per impedirci di capire le porcate della politica, burocrazia e finanza, che mettono in ginocchio il popolo e si mangiano vivo lo Stato, dopo aver paralizzato la giustizia con un sistema legislativo da ospedale psichiatrico. In Italia abbiamo più leggi de l'intera Europa.
Distribuendo a carrettate diplomi e lauree, il popolo entra in cabina elettorale come uno zombi, e conferma il potere politico a chi gli ha creato la giusta confusione mentale per non capire che lui alla politica serve due volte, come elettore idiota e come contribuente rapinabile, ma poi come utente può dimenticarsi i diritti umani e andare pure a morì ammazzato se non si affretta a rubare e corrompere. E serve anche al mercato come consumatore ossessivo compulsivo, truffabile e avvelenabile.
Professori e giornalisti ci “massacrano il cervello” avrebbe detto Twain, in modo da non vedere che il sindacato distrugge posti di lavoro, la Confindustria obbliga i governanti a combattere l’evasione e a tollerare l’elusione, in modo da far chiudere o fallire gli artigiani, suicidare i piccoli imprenditori onesti, delocalizzare le multinazionali stanche di corrompere, o renderle appetibili agli affaristi della finanza mondiale rapace.
E per sfuggire al “sequestro di cervelli” chiamato cultura c’è un solo metodo dalle origini dell’uomo. Basta non accettare in maniera acritica tutto ciò che istruzione e informazione ci propina per renderci abusabili dai tre poteri pubblici, dal mercato sfruttatore e truffatore e dalle banche strozzine.
Tre o quattro decenni fa, un intellettuale eretico, ma provvisto di ministri, osservando le capacità critiche a lumicino dei popoli europei, che più imparavano e meno capivano, osò affermare che solo descolarizzando massicciamente i popoli, si poteva salvare l’Europa condannata ad inevitabile declino.
Ora, quantomeno in Italia, il declino da cultura ottundente lo tocca con mano anche lo scemo del paese, guardando cosa ci sta cavando la magistratura con 500 finanzieri al seguito, dal vaso di pandora delle cattedre gestite in regime di monopolio.
Ma attenzione, se osate proporre, (non di descolarizzare i popoli che sarebbe blasfemo), ma di sforbiciare appena appena l’istruzione teorica per introdurre timidamente la pratica e alternare come per millenni a cura dei genitori, lo studio che ti fa sapere, al lavoro che ti fa capire, rischiate di finire, (se non proprio alla Giordano Bruno), sul rogo della disoccupazione direbbe Don Milani.

lunedì 18 settembre 2017

Smontategli gli airbag dal potere


Il titolo è volutamente provocatorio, per inquadrare il problema della “irresponsabilità” de l’intera classe dirigente, che può fare incetta di onori e liberarsi dagli oneri, e quindi può uccidere i popoli invece di salvarli. E persino quando paga con la propria vita, (vedi Hitler) in quanto tiranno, lo fa, ma dopo aver depredato, torturato e assassinato milioni di innocenti.
Dopo millenni di cultura umanistica, persino le istituzioni democratiche sono ancora progettate perché gli autisti della politica, burocrazia e giustizia siano sistemati in modo da poter azzardare qualunque manovra devastante per i singoli o per i popoli e uscire incolumi da l’auto infernale del potere, con la borsa piena e la vita felice.
Maneggiare la pelle altrui senza rischio per se, è un incentivo alla mala politica, alla corruzione, alla irresponsabilità amministrativa e persino giudiziaria: insomma accende la fantasia delle bestie camuffate da uomini intelligenti, potenti, indulgenti e persino filantropi. Come tutti gli addetti pubblici strenuamente impegnati nella contabilità dei femminicidi e degli stupri, degli omicidi e dei suicidi, dei fallimenti o delle corruzioni, mai nella prevenzione, pur sapendo perfettamente quali sono i carnefici e le vittime.
Ma se fosse la loro pelle a finire per prima nel tritacarne, tranquilli, non avrebbero più interesse a “distrarsi”. Che siano dei galantuomini o dei granfarabutti, ce la metterebbero tutta ad uscire in verticale dai palazzi del potere, posto che governando da cani come governano oggi in Italia, da li ne uscirebbero vivi, ricchi e felici in sogno, anzi in incubo.
Ora risparmiatevi il fastidio di chiedermi quali modifiche Costituzionali garantirebbero l’incolumità ai passeggeri e agli autisti pubblici che tengono bene la strada, e quali lascerebbero ai potenti idioti, matti o criminali la libertà di suicidarsi se solo si azzardano a danneggiare il popolo. Lo capirete da soli più avanti.
Allo Stato delle cose, l’intera comunità mondiale perde almeno l’80% del suo tempo per tentare di proteggersi dagli avanzi di galera che infestano il potere, ma come vedete, ci riesce sempre meno e a costi proibitivi
I potenti dividono e mettono in guerra l’umanità per accrescersi il potere di sfruttamento e controllo, come fanno da un secolo i comunisti e i liberisti italiani. Usano gli onesti da produttori di ricchezza, e loro si limitano a sprecarla e rubarla. Dovrebbero fare tutto in nome e per conto del popolo, ma fanno tutto per conto proprio.
Allora via gli airbag dal potere. I governanti impegnati nella delicata funzione di aggiustarsi la vita propria scannando e  macellando governati, dovrebbero saperlo prima di entrarci, a cosa vanno incontro. Si salvano la borsa e la vita, ma solo se, dove, come, quando e dopo (mai prima) aver salvato quella dei governati.
I posti protetti da airbag, sarebbero quelli dei cittadini, dal neonato al moribondo. Mentre, dal lavacessi pubblici al presidente, sarebbero tutti comodamente seduti sul paraurti anteriore di quella macchina infernale chiamata potere pubblico, in modo da avere al meglio il controllo della strada, e decidere liberamente se arrivare a destinazione interi, o sbattere e levare il disturbo in orizzontale, prima di aver arrecato danno agli utenti, agli elettori, ai contribuenti.
In un vero Stato liberale, legittimato dal popolo sovrano a prevenire i crimini, non a moltiplicarli e trarre profitto e giustificare la rapina tributaria lunga sette decenni come in questo miserabile Paese, nemmeno al Presidente della Repubblica sarebbe riconosciuto il potere di contestare a qualunque cittadino onesto e quindi sovrano, una violazione di legge, se nessuno ha arrecato ad altri danno materiale o morale, se nessuno ha lussato manco la gamba ad una formica o arrecato danno economico a chicchessia, almeno per una quattro soldi bucata.
Invece siamo tutti sepolti vivi di verbali e di multe milionarie, per comportamenti rigorosamente morali, ma che sono considerati violazioni delle 300.000 leggi da manicomio di questo Paese, reso miserabile, perché pensate ed applicate non per liberare gli onesti dai criminali, ma i criminali dagli onesti che non fossero dei generosi portatori sani di bustarelle.
E chiudo qua con la motivazione di una sentenza di tre decenni che ancora grida vendetta.
Il giudice dichiara legittima la distruzione totale di un imprenditore, che non avendo imparato a rubare, non aveva da pagare le tasse rapina. 
Dal punto di vista morale niente da eccepire, ma la legge è un’altra cosa”. Come dire che lo Stato non si limita a punire i crimini e liberarci dai criminali, (sarebbe poco remunerativo) ma specula pure sui santi, sulla dabbenaggine di chi crede di avere un comportamento super legale rispettando la morale.
Ma la legge è pensata volutamente immorale per gettare le reti a strascico su l’intero popolo e riempire di contanti le casse pubbliche dentro le quali i farabutti e i corrotti  privati e pubblici ci tengono fisse le mani .