giovedì 29 giugno 2023

La classe media è il sistema immunitario salva Popolo


Calvino diceva: "un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere".
In Italia, il sapere è pensato e distribuito per l'arricchimento intellettivo degli italiani e in funzione della giustizia sociale, o serve a ben altro?
A giudicare dalle attuali condizioni del fu Belpaese, temo che il sapere scientifico e la fede politica non siano messe sufficientemente in discussione, per evitare che assumano la stramillenaria e stramaledetta funzione di predisporre allo sfruttamento, deboli, poveri e indifesi, per garantire l'arricchimento legale e crescente a ricchi e potenti.
I poveri, (costretti a rubare anche l'aria che gli serve per rimanere in vita) guardano con invidia i ricchi "onesti a prescindere", che non solo non fanno un giorno di galera, ma addirittura non vengono raggiunti da un avviso di garanzia, né chiamati a pagare una multa per divieto di sosta, anche se presi in flagranza a rubare poveri con la pala meccanica. 
Ma possiamo consolarci, sul pianeta non siamo soli in queste "eccellenti" condizioni.
Non solo l'Europa, ma tutti i potenti del pianeta (come fossero le tre scimmiette) stanno lasciando da tre decenni che il Mediterraneo si riduca a cimitero, e nessuno muove un dito.
Dei 200 stati del mondo, (di cui almeno quattro potenze mondiali armate fino ai denti e pronte a scatenare un conflitto atomico) nessuno tenta di fermare lo stillicidio genocida di immigrati nel Mediterraneo e ancora peggio, da un anno e mezzo la carneficina in Ucraina.
Quelli chiamati pomposamente Stati di diritto, con la loro bella Costituzione, i loro bravi codici, le loro brave leggi, sono progettati "ad Paperoni".
Perché, a chi ruba miliardi sia garantita non l'impunità, di più, l'immunità.
Il Ministro della Giustizia Nordio, ha detto: in Italia "anche un imprenditore onesto non può pagare tutte le tasse".
"La nostra legislazione tributaria è piena di ossimori, se un imprenditore onesto decidesse di assoldare un esercito di commercialisti per pagare fino all'ultimo centesimo di imposte non ci riuscirebbe perché comunque qualche violazione verrebbe trovata, le norme si contraddicono"Non fa una grinza. 
Per numero di leggi e di giuristi l'Italia non è stata mai seconda a nessuno. Ora provate a riflettere come è ridotto popolo e Stato, culturalmente, giuridicamente, socialmente ed economicamente, dopo tre quarti di secolo di "politiche allegramente inique". Degli Imprenditori suicidi in Italia si è perduto in conto.
Sull'altare della giustizia sociale truccata, ora non finiscono immolati solo i poveri.
Anche la classe media, prima con la pandemia e ora con la guerra e l'inflazione galoppante, è chiamata a contribuire a l'accumulo famelico dei ricchi e potenti.
Tutto questo sta portando le due ultime generazioni benestanti ad arrampicarsi sugli specchi per non retrocedere nella povertà.
La "fedina morale" della classe media intellettuale e produttiva non è più immacolata come una volta. Chi stava tentando di salire qualche gradino della scala sociale, ora è chiamato tributariamente a fare da ammortizzatore, tra la fame dei poveri da cui non c'è più niente da spremere e l'appetito famelico e crescente dei ricchi.
Pensate davvero che l'Italia possa dirsi ancora Stato di diritto, con questa abominevole giustizia occupazionale, retributiva e tributaria, che condanna un intero popolo a tenersi in equilibrio sulle montagne russe della globalizzazione, tra rare impennate di benessere e decennali picchiate di impoverimento? 
Non essendo addetto ai lavori, io non distribuisco verità. Ma temo che per i governanti, maneggiare incautamente i fili dell'alta tensione sia meno pericoloso ché derubare, tartassare e impoverire la classe media, col rischio di convertirla, da sistema immunitario salva Popolo, in patologia assassina.
Franco Luceri

sabato 24 giugno 2023

Col progresso non si rischia il futuro ma l'istante


Se l'uomo è sopravvissuto "all'autolesionismo della propria ignoranza", e con un solo neurone allo stato embrionale si è assicurato centinaia di millenni di futuro senza affannarsi a cercarlo o a costruirlo; perché noi umani del terzo millennio, con la nostra sacra cultura umanistica e il nostro sacro progresso scientifico e tecnologico, più ci spacchiamo i neuroni per razionalizzare il presente, più mettiamo in forse il futuro dell'umanità e persino del pianeta?
Forse non faremmo male a domandarci: ma la cultura con cui ci implementano il cervello, è curativa è patologica o è letteralmente assassina? Vedi sul fronte sociale bullismo, baby gang e femminicidi; e sul fronte climatico sconvolgimenti assassini. E sul fronte politico economico, meglio stendere un velo pietoso.
Posto che, per milioni di anni, pur vivendo umilmente alla giornata, nessuno ha mai dubitato che il futuro dell'umanità dovesse essere costruito e protetto o potesse essere a rischio, (come dire dietro l'angolo); perché ora, con eserciti di tecnici e specialisti siamo condannati a vivere alla giornata e a temere che il nostro futuro non sia per niente garantito se non ripensiamo e ricostruiamo il rapporto devastante e bellicoso che abbiamo con la natura, fra popoli e persino fra consanguinei?
E chi è riuscito a mettere in moto il cervello, provi a togliere la marcia dello sporco interesse soggettivo e si faccia queste due domande che si direbbero abbastanza pertinenti e forse essenziali: 
1) nella popolazione mondiale, è la crescita eccessiva di ignoranti o di istruiti ad arrecare danni e indurre di conseguenza le reazioni negative del pianeta?
2) oppure, sono troppi, sono pochi o di scarsa qualità, i mezzi culturali tecnologici e finanziari di cui ci siamo dotati, tanto da indurre negli umani più bestialità che umanità?
Oltre a non sopportarci reciprocamente, oltre a sfruttarci, a tentare di rovinarci economicamente, o di sopprimerci, è chiaro che il pianeta non gradisce più la nostra presenza, perché?
Tutti considerano e difendono la scuola e il diritto allo studio come il più importante ascensore sociale, non come la più sacra delle finalità a cui vanno indirizzati senza se e senza ma, uomini e cose. 
Nessuno osa domandarsi, ma poi l'ascensore sociale (che ci costa un occhio e ci ammacca pure l'altro), ci porta a destinazione o ci scarica per strada? Un ingegnere aereo spaziale arriverà con l'ascensore direttamente alla NASA con un contratto a tempo indeterminato su cui apporre la firma, o al meglio dovrà cercarsi lavoro in qualche municipalizzata della nettezza urbana? E un laureato in medicina scenderà dall'ascensore direttamente in sala operatoria armato di bisturi, oppure dovrà arrangiarsi da magazziniere precario e sottopagato in qualche supermercato del suo paese?
Perché se le cose stanno così, temo che "l'ascensore cultura" abbia bisogno di un serio programma di manutenzione e riparazione prima che estingua del tutto l'umanità, per un eccesso di cultura, ma ahinoi, economicamente alla bancarotta.
Franco Luceri

domenica 18 giugno 2023

In Italia la politica ha ammalato la cultura o viceversa?


Italo Calvino diceva: "Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perché le risorse mancano, o i costi sono eccessivi.
Un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere".

Se falsificando la cultura fai credere che a questo mondo esistiamo solo per gentile concessione della scuola che ci istruisce, della politica che ci nutre e cura, della giustizia che ci tutela e delle banche che ci finanziano; smettiamo di credere che invece è il Padreterno a crearci capaci di sviluppare intelligenza interagendo con la Natura per trarre da essa tutte le risorse necessarie a vivere una vita sana e dignitosa. Proprio come tutti i popoli del mondo negli ultimi 10 mila anni arrivando sani e salvi fino a un secolo fa.
Questo è il motivo per cui la politica ha allontanato i popoli occidentali dalla religione. Se avessero continuato a credere in Dio e nel potere istruttivo, nutritivo, curativo e salvifico della Natura, avrebbero capito che cultura politica e finanza sono tre pessimi surrogati, vitali per gli addetti ai lavori e mortali per gli altri.
Ciò che all'Umanità serve davvero lo dobbiamo a Dio, che ci ha reso capaci di vivere dignitosamente la povertà, senza l'armata brancaleone della politica, che fingendo di sconfiggerla, nell'ultimo mezzo secolo ci ha lasciato in mutande.
Ciò che elargiscono i potenti ci costa un occhio e non di rado anche la vita se decidono di farsi la guerra.
Per dare a Cesare quel che è di Cesare, bisogna distribuire meriti e colpe fra cultura, politica e finanza, con imparzialità.
Se un sistema sociale come l'Italia è ricco di imprese ma povero di salari dignitosi e di produttività, sul banco degli imputati va messa la cultura e gli addetti ai lavori.
Se invece produce, grazie alla cultura, ma la politica non è in grado di tassarlo quanto basta per garantire funzionalità allo Stato, o lo tartassa fino a costringere le imprese a licenziare e chiudere o fallire, è la politica che va rimandata a casa e condannata a risarcire poveri, disoccupati, e falliti.
Se invece le imprese hanno difficoltà a nascere, assumere o crescere per carenza o costo proibitivo del credito, sono i banchieri che vanno processati e tassati per risarcire imprese e lavoratori.
Tutto il resto è "nebbia": è disinformazione prodotta dal mondo della "in-cultura" al servizio di politici e/o banchieri per impedire ai cittadini di arrivare alle VERE cause e incriminare i VERI responsabili.
Da un sistema sociale incasinato dalla politica si può uscire vivi. Ma se gli irresponsabili si annidano a monte, fra le teste d'uovo de l'istruzione, informazione, burocrazia e professioni asservite alla finanza e al mercato, per salvarsi temo che serva un miracolo.
Il mondo della cultura dovrebbe fornire ad ogni singolo cittadino la capacità di avere una visione ed elaborare la giusta strategia per perseguirla.
Ma se senti filosofi e matematici imputare mancanza di visione e strategia ai loro colleghi prestati alla politica, capisci che siamo così malridotti perché il mondo della cultura è "lucidissimo" quanto un ubriaco all'uscita dall'osteria a mezzanotte.
Che sia stato il locomotore culturale a trainare l'umanità sulla via del progresso democratico è lapalissiano. Ma trainando trainando, siamo passati dai quattro "cavalli" all'origine, agli attuali quattro milioni di "socrati e pitagori" solo in Italia. E che un tale spreco di "im-potenza intellettuale" potrebbe deragliarci dalla civiltà alla barbarie o a l'autodistruzione, è più che pertinente ipotizzarlo.
Franco Luceri

mercoledì 14 giugno 2023

Berlusconi è stato lungimirante per necessità, ma visionario per vocazione


Un uomo lungimirante: mira lontano e sfrutta "da vincente", lo status quo. Insomma si adatta al sistema per vincere la guerra non una battaglia sola.
Invece il visionario cerca di adattare il sistema a sé. A piccoli passi, ma costruisce materialmente l'idea complessiva di futuro, che nel suo cervello è già progettata e visibile.
Anche quando sembra disposto ad accettare il gioco degli altri, lo fa per indurre gli altri a partecipare al suo, a portare e incollare mattoni alla costruzione del cambiamento che nel suo cervello è chiaro e funzionante.
Non sono un addetto ai lavori e potrei pure sbagliarmi, ma credo che Berlusconi sia nato visionario
Come tutti i visionari ha dovuto adattarsi ad essere imprenditore lungimirante: è stato al gioco altrui per invogliare alla costruzione del suo.
Ma da politico ha tentato di rimodellare l'Italia secondo la sua geniale visione. Non ha trovato le giuste condizioni culturali, né le giuste Risorse Umane, ambientali e finanziarie per riuscirci.
Come tutti i visionari, in politica si è trovato solo a combattere sul fronte contro eserciti di nemici, miopi ma numerosi, nazionali ed europei che alla lunga sono riusciti ad azzopparlo esattamente come azzopparono Bettino Craxi.
Silvio Berlusconi, per me sei stato lungimirante da imprenditore e genio visionario da politico. L'Italia ha dimostrato di non meritare un guerriero indomabile come te. Ora riposa in pace.
Franco Luceri

venerdì 9 giugno 2023

L'Uomo non è stato ancora inventato, il Mostro si.


Nella ricchissima fauna animale del pianeta Terra, l’UOMO che rispetta la DONNA è una autentica rarità. Abbonda il maschio che la usa, la custodisce come sua proprietà o la getta, se non risponde docilmente ai suoi comandi come un mezzo da lavoro.
Nella incivile “civiltà umana”, il maschio che congenitamente nascesse UOMO, (rispettoso della donna, quanto è più di se stesso) sarebbe una specie di invalido bisognoso di cure rieducative.
Per rendere uomo e donna reciprocamente compatibili, temo servirebbe uno speciale trattamento pedagogico psicologico, che il mondo scientifico, (lanciato a rotta di collo nelle conquiste spaziali, nello strozzinaggio finanziario, nella produzione di armi di distruzione di massa e nella devastazione ambientale) ancora non ha avuto occasione d’inventare. 
Mentre cresce la fauna dei presunti “uomini deformati dalla cultura” dominante, che rimangono irrimediabilmente cavernicoli, violenti,  possessivi, prevaricatori e non di rado potenziali assassini.
Ottimi per la guerra, ma nocivi alla pace, alla fratellanza, alla solidarietà, all’altruismo, al rispetto reciproco, all’amicizia, all’amore UOMO-DONNA, o alla famiglia MARITO-MOGLIE-FIGLI.
Non so se “errore di Dio” sia soltanto l’uomo; ma a giudicare dalla frequenza dei fallimenti affettivi e coniugati e dalla ferocia crescente dei femminicidi, un programma di manutenzione psicologica di tutta la specie “umana” ormai disumana, credo non guasterebbe. 
Posto che nella delicata selezione dei generi, a volte anche la donna ci mette del suo, (perché vittima della cultura dominante, per inesperienza o calcolo fallimentare) scambiando una bestia feroce col portafoglio, per un uomo col cervello.
Franco Luceri

La moderna “umanizzazione” del maschio genera mostri e catastrofi

L’8 giugno 2016, il problema femminicidi, mi indusse a scrivere il pezzo che segue. E avendolo trovato dopo sette anni fra i ricordi Facebook, in un momento in cui i femminicidi hanno raggiunto una frequenza e un livello di ferocia terrificante, ho pensato di riproporlo aggiornato. Se dovesse interessarvi leggerlo, è gradito un vostro commento di elogio o di critica. Grazie.

Come orientarsi nel difficile rapporto uomo donna?
Si dovrebbe insegnare a tutte le donne, a sedurre in tuta e ciabatte. Il 90% degli uomini che le donne le desidera sessualmente e scambia il desiderio per amore, sarebbe in automatico fuori concorso: da rieducare al difficile rapporto uomo donna. Rimarrebbe quel restante 10%,  che stimando le donne per la loro intelligenza ne hanno un sacro rispetto, e le amano più di se stessi per tutta la vita. 
Questi e solo questi sarebbero uomini affidabili; perchè anteponendo l’amore al sesso, non scelgono le donne belle da cui trarre godimento, ma le intelligenti a cui darlo, spirituale, prima ché sessuale. 
Purtroppo, guastato dalla cultura attuale, non c’è maschio al mondo che scelga la donna per ciò che ha in testa, se prima non ha scelto, fallito e tratto insegnamento dai suoi errori.
F.L.

martedì 6 giugno 2023

Il "buongoverno" della democrazia è mutato in democratura?


Dall'uomo scimmia a l'uomo scemo, "la montagna della cultura ha partorito un solo minuscolo topolino".
A colpi di cambiamenti gattopardiani, la politica continua da millenni ad adattare burocrazia, giustizia, mercato e finanza, alla immodificabile finalità cavernicola dello sfruttamento dei poveri per l'arricchimento dei ricchi.
E Victor Hugo immortalò così questa patologia politica mondiale: 
"è dell'inferno dei poveri che è fatto il paradiso dei Ricchi".
E non ha fallito solo la cultura. Anche la religione ha sprecato millenni promettendo la soluzione del rompicapo povertà, ma ottenendo a livello planetario una esplosione di poveri.
I ricchi potrebbero anche nascere acefali, con una rapa al posto della testa, ma la formula vincente per l'arricchimento l'avrebbero sempre e solo loro perché provvisti di portafoglio
Pagando, corrompendo o minacciando possono comprarsi tutte le grandi teste
della cultura e della politica che gli servono per progettare, legalizzare e portare a buon fine (a spese dei poveri) qualunque crimine sociale, finanziario e/o ecologico, funzionale alla loro folle accumulazione di potere personale e corporativo.
Che si chiamino progressisti o conservatori; i tassisti della politica con i cervelloni della cultura al seguito, sono autorizzati ad occupare "da passeggeri" la Rolls Royce degli Stati democratici (eternamente col serbatorio asciutto), dovendo lasciare libero il posto di autista ai benzinai: ai fornitori di carburante finanziario che pretendono di guidare il carrozzone Stato verso il "buon governo" del profitto garantito ai grandi padroni, fame ai lavoratori e padroncini, e avanzi alla classe media, che in Italia, almeno da mezzo secolo, si offre o si svende da utile idiota ai Paperoni per non retrocedere nella povertà.
 
E così, secolo dopo secolo siamo arrivati a questo livello di barbarie, persino nelle "migliori" democrazie Occidentali, (Italia in primis), perché i cittadini continuano a chiedere allo Stato, (cioè all'istituzione che vive dei loro tributi: quindi a se stessi) una quantità di diritti che singolarmente nessuno (che non sia un genio della truffa o del furto) può pagarsi di tasca propria. 
Ma li pretendono ugualmente "a cambiali", dimenticando che poi, per il debito pubblico e gli interessi passivi, quei diritti, prima ancora di essere fruibili come diritti, si convertiranno in doveri tributari e disservizi burocratici ammazza Popoli e ingrassa Paperoni.
Ed è per questa via che le democrazie  politiche occidentali si sono convertite in democrature finanziarie e industriali socio-eco-assassine.
Da Platone ad oggi, i saggi, i ricchi e i potenti hanno avuto a disposizione 24 secoli per fare della democrazia il paradiso dei poveri che sono una schiacciante e immodificabile maggioranza, (perciò legittimati ad auto governarsi) ma ne hanno fatto un inferno dantesco.
L'esigua minoranza dei Ricchi è interessata a consegnare e a conservare la democrazia nelle mani dei poveri, a costo di esportarla a cannonate, perché i poveri, accumulando debito pubblico per correre verso il miraggio dei diritti senza doveri, si autoschiavizzano, impoveriscono e ingrassano i Paperoni.
Se in mano al popolo sovrano (ma reso culturalmente autolesionista)  la democrazia non si fosse dimostrata miracolosa per garantire l'ossessiva accumulazione finanziaria ai "poveri bilionari", l'avrebbero già assassinata e sepolta.
Nel mondo le attuali democrazie sono tenute scientificamente in pugno da poche decine di "fornitori di carburante finanziario" per gli Stati disponibili ad indebitarsi, e continuano ad essere per i popoli "un salto dalla padella alla brace": dalla dittatura politica assassina, alla "democratura economica" che deruba i popoli e li uccide due volte: rendendo assassina la natura e fallito lo Stato.
E se la mia povera opinione non Vi avesse convinto, provate a rimanere scettici pure con Luciano De Crescenzo, che ha descritto così il "progresso" mondiale:
"La stupidità è il motore del mondo. I politici, gli uomini di marketing, i religiosi, i personaggi dello spettacolo, campano tutti, chi più chi meno, sulla stupidità umana.
Non basta? De Crescenzo non convince? Allora provate con MARIO DRAGHI
"Un Paese perde sovranità quando il debito è troppo alto", perché a quel punto "sono i mercati che decidono", e ogni decisione di policy "deve essere scrutinata dai mercati, cioè da persone che non votano e che sono fuori dal processo di controllo democratico".
E che la forza mostruosa del denaro avrebbe abbattuto la politica democratica come la diga del Vajont, lo avvertì e descrisse così anche Bettino Craxi
"Dopo di noi, il regime violento della finanza vi farà a pezzi. Dietro la longa manus della cosiddetta globalizzazione si avverte il respiro di nuovi imperialismi, sofisticati e violenti, di natura essenzialmente finanziaria e militare".
Come dire: "democrazia riposa in pace" 
Ad impoverire Italia e italiani, ci sta pensando scientificamente la democratura mondiale.
E che Dio ce la mandi buona!
Franco Luceri

sabato 3 giugno 2023

Al braccio di ferro uomo-natura l'uomo perde sempre


Salvo illustrissime eccezioni, tutti i saggi, i ricchi e i potenti del mondo, singolarmente si illudono di saper usare il prossimo a proprio vantaggio; ma finiscono per vivere da sfruttatori di stupidi, e sfruttati da chi è più scaltro, ricco e potente di loro.
Nell'Occidente progredito, grazie alla cultura e al denaro facile e abbondante, il numero degli sfruttatori cresce in maniera esponenziale e patologica e di conseguenza, anche il numero delle vittime che impoveriscono irrimediabilmente. 
Assaltano la diligenza Stato, privatizzano profitti e socializzano perdite indebitando la collettività. E non basta, distruggendo, avvelenando e depredando la natura, creano le migliori condizioni perché la natura decida di riprendersi ciò che è suo, (vedi Emilia Romagna) rimandato al mittente i danni subiti.
Perciò in quelle zone devastate dall'alluvione non è assassina la natura, ma suicida l'uomo. 
La colpa non è di nessuno ed è di tutti. Per tre quarti di secolo, vittime dell'informazione parziale, tutti abbiamo seminato e coltivato (sottoscritto compreso) il pregiudizio che i banchieri strozzini fossero il tumore dell'umanità per eccellenza,  perché pretendono di finanziare poco e guadagnare molto. 
E non ci siamo accorti che il primato glielo hanno soffiato in coppia professionisti e industriali che derubandosi reciprocamente e condizionando pesantemente la politica producono utili astronomici e li conservano sfruttando lavoratori, evadendo o eludendo imposte o scaricando danni sulla natura, che poi li rimanda al mittente, generando devastazione, morte e costi proibitivi per tornare a galla.
Grazie alla scienza è sicuramente importante la capacità dell'uomo di difendersi dalla natura; ma pensare che la natura si lasci depredare e asservire, perché incapace di reagire alle aggressioni dell'uomo è da suicidi.
Perciò sarebbe igienico rivedere il pregiudizio che noi italiani ed europei abbiamo da sempre riguardo ai banchieri. 
Perché lesinare credito a un popolo o derubarlo da strozzino è un crimine. Ma avere un PIL da locomotore economico come l'Emilia Romagna, disporre di denaro persino in eccesso e non spenderlo per conservare in buona salute la natura o spenderlo per depredarla, sottovalutando la sua reazione, è un crimine di tecnici, industriali e politici, decisamente peggiore.
Ci vuole una manciata di secondi per spostare denaro da un conto all'altro e sanare una carenza di risorse finanziarie o ridurre un tasso usurario a tasso legale, anche in capo al mondo senza una Lira di spesa e senza fare un passo.
Ma i guasti sociali e ambientali causati da culture e politiche di spesa "ecoincompatibili" come in Emilia Romagna, sono un crimine decisamente peggiore, perché ora serviranno decenni e una montagna di miliardi per riportare in vita il sistema economico e le infrastrutture di quando l'Emilia Romagna era l'invidiato locomotore d'Italia.
Insomma, nel meridione è evidente da tre quarti di secolo che la politica finanziaria sbagliata frena lo sviluppo.
Ma dove la politica industriale, imputabile a professionisti politici e imprese, abusa della natura, si lascia dietro solo un cimitero.
Franco Luceri