sabato 13 settembre 2025

Natura e Cultura sono l'origine di qualunque problema e soluzione

 





Ovunque la politica liberista ha bisogno di due cose: un popolo produttivo e contributivo e una burocrazia capace di convertire i tributi in servizi. 
E alla fornitura di risorse umane qualificate, provvedono senza danni istruzione e informazione, ma solo se riescono ad individuare il tipo di risorse che mancano al sistema economico e al sistema stato: lavoratori dipendenti o imprenditori.

Cercare fuori dalla natura e dalla cultura le cause dei guasti o le possibili terapie per qualunque sistema sociale, è irrazionale. Per noi umani la cultura è come la pioggia, o fertilizza i cervelli o li avvelena come fosse pioggia acida
Dove ignoranza e stupidità sfuggono alle terapie formative, diventano variabili impazzite e infettive quanto una pandemia, capaci di scatenare alterazioni socio-economiche che solo la guerra riesce a "governare", ma a colpi di devastazioni e genocidi.
I peggiori effetti che può produrre la cultura, sono sugli esseri umani, che finiscono per credere positivi un certo tipo di cambiamenti, ma poi di negativi ne arriva un diluvio, fino a demolire tutte le costruzioni istituzionali ingenuamente approntate contando su un modello di civiltà e progresso fantascientifico (come lo è stato il Comunismo in mezzo mondo) o peggio, se arriva il cambiamento, è perfetto come un incubo. (Vedi Italia Istruzione e Sanità allo fascio)

Un popolo comunista, dall'istruzione si aspetta una crescita di soggetti predisposti per il lavoro dipendente pubblico, posto che in quel modello di sistema sociale, c'è un solo datore di lavoro, lo Stato.
Mentre nei sistemi liberisti serve un tipo di istruzione che faccia crescere gli imprenditori, gli "Animal Spirits direbbe Keynes", e quindi l'occupazione dipendente privata, per non sovraccaricare lo Stato di dipendenti pubblici, costi e tasse per i contribuenti, rischiando di mettere KO il sistema economico, con gli imprenditori ridotti al fallimento (e non pochi anche al suicidio) e lo Stato al default.
Ma a tutt'oggi, il modello culturale liberista, invece di incrementare la classe imprenditoriale privata o attrarre imprenditori, fa fallire o fuggire quelli nazionali a rotta di collo.

E così dopo quello comunista, sta venendo giù anche il sistema liberista che avrebbe bisogno crescente di imprenditori capaci e onesti per produrre profitti salari e tasse che tengano popolo e Stato in buona salute.

Perciò le soluzioni può pensarle e attuarle solo il mondo della cultura maturando intellettuali e professionisti capaci di governare lo Stato senza ridurre al fallimento gli imprenditori onesti e alla disperazione i lavoratori.

Ma dopo l'istruzione, un valido contributo allo sfascio, ce lo fornisce anche il mondo dell'informazione, che è strenuamente impegnato a farsi, (bianco rosso o verde che sia)  "il Premier alla griglia", oppure a fare le pulci a singoli ministri, dimenticando che in un sistema parlamentare, chi governa ha il potere di un due di briscola in una partita a scopa, e occupa la Stanza dei Bottoni solo in rappresentanza e con l'avallo del Parlamento.

Perciò, se non si rimuove la causa del guasto direttamente alla sorgente, si fa doppio danno: si consumano le risorse che potrebbero riportare il sistema in salute, e si aggrava il marciume.
Giusto per capirci: risanare la cultura curando la politica, é come voler riparare un motore fuso cambiando il tubo di scappamento o i fari antinebbia.
I sistemi liberisti stanno seguendo la sorte dei sistemi comunisti defunti, perché il mondo della cultura non riesce più a maturare cittadini capaci di produrre autonomamente ricchezza onesta e politici capaci di perseguire concretamente il bene comune, con politiche perequative. Posto che l'interesse particolare è in ogni angolo del pianeta un volano di catastrofi ingovernabili e insanabili.

In Italia la scuola sta puntando a testa bassa da otto decenni nella produzione intensiva di intellettuali e professionisti; ma se ha azzeccato la diagnosi, sta sbagliando "terapia formativa", posto che nel sistema economico italiano presunto liberista, "dei politici capaci e degli imprenditori onesti", piano piano si sta estinguendo la razza.

Io non sono un addetto ai lavori e non ho soluzioni da proporre. Ma fossi in voi, viste le condizioni pietose della cultura italiana, le risorse imprenditoriali "salvagente", proverei a chiederle direttamente alla Natura, appendendo un cartello nella Foresta Amazzonica, con questo bando di concorso:
"Cercasi Animal Spirits Keynesiani naturali, veraci, non modificati o adulteratiAstenersi "mordi e fuggi", con la fuga dei cervelli e delle imprese, né abbiamo già da esportazione.
Franco Luceri

domenica 7 settembre 2025

Il fallimento della cultura e derivati è raccapricciante







Non trovando in Italia le condizioni per credere ciecamente nella saggezza umana; ho cercato di capire cosa abbia potuto rendere intelligenti i nostri progenitori Adamo ed Eva: il privilegio di essere stati creati da Dio e ospitati in Paradiso; oppure il disagio per aver subito lo sfratto e la detenzione nell'inferno terreno.
Ma in questa materia carente di certezze, sono possibili solo ipotesi. Forse Dio, Creatore dell'Universo, temendo che la condizione privilegiata e garantita ma irresponsabile avrebbe potuto rendere stupidi i nostri progenitori; avrà incaricato il serpente di metterli alla prova e creare le condizioni "giuridiche" per lo sfratto esecutivo.
Così, da padroni del Paradiso, i coniugi Adamo immortali e proprietari sconfinati si ritrovarono retrocessi e detenuti a l'inferno. Privati dell'immortalità e condannati a soddisfare i bisogni primari di cibo, acqua, sonno, sicurezza e salute lavorando duramente la terra.
Allora una domanda sorge spontanea; quale habitat ha contribuito ad arricchire di neuroni i nostri progenitori e noi eredi: gli agi e l'irresponsabilità del Paradiso, oppure i disagi, i pericoli, le carestie e il duro lavoro nell'inferno terreno?
Credo, (ma correggetemi se sbaglio) che sia stata la condanna e la detenzione all'inferno dei coniugi Adamo, ad attivargli la produzione e maturazione di quei neuroni, che noi presuntuosi eredi e successori stiamo usando da matti, da padroni dell'universo sbiellati, dimenticando che siamo solo ergastolani e figli di ergastolani.
Grazie alla presunta intelligenza e alla presunta conoscenza, l'umanità è passata dalle caverne ai grattacieli, dalla clava alla polvere da sparo e poi in accelerazione alla bomba atomica, ai droni, all'intelligenza artificiale, ai genocidi a norma di legge.
Quindi è evidente che il fertilizzante cultura viene utilizzato, ad insindacabile discrezione degli addetti ai lavori, più per finalità egoistiche e bestiali, chè Umane e Sociali.
Salvo eccezioni, sembra che negli umani l'arricchimento del cervello non induca altruismo, mentre quello del cuore ne scatena tanto da rendere gli individui incapaci di vedere la cattiveria altrui e quindi li candida a vittime sacrificali dalla nascita alla morte.
Il massimo dell'altruismo che la cultura è riuscita a maturare negli esseri umani, è circoscritto al nucleo familiare, tra genitori, e genitori e figli. Il resto dell'umanità è considerato da ogni singolo individuo, terreno di caccia, limone da spremere per sé o al massimo per la propria famiglia. 
Le frazioni, i comuni, le province, le regioni, gli stati, i continenti e relative istituzioni, sono tutti considerati terreni confinanti da sfruttare e derubare. A tutt'oggi sono solo questi i miracoli della cultura, e scusate se le 56 guerre in corso dovessero sembrarvi poche.
Più l'uomo sa, più si abusa del prossimo producendo vantaggi personali, o quando tutto va da Dio, familiari. Del Popolo, dello Stato, dell'Umanità e del pianeta che ci sopporta a malapena, non gliene frega una mazza a nessuno. 
Che sia intellettuale, professionista, burocrate, politico, giudice, industriale, banchiere o governante, vive soltanto in funzione della sua personale convenienza, anche quando sembra che si stia spendendo per gli altri.
La domanda a cui nessuno risponde è questa: i popoli scelgono di formare fiumi di laureati perché possano formare e crescere benestanti le loro famiglie, (a spese di milioni di poveri ignoranti e malati) o perché i laureati servirebbero per rendere il sistema stato più funzionante e più sicuro per ogni singolo cittadino, se si assumessero come classe dirigente la responsabilità di far funzionare tutti i sottosistemi dello Stato: scuola, stampa, trasporti, previdenza, economia, giustizia eccetera eccetera?
Ma nell'ultimo secolo nessuna democrazia è riuscita ad arrivare al traguardo della prosperità, pace e giustizia sociale, senza perdere per strada milioni di esclusi e tartassati, usati dagli irresponsabili compagni di merende della cultura, burocrazia, politica e finanza, come terreni da sfruttare, anche a costo di portare lo stato alla bancarotta.
Le eccezioni ci sono, gli atti di eroismo non mancano, anzi in Italia si sprecano, ma la minoranza non fa storia. Le democrazie funzionano se la maggioranza dei cittadini è garantita, responsabile, onesta e al servizio della minoranza. Oppure lentamente finiscono allo sfascio, dopo aver massacrato di esclusione, ingiustizia e guerra, decine di milioni di poveri, ignoranti e malati indifesi.
Sarà per un calo di diottrie o di neuroni, ma io, dopo otto decenni, la soluzione al rompicapo italiano non riesco a vederla, perché il popolo è spaccato in garantiti e tartassati. E i burocrati e i professionisti, che insieme dovrebbero assumersi la responsabilità giuridica, morale ed economica del sistema Italia, (posto che ormai sono come il prezzemolo, esondano a 360 gradi, dal mondo della cultura, alla burocrazia, alla politica e alla Finanza) ma scaricano pari pari i danni sui contribuenti: lavoratori e piccoli imprenditori fino a ridurli al suicidio.
Insomma, per non farvela lunga, le classi dirigenti e potenti che arraffano garanzie e privilegi a quattro mani, ma rifiutano qualunque responsabilità, e scaricano disagi, costi e danni sui lavoratori che buttano il sangue, hanno fatto e continuano a fare delle democrazie un cimitero senza confini.
Franco Luceri

sabato 6 settembre 2025

Ora l'umanità abbocca alla cultura come il pesce all'esca


 





L'impresa del "fare" è ormai dipendente e sequestrata dall'impresa del "dire" che opera a contabilità semplificata. Professori, professionisti, burocrati, politici e Giudici, disegnano culturalmente e giuridicamente i sistemi sociali, si accreditano i meriti sul conto profitti, ma lasciano in bianco il conto perdite, perché non si addossano nemmeno tre soldi di responsabilità se quei sistemi diventano fallimentari e persino assassini. 
Perdite e catastrofi vengono addebitate pari pari sulla contabilità ordinaria degli imprenditori tartassati e di riflesso sul trattamento lavorativo ed economico dei dipendenti schiavizzati e malpagati.

La scuola e i professionisti derivati, inducono gli esseri umani a credere che studiando si possa arrivare alla verità, per maneggiare utilmente le leggi di uno Stato ed ecologicamente il pianeta che ci ospita, senza arrecare danni a niente e a nessuno.
Ma è un sogno ad occhi aperti che quotidianamente degenera in incubo nei rapporti umani ormai conflittuali e persino omicidi, sui posti di lavoro pericolosi, nei rapporti con la politica, la giustizia, la burocrazia, il mercato e la finanza, e in tutte le genialate scientifiche e tecnologiche che si sono inventate negli ultimi 8 decenni: a cominciare dagli immobili ora declassati in caverne se sprovvisti di cappotto termico, delle auto a benzina da rottamare e sostituire con quelle elettriche, e delle guerre incombenti ovunque in conseguenza dei danni prodotti dalla cattiva cultura e scaricati tributariamente su lavoratori e imprese che mai saranno in grado di pagarli.

Vorrei sbagliarmi, ma temo che afferrare la verità sia precluso a noi umani, e non perché non esiste, ma perché la nostra mente non ha abbastanza neuroni per coglierla nella sua interezza e complessità senza generare guasti insanabili.
San G. B. Scalabrini ha messo in discussione l'intelligenza umana con queste parole: "l'uomo si agita ma Dio lo conduce".
 
Il mondo è pieno di accademici che avendo studiato come far germogliare un seme di zucca si ritengono capaci di tenere in buona salute e produttivo il pianeta Terra e si candidano pure a governarlo. Ma è falso al 100%. 
Dagli accademici agli analfabeti, siamo tutti governati dalla natura o da chi l'ha creata, ma stupidamente ci riteniamo capaci persino di sfruttarla e di stravolgerla.
La creatività umana fa impallibile quella Divina, ma solo a parole. Di fatto conosciamo il mondo come fossimo appena usciti dalle caverne. L'oceano che separa il sogno dalla realtà, il dire dal fare, il progetto dalla costruzione, non lo ha mai prosciugato nessuno; e in quell'acqua affoghiamo doppiamente ogni minuto della nostra vita, come individui e come Popoli.
Dio ha creato l'universo, noi possiamo sognarlo persino un miliardo di volte migliore; ma se proviamo a mettere due mattoni uno sull'altro, ci crollano addosso pure le montagne, perché è tutto progettato e realizzato in funzione dello sporco interesse particolare o personale e mai per il bene comune.
Nessun progetto concreto è mai andato a buon fine senza danni sociali e ambientali assassini, insanabili o impagabili, generati dal mondo scientifico e dalla sua presunzione di sapere e di volere insieme soldi e potere: botte piena e moglie ubriaca.
Far credere agli esseri umani che l'istruzione possa insegnare oltre che a sapere, anche a capire, ad arrivare alla verità e metterla a profitto per tutti, è una corbelleria che sta rendendo l'umanità sempre più asociale ed ecocida e quindi suicida.
Tutto ciò che la scienza ha prodotto di nuovo e di bello nei sistemi sociali politici ed economici è double face: ha una faccia perfetta, super pubblicizzata e accattivante, quella dei successi della cultura, e una che al cannibalismo fa un baffo e viene accuratamente occultata, insabbiata o falsificata.
Pensate alle 56 Guerre in corso, con i genocidi condannati a parole ma favoriti di fatto, continuando a vendere armi e a finanziare i belligeranti. E di quelle guerre, in nome della verità e concretezza, la stampa ci racconta solo due Ucraina e Palestina.

Con l'unificazione dei media, gli intellettuali sono diventati una specie di contadini globali, modellano i sistemi sociali, inseminando di corbellerie scientificamente inoppugnabili i terreni cerebrali dell'intera comunità mondiale. E senza zappare, seminare e mietere, raccolgono "grana" da 7 miliardi e passa di soggetti asserviti e inconsapevoli, che buttano il sangue in tutti i lavori manuali pesanti e pericolosi possibili, per vivere a pane e acqua, e senza riuscire nemmeno a immaginare che i soci truffatori dell'Industria culturale, legittimati dalla politica, si stanno abbuffando come banchieri.
Quindi è necessario obbligare tutti i parolieri del mondo della cultura e della politica che progettano e governano i sistemi sociali, a tenere, esattamente come gli imprenditori una contabilità generale, con il conto profitti degli utili incassati e il conto perdite per i danni e le catastrofi generate dalla loro ignoranza e avidità, ma scaricate sui popoli, gli stati e l'ambiente senza pagare una lira.
Per 4000 anni, l'umanità ignorante, impiccata a l'albero dello strozzinaggio finanziario, è arrivata fin qui. 
Ora, da un secolo, con il dilagare della cultura da lavaggio del cervello si sta impiccando all'albero del sapere presuntuoso, disumano, genocida ed ecocida.
Una volta era corretto affermare che la pratica rompe la scienza. Ma ora che la scienza s'è fagocitata l'intero pianeta con annessi e connessi e sta lavorando alacremente a "rompere" pure l'Universo, quella frase è a dir poco  blasfema, è quasi un crimine contro l'umanità.
Franco Luceri