sabato 29 novembre 2025
Perché i ricchi finanziano il mondo della cultura che li dipinge da potenti schiavisti?
sabato 22 novembre 2025
Noi umani abbiamo due soli problemi: natura e cultura
sabato 15 novembre 2025
La specie umana culturalmente scoordinata, matura o marcisce?
Se non si può conservare in vita un essere umano separando la sua testa dal corpo; siamo certi che separare nettamente in qualunque popolo, lo studio dal lavoro, il pensiero dall'azione, i pensatori dai lavoratori, sia costruttivo e persino migliorativo per il genere umano?
Siamo sicuri che una organizzazione sociale così nettamente divisa tra chi pensa e chi fa, sia intellettualmente costruttiva?
Non sarà per caso dannoso soprattutto per il pensatore, che perdendo il contatto fisico, l'esposizione responsabile ai problemi reali del mondo, priva il proprio cervello della possibilità di maturare, e condanna singoli e popoli a subire gli effetti della propria immaturità, serviti a scuola sotto forma di istruzione, e nella vita, di giornalismo, politica, mercato e Finanza?
Il grande equivoco che continua ad aggiungere caos, nel passaggio ormai millenario e ineluttabile dall'ignoranza alla conoscenza, è credere ciecamente che negli esseri umani, il cervello sia l'organo autonomamente produttivo di intelligenza: e che basti istruzione e informazione per arricchirlo di neuroni.
Ma se i popoli continuo ad essere sequestrati dal caos, dalla violenza e dalla povertà, a dispetto dell'istruzione crescente, qualcosa di patologico ci sarà.
In qualunque essere vivente, se manca il coordinamento concreto tra cervello pensante e mano attiva, la crescita di neuroni è finta: è sogno scambiato per realtà, che alla lunga non può che trasformarsi in incubo per qualunque Popolo.
Solo se la mano sbaglia e il cervello subisce gli effetti del proprio cattivo coordinamento, sente la necessità di migliorare l'interazione. Altrimenti, in assenza di stimoli esterni negativi, dolorosi, costosi e subiti sulla propria pelle, il cervello si autoconvince di essere nel giusto e si addormenta, cade in letargo o si avventura in fantasie letali per la specie umana o per il pianeta.
Questa è l'unica vera ragione per cui ai contadini le scarpe grosse hanno sempre raffinato il cervello. Perché il contadino è fisicamente a contatto con la realtà oggettiva, pensa mentre agisce, realizza, sbaglia, corregge e migliora, incassa e paga gli errori di tasca propria e non solo con la borsa ma a volte anche con la vita.
Il muratore e il falegname imparano a piantare chiodi col martello, solo dopo essersi ammaccati un dito. E alla troncatrice, il falegname, il dito se lo stacca di netto. Mentre il colpo di zappa sui piedi rinsavisce il contadino che è una meraviglia.
Qualunque crescita teorica indotta da istruzione e informazione, da puro pensiero, che delega a terzi la fatica, i rischi e i costi dell'azione, non genera neuroni intelligenti e autonomi ma neuroni ubriachi fradici di presunzione, cervelli parassiti, truffatori e non di rado anche assassini.
I santi, i geni e gli eroi non si estinguono, ma nelle democrazie diventano ininfluenti o peggio vittime.
Se l'intellettuale si tirasse su le maniche della camicia e tentasse di realizzare a proprio rischio e spesa le idee sempre migliori che partorisce, forse il mondo qualcosa di buono ne guadagnerebbe.
Se invece ha il potere di scaricare sugli altri la fatica, i costi e i danni dei suoi errori, non guadagna un briciolo di intelligenza forse nemmeno con un miracolo personale del Padre Eterno. Ma peggio, conserva l'umanità a rischio impoverimento, epidemia, guerra, estinzione.
Franco Luceri
sabato 8 novembre 2025
Il Premier è la "chiave di volta" delle democrazie
In democrazia, il Premier ha la funzione obbligata e circoscritta di "chiave di volta", che completa le istituzioni dello Stato, come l'ultimo mattone ad incastro nelle costruzioni sferiche edili. E considerarlo unico responsabile, è decisamente poco intelligente.
Per anni, subendo il lavaggio del cervello della cultura italiana "PREMIERCIDA", ho sempre imputato al Premier la massima responsabilità per il mal governo. Poi ho capito che nel potere esecutivo, il Premier completa e rende operativo il sistema già costruito da altri, come il cameriere che serve le pietanze già preparate e impiattate dai cuochi.Deve solo adattare la propria funzione, (con un margine discrezionale a dir poco risibile) a l'intero sistema Stato.
Questa è la vera ragione per cui nessun Premier ha mai realizzato ciò che aveva promesso da candidato. Vedi il pacifista mancato "number one" Donald Trump, che nella prima settimana di governo avrebbe dovuto fermare con lo schiocco delle dita tutte le guerre del mondo a cominciare da quella di Putin in Ucraina.
Perciò è giusto definire le scelte del premier "politica ad incastro", perché al pari di una chiave di volta può "muoversi" (leggi incastrarsi) dentro i confini già definiti e resi immodificabili dall'intero sistema istituzionale dello Stato.
Quindi in una democrazia è giusto criticare chiunque per singole scelte sbagliate, ma non il Premier, la cui presenza rende legittime e operative le scelte delle organizzazioni culturali, sindacati, economiche e finanziarie. Insomma, in democrazia, criticare il premier è "geniale" come contestare una festa a fuochi sparati.
Nel complesso la politica è lavoro funambolesco; chi governa deve bilanciarsi tra consumo e risparmio; e per farlo, non deve perdere nemmeno per un attimo "il senso dell'insieme", come suggeriva Emmanuel Mounier.
Se incentiva il risparmio, la riduzione degli investimenti impoverisce l'economia e uccide le fasce più povere della popolazione, perché si riduce il lavoro, il salario, il profitto e di conseguenza il gettito tributario per lo Stato.
Se al contrario incentiva il consumo, produce ricchezza e qualità della vita, ma anche inquinamento e devastazione ambientale. Che è come delegare alla natura il compito di assassina a colpi di sconvolgimenti climatici.
Nei secoli il mondo scientifico ha sviluppato una grande quantità di tecnologia, ma siamo rimasti ancora a l'ombrello per non bagnarci singolarmente quando piove.
Una istituzione che protegga come un "ombrello collettivo" almeno la vita dei singoli e dei popoli dai lupi del mercato e della Finanza, ancora non l'hanno immaginata nemmeno i poeti o i futurologi.
Io ho provato a domandarmi come sarebbe stata la storia umana, se In alternativa alla civiltà della distruzione e ricostruzione, avessero inventato la civiltà della conservazione socioecocompatibile.
Penso che il pianeta sarebbe raddoppiato di volume ogni anno con tutto quello che l'umanità inventa, produce, acquista, usa, getta, smaltisce.
Quindi la civiltà della distruzione non può essere abolita del tutto, perché serve a distruggere il vecchio, assumere, produrre il nuovo, vendere, fare profitti e tornare a produrre nuovi beni e nuovi servizi, per garantire alla collettività, continuità di lavoro, salario, profitto, interessi alle banche e tasse allo Stato.
Intellettuali e politici sono condannati a tenersi in equilibrio da funamboli tra bene e male. Perciò, se i politici sono in buona fede, vanno aiutati a trovare il giusto equilibrio tra consumo e risparmio, sviluppo e recessione, benessere e fame, giustizia e ingiustizia, vita e morte, bene e male.
Chi imputa alla politica tutti I guasti del mondo e assolve con formula piena cultura, mercato e Finanza non ha capito una mazza. Se peggio, combatte la politica per lucrare o estorcere guadagni a danno della collettività, o per sostituirla al potere, è un emerito farabutto da rendere con urgenza legalmente inoffensivo.
Franco Luceri
sabato 1 novembre 2025
La cultura promette soluzioni ma moltiplica problemi e catastrofi
Nella millenaria civiltà contadina, per il nascente mondo della cultura non sarà stato facile procurarsi cervelli da formare e informare.
Ma da quando Victor Hugo ha convinto l'umanità che "chi apre la porta di una scuola chiude una prigione", ai prof. il lavoro si moltiplica, ai secondini straripa, e non se la passano male nemmeno guerrafondai, Generali, strozzini e becchini.
In Italia, l'istruzione obbligatoria (che in otto decenni avrebbe dovuto chiudere tutte le galere) sta facendo miracoli alla rovescia. Se non fossimo poveri di galere, ora ci servirebbero più secondini che professori.
Scuole e redazioni, reali e virtuali, spuntano ovunque come funghi, ma le galere scoppiano invece di svuotarsi.
Il bullismo dilaga anche nelle aule scolastiche e le bande di minorenni violenti o assassini non mancano.
Ma tranquilli; da qualche anno, la montagna della cultura ha partorito un topolino: "nell'officina meccanica de l'intelligenza artificiale", sono già attrezzati per riavvitare tutti i cervelli che per sbaglio l'intelligenza naturale ha "svitato" o "sbullonato".
Nessun intellettuale ha mai tentato di capire se il costo di vite umane immolate sull'altare del "fallibile sapere umano", è stato produttivo o distruttivo come in Italia, dove crescono al pari di gramigna: omicidi di tutte le razze, persino fra consanguinei, crollo demografico, criminalità a tutti i livelli e a 360 gradi, collasso del sistema economico, devastazione ambientale e debito pubblico ingovernabile. E nel mondo, con le guerre genocide, sta andando "alla grande".
Da un'opera Divina, quale era l'uomo analfabeta, straripante di santi, poeti, navigatori, eroi e geni, ne hanno ricavato una macchina di devastazione familiare, sociale, politica, economica, finanziaria e ambientale.
I produttori e venditori di "parole che piacciono ma non salvano", direbbe Baudelaire, dovrebbero vendere le loro mercanzie pedagogiche, giuridiche e finanziarie, (come fossero medicine) corredate di "bugiardone", in modo che i cosiddetti "cittadini sovrani" sappiano in anticipo quali e quanti danni subiranno da somari, e abbiano il tempo di rassegnarsi o levare il disturbo.
E aspettando che i potenti capiscano un modo meno scandaloso per governarci, credo che a fare la differenza, in ogni tempo e in ogni luogo, con o senza istruzione, denaro o potere sia sempre e solo la qualità morale dell'UOMO.
La cultura e la legge, in mano a chi ha un sacro rispetto delle LEGGI MORALI, sono la migliore arma per salvare POPOLI e STATI.
Franco Luceri




