martedì 22 gennaio 2013

I vuoti a perdere della politica

I vuoti a perdere della politica

Il grande filosofo, storico e politologo Norberto Bobbio, nel suo libro “destra e sinistra”, ci conferma che questo tipo di divisione filosofico-politica si perde nella notte dei tempi. E pure noi occidentali abbiamo ancora il problema, non di come governarle le democrazie, ma di come inventarcele, posto che fra quelle comuniste rottamate da 23 anni, e quelle liberiste a cui tutti sembrerebbero aspirare a parole, sono proprio queste che non si sa bene se considerarle agonizzanti o inesistenti.
Allora è giusto concludere che la democrazia, come la giustizia, il diritto, la morale, la cultura e qualunque regola, principio, legge inventata dall’uomo, non funziona per il solo fatto di chiamarsi tale, ma se è guidata da soggetti muniti di patente, ma non per carriole. E a quanto sembra, le democrazie occidentali sono guidate tutte, nel migliore dei casi, da neo patentati spingi carriole.
America ed Europa fecero il diavolo a quattro per costringere la Russia a convertirsi al liberismo, perché volevano competere alla pari. Ma ora in Russia e Cina il "comu-liberismo" è da formula uno; e in Europa e America le civilissime democrazie liberali sono nel migliore dei casi sulla sedia a rotelle, e nel peggiore in coma farmacologico assistito.
In 23 anni abbiamo potuto toccare con mano e a nostre spese, che il passaggio dalla dittatura comunista alla democrazia liberale è facile come una bevuta, solo in Russia e Cina. Mentre il passaggio dalla democrazia irresponsabile e sprecona, a quella produttiva e contributiva è assolutamente utopico, per carenza di soggetti  intelligenti, in quanto responsabili.
L’Occidente si è preoccupato di gettare all’Oriente la propria ciambella di salvataggio per aiutarlo ad uscire vivo dalla dittatura comunista. Ma ora che il problema di rimanere in vita nel liberismo lo abbiamo noi occidentali; l’Oriente ci ributta indietro la nostra ciambella, (ripiena a regola d’arte di cemento armato) seppellendoci di prodotti competitivi con relativa razzia di profitti sufficienti a comprarsi in contanti l’intero pianeta, uomini, animali, cose, territori, Stati e debiti sovrani.
L’Occidente ha sottovalutato la pericolosità della convivenza comunismo-liberismo nei sistemi democratici, che il potere reale lo garantiscono più ai governati che ai governanti.
La politica può essere double face come il cappotto; ma proprio come quello, se ne può rendere operativa, o solo la faccia liberale che consente al popolo di fare utile, o quella comunista che gli impedisce di fare danno.
Ma se impedisci di fare danno alla classe sociale dei dipendenti pubblici e privati, non ci sono problemi, ma se pensi di governare gli imprenditori con la stessa politica, ottieni come risultato il crollo dell’economia e la bancarotta dello Stato. Perché agli imprenditori devi consentire di fare utile, e solo ai fuorilegge puoi impedire che facciano danno, altrimenti gli imprenditori chiudono o delocalizzano, dopo aver tentato inutilmente la salvezza nella truffa, evasione, elusione, devastazione ambientale, corruzione ecc. ecc.
Ecco perché le democrazie sono sempre in un mare di guai.
Perché l’unica politica preferita dai comunisti è impedire al popolo di fare danno e consentire invece ai dipendenti pubblici le forme più fantasiose e criminali di parassitismo, improduttività, irresponsabilità e latrocinio.
Mentre ai liberisti piace la politica opposta, che impedisca ai dipendenti pubblici di abusare del potere, ma che consenta ai grossi imprenditori di produrre fiumi di denaro sporco e persino insanguinato, per arricchire in assoluta impunità; e ai piccoli subire una tale persecuzione burocratica e fiscale, da ridursi in pochi anni al fallimento o peggio al suicidio.
Purtroppo la filosofia della legge uguale per tutti è fallimentare; e non perché non è bello che tutti i cittadini siano uguali di fronte alla legge, ma perché la legge uguale per onesti e disonesti non l’hanno ancora inventata.
Il legislatore non si muove mai per regolare i rapporti umani, se non per arginare le emergenze criminali, impedendo ai disonesti di fare danno. E quella stessa legge, pone tanti di quei divieti, sbarramenti e penali, da scoraggiare o impedire letteralmente agli onesti persino di soffiarsi il naso, ma mai ai disonesti di devastare il pianeta e sfruttare e uccidere l’Umanità.
Così il vecchio mondo per galantuomini è diventato mondo per gaglioffi, dove la qualità della vita è abominevole per i primi e paradisiaca per i secondi.
Il bisogno di delimitare la libertà dei disonesti ha indotto gradatamente il legislatore a fare leggi da Stato di polizia che hanno finito per incentivare il crimine invece di ostacolarlo, posto che la risposta repressiva della magistratura, per ovvie ragioni di superlavoro e farraginosità legislativa, è tardiva, blanda, inefficace.
E così gli onesti, nel migliore dei casi si fermano a guardare come insieme al mercato, va a fondo popolo e Stato.

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