Se ce la fate ad immaginare il livello di potere finto di un miliardario fallito, che per non deprimersi si trastulla con una collezione di figurine in mancanza di contanti; siete già attrezzati per ridere a crepapelle dei candidati politici, che vedendo il loro mucchio di voti crescere più di quello degli avversari, festeggiano sentendosi già potenti e vincenti.
Si, la vittoria cartacea. Sta proprio là la democratica truffa italiana
a vantaggio degli eletti e a danno degli elettori. Basta superare gli avversari
nella corsa a l’accaparramento della poltrona e relativo lauto compenso; e
quella è l’unica occasione di tutta la legislatura per dirsi potenti e
vincenti, in un Paese che sprofonda ininterrottamente da sette decenni, nelle
sabbie mobili dell’ingiustizia sociale, dell’anarchia e ora pure della povertà.
Se nello sfoglio delle schede elettorali un politico non trovasse il
giusto malloppo di consensi per dirsi vincente; dovrebbe aspettare le
successive elezioni per tentare il colpaccio di una vittoria cartacea truffa,
che lo illuda per l’intera legislatura di essere lui il vero potente, anche se
gli toccherà uscire ogni giorno come un cane bastonato nella vera guerra ai
veri nemici immortali di qualunque popolo: istruzione, informazione, lavoro,
salute, sicurezza, povertà e futuro improbabile.
Perché contro quei nemici, possono marciare compatti tutti gli eserciti
e i generali della cultura, politica e mercato del pianeta, e alla fine
fregiarsi in massa, dell’unica, gigantesca, comune vittoria: “il buco ne l’acqua“.
In Italia, i nobili culi che abbiamo alternato sulle poltrone del potere
politico, li abbiamo arruolati da tutte le direzioni possibili, con tutte le
competenze e il prestigio mondiale immaginabile: persino uno che dovevamo
lavarci e sciacquarci la bocca prima di osare nominarlo: il dott, prof, sen.
Premier, Mario Monti, (in sostituzione di Berlusconi) e pure la sua vincente
politica, ci ha lasciato una tale ricchezza di cerchi concentrici del suo
accademico buco ne l’acqua, che a colmarlo di tasse non ci basterà l’intero
popolo dei contribuenti italiani fino a fine secolo.
Quindi, per darci un taglio alla truffa politico culturale italiana fatta
da sette decenni di vittorie cartacee nel chiuso delle cabine elettorali,
dovremmo impedire a politici e giornalisti, di usare le parole “vincitori e
sconfitti“, mentre stanno ancora giocando con le “figurine elettorali”,
e sul fronte di guerra dei problemi sociali reali da combattere, non ci sono
ancora arrivati manco con la fantasia.
Altrimenti saprebbero che la politica impatta regolarmente come un
ubriaco a l’uscita da l’osteria contro un palo della luce, se continua a
scimmiottare la giustizia combattendo gli uomini, anziché i problemi
apocalittici: l’istruzione che ormai serve solo a garantire disoccupazione o
emigrazione, il lavoro che evapora come alcool in una bottiglia aperta, la
malattia che vince sulla salute, il rischio sulla sicurezza, l’emergenza sul
futuro, la perdita su l’onesto guadagno, la fame sul benessere. Insomma, il PIL
calante, il debito pubblico crescente e l’immigrazione inarrestabile sono il
vero nemico, contro cui le schede elettorali sono armi giocattolo.
Altro che “vincitori”. Contare voti, ormai si è ridotto a gioco innocuo per
bambini scemi, perché solo a quel livello di tragica immaturità intellettuale,
politica, giudica e finanziaria si può pensare di debellare un problema vero,
spacciando per nemico, un avversario finto, per evitare di uscire con le ossa
rotte, contro i nemici invincibili dell’Occidente.
Contro il Berlusconi nemico italiano per eccellenza, hanno marciato
e sparato compatti, di rincalzo ai PM, tutti gli eserciti giornalistici,
burocratici, sindacali, finanziari e politici disponibili; “ma è come avessero
combattuto un virus con gli antibiotici: hanno dato fondo a tutte le scorte di
farmaci giudiziari disponibili, ma il “virus Berlusconi è diventato antibiotico
resistente”.
Perché non c’è niente di più idiota al mondo di un politico che si
illude di far politica scimmiottando il giudice; ma truffa l’intero popolo che
lo ha eletto e lo paga per essere liberato dai problemi con le vere soluzioni,
non per moltiplicare gli illeciti moltiplicando le catastrofi socio-economiche
che in Italia già affliggono venti milioni di poveri, e la povertà sta
sconfinando pure nella classe media.
Tre millenni di filosofia, guerre di religione, due guerre mondiali
contro tre assassini nemici dell’Umanità, Stalin, Mussolini e Hitler, e qual è
il risultato: il manicomio mondiale è senza recinzioni. I politici non hanno
ancora capito, che a differenza dei giudici, non hanno nemici in carne ed ossa
da combattere, ma problemi assassini da rendere inoffensivi a colpi di
soluzioni, se sono capaci.
Perché nessun popolo può rinunciare alle leggi e alla magistratura per
combattere singoli crimini. Ma se scimmiottando i giudici, i giornalisti e i
politici pensano di fare politica combattendo gli uomini, anziché i complessi
problemi nazionali o mondiali spacca cervello che sono la conseguenza di
milioni o miliardi di errori e di crimini, colposi e dolosi di intere classi
sociali, quel popolo ha un tragico presente e un improbabile futuro.
E’ sempre cosa buona e giusta che un politico denunci alla magistratura
un crimine di cui è a conoscenza. Ma se si intesta come proprie vittorie contro
i problemi nazionali, le vittorie del PM contro singoli criminali, è un
poveraccio, che terrorizzato dai problemi reali del Paese, combatte la guerra
delle parole contro gli avversari finti, per non mostrarsi disarmato di
soluzioni contro i problemi veri.
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