Tutti i popoli del mondo sono impegnati da millenni su due fronti: combattono il crimine con la repressione e tentano di curare l'ignoranza con l'istruzione, per renderla governabile.
Ma non si hanno notizie di guarigioni, sia pure per sbaglio, se non sul fronte del crimine, almeno su quello dell'istruzione, che promette di spazzare via l'ignoranza, ma sporca invece di pulire.
Crimine e ignoranza sono inestirpabili; perché sbagliando si ritiene che il problema maggiore e più urgente da curare sia il crimine, e minore l'ignoranza. Invece è l'esatto contrario.
Il crimine è il sintomo dell'ignoranza cronica, infettiva, incurabile.
E non è colpa degli umani se il sapere progredisce alla velocità di un bradipo con le quattro gambe amputate. Di Albert Einstein provvisti di senso critico per combattere l'ignoranza, ne nascono tanto pochi che la cultura retrocede invece di avanzare.
Pensate a quanta umanità e compatibilità hanno indotto in Italia, nel rapporto uomo donna, otto decenni di istruzione obbligatoria e di libera informazione.
Ieri su internet mi sono imbattuto in questa frase che la dice lunga sulla disponibilità delle ultime generazioni super alfabetizzate, ad accettare un normale rapporto di coppia "uomo donna", sposarsi e diventare genitori.
“Mi faccio dei regali, mi porto in vacanza, mi porto in una spa, mi fidanzo con me stessa.
Poi ogni tanto mi tradisco con qualcuno, ma mi perdono e non mi faccio causa.”
Poi ogni tanto mi tradisco con qualcuno, ma mi perdono e non mi faccio causa.”
Se nei rapporti umani tra laureati ci scandalizza la stupidità, nei rapporti uomo donna quella stupidità raddoppia, posto che il cervello maschile e femminile ragionano entrambi in maniera divergente.
Forse dovremmo indietreggiare fino al momento della Creazione, per tentare di capire se è Dio che ci ha fatti così complicati, oppure stiamo leggendo il mondo per come ci piacerebbe che fosse e non per come è.
E consideriamo questo nostro errore grossolano come infallibile scienza.
Quasi da procacciatore d'affari, dotando tutti gli esseri viventi di tre bisogni primari: fame, sete e sonno, Dio ha garantito gratis a tutti i contadini, pastori, pescatori, boscaioli e artigiani del mondo, clientela e guadagni, senza doversi dissanguare in pubblicità.
Chi si rifiuta di essere loro cliente come consumatori di cibo, vuol dire che ha scelto di passare a miglior vita.
Mentre la politica, legalizzando mille professioni, è come se avesse detto ai medici, avvocati, ingegneri, commercialisti, fiscalisti, giornalisti e chi più ne ha più ne metta, arrangiatevi: procuratevi la clientela se volete mettere a profitto i vostri neuroni.
Infatti, a differenza dei professionisti pubblici (più propriamente definiti burocrati) i professionisti privati la clientela devono inventarla e custodirla gelosamente, risolvendo i problemi, ma senza estirpare la pianta, perché per il professionista (diversamente dal burocrate tutelato e garantito) la perdita della clientela significa perdita di lavoro e di guadagno: significa fame mille volte peggiore a quella di un manovale licenziato. Uno studio professionale ha costi di avviamento ed esercizio allucinanti, senza contare costi e sacrifici fino a venticinque anni per prendere la laurea e magari aggiungere pure qualche specializzazione.
Se lo Stato ti indirizza verso un'attività lavorativa, ti sequestra mediamente fino a 25 anni, ti ripulisce per insegnartela a pagamento, poi avrebbe l'obbligo di garantirti clienti e guadagno, come Dio li ha sempre garantiti e continua a garantirli ai lavoratori che usano insieme muscoli e cervello, che non perdono un solo cliente fra gli umani che ci tengono a restare in vita mangiando, bevendo e dormendo in un alloggio.
Quindi il mondo andrebbe meglio non solo se lo stato insegnasse bene le professioni di medico, ingegnere, avvocato e consulente, ma se istruisse anche i clienti dei professionisti privati a fare bene i clienti. Così come obbliga i clienti dei professionisti pubblici, (i cosiddetti burocrati) a fare bene gli utenti, se ci tengono ad usufruire dei servizi pubblici dopo averli pagati profumatamente a colpi di tributi.
E questo non è mica l'unico papocchio giuridico della politica democratica di nome e tirannica di fatto, che privilegiando i professionisti pubblici rispetto ai privati, ha finito per rendere irresponsabili i primi e troppo costosi e qualche volta anche disonesti i secondi per istinto di conservazione, per legittima difesa.
Un sistema Democratico che libera i cittadini ma li discrimina fino ad obbligarli a violare la legge se vogliono rimanere in vita economicamente, sarà pure un sistema legale, ma è da ospedale psichiatrico, perché contrappone gli interessi di classi sociali che dovrebbero avere finalità coincidenti, per poter cooperare con intelligenza e umanità, nella soddisfazione dei bisogni primari e secondari dell'intera collettività.
Invece in Italia il soddisfacimento dei bisogni è un incubo per tutti. Al burocrate servirebbero cittadini in ottima salute, produttivi e contributivi, ma li massacra di disservizi.
Al professionista invece servono cittadini malati, disoccupati, sfruttati, abusati, improduttivi o pieni di debiti, bisognosi di servizi professionali sia pure al limite del Codice Penale, ma che ti salvino almeno il salvabile.
Poi ci sono i Banchieri che devono investire i soldi dei risparmiatori e hanno necessità di imprese in pre fallimento e quindi bisognose di credito sia pure a tasso usurario.
Mentre, contrapposte agli imprenditori, le istituzioni hanno interesse che i padroni contribuenti producano montagne di PIL e paghino montagne di tasse. Perché gli stati con crescita economica allo "0 virgola" sono a rischio default.
Il sindacato altrettanto. Non ha interesse che i lavoratori siano tutti occupati e ben pagati, perché nessuno si iscriverebbe ad un sindacato.
Questo groviglio di professioni con interessi contrapposti e reciprocamente conflittuali, tra classi sociali istruite e ignoranti, private e pubbliche, ricche e povere, potenti e impotenti è la causa di tutte le rogne che affliggono da secoli l'umanità e in particolar modo le ultime generazioni super istruite.
Per necessità o per ingordigia, ognuno cura al meglio l'orticello degli interessi personali o corporativi; e mentre tutto sembra scientificamente e legalmente incontestabile, i sistemi sociali marciscono a tal punto, che sta diventando un'impresa salvare almeno la decenza nel rapporto uomo donna, che sempre più spesso finisce barbaramente. Così come barbaramente è finito il rapporto scienza natura.
E tanto basta per testimoniare che il miglior frutto della cultura, il progresso, in tutte le sue sfaccettature ingorde, feroci, disumanizzanti ed ecoassassine, è regresso a norma di legge.
Franco Luceri
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