venerdì 7 giugno 2013

L'Italia va ricostruita non spolverata


L’Italia va ricostruita non spolverata

Forse un sistema sociale funzionante ancora non lo ha visto nessuno. Dei due modelli politici arrivati fino a noi: quello comunista è fallito nel vano tentativo di produrre ricchezza sfruttando tutta la forza lavoro; ma anche quello liberale, lasciando ai cittadini la libertà di sfruttare capitale e lavoro, salvo poi requisirgli la ricchezza con imposizioni tributarie tanto feroci contro i poveri e finte contro i ricchi, da affamare gli onesti, ingrassare gli strozzini e indebitare gli Stati. In altre parole, lo Stato di diritto continua ad esistere solo come finzione giuridica, visto che i poveri continuano ad essere prede dei ricchi e dello Stato, a norma di legge. E quella di un imprenditore istigato al suicidio per tasse o usura, o non è considerata dalla legge “notitia criminis”, o non è tale per la magistratura italiana, o la stampa non sente il dovere di informarci.
Solo comunismo o solo liberismo?
Chi pensasse ancora che il mondo si salva solo col comunismo o solo col liberismo o con entrambi in competizione come due squadre di calcio impegnate a divertire i tifosi della squadra vincente e rendere idrofobi quelli della perdente, anziché salvare l'intero popolo: di politica non ha capito una mazza. Perché spacca lo Stato in squadre ferocemente antagoniste: fascisti-comunisti, berlusconisti-antiberlusconisti, ricchi-poveri, padroni-lavoratori, vecchi-giovani, giudici-politici, burocrati-utenti, uomini-donne, figli-genitori, nordtassato e sudmafioso/evasore/parassita, devastanti quanto una guerra civile.
Ma la chiave c’è?
E certo che la soluzione c’è. Basta ricopiare, nel governo degli Stati, gli stessi principi solidali che da millenni rendono inossidabile l’istituzione della famiglia, dove non maneggiano denaro cani e porci, ma solo chi dimostra di saper produrre “valore aggiunto”, perchè la ricchezza disponibile, poca o molta che sia, deve bastare a garantire vita e salvezza a tutti. Non giustizia sociale truffa, dove ci sono quelli che si danno fuoco, schiacciati dall’irresponsabilità altrui, e gli utili idioti del potere che massacrano intere classi sociali e partono felici alle Maldive ad abbronzarsi.
Responsabilità
A tutti i livelli va riaperta la stagione della responsabilità. La classe dirigente di un popolo ha nelle sue mani la vita del popolo, ma la propria se la tiene al sicuro da un’altra parte. Questo è il problema. Dovrebbe soccombere come l’autista di un autobus, che è libero di usare i comandi di quel mezzo, e di avere nelle proprie mani la vita dei passeggeri, ma se causa un incidente è il primo a tirare le cuoia.
Nessuno sarà mai preoccupato di arrischiare la vita altrui, se la propria può conservarsela al fresco, come il generale che osserva a distanza di sicurezza, col cannocchiale, i soldati che ha mandato a morire.
Perciò, per liberare l’Italia dagli idioti e parassiti, dovremmo convertire i potenti della cultura, politica, giustizia, sindacato e burocrazia in altrettanti autisti di autobus, che sapendo di coinvolgere se stessi oltre ai passeggeri, eviterebbero quelle manovre azzardate che hanno trasformato l’Italia, in un paradiso in terra per potenti irresponsabili e ladri, e cimitero per impotenti onesti.

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