venerdì 22 novembre 2013

Leggi senza collaudo



Leggi senza collaudo
Se escludiamo Pitagora, i cui numeri non danno ancora segni d'invecchiamento e reggono ai mutamenti ambientali e culturali dell’Umanità; non c’è altro intellettuale al mondo che abbia pensato qualcosa di tanto perfetto e duraturo da non essere smentito negli anni, secoli o millenni successivi, o abbia progettato qualcosa di realizzabile utilmente in ogni tempo e luogo, e fruibile da chiunque senza danni o guasti omicidi.
Allora, tutto ciò che è umano, o è fresco di giornata, ancora inutilizzato, oppure sta subendo o ha subito l’usura del tempo, il controllo di qualità della storia che ne ha messo in luce le vistose crepe che giustificherebbero la riparazione e il collaudo come l'automobile, o peggio la rottamazione come il comunismo, il fascismo, il nazismo.
Ma anche il liberismo e la globalizzazione iniziano a presentare crepe che renderebbero necessario il passaggio dal meccanico per una messa a punto generale; ma il legislatore, (diversamente dall'ingegnere) non prevede per i suoi mezzi legislativi, un centro collaudi, una linea di officine e meccanici che impediscano alle leggi di muoversi seminando danni e persino catastrofi, e finendo per diventare come una toppa peggiore del buco. (Giusto per un esempio tutto italiano: la legge Bossi-Fini o peggio la Severino, nata con le quattro gomme bucate e forse pure quella di scorta.
Quindi è evidente che le critiche a legislatori e governanti sono idiote come la riscoperta dell’acqua  tiepida. Le leggi come le automobili, o nascono difettose, o sono soggette ad usura, o sono perfette in un certo tempo e luogo e per un certo popolo, o per una certa classe sociale, o per certi cittadini, ma sono devastanti per altri. Vedi quel capolavoro di porcellum nato male e vissuto peggio: nessuno lo vuole, ma nessuno lo cambia.
La funzione della burocrazia e giustizia, è decisamente più utile, perché calando le leggi nella realtà oggettiva ne rilevano i guasti, più e meglio degli ingegneri legislativi che le hanno progettate e montate, e se ne avessero il potere potrebbero mettere riparo, o almeno rallentare, o minimizzare la loro distruttività.
Perciò a salvare un popolo non è tanto la qualità della politica e delle sue leggi che sono nel migliore dei casi contorte come tutto il pensiero umano; ma il livello di discrezionalità e di potere che si riconosce a burocrati e giudici, (oggi sottozero) nel proporre correttivi al legislatore, e nel sospendere l’applicazione di leggi sicuramente democratiche, ma con guasti tali da seminare più ingiustizie e morte di comunismo e nazismo assommati.
Il mondo è passato definitivamente dal comunismo al liberismo da 24 anni, e sarebbe stato igienico sottoporre a revisione l’intero parco macchine legislative (italiano e forse mondiale); ma ahinoi, in materia di diritto tributario abbiamo una vagonata di leggi comuniste, che in linea con un secolo di filosofia maxista considerano ancora problema, ciò che per l'intero pianeta oggi è soluzione: la proprietà privata, l'impresa, gli imprenditori, il libero mercato, il profitto. E abbiamo addirittura leggi borboniche mai abrogate o modificate che nessuno osa mettere in discussione.
Quindi, l’Italia, è prossima al default, non perché è carente la progettazione e la costruzione legislativa dello Stato, (che da qui alla fine del mondo avrà sempre qualcosa di rotto o difettoso) ma la manutenzione periferica inesistente, per evitare che lo Stato, con le sue leggi, diventi per i soggetti più deboli, anziché un salvagente, uno schiacciasassi omicida, senza che gli addetti centrali e periferici si sentano assassini, come invece lo sono ferocemente contro gli eroi della piccola imprenditoria italiana marchiati “evasori”, ladri di Stato, pur essendo i veri derubati, ridotti alla chiusura, al fallimento, alla fame, al suicidio, alla pazzia, e le cui conseguenze si ripercuotono anche sui lavoratori dipendenti e su tutto lo Stato, attentando alla pace sociale e alla democrazia.

Va detto però ad onor del vero, che non sono solo le leggi comuniste a sfasciare l’Italia, ma ci sono le finte liberali, quelle che legittimano il salvataggio o l'arricchimento dei paperoni, e la macellazione quotidiana degli agnelli sacrificali: gli illusi del libero mercato, troppo mercato, ma sempre poco libero.

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