venerdì 4 aprile 2014

Processare le idee per assolvere gli uomini


Processare le idee per assolvere gli uomini

Credo che i più siano rassegnati a l’impossibilità di capire perché la bellissima filosofia egualitaria comunista ha generato tanto sfascio a livello mondiale; e ora, la altrettanto bella filosofia liberale sta paralizzando l’Occidente super civile e progredito. Ma se allarghiamo lo sguardo alle religioni, troviamo che i problemi delle teologie sono analoghi a quelli delle filosofie: singolarmente tutte le idee sembrano belle, ma diventano tutte devastanti quanto guerre atomiche, dovendo interagire con altre idee contrapposte.
Ecco perché, a venticinque anni dalla fine del comunismo e settanta dalle Fosse Ardeatine, in Italia siamo a l'anno zero quanto a giustizia sociale.
E se in Europa la politica fosse stata degna di questo nome, in tanto tempo, almeno la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo avrebbe dovuto diventare superata e inutile: invece è l’unica istituzione ad avere ancora senso, in un Continente dissennato, e per un Paese caricatura come l’Italia, dove minacce di secessione, omicidi, suicidi di imprenditori, femminicidi, falliti e disoccupati sono il piatto forte dell’informazione quotidiana, perché l’immobilismo politico (berlusconisti e antiberlusconisti) ha scimmiottato quello culturale: comunismo contro liberismo e viceversa.
E nemmeno in manicomio si sarebbe potuto pensare per gli italiani un sistema sociale dove chi ha il dovere di produrre ricchezza per tutti, (cioè gli imprenditori) è privato totalmente del diritto di spenderla; e chi ha il potere di rubarla o sperperarla (la classe dirigente pubblica) non ha alcun dovere né responsabilità verso chi l’ha prodotta, anzi ha il potere tirannico di ridurre gli imprenditori onesti al suicidio (quelli che non avendo rubato al pari della politica e burocrazia, non possono certo finanziarle pagando tasse rapina).
E se per questo si debbano condannare i politici, ma assolvere gli intellettuali: professori, professionisti, burocrati e giornalisti; allora io da eretico incallito preferisco dissociarmi e condannare la cultura prima e più della politica.
E non certo con l’intenzione idiota di svuotare le galere dai politici incapaci o rapaci e riempirle di intellettuali. Ma per processare a monte le idee filosofiche contrapposte, scatenando la guerra dei cervelli pensanti, e fermare quella fra popoli resi poi inermi o egoisti o secessionisti o guerrafondai per carenza di cultura razionale.
La guerra fra scuole di pensiero antagoniste lascia sul campo meno morti di due popoli che si combattono con le armi; ma guai a pensare che le “guerre di religione” siano a costo zero. Perché poi, le calamità politico-economiche che seguono, sono la conseguenza di una filosofia o teologia che ha avuto la forza di affermarsi, ma combattendo un’altra.
Io non sono un addetto ai lavori in campo culturale o politico; ma chi lo è, provi a chiedersi questo: oggi l’Italia è il paradiso degli immigrati in cerca di lavoro dipendente e l’inferno degli imprenditori che chiudono, falliscono, si suicidano o delocalizzano, (persino il Presidente di Confindustria Squinzi ha minacciato di emigrare): chi pensate che ha vinto la “guerra di religione” fra ideologie contrapposte nella buonanima del Belpaese: l’armata brancaleone dei berlusconisti o l’esercito sterminato di quelli che lavorano ad impiccare di tassi e tasse gli imprenditori, per poi ridere in faccia a chi li chiama comunisti?
Ma ridono per stupidità; perché  dopo venti anni di berlusconismo inconcludente ancora non si sono chiesti: ma se il 90% degli elettori italiani sono lavoratori dipendenti o pensionati, perché ai comunisti moralmente impeccabili, preferiscono quel “farabutto” di Berlusconi? Dipendenti e pensionati che lo votano sono forse idioti o farabutti? O non essendo tali hanno capito che Berlusconi è l’unico politico che “vuole ma non può”. Lo perseguitano per impedirgli di azzerare milioni di rendite di ciarlatani e parassiti destri e sinistri. Così i lavoratori si rassegnano al meno peggio, continuando a preferire il “Berlusconi carcerato”, ai “carcerieri comunisti”.
Sartre diceva: “quando i ricchi si fanno la guerra, sono i poveri a morire”: parole sante. Le asettiche “guerre di religione”, per l’acquisizione, lo sfruttamento e il controllo del sapere, avere e potere, hanno come effetto ultimo la sanguinosa “guerra fra poveri”.
E temo che chi voglia salvare banchieri e barboni, debba processare a monte le idee di qualunque razza , (soprattutto quelle “contro” e mai “per”) prima che diventino ingovernabili calamità come il comunismo, il fascismo o peggio il nazismo, capaci di rincretinire o ammattire interi popoli e per secoli, rendendo vittime gli stessi filosofi, economisti o politici che per cronica miopia le promuovono e difendono, fino a non sapere più come arginarne gli effetti.
Franco Luceri

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