martedì 25 luglio 2017

La stupidità dei burotiranni


Poiché riguarda otto decimi della popolazione mondiale, e scusatemi l’ottimismo, nessun legislatore ha mai osato considerare reato la stupidità. Invece, nelle classi dirigenti pubbliche e private, insaccate di laureati e masterizzati acefali, si dovrebbe considerarla reato penale, perché uccide mille volte più della malversazione, corruzione, concussione, falso in atto pubblico ecc. ecc.
Ma quei due decimi di intelligenti, pure se realmente tali, (e ri-scusatemi due volte l’ottimismo se una non basta) non hanno potere, sono  sequestrati dagli otto decimi di stupidi, che in assenza di legale opposizione (il rapporto numerico così mostruosamente sbilanciato, non lo ha consentito, non lo consente e non lo consentirà nemmeno al Padreterno) diventano tiranni inamovibili, impuniti e impunibili.
Tanto è che in Italia, nel primo mezzo secolo di democrazia, la classe pseudo “dirigente” aveva già raso al suolo questo povero Paese, e pure è rimasta ad ultimare il lavoro a regola d’arte; visto che la corruzione, che riguarda sempre un numero insignificante di addetti, è stata perseguita penalmente; ma la stupidità che riguardava e riguarda il grosso della politica, burocrazia e professioni, è ancora ai posti di combattimento per succhiare ricchezza privata e trasformarla in proprietà privata, o peggio, servizi pubblici omicidi.
Nello Stato gli addetti sono tutti liberissimi di comportarsi da stupidi, perché la stupidità, che nel privato è considerata inadempienza della prestazione lavorativa, nel pubblico è titolo di merito per una veloce e brillante carriera, altro che reato!!!
Allora si capisce chiaramente quale è il tumore mortale delle democrazie: l’impossibilità che affligge politici, burocrati e giudici intelligenti, di risanare il sistema, non solo cambiando le leggi e obbligando i cittadini a rispettarle, ma l’intera classe dirigente pubblica e privata, a tenere in buona salute il sistema Stato, o quantomeno “mollare la grana indebitamente percepita e levare il disturbo”.
Insomma, per scoraggiare la corsa alla carriera di irresponsabile burocrate, non più definibile “culodipietra”, oggi che timbra o delega altri alla timbratura e corre a farsi i caxxi propri, il reato di inadempienza per stupidità dovrebbe essere considerato reato penale, perché non produce solo danni economici, ma uccide cittadini, distrugge famiglie, imprese, posti di lavoro, profitti, PIL e tasse per lo Stato.
Allora è una idiozia colossale che il legislatore non si sia conservato il potere di obbligare i burocrati e i loro onestissimi compagni di merende delle professioni, ad assumersi la totale responsabilità del funzionamento dello Stato, e ancor peggio, che lo abbia tolto pure alla magistratura, visto che l’operazione ‘’manipulite’’ si abbatté come un uragano azzerando politici e partiti; ma su burocrazia e professioni, straripante di acefali irresponsabili, passò e passa senza danni come una innocua brezza primaverile. E nella Capitale ormai non ci arrivano più manco gli spifferi!

Insomma, nella democraticissima Italia, dove la quantità vince sulla qualità; la forza numerica dei burocrati e professionisti responsabili, sopravvissuti a sette decenni di burotirannia, è così silenziosa da farci sospettare che ormai anche loro si siano lasciati prendere prigionieri per sfinimento, avendo smesso persino di abbaiare alla luna.

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