lunedì 1 luglio 2013

Primatisti di antipolitica


Primatisti di antipolitica
Temo che noi italiani guardiamo la politica con una punta di pessimismo di troppo, e tanto ci basta a vedere tutto sbagliato e tutto da rifare. Invece i comunisti impegnati nella politica “antiliberista” ammazza imprenditori non sono niente male a giudicare da come li hanno ridotti. E manco i liberisti scherzano con la politica “anticomunista”, visto che gli esseri umani ormai si comprano e vendono anche a pezzi di ricambio: e dove gli italiani non li ammazzano le tasse, ci pensano i prezzi, le contraffazioni, gli strozzini e gli avvelenatori del cibo e dell’ambiente.
Insomma, se è vero che paghiamo un fiume di classe dirigente comunista, senza aver mai avuto uno Stato comunista che mantiene il popolo; e altrettanti liberali, per avere quello liberista, che lo lascia libero di produrre e contribuire (oggi prima paghi e poi forse lavori); non possiamo non ammettere che ai comunisti è perfettamente riuscita la demolizione dello Stato liberista, alla cui costruzione, tutti, comunisti compresi, si dicono strenuamente impegnati; mentre i liberali, altrettanto bravi in demolizioni, si sono difesi tenendo costantemente indebitato l'aspirante Stato comunista, a colpi di appalti truccati, corruzioni, evasioni, elusioni, esportazione di capitali, falsi in bilancio, truffe astronomiche e tassi usurai, in modo che anche i comunisti siano tentati, per mancanza di risorse, a prendere dai poveri, (invece di dare) fino ad istigarli al suicidio.
E tutto ciò, sotto la super visione della Corte Costituzionale e della Magistratura che controllano, certificano e garantiscono che tutto “è a norma di legge”: chi si ammazza è perché non voleva più mangiare, non perché non avesse.
Insomma c’è solo da rassegnarsi, perché in ogni campo, l’intera classe dirigente italiana indossa la stessa tuta da lavoro, (con o senza inciucio) e distinguere gli aggiustatori dai guastatori, è facilissimo, ma a lavoro ultimato, non prima che ci abbiano sepolti vivi dalle macerie.
Quindi c’è il rischio di accomunare i buoni, a quel 90% di cattivi, impegnati a fare politica antiliberista se non gli riesce comunista, o anticomunista se la liberista li affatica.
E in conclusione, un pensiero "ottimista" di Giampaolo Pansa  del 24/6/13 su liberoquotidiano.it : "Basta con i processi al Cav. I forcaioli sono dei pazzi".
“È disperante l’Italia che emerge in questo orribile 2013. Siamo diventati i campioni mondiali di tutti i vizi delle nazioni, impotenti a battersi per la propria salvezza. Offriamo al mondo il profilo indecente di un Paese lagnoso, pessimista, in preda al terrore per il proprio futuro. Ma così non avremo altra sorte che darci la morte da soli. Anche se fare il boia e al tempo stesso l’impiccato non si rivelerà semplice.”
Invece è semplicissimo caro Pansa. Un popolo che si diverte a fare "il boia", a fare antipolitica o antigiustizia, credendo di impiccare solo i poveri, i deboli, gli indifesi, gli altri, in automatico si impicca da sé senza corda: perchè il bello della democrazia è che alla lunga non salva nessuno se non può salvare tutti: dallo scemo del paese al presidente.

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