martedì 9 luglio 2013

I pedoni della politica


I pedoni della politica
Togli la bicicletta ad un campione di ciclismo e nessuno si scandalizzerà che senza quel mezzo viaggia alla velocità di un qualsiasi pedone.
Invece è da spacca cervelli capire quanto i successi o i fallimenti di chi governa un popolo, sono imputabili al ciclista, e quanto alla qualità della bicicletta del potere che gli hanno dato in uso.
Perché spesso la stampa ci induce a pensare che un Premier capace, possa esattamente tutto ciò che vuole, visto che da capo del governo è sempre a cavallo del potere, e se non produce risultati non può dire che lui ha pedalato, ma la bicicletta era forata.
Invece ci sono poteri nuovi come quelli di un dittatore e poteri usati come quelli del Premier Letta che deve concordare con Alfano l’uso della bicicletta ormai inservibile da decenni, con una barca di miliardi da pagare e non da spendere, con le magistrature civili, penali, contabili e costituzionali che inibiscono l’uso libero del potere. E poi c’è la UE che detta la politica e la vuole tonda, e poi passa la BCE e la vuole quadra.
Poi ci sono i conti da fare con spreconi, ladri, corrotti e mafiosi (alcuni ancora sconosciuti alla magistratura) nello Stato centrale e nelle istituzioni periferiche, come comuni, province e  regioni, che in teoria avrebbero dovuto aiutare l’Italia a correre più veloce su l’autostrada del sistema economico, invece l’hanno aiutata a correre sulla via sterrata del cimitero, e nemmeno ora che siamo ad un passo dalla bancarotta, il potere del Premier va oltre lo spendere o risparmiare i soldi personali che ha nel suo portamonete:  per il resto, è come fosse immobilizzato mani e piedi.
Non può ridurre o abolire l’IMU, non può tagliare o contenere l’acquisto degli F35, non può abolire o ridurre le province: insomma, non può e basta.
E' come se a Palazzo Chigi avesse trovato la bicicletta del potere chiusa col catenaccio e senza chiave per aprirla. E la condizione di impotenza del Premier tipica delle democrazie, in Italia è diventata  patologica, da quando "tangentopoli" ha spostato troppo potere verso i giudici, e ora i condizionamenti di UE e BCE, (con pesanti interferenze anche del FMI) è come  avessero buttato la chiave del potere politico delle singole nazioni indebitate, nel famoso Triangolo delle Bermuda, perché nemmeno i dittatori più sanguinari ne possano fare uso o abuso.
Dopo Craxi, ci ha rimesso il collo Berlusconi per un ventennio. Ma Letta è ciclista nato, ed ha chiarito senza ombra di dubbio che in Italia abbiamo il governo ma non il potere di governare; perché se mai avessimo da spendere o risparmiare qualche euro, il numero dei soggetti italiani ed europei che potrebbero impedircelo è pressoché illimitato, senza contare quelli che potrebbero dimostrare di avere titolo legale di acquisirlo con gli interessi di ritardato pagamento,
Il "perseguitato" Berlusconi ha fatto intendere che per svolgere al meglio la funzione di PM bisogna essere matti. Io invece temo che sia la funzione di Premier italiano a necessitare di una dose di pazzia da manicomio, perché si hanno in carico troppi problemi, pochi soldi, troppi debiti, troppi topi da tenere lontani dal formaggio, e nessun potere decisionale autonomo di attuare uno straccio di soluzione che sia tale di nome e di fatto.
Insomma, più che grattarsi l'ombelico, in attesa di incriminazione per illecita grattatura, il Premier italiano non può. E pensare che da quel ciclista appiedato ne venga la salvezza dell'Italia è autolesionismo.

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