domenica 11 gennaio 2015

Ciò che non aiuta la pace sociale, la sabota.

Ciò che non aiuta la pace sociale, la sabota.
Dalla buona religione non si riesce ancora a ricavare una buona politica; né la buona politica è riuscita mai a selezionare per l’Umanità una religione produttiva e pacifica per tutti.
E se non rischiassi il torcicollo a guardare dietro, direi che in Italia, 2000 anni di cattolicesimo e 66 di democrazia non solo sono riusciti a peggiorare gli italiani ma anche a sfasciare l’Italia. E a voler essere obbiettivi, se in 33 anni di vita terrena il figlio di Dio non è riuscito a risolvere il problema della convivenza pacifica e produttiva degli umani, perché mai dovrebbero riuscirci oggi i sacerdoti della cultura, politica, giustizia, mercato e chiacchiere dell’informazione assortite?
No, non c’è niente di nuovo sotto il sole. Ovunque si tenti di cercare la chiave dei problemi dell’Umanità si trova una serratura arrugginita, un buco nero. Alcuni credono nella cultura come fosse religione, altri nella politica, nella giustizia o nel mercato, ma se tutto serve eternamente alla guerra fra Continenti, Popoli, Stati, Famiglie e singoli individui: è solo un ammasso di ruggine spacciato per oro colato.
A questo mondo non esiste niente per cui valga la pena di accapigliarci: perché a fare “giusto” l’uomo non è solo la cultura, la religione e derivati, ma è anche il “posto”;  il territorio in cui si trova a vivere, che può convertire un “uomo giusto” in uno tanto sbagliato da diventare un pericolo pubblico, violando le leggi da anarchico, terrorista, corrotto, mafioso.
Allora la domanda che sorge spontanea è questa: siccome i popoli non cambiano la cultura e la religione con la stessa frequenza delle mutande, ma cambiano in maniera quasi ossessiva e quotidiana, politica, giustizia e mercato; allora non credete che ci si debba interrogare se il popolo italiano, per la formazione filosofico-teologica che riceve, è più giusto per essere governato da un tiranno in una dittatura, o per autogovernarsi democraticamente?
Posto che il popolo anarchico, terrorista e mafioso come è ora quello italiano, è perfetto per accoppare un dittatore già nell'utero materno e disfarsi pure della madre dittatura, (basta guardare l’uso che ne facciamo dei Premier democratici: vedi Berlusconi) ma è un autentico suicida se sceglie di autogovernarsi democraticamente, perché dimentica come un ubriacone che lui è insieme governato e governante, schiavizzato e schiavista, somaro e sovrano.
Quindi è liberissimo di pensare da matto nel chiuso del suo cervello, e sentirsi cattolico, laico, comunista, liberale, credersi Napoleone o Cleopatra, e fare il matto in casa sua senza risparmio; ma passando da pensatore ad attore, ha solo da rispettare le leggi dello Stato "senza se e senza ma". E non importa un accidente se e quanto le condivide, e non importa nemmeno se è un lavacessi o il Presidente della Corte Costituzionale, o della Repubblica, perché di fronte alla legge non ci sono cittadini disuguali.
E allora domandiamocelo, se in Italia il pluralismo culturale, religioso e informativo e il garantismo giudiziario servono a formare liberi pensatori, o eserciti di anarchici, terroristi e mafiosi sempre in rotta di collisione con lo Stato per impedire al Premier di governare, o per assaltare la diligenza derubando lo Stato, o per attentare alla Costituzione e alla democrazia scambiandola per dittatura, o per corrompere gli addetti a danno dei contribuenti. Perché i popoli o i cittadini alle quattro stagioni non li hanno ancora inventati: se sono giusti per difendersi da un dittatore matto e sanguinario, sono maledettamente sbagliati in democrazia, e possono vivere solo da suicidi e auto schiavizzarsi da somari, non sapendosi sovrani.
Non sapendo di essere nel contempo popolo e Stato; quello italiano ha assassinato i doveri e pretende che lo Stato diluvi diritti, (ma con i soldi di chi?) e da Stato vuole un popolo pantalone che accetti vagonate di doveri pagando a piè di lista tutte le ruberie pubbliche e le catastrofi da anarchismo, terrorismo, mafia e corruzione e chi più ne ha più ne metta.
Insomma io credo che l’Italia sia arrivata alla frutta come democrazia, certamente per una casta politica da pianto, ma anche perché il popolo è formato culturalmente per non essere più schiavizzabile, ma per schiavizzarsi da sé, pensando liberamente (e fin qui tutto bene, anzi benissimo) ma poi agendo anarchicamente alla faccia del legislatore che da 66 anni si illude, sfornando leggi erga omnes alla velocità e quantità di una industria di bottoni, di trasformare un popolo “dispettoso” in uno “rispettoso” della legge e della magistratura italiana.
Ma questi sono tutti conti senza l’oste culturale, che in Italia continua a formare individui tanto liberi di pensare ai ca..i propri, che non accettano più di farseli governare da un Premier e lo combattono come fosse un tiranno. Salvo che tale lo è, ma di panna montata. Ogni singolo cittadino è governato e governante, suddito e tiranno, e combattendo o sfruttando lo Stato, tiranneggia se stesso.
Quindi in Italia non avremmo la casta politica ridotta a calamità sociale, se non avessimo le caste intellettuali di matti: l’istruzione e l’informazione che sono anacronisticamente anti tiranniche: resistenti ad una tirannia inesistente. Non volendo vedere e accettare che in Italia non esiste più il problema del Premier come potenziale schiavista e tiranno.
Il vero rompicapo dei popoli liberamente pensanti e agenti alla faccia di leggi e giudici, non è il malgoverno di un tiranno da combattere, ma il nongoverno di un povero cristo di Premier abilitato a risanare tutto ma solo con la lingua: perché se governando macella il popolo bue è un premier da dio, ma se per sbaglio intacca i privilegi e il potere delle classi dirigenti capacissime di governarsi da sé, (mangiandosi l'Italia viva e morta), allora passa da dio a porco da macellare e convertire in mortadelle, zamponi e cotechini.

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