martedì 21 giugno 2016

Basaglia, ora vestici tu.


 Basaglia, ora vestici tu.

Se gli intelligenti sono stati, sono, e forse resteranno in qualunque popolo risibile minoranza, che funzione potranno mai avere in democrazia, dove l’acquisizione e l’esercizio del potere richiedono quantità di consensi, non qualità; maggioranze stupide, non minoranze intelligenti; fede, non senso critico e saggezza?
A naso, direi nessuna funzione che non sia distruttiva. Gli intelligenti servono solo a generare contrapposizioni, guerre ideologiche, politiche, finanziarie, individuali, familiari e collettive, nazionali e mondiali.
Perché non si rassegnano a pensare e agire in ubbidienza ai molti stupidi, “potenti in quanto maggioranza sociale, sindacale, politica”, e tentando di limitare i loro danni, diventano essi stessi volano di pazzia, perché istigano gli stupidi a ribellarsi al loro tentativo di renderli almeno inoffensivi.
Insomma la democrazia è il più potente sistema di tortura psicologica per soggetti pensanti, perché gli offre due possibilità di scelta: adeguarsi agli stupidi e vivere in pace; o ribellarsi e vivere in guerra con chi non ha alcun interesse a salvare niente e nessuno, e quindi è capace di portare lo scontro al massimo livello di distruttività suicida, omicida e persino genocida.
E quando la guerra si scatena fra coniugi, col meno intelligente che preferisce gli eccessi alla moderazione e al dialogo, quella è una famiglia rovinata, se il più saggio non smette di contrapporsi a l’altro, per non istigarlo a ribellarsi e a sfoggiare tutta la propria naturale devastante distruttività.
E se la "pochezza intellettiva dei popoli”, incomincia a generare carestia economica, il più saggio della famiglia, o il meno stupido, tenta di evitare che il coniuge “allegro” impieghi soldi in spese superflue e persino dannose. Ma proprio questa è la scintilla che incendia la benzina delle liti coniugali spesso cruente. Così anche i figli si sentono nel giusto a combattersi fra loro, poi con i genitori e il manicomio è garantito.
E in questo casotto di famiglia disgraziata, la politica non ha soluzioni; anzi le contrapposizioni ideologiche, economiche, calcistiche e persino religiose in aggiunta alle politiche, fanno sentire normali i coniugi che si contrappongono per “dialogare”, e poi finiscono per "accoltellarsi".
La cultura potrebbe (il condizionale è d’obbligo) insegnare almeno a chi ha normali capacità, a fingere di condividere le idee altrui anche quando non lo convincono, perché dalla guerra coniugale fra intelligenti e meno, non esce vivo nessuno; mentre la finta pace, alla lunga potrebbe produrre una “normalità” meno devastante della guerra, che rischia di degenerare in femminicidi, pluriomicidi o suicidi.
Il soggetto intelligente è stato creato da Dio per fare cose grandiose autonomamente, ma non per procreare da solo: deve accoppiarsi con un altro soggetto di sesso opposto, fosse pure totalmente scimunito: perchè Dio fa dipendere la procreazione dalla diversità di genere, non dalla intelligenza dei coniugi.
In coppia si procrea e solo in coppia si possono crescere figli, col coniuge più intelligente, che senza far pesare la propria “presunta”, “sempre e solo presunta superiorità”, si sforza di dialogare, convincere, integrarsi, o integrare il diverso da sé.
Dio ha creato l'uomo e la donna talmente distanti e diversi, che è come se ogni essere umano nascesse col suo opposto maschio o femmina appiccicato di spalle, in modo che entrambi vedano da opposte angolazioni tanto da pensare esattamente alla rovescia. Solo l'amore produce il miracolo di rendere compatibili o sopportabili le naturali incompatibilità uomo-donna.
E il rapporto pacifico che ne consegue, insegna con l’esempio ai figli a dialogare e interagire, a non contrapporsi fra loro prima, e a non ribellarsi ai genitori, ai superiori, allo Stato in età adolescenziale e adulta. Senza questo esempio di intelligente moderazione familiare, che renda gli individui veramente umani e razionali, la famiglia si riduce a succursale di manicomio.
E con le famiglie (che sono le cellule fondamentali dello Stato) ridotte prima moralmente e poi finanziariamente a brandelli dalla cultura individualista e relative leggi demenziali; per tenere a bada mezza dozzina di coniugi e figli prevaricatori, una dozzina di padreterni al governo manco ci basta.
Ormai il mondo straripa di intolleranti, che anziché rimodellare le proprie, sulla scorta delle idee opposte degli altri, cambiano ossessivamente interlocutore, alla ricerca del “signor si” che porti conferma e appagamento al loro smisurato ego ipertrofico, facendoli sentire razionali, anche quando sono matti da legare.
Le loro farneticazioni convincono chi li conosce, e sa di non poter trasformare il loro monologo in dialogo, a sfoggiare la migliore mimica facciale, per sparargli massimo ogni trenta secondi, un “si caro hai ragione”, unica medicina capace di ammansire i matti, anche da pluri, multi, extra, super e mega laureati.
Dalla chiusura dei manicomi ad oggi, le contrapposizioni ottuse e feroci di tutte le razze, persino fra poteri dello Stato che si combattono a spese dei contribuenti, hanno finito per impestare l’Italia (e mi sa pure l’intero Occidente progredito a caxo) di razionali finti e matti veri, a milioni.
Viviamo in uno Stato fallito a 360 gradi da mezzo secolo, ma un politico, un burocrate, un giudice, un sindacalista, un banchiere, un giornalista, un professore, un professionista che spontaneamente confessi un proprio errore a danno del sistema, non c’è. E' vero che l'Italia è un disastro, fra povertà, improduttività, ingiustizia, corruzione, femminicidi, omicidi e suicidi, ma per ogni singolo italiano c'è un unico responsabile per tutta questa robaccia:  sono sempre e solo gli altri  a fare danni, lui solo utile. 
Perciò, in previsione che una a testa possa non bastarci, ci servono 120 milioni di camicie di forza, per incominciare a consegnare al dott. Basaglia gli smidollati cronici della classe dirigente italiana, portatori “sani” della pazzia collettiva delle divisioni conflittuali, che in sette decenni ci ha impestati tutti, facendo de l’Italia un ingovernabile manicomio, ricco solo di debito pubblico, disoccupazione, fallimenti, crollo demografico, divorzi, femminicidi, suicidi e omicidi.

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