lunedì 13 giugno 2016

Da l'olocausto al default



Da l’olocausto al default

Forse noi umani abbiamo una predisposizione naturale a passare da una filosofia tirannica genocida ad una democratica suicida. Tanto è che per fuggire dalla ferocia allucinante dello sterminio nazista, mezzo mondo si è buttato fra le braccia del comunismo, credendolo la prima, vera, religione salvifica. Ma anche questa filosofia, ora indissolubilmente mischiata al liberismo, non riesce ad evitare che i popoli UE scivolino da l’olocausto al default: che poi è lo sterminio degli Stati insolventi: dalla soppressione criminale di popoli ritenuti nemici, alla “soppressione legale” di popoli amici, sterminati a norma di legge da strozzini ed esattori killer della produttività privata.
E se questa è la fotografia a colori della UE, qualunque burocrate, politico o giudice attenti alla vita di un individuo o peggio di una famiglia, ostacolandone o uccidendone la produttività economica: fosse pure il presidente del mondo, è un feroce assassino. E come tale, andrebbe reso inoffensivo, non certo sbattendolo in galera, altrimenti là finirebbero tre quarti di "umani"; ma impedendogli di affamare la gente, distruggendole la produttività, che è come uccidere fisicamente un popolo.
Entrare in casa di una famiglia in difficoltà, e con abuso di potere pubblico privarla di tutto ciò che ha, perché è economicamente inadempiente, è evoluzione liberalcomunista del nazismo. Le istituzioni finanziarie italiane a caccia di debitori insolventi sono arrivate alla abominevole condizione di pignorare i giocattoli dei figli dei debitori, (bambole e tricicli) di interrompere il servizio idrico o elettrico a famiglie povere, numerose e inadempienti perché senza lavoro o ridotte al fallimento da decenni di rapine pubbliche finanziarie e fiscali.
Questi crimini andrebbero perseguiti dalla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, se là non si ronfasse alla grande. In Grecia, ma anche in Italia, la gente si suicida o sviene per strada piegata e piagata dalle difficoltà economiche, perché per decenni e decenni lo Stato liberale di diritto, ma comunista di fatto, si è arrogato il potere di rapinare tributariamente e finanziariamente gli individui, senza mai assumersi il dovere di renderli realmente e onestamente produttivi.
Anzi, se qualcuno era tanto ingenuo da produrre per la collettività assumendo e pagando salari, erano così determinati ed efficaci nel creargli ostacoli burocratici e tributari da farne un imprenditore ladro, sfruttatore, evasore o corruttore nell’idiota tentativo di salvarsi. Oppure fallito o suicida, se era ancora più ingenuo da opporre resistenza morale a l’istigazione a delinquere che gli arrivava, e continua ad arrivargli, dalle istituzioni legali e liberali di nome, ma nazicomuniste di fatto.
Allora, insieme ai singoli Stati che non hanno rispetto dei cittadini, andrebbe fermata l’Unione Europea perché rapinando a colpi di spread pilotato i singoli Stati poveri, sta aggravando le difficoltà e uccidendo esseri umani a milioni.
Se il rigore contabile degli Stati fosse in grado di rilanciare la produttività economica, sarebbe benedetto anche a firma di Adolf Hitler o Joseph Vissarionovich Stalin, ma quel finto rigore legale non ferma la fame feroce dei lupi istituzionali, quindi è e resta criminale, da qui all’estinzione dell’Umanità, posto che per rilanciare la produttività dei popoli non serve inferocire gli agnelli sociali, ma ammansire i lupi istituzionali: burocrazia finanza e fisco.
Il lavoro politico realmente risolutivo è tutto a l’interno di ogni singolo Stato: è di natura burocratica, e chi parla di interventi sociali è un gran truffatore. Lo Stato deve limitarsi a rendere produttivo il popolo, e deve considerare contribuenti, non tutti i soggetti registrati a l’anagrafe, ma quelli che è stato capace di rendere concretamente produttivi.
Perché tassare tutti a tappeto, defunti compresi, per redditi non ancora o mai prodotti è crimine nazista. E per ogni imprenditore che arriva per persecuzioni burocratiche, finanziarie e fiscali all’esasperazione del suicidio, ci sono centinaia di famiglie di operai senza lavoro e guadagno spinte a forza nel buio tunnel della povertà, da cui in Italia, per via onesta, non è prevista uscita.
L’Italia staziona in queste barbare condizioni pseudo legali, da sette decenni. E chi osa opporre resistenza morale al cannibalismo finanziario e fiscale, finisce macellato come un agnellino. E la colpa è addebitabile a tutte le istituzioni, ma non al Premier insediato a Palazzo Chigi. Quello non si può criticarlo, per una ragione non logica, ma super logica che vado a spiegare.
Se tu porti dal meccanico una automobile che non funziona, e quello te la restituisce guasta come prima, ti affretti a portarla al secondo, poi al terzo, poi al cinquantesimo e se tutti te la riportano indietro sfasciata sul carro attrezzi, sei legittimato a chiamare incapaci ad uno ad uno tutti quei meccanici che non l’hanno riparata, soltanto dopo aver trovato il soggetto capace di restituirtela marciante: altrimenti chiamare incapaci i cinquanta meccanici che hanno fallito nella riparazione della tua auto irreparabile, è diffamazione penalmente perseguibile.
Io non ho il conto aggiornato dei meccanici politici che in Italia hanno fallito miseramente alla loro funzione di Premier, (mi sembra 26, persino il gigante economico Berlusconi) ma è lapalissiano che questo Paese non ha ancora centrato il salvatore degli italiani, e finché non imbrocchiamo il padreterno per un simile miracolo, dichiarare incapaci in fila indiana tutti gli illusi poveracci che si alternano da sette decenni nel mattatoio politico di Palazzo Chigi è demenziale e suicida, perché ormai irreparabile e ingovernabile, ad opera di burocrati irresponsabili e rapaci, strozzini ed esattori potrebbe essere l’intera Italia.

Nessun commento:

Posta un commento