domenica 14 gennaio 2018

In Italia i protettori di poveri sono razza protetta



In Italia, l'onestà intellettuale della classe dirigente è da Nobel. Incassano compensi astronomici, oltre mezzo milione di euro l'anno di soldi pubblici, di tasse dei cittadini, e poi girano per televisioni dichiarando con angelico candore di fare politica per i poveri. 
E bisogna ammetterlo, quanto a coerenza e onestà sono imbattibili, posto che la razza degli italiani che si arricchiscono di povertà, grazie alla loro oculata politica lunga tre quarti di secolo, ha incrementi demografici da formicaio, persino gente che ha difficoltà a trovare un cartone e una panchina per non morire congelato sotto la neve.
In un vero Stato di diritto, e con veri magistrati, a questi indefessi protettori di poveri, verrebbe garantita la stessa dignitosa agiatezza economica che garantiscono ai loro amatissimi protetti.
Ma in Italia cerchiamo invano da sette decenni un pubblico ministero o quanto meno un giudice, che avendo letto i primi 4 articoli della Costituzione, abbia una mezza idea di cosa è, se non proprio la giustizia sociale, (scandalosamente negata a milioni di italiani calpestando la Costituzione) almeno la coerenza o la decenza.
Ma l'unica razza protetta in Italia è quella dei finti protettori dei poveri che ingrassano a spese di Pantalone imboscati nelle istituzioni statali o parastatali, per conservarsi e lievitarsi la razza degli esclusi, che per loro sono "grasso che cola".

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