lunedì 3 dicembre 2018

In Italia non c'è alternativa allo statalismo

Nell'ultimo secolo i comunisti hanno commesso un bel po' di crimini al pari dei fascisti, ma non si sono mai distinti per stupidità o ignoranza.
Bruciando sull'anticipo i fascisti, hanno capito che a rendere vincente la politica non è il controllo del mercato e della finanza, ma del sapere: non è gonfiando i portafogli ma sgonfiando i cervelli con più indottrinamento che istruzione, che si conserva o accresce il consenso, anzi la fede cieca per generazioni, come se il comunismo fosse una religione.
Posto che le democrazie sono il governo del Popolo, al popolo il comunismo va insegnato a scuola, per riscuotere consenso plebiscitario per generazioni.
Così sono riusciti, e dopo un secolo ancora tentano di convincere anche i marziani che l'unica politica buona in Italia è quella comunista e l'unica cattiva è quella liberale che loro marchiano dispregiativamente fascista.
Per loro, la politica PD è stata una manna caduta dal cielo fino a 6 mesi fa. Poi, con il governo Conte salvimaio sono arrivati i barbari, i fascisti che stanno sfasciando l'Italia. Fanno crollare i ponti, generano allagamenti, frane, terremoti, morti e devastazioni.
I sinistri avevano fatto dell'Italia una bomboniera e ora i destri la disfano. 
E la disfano davvero non avendo capito per stupidità, che solo la politica che parte dalla scuola, anzi dall'asilo nido, può raccogliere fedeli e consenso acritico, quanto e più di una religione. 
Tutto il resto è mercato destinato al fallimento se i cervelli dei cittadini non sono stati implementati di liberalismo ma di marxismo.
Quando le banche iniziano a reagire alla improduttività e parassitismo del Popolo, e curano le loro sofferenze aumentando i tassi e costringendo la politica ad aumentare le tasse, il sistema economico entra in una lunga fase recessiva, portatrice inesorabile di indebitamento pubblico  e guerra fra poveri.
Oggi non c'è comunista al mondo che non si definisca liberale: fallito il collettivismo tutti cercano la salvezza nel libero mercato.
Ma ad un popolo indottrinato e plagiato da cultura comunista, si potrà mai chiedere politica liberale, competitività e produttività autonoma, meno burocrazia, meno statalismo, meno tasse, meno sprechi, furti e corruzione? Credo proprio di no, a giudicare dalla quantità patologica di laureati italiani che scappano all'estero per trovare salario, non avendo manco la più pallida idea di come fare profitto onesto in italia.

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