martedì 9 aprile 2019

Apologia del "governo ladro": ma di banchieri non di barboni


L'inquilino di Palazzo Chigi non ha colpe nemmeno se è il liquidatore fallimentare d'Italia. I veri falliti sono i burocrati, i sindacalisti, i professionisti, i grossi imprenditori, e i banchieri. Chi, nei passati 7 decenni, ha già portato alla bancarotta popolo e Stato, ma oggi dal governo Contesalvimaio pretende profitti crescenti e tasse calanti: più soldi dello Stato ai cittadini e meno dai cittadini allo Stato.
Se poi questa filosofia politica da ospedale psichiatrico impicca l'intero governo all'albero dello strozzinaggio nazionale, continentale e mondiale alla disperata ricerca di vampiri che vogliano finanziarci comprando debito pubblico italiano con spread astronomico, non gliene frega un c**** a nessuno.
Chi sia stato il primo demente a classificare "ladro" il governo pure per le piogge inopportune mi sfugge, ma so perfettamente che i governi democratici sono lo specchio della intelligenza, onestà e moralità dell'intera classe dirigente privata: hanno autorevolezza e rispettabilità riflessa, indipendente dal soggetto preposto alla funzione di ministro o di Premier. In quella stanza dei bottoni si entra cardinali e si esce preti spretati.
Ha ragione di criticare, indebolire e condizionare pesantemente il governo, solo chi si è già predisposto ad affondare le sue luride mani nelle casse dello Stato, o a spillare altro sangue fresco ai poveri contribuenti allungando a milioni la lista dei poveri e a migliaia quella dei piccoli imprenditori disperati falliti suicidi.
Un tale che non era affatto digiuno di politica diceva: "Il problema essenziale non mi pare sia chi governa, bensì che cosa il Governo è autorizzato a fare". 

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