mercoledì 17 agosto 2011

I Premier sono ormai guidatori guidati

C’è una domanda che sembra sparita dal menù culturale italiano. Ma le varie istituzioni democratiche: istruzione, informazione, politica, giustizia, mercato e sindacato, interagiscono da sistema, o no? posto che tutti pretendiamo che il Premier abbia la responsabilità dell’intero Stato (pulci comprese), ma scateniamo il finimondo se osa assumerla nell’unico modo in cui si può essere responsabili: esercitando (sia pure per scherzo) il suo potere di controllo su una sola di quelle incontrollate e ormai incontrollabili istituzioni.
Purtroppo in Italia i Presidenti del Consiglio di qualunque colorazione politica possono abbracciare un palo dell’alta tensione a mani nude senza rischio di folgorazione, ma se osano sfiorare con il mignolo asciutto e pure incartato di nastro isolante l’istituzione dei magistrati, professori, giornalisti, professionisti, confindustriali, sindacalisti e banchieri sono spacciati.
E’ talmente assurdo ciò che gli italiani pretendono dal Premier (cioè la responsabilità assoluta senza l’ombra del potere di controllo), che è come imputare al proprietario di un taxi, la responsabilità per danni a persone e cose, ma pretendere che nell’auto in corsa, sieda sul sedile posteriore, a rispettosa distanza dall’acceleratore, dal volante, dai freni e da quanto servirebbe per guidare responsabilmente un’auto, senza ammazzarsi o ammazzare.
Come se la democrazia fosse una specie di pilota automatico, abbiamo tolto ai governanti persino il controllo dei loro bisogni fisiologici, perché così, secondo i geni della politologia moderna, le democrazie sono funzionanti e protette dal rischio d’involuzione totalitaria.
Invece non funziona un bell’accidente di niente, perchè ci sono milioni di braccia e gambe che si agitano, ma non una testa che abbia il potere di pensare e fare sistema, se ne ha le capacità. E quello della giustizia è l’ultimo dei problemi italiani, essendo conseguenziale al problema della scuola, sanità, previdenza, trasporti, stampa, mercato e burocrazia in generale di cui il governo non ha più il controllo da decenni, dopo averlo abbandonato nelle mani di sindacalisti e associazioni di categoria rigorosamente miopi e irresponsabili.
E a quanto sembra ormai il problema è planetario. Nessun Premier è in grado di difendere il suo popolo dalle guerre economiche fra speculatori di borsa. Nemmeno il “dio” Obama può proteggersi dal rischio default, perché non ha il controllo del mercato globale e nemmeno nazionale. Pensate un po’ cosa possa fare per l’Italia il nostro mini parafulmine Silvio Berlusconi, con il terzo debito pubblico del mondo da ripianare, con lo sputtanamento quotidiano a cui è sottoposto da giudici, giornalisti e politici dell’opposizione, e con un mercato globale impazzito e fuori controllo, che come un coyote si ciba solo di carcasse di Stati in presunta difficoltà economica, fino a farla diventare vera.
Ecco perché Berlusconi ha sempre avuto stampato un sorriso da distributore automatico di ottimismo; perché se pure c’è stata un’epoca in cui la politica poteva permettersi il lusso di dire la verità, oggi con il morto in casa, deve mettere festa da ballo, se vuole tenere lontani dalla borsa i coyote: i portatori sani di bancarotta.
Quindi la politica, la giustizia e l’informazione moralmente e giuridicamente impeccabili come il Vangelo, oggi sono la corda per impiccare il sistema Stato, se dopo aver lasciato che un premier si insedi al governo, ritenendolo affidabile, lo combattono per 18 anni senza avere il potere di sfrattarlo, ma avendone fin troppo per attirare i coyote sulla carcassa Italia.

Nessun commento:

Posta un commento