sabato 13 agosto 2011

L'anarco democrazia italiana









Intellettuali e giornalisti si lambiccano il cervello per analizzare e criticare la politica,  fingendo di non sapere che essa può fare solo leggi buone o cattive, ma è la cultura a curare la formazione degli uomini (politici compresi), dopo che il Padreterno s’è preso il fastidio di crearli. E non mi sembra che una legge buona per governare gli onesti e intelligenti, (quelli formati dalla ex buona cultura italiana) resti tale anche per governare i figli di quella cattiva, S-formati in sei decenni di  D-istruzione e DIS-informazione di massa.
Che in Italia la politica buona si sia rarefatta come l’ossigeno in una porcilaia, voi intellettuali, professionisti e giornalisti ce lo ricordate ogni giorno, da diciotto anni, imputando il fattaccio a Berlusconi; ma vi siete mai chiesti se la società degli onesti e intelligenti non vi si sia per caso ristretta come per un lavaggio culturale sbagliato?
Il popolo che i comunisti hanno preso in carica nel 1948, anno della Costituzione, non era certo costituito solo da stinchi di santo: ma i briganti saranno stati una minoranza, se la politica ebbe il potere di varare una Costituzione che il mondo ancora ci invidia.
Se oggi la politica italiana ha il primato mondiale per produzione di leggi truffa e rapina, è perché la società, figlia degli intellettuali, della televisione, dei giornali, giornalisti e professionisti è straripante di santi riciclati in briganti, per vendere al migliore offerente esami e lauree nella scuola, per ammalare i pazienti invece di curarli, per corrompere o farsi corrompere per una pensione d’invalidità fasulla (magari di cieco che legge giornali e guida auto da corsa), per corrompere magistrati e trasformare in vincenti cause perdenti, per scrivere da pennivendoli a vantaggio di qualcuno e a danno di un altro, per ammansire il fisco sotto banco, per costruire fuorilegge o devastare l’ambiente, per ridurre al fallimento un galantuomo e aiutare un mafioso a derubarlo, per aggiudicarsi un appalto e dividere gli utili con burocrati (sempre presunti innocenti) e politici (sempre presunti colpevoli).
E questo elenco di malefatte private e pubbliche ormai è lungo abbastanza per farci migliaia di volte il giro del mondo, ma io mi fermo qui. Voi intanto iniziate a riflettete. Per governare gli italiani di ieri (altra gente, altra cultura e altra morale) la Costituzione era persino d’avanzo. Ma se oggi rastrellassimo tutte le più belle leggi, anzi codici del pianeta, non saremmo in grado di riconvertire in santi nemmeno i briganti di Rocca Cannuccia.
Perciò il vero problema, è che i sacerdoti della cultura, non ci pensano affatto a vergognarsi per “l’eccellente” fauna sociale che stanno S-formando da sei decenni; anzi sarebbero felici come una pasqua, se i politici italiani, invece di andare e rimanere a Roma a governarci con la loro “pessima” politica, si attrezzassero di biglietto d’andata in Parlamento per vergognarsi e di ritorno in giornata a casa loro per levare il disturbo.
Purtroppo, per noi umani, le anime brutte non si governano con leggi norvegesi per anime belle, disarmando i poliziotti e armando i Breivik assassini. Quindi in Italia la politica ha un solo antidoto contro il veleno della cultura: descolarizzare: distribuire carriole invece di cattedre, zappe invece di redazioni, pecore da pascolare, invece di clienti, utenti e contribuenti onesti, che cultura prima, e politica poi, riducono alla fame e al suicidio.

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