martedì 2 ottobre 2018

A Norimberga processate la cultura europea

Dopo il primo genocidio per odio, l'Europa ha consumato il secondo per eccesso di amore indottrinando e ingrassando i popoli.
Non lo ha mai sospettato nessuno, lo stiamo capendo piano piano tutti col senno di poi, ma in politica gli eccessi di bene e male sono entrambi assassini. E ora c'è il rischio che si debba riaprire il Tribunale di Norimberga alla ricerca di una via intermedia meno demenziale.
Invogliando gli europei a comprare cose lì si è indotti a non comprare figli, ad abortirli, e ora a mettere riparo al crollo demografico importandoli (al pari di fauna animale) tutti cresciuti dall'Africa, e mantenendoli al posto dei propri, tanto da realizzare una perfetta sostituzione di popolo, un genocidio in apparenza altamente morale, affettuoso e premuroso, ma di fatto altamente immorale e forse pure criminale.
Questa volta non è semplice stabilire chi è il carnefice e chi la vittima, ma il mondo della cultura deve finire al completo sul banco degli imputati per aver massacrato il cervello dei popoli e delle classi dirigenti fino ad indurli al suicidio demografico, al genocidio auto inflitto. Più che i responsabili, questa volta a Norimberga si dovranno cercare gli irresponsabili.
In condizioni normali ci vuole poco per capire che un popolo che non figlia si auto condanna a l'estinzione; ma un sistematico lavaggio del cervello indotto da cultura e benessere ha impedito agli italiani e ad altri popoli europei lanciati sulla via dei diritti senza doveri e dell'arricchimento facile e immeritato, di percepire le tragiche conseguenze della mancata natalità.
Chi possa fermare oggi questa giostra di matti, forse è Dio l'unico a saperlo.

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