sabato 28 aprile 2018

È possibile il buon governo Goethe?


Bertrand Russell descriveva così il governo di un popolo democratico:
"I nove decimi delle attività di un governo moderno sono dannose; dunque, peggio sono svolte, meglio è." 
E a giudicare dallo stato delle cose italiano, europeo e mondiale sembrerebbe proprio di sì.
Se il governo incentiva il popolo a produrre, poi non riesce ad impedire che l'abuso di quel diritto generi devastazione ambientale.
E se ostacola la produttività economica, rassegna il popolo a vivere, come nel sud Italia, di lavoro nero, assistenzialismo, corruzione, false invalidità ed evasione; che alla lunga, per carenza di gettito tributario, lievitazione del debito pubblico, sofferenze bancarie e tassi usurai, portano al fallimento delle banche e dello Stato.
Insomma nessun governo è in grado di garantire un sistema socio-economico immune da problemi: sbaglia sempre e comunque: ad incentivare la produttività o ad ostacolarla.
Perciò non c'è niente di più stupido al mondo, dello sperare che un governo democratico, intelligente, onesto e giusto salvi popolo e Stato. O dello sparare su Premier e Ministri se falliscono.
Forse l'unico buon governo possibile, proprio come diceva Goethe, "è quello che ci insegna a governarci da soli".
Ma se sì spostasse troppo la responsabilità dalla politica all'istruzione e all'informazione, i saggi e potenti della cultura: professori,  professionisti,  burocrati  e  giornalisti sparerebbero ad alzo zero su popolo è Stato.

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