lunedì 2 gennaio 2012

L'uragano sociale


Quando i poveri si riprendono il potere

La guerra sarà pure una cosa troppo seria da affidare solo ai generali; ma l’informazione, la guerra delle parole, è un miliardo di volte più rischioso lasciarla ai soli giornalisti, visto che abbiamo l’Europa impestata di debiti, di banchieri alla bancarotta e di politici incapaci; ma ancora non abbiamo un solo giornalista che sappia spiegarci se i danni li fa la destra o la sinistra, i padroni o gli operai, le banche o le imprese, i sindacalisti o i politici, il mercato globale o la politica locale.
Grazie al mercato, nella società abbiamo poveri alla canna del gas e ricchi che scoppiano di obesità finanziaria. E nello Stato abbiamo politici di destra e di sinistra che non si capisce a che servono, visto che della politica i ricchi farebbero volentieri a meno, mentre i poveri che la vorrebbero, possono solo sognarsela.
Se in uno Stato provi a domandare quali sono i politici che aiutano i ricchi ad arricchire, non vi è uno che confessi di essere al servizio dei ricchi. Si dicono tutti al servizio dei poveri, dei disoccupati, dei cassintegrati e sfruttati. E forse è proprio questo il problema. In aggiunta alla Caritas che aiuta davvero, i salvatori politici dei poveri sono un numero così sproporzionato da seppellirli invece di salvarli.
Dal punto di vista politico i ricchi sono un'entità caricatura in una democrazia, sono in numero così esiguo da non essere rappresentati nemmeno dal Capo dello Stato che ci rappresenta tutti anche singolarmente.
Invece i poveri e la classe media dei lavoratori e pensionati sono una schiacciante maggioranza sia al governo che all’opposizione e pure non c’è politica in tutto l’Occidente capace di garantirgli almeno uno straccio di dignità.
Quindi questa domanda è diventata ineludibile: chi usa il potere politico dei poveri, per truffare i poveri ingrassando i ricchi fino all'indecenza?
Bisogna eliminare il mercato globale perché genera ricchezza per i ricchi e fiumi di povertà per i poveri, o va eliminata la politica imbecille che invece di correggere le iniquità del mercato perequando la ricchezza, cioè tassando i ricchi e dando ai poveri, usa il potere dei poveri e della classe media (numericamente schiacciante come una dittatura) per raddoppiare l’iniquità, per aggravare la sperequazione, per istigare al suicidio o a delinquere un  numero crescente di poveri, affamandoli, tassandoli e sfruttandoli per mantenere un sistema Stato incapace ed elefantiaco, senza disturbare, anzi aiutando i paperoni nella loro attività accumulativa pazzoide.
Se i ricchi producono ricchezza indipendentemente dai successi o fallimenti della politica, e lo fanno quasi del tutto privi di rappresentanza essendo in numero a dir poco risibile, e non gli cambia la vita un Berlusconi che va e un Monti che viene; dobbiamo cercare di capire se questo nubifragio di calamità recessive che si abbatte ciclicamente sulla testa dei poveri e classe media, è dovuto all’assenza di un sistema di mercato produttivo anche per i poveri, o alla ingombrante presenza di un sistema Stato e relativi addetti che sulla povertà dei cittadini lucrano al pari di  strozzini rapaci profitti astronomici.
E quindi, o si mette a dieta lo Stato prima che scoppi per bancarotta, o si inventa un doppione di mercato chiuso (collettivista pro poveri) che non trasformi i cittadini in difficoltà in animali da macello, ma gli consenta un sussidio o un lavoro dignitoso e continuato e pazienza se povero e malpagato.
Perché la disoccupazione e la precarietà sono altrettante mine vaganti sotto il culo di qualunque Stato, democratico o totalitario che sia. E la politica, prima si convince di questo e meglio fà.
A questo mondo si può anche negare il diritto di lavorare e produrre ricchezza onesta a milioni di cittadini, (condannandoli al rogo della disoccupazione diceva Don Milani) ma dal diritto di mangiare e vivere può liberarli solo il Padreterno.
Chi, a memoria d'uomo, ha abusato di un popolo affamandolo e schiavizzandolo, ha sempre ucciso se stesso; perché non esiste argine alla forza della natura di un popolo che si ribella ai suoi affamatori.
La vera politica per politici (senza vocazione al suicidio) favorisce il lavoro e la produttività onesta dei cittadini, senza abuso di potere, senza leggi e istituzioni pensate solo per ostacolare o impedire il diritto alla vita dei singoli, da cui ne conseguirebbe in automatico la salvezza di  popolo e Stato, mercato e politica, capre e cavoli. Perchè se escludiamo il lavoro e guadagno per TUTTI, che sono le vere chiavi della POLITICA maiuscola, il resto è aria fritta.


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