sabato 27 maggio 2023

I ricchi scommettono per vincere i poveri per perdere


Se a memoria d'uomo i ricchi e i potenti sono stati sempre schiavisti con i poveri; perché da tre quarti di secolo si dissanguano per esportare democrazia a cannonate, strappare il potere politico ai tiranni e consegnarlo ai popoli anche se sono già ridotti alla fame?
Perché la minoranza dei ricchi e potenti è così generosa da difendere una democrazia dall'invasione di un tiranno, e dal rischio che i cittadini sovrani finiscano ritrasformati in sudditi sfruttabili: ma poi ai poveri continua a negare persino l'elemosina e agli immigrati il salvataggio in mare?
Europa e America stanno rischiando la terza guerra mondiale atomica per difendere ad oltranza la democrazia Ucraina dall'aggressione del tiranno Putin.
Banchieri e industriali si tengono stretto il potere economico, e insieme al potere culturale gettano in pasto ai poveri anche il potere politico, perché questo per loro è un investimento che rende oro, non a "palate", ma a "miniere".
Infatti nelle democrazie la produttività schizza alle stelle, e finisce puntualmente razziata dai ricchi, mai perequata per salvare poveri.
Grazie alla democrazia, la condizione dei poveri passa dalla schiavitù, alla libertà suicida. E rischiano costantemente la vita, come gli immigrati nel Mediterraneo o gli allagati in Romagna. Dov'è l'inghippo?
Le lobby sono sempre in agguato per condizionare e muovere i governi democratici finti, a proprio vantaggio.
Se i popoli sovrani che dovrebbero fornire ai loro governanti sufficienti risorse finanziarie per governare, evadono le tasse o li contestano, fanno l'interesse di speculatori, sfruttatori, strozzini e lobbysti che commossi ringraziano. 
Chi ha definito la democrazia autogoverno del popolo ci ha azzeccato in pieno. Se il popolo si rifiuta di aiutare il Premier e i suoi ministri nella titanica fatica del governare: per produrre e perequare, ci pensano le lobby a fornire "sostegno finanziario interessato", per manovrarli poi a loro esclusivo interesse come burattini.
Per quale recondita ragione i ricchi hanno consegnato il potere culturale e politico nelle mani dei poveri che da sempre sono e saranno una schiacciante e immodificabile maggioranza: per renderli più forti, liberi e autonomi, o perché esercitando quei "poteri senza portafoglio" li avrebbe resi ancora più deboli, dipendenti e sfruttabili?
I ricchi non hanno mai scommesso per perdere. 
E a quanto sembra continuano a vincere anche nel terzo millennio pseudo Democratico.
La cultura e la politica in mano alla maggioranza dei cittadini non aumenta la loro libertà e autonomia ma la loro dipendenza dal denaro dei Banchieri e dal salario degli industriali e quindi li rende deboli, condizionabili e sfruttabili: privi o quasi di potere contrattuale.
Sta tutto qua il miracolo delle democrazie dell'occidente progredito. Hanno una forma diversa dalle dittature ma la sostanza è uguale o peggiore.
I popoli poveri non arricchiscono economicamente se non dopo essere arricchiti di cultura e politica libera. 
Ma nel mondo, cultura e politica continuano ad essere a passo di gambero. Invece di aiutare i poveri a sbarcare il lunario li costringono a contribuire a l'arricchimento criminale dei ricchi, subendo devastazioni ambientali ed economiche assassine.
La democrazia, dopo 25 secoli, ancora continua a mancare il bersaglio della Giustizia sociale. E altrettanto inutile in difesa dei poveri si è dimostrato il cattolicesimo per altri 20 secoli. 
Lo insegnano anche a scuola come alleggerire del potere politico i regnanti francesi, ma come togliere ai ricchi del mondo quel minimo essenziale per conservare dignitosamente in vita i poveri ancora non l'ha capito nessuno.
Franco Luceri

mercoledì 24 maggio 2023

Solo il popolo salva o uccide lo Stato democratico


Se di un sistema democratico guasto, avete individuato il massimo colpevole e il cerchio magico dei suoi complici, fermatevi; fate inversione a U e tornate al punto di partenza: avete sbagliato strada o preso una cantonata.
Esclusi bambini e invalidi, tutti gli elettori e gli eletti adulti e vaccinati hanno qualche piccola o grande responsabilità. Le democrazie muoiono per la scarsa partecipazione intelligente e onesta del Popolo: il malgoverno è solo la goccia che fa traboccare il vaso.
Chiunque pretenda dallo Stato più diritti di quanti può permettersi con il proprio portafoglio pagando le tasse, chiunque obbliga la politica a garantire un ricco Stato Sociale a cambiali" con i soldi dei Banchieri o le super tasse imposte agli imprenditori fino a farli diventare fuorilegge o letteralmente criminali, nell'inutile tentativo di sottrarsi al fallimento, sta lavorando da utile idiota alla bancarotta del suo Stato. E alla sua rovina in quanto cittadino sovrano della casa comune che sta contribuendo ad indebolire o demolire.
I "potenti da strapazzo" della cultura, al servizio di politica e mercato, hanno interesse a farvi credere che le razze di farabutti sono: politici corrotti, banchieri strozzini e industriali sfruttatori. Ma questi sono i farabutti visibili, i ragionieri dello sfascio.
Sono i comportamenti sbagliati di tutti i cittadini, indotti dalla cultura, dalla politica e dal mercato a fare il passo più lungo della gamba, a muovere l'economia facendo danni, a rivendicare diritti ed evadere doveri, per la gioia di Banchieri e industriali, poi chiamati a finanziare o porre riparo alle catastrofi, comprando debito pubblico a vagonate e incassando profitti finanziari e appalti truccati con la pala meccanica. 
Sembra che il debito pubblico italiano renda alle banche e ai risparmiatori, la rispettabile cifra di 100 miliardi di euro annui (Così si dice ).
Ma Kennedy era così profondamente consapevole del "rompicapo" democrazia, che si affrettò a fornire al suo popolo la chiave passepartout del buon governo con queste illuminati parole: 
"Non chiedetevi cosa lo Stato può fare per voi, ma cosa voi potete fare per lo stato".
Insomma, per non farla lunga; istruito, intelligente e onesto, può dirsi solo il Popolo che mantiene lo Stato di cui è sovrano, non quello che si fa mantenere, che ignora i suoi doveri, e da perfetto "suicida" rivendica solo diritti, fino a portare i poveri e gli onesti alla più nera disperazione, i potenti alla massima rapacità criminale, e lo stato al default.
L'italia non ha un problema di scarsa produttività del sistema economico, ma di eccessiva rapacità della classe dirigente che converte le tasse crescenti in privilegi personali che affamano lavoratori e piccoli imprenditori.
Il sistema economico italiano non sarà mai in grado di saziare la fame ossessivo compulsiva di ricchezza e potere della classe dirigente smidollata.
Franco Luceri

sabato 20 maggio 2023

Al livello planetario ché evoluzione c'è nel rapporto ricchi-poveri?


Caro Direttore,
mi consenta di rivolgere a Lei e agli autori del suo libero giornale, alcune domande che da giorni mi rimbalzano nel cervello senza risposta.

Nelle dittature i ricchi hanno il monopolio di tutti i poteri possibili e immaginabili, e sfruttando i poveri si conservano ricchi e potenti quasi per forza d'inerzia. Invece nelle democrazie, i poveri sono una schiacciante e immodificabile maggioranza e avendo il monopolio del potere politico si autogovernano, ma continuando ad arretrare nell'impoverimento a 360°.
Come fanno i ricchi a dettare legge e a conservarsi ricchi e potenti più nelle democrazie che nelle dittature?
E come fanno i poveri ad impoverire, se sono una maggioranza immodificabile, occupano fisicamente tutte le istituzioni culturali, burocratiche e politiche dello Stato, legiferano e si autogovernano?

E poi ancora, perché i ricchi, (che dalle caverne ad oggi sono feroci sfruttatori di poveri) hanno tanto interesse a consegnare ai poveri il potere politico, da contribuire con una barca di miliardi ad accoppare dittatori, esportare democrazia a cannonate e convertire i sudditi schiavizzati in cittadini sovrani autogovernanti?

Come fa un popolo Libero che si autogoverna da tre quarti di secolo come quello italiano a ridursi nelle condizioni attuali che è persino eufemistico definire pietose?
Da dove traggono tanto inossidabile potere i ricchi, da arricchire, anche quando i poveri, pur autogovernandosi, impoveriscono?
Quale formula infernale, in qualunque condizione politico economica fa i ricchi più ricchi e i poveri più poveri?

E non basta, i ricchi sono tanto interessati alle democrazie, che non solo (finanziandole) le esportano a cannonate per abbattere i dittatori, ma una volta instaurate, vedi Ucraina, le difendono a oltranza, e le riforniscono di armi senza limite di tempo e spesa se un tiranno come Putin osa invaderle. 
Infatti il presidente Volodymyr Zelens'kyj ha dall'Europa e dall'America aiuti finanziari, militari e carta bianca per difendere il popolo ucraino fino alla liberazione.

La Libia è stata liberata dal dittatore Gheddafi, su iniziativa francese. Ma i francesi, che amavano tanto i libici da liberarli sulla terraferma, se li trovassero su un gommone diretti in Francia per ringraziare i loro salvatori; non si sentirebbero certo in dovere di proteggerli dal rischio annegamento, e men che meno ospitarli e integrarli sul territorio francese. 

È paradossale e inspiegabile che chi ti vuole tanto bene da rischiare vita e portafoglio per liberarti da un tiranno, poi ti voglia tanto male anche solo 24 ore dopo, da lasciarti annegare nel Mediterraneo, se osi imbarcarti per fuggire dalla fame venendo in Europa.

Quale formula filosofico-giuridico- finanziaria conserva e accresce a livello planetario il potere e l'arricchimento di una manciata di trilionari, a spese di 8 miliardi di poveri, che in qualunque condizione socio politico economica ambientale, impoveriscono e muoiono a vista d'occhio?
Il mio armamentario culturale e intellettivo non va oltre. 
Grazie Direttore, e grazie chi ha trovato interessante leggermi e magari vorrà onorarmi di una risposta.
Franco Luceri

sabato 13 maggio 2023

Noi italiani siamo democraticamente appropriati come i cavoli a merenda


Governare individui senza riuscire a trasformarli in popolo pacifico, produttivo e solidale, per carenza di cultura e/o di denaro e quindi di potere, "è il rompicapo politico per eccellenza".
Ci provano da millenni i filosofi con la persuasione e i tiranni con la costrizione, ma un popolo veramente democratico, e quindi rispettoso delle regole che si è dato, per assicurare vita dignitosa ai singoli cittadini, in un decente stato di diritto, è ancora tutto da inventare.
Azzardo qua una ipotesi, ma voi prendetela pure con beneficio d’inventario: credo che un popolo che alla prova dei fatti risulti governabile, non sia altro che un insieme di individui provvisti della giusta quantità e qualità di mezzi materiali, nonché della giusta cultura perché di essi ne facciano un uso individualmente costruttivo, socialmente solidale, è soprattutto ecocompatibile.
Ma se il mondo della cultura fallisce vistosamente la ricetta formativa, il crollo della produttività economica è drammatico e insanabile. 
A colpi di rapine tributarie, la politica tenterà di aggrapparsi al PIL con le unghie e con i denti, ma non troverà mai sufficienti risorse da perequare; e anziché un popolo civile e solidale ne verranno fuori consorterie rapaci, mafiose, terroristiche, affaristiche con presenza inquietante di branchi di eredi e successori.
Di bulli criminali capaci di bestialità inimmaginabili, perché sentono loro, le loro famiglie, i loro professori e i politici che non li hanno mandati a zappare, tutti Leonardi da Vinci, Pico della Mirandola, Albert Einstein: patologica conseguenza di educazione e formazione permissiva e allegramente irresponsabile.
Sbagliando il dosaggio della cultura e in conseguenza dei mezzi finanziari, si possono portare nelle mandrie di individui, mai convertiti in popolo civile, forme di devastazione apocalittiche insanabili.
Io non sono un addetto ai lavori, ma a naso, (da signor nessuno), temo che gli italiani siano diventati ingovernabili, più per colpa della cultura che li ha resi inappropriati come i crauti a merenda; che dei nostri chef politici, che mai avrebbero potuto ricavare un Popolo da una simile accozzaglia di risorse conflittuali e fallimentari.
Una comunità che non sa rendere produttive le sue risorse culturali e finanziarie, è improbabile che poi sappia produrre ricchezza a cambiali, impiegando i soldi presi in prestito dal mondo finanziario, che di suo è già campione di accumulazione e persino di strozzinaggio a norma.
Franco Luceri

giovedì 11 maggio 2023

Comunismo e liberismo: terapie miracolose o mortali?


Due "grandi" filosofie hanno segnato la storia umana dell’ultimo secolo: la comunista egualitaria che ha portato mezzo mondo a l’implosione, per scarsa produttività economica; e la liberista elitaria che ora tiene a rischio guerra mondiale l’intero pianeta, per eccessiva produttività, ma inesistente giustizia e devastazione ambientale suicida.
Partendo dalla ovvia constatazione che il mondo non è fatto di soli intelligenti capaci di competere, e che un sistema sociale accettabile non rischia di perdere pezzi di umanità per strada, affidando i poveri al buon cuore dei ricchi; i comunisti aggirarono l'ostacolo della disuguaglianza rendendo tutti gli esseri umani giuridicamente "uguali".
Mentre i liberali ancora si illudono, che istruiti e intelligenti, messi in competizione, producano ricchezza onesta per tutti. Non và così nemmeno a cannonate: gli inclusi non producono per gli esclusi. E la quantità di umani "ONESTI", geni compresi, che il liberismo si sta perdendo per strada è allucinante.
Perciò i sistemi sociali andrebbero "ripensati" a misura di stupidi e ignoranti, in modo da essere accessibili e produttivi per tutti. Ciò che oggi producono i potenti del mondo culturale, economico e finanziario sarebbe sufficiente per una comunità mondiale di 16 miliardi di bocche da sfamare, se l'ingorda avidità, di chi sa, può e ha, non fosse di fatto cannibalismo legalizzato.
Ci sono poveri che farebbero salti di gioia se avessero un lavoro a €5 all'ora, e ricchi che frequentano i migliori luoghi di villeggiatura, e pagano di affitto fino a €500.000 al mese. Da un servizio di Mario Giordano Rete 4 "fuori dal coro" del 9/5/2022 .
Insomma, il mondo comunista è schiattato perché non ha saputo produrre abbastanza per tutti gli uguali; mentre quello liberista rischia la terza guerra mondiale, avendo imparato a perequare non la mostruosa produttività dei ricchi a sostegno dei poveri, ma le elemosine dei poveri per tentare di saziare l'insaziabile fame dei saggi, ricchi e potenti (onesti fino alla lira).
Perciò, creare leggi rompicapo che ostacolano o impediscono una dignitosa integrazione produttiva onesta persino ai soggetti mediamente istruiti, è politica criminale, perché espone la maggioranza dei cittadini alla rapacità di burocrati, professionisti, sindacalisti e banchieri, e mette la magistratura di fronte ad una tale montagna di ingiustizie, difficili o impossibili da perseguire, fino a paralizzarla. (Vedi Italia).
Comunismo e liberismo (così concepiti), non sono in grado di assicurare un futuro a l’Umanità: il primo perché povero di produttività, il secondo di giustizia sociale. 
Infatti, nei sistemi liberali, gli imprenditori non si arrendono per mancanza di politica intelligente e onesta, (alla stupidità dei governanti sono abituati da millenni) ma per l’anomala mancanza di "CANI DA GUARDIA": di giornalisti e giudici che sappiano, vogliano e possano rendersi concretamente disponibili a difendere i piccoli imprenditori e lavoratori massacrati da sindacalismo, burocrazia, fisco, usura e mafia; e non per certificarne il decesso a pagamento, come da tre quarti di secolo nel fu Bel Paese.
Robert Maynard Hutchins, diceva che “è improbabile che la morte della democrazia sia un assassinio perpetrato mediante un’imboscata; sarà piuttosto una lenta estinzione per apatia, indifferenza e sottonutrizione”.
Come dire, che nelle democrazie, la responsabilità dello sfascio è così ben diluita e spalmata su tutta la classe dirigente pubblica e privata, che in Italia, nemmeno azzerando politicamente la "Prima Repubblica”, si è riusciti a costruire una Seconda che non continui a sterminare imprenditori onesti e incolpevoli lavoratori, tenendo a l’ingrasso milioni di “parassiti”: corrotti, corruttori, truffatori, bancarottieri, ciarlatani, buffoni, strozzini, esattori conto proprio, faccendieri e farabutti.
E a questo punto una domanda sorge spontanea: tutto questo è imputabile in esclusiva alle due ideologie sempre in guerra, con la comunista sopravvissuta persino a l’implosione del mezzo mondo comunista?  
Oppure dobbiamo dedurre con Hutchins, che anche il farmaco “democrazia”, (se comprato a cambiali, da una malata senza portafoglio, vedi Italia) non è esente da tragici effetti collaterali.
Franco Luceri

domenica 7 maggio 2023

Fingendo di curare i barboni la cultura ingrassa i banchieri


Finché i poveri sono stati ignoranti e i ricchi istruiti, è stato facile scagionare i ricchi con formula piena, affermando che i poveri si sono autodanneggiati per ignoranza. 
Ma ora che in Italia, a colpi di istruzione e informazione, il mondo della cultura ha ripulito "i poveri" dall'ignoranza e li ha arricchiti di "conoscenza", perché la povertà lievita paurosamente, anzi è in decollo verticale?
Che sia per colpa o dolo, cultura e politica lasciano ancora che i poveri siano carne da macello in mano a pochi ricchi e potenti rapaci della finanza e del mercato.
Dalle origini dell'uomo il potere e la ricchezza si sono sempre spostati su strade a senso unico dai poveri ai ricchi. E sono sempre quelle le strade che battono.
Ma un modo per obbligarli ad invertire la marcia, c'è. Basterebbe indirizzare i poveri verso comportamenti che non siano autolesionisti: che non favoriscano il proprio impoverimento e l'accumulazione altrui.
Ogni volta che i poveri lavorano, guadagnano, comprano, consumano, risparmiano è come se "VOTASSERO ECONOMICAMENTE": scelgono a chi conviene cedere, togliere, ridurre o negare il proprio potere economico.
La cultura pagata ed Imposta dai ricchi ai poveri, grazie alla istruzione obbligatoria, (che quel burlone di Mark Twain chiamava "massacro di cervelli") e alla finta informazione "libera", hanno la sola funzione di indurre nella massa dei lavoratori, (ieri ignoranti oggi istruiti), comportamenti autolesionisti tali da impedire che il potere e il denaro invertano pericolosamente la marcia dai ricchi ai poveri.
Quindi il destino dei poveri, classe media e intellettuale permettendo, sarebbe (il condizionale è d'obbligo) modificabile.
In mezzo, tra poveri e ricchi, tra chi lavora e chi indebitamente arricchisce c'è la classe media istruita e produttiva, ricca di sapere ma povera di risorse finanziarie, e quindi costretta a servire banchieri e industriali per non retrocedere nella povertà.
Se la classe media si rassegnasse per umanità a servire i poveri, a lavorare per la giustizia sociale, tornerebbe povera e più povera dei poveri.
Quindi la soluzione non è salvare i poveri a colpi di elemosine, ma "allevare salvatori di poveri", rendendo economicamente autosufficiente la classe media istruita, perché averla resa intellettualmente autonoma non basta manco per l'insalata. 
Solo liberata giuridicamente e finanziariamente dal pericolo, dal bisogno e dalla dipendenza patologica dai potenti, sarà libera di lavorare alla giustizia sociale evitando ai poveri di impoverire e ai ricchi di fallire.
Quando Pitagora, sbirciando il mondo dall'alto, si è reso conto che con la sua matematica aveva spostato "IL POTERE REALE" dall'essere all'avere, dall'uomo al denaro, dal cervello al portafoglio, dalla politica alla Finanza, dalla filosofia alla matematica era ormai troppo tardi.
In 25 secoli l'intera umanità è stata assoggettata al "Dio Denaro" e ai filosofi è rimasta l'altissima funzione di "reggicoda" ad Economisti, Banchieri, Manager e Signori della Guerra; insomma un pugno di mosche: "la possibilità di cambiare tutto perché tutto resti com'è".
Oggi chi ha pieno il cervello, ma vuoto il portafoglio, non ha scelta. Se per onestà e libertà tenta di servire i poveri muore di fame come e più dei poveri, perché in aggiunta finisce combattuto da chi si era già predisposto ad usarlo per il proprio arricchimento. 
Invece di guadagnare la riconoscenza dei ricchi servendoli, guadagna la loro persecuzione, se non si fa usare da procacciatore di agnelli per il pranzo luculliano dei lupi. 
Quindi il filosofo e l'economista sono condannati almeno da un secolo a servire i ricchi conservando nel sistema sociale la circolazione del denaro e del potere a senso unico come sempre.
Per garantire al denaro il doppio senso di marcia, servirebbe una classe intellettuale svincolata dalla dipendenza dei potenti e doppiamente autonoma: libera di testa e piena di portafoglio; per poter scegliere, "in scienza e coscienza" se salvare i poveri per umanità o arricchire i ricchi per bestialità.
Franco Luceri

mercoledì 3 maggio 2023

Il vero potere è degli intellettuali pensanti e lavoratori votanti


Due classi sociali potrebbero essere concretamente il locomotore della civiltà e portarsi (volenti o nolenti) tutti gli altri a rimorchio:
1) per come siamo messi ora in Italia e credo nel mondo, gli intellettuali senza portafoglio, "sanno ma non possono". Se non hanno risorse finanziarie proprie, sono condannati a curare i "pulitissimi" interessi dei lupi per procurarsi di ché vivere.
2) E i lavoratori inconsapevoli che non sanno e non hanno, SE BENE INFORMATI, potrebbero cambiare il mondo.
Che lo vogliano o no; tutti gli altri finiscono trainati da queste due forze a tutt'oggi volutamente ingovernate, per sfruttare al massimo la loro ignoranza e distruttività: ecologicamente devastante per la natura; ma per i potenti della politica, della finanza e del mercato, fonte inesauribile di potere e profitto. Insomma, "tutto grasso che cola".
Perciò il mondo non è irreversibilmente in mano alla politica corrotta o alla Finanza rapace come credono i più; ma, depositari del sapere permettendo, in mano alla cultura.
Se gli intellettuali tornassero con i piedi per terra a servire gli agnelli, (a curare la dignità e la vita dei poveri, dei lavoratori, dei pensionati, degli indifesi) alla lunga quella dei lupi (dei rapaci e guerrafondai) diventerebbe una poverissima razza a rischio estinzione.
Franco Luceri