sabato 30 luglio 2022

Cambiare le leggi, è giusto come cambiare mutande senza lavarsi


Non esiste gregge di "pecore bianche" che non sia tappezzato da esemplari di "pecora nera" riverniciati. 
E il più grave errore che possa commettere un popolo, è chiedere alla politica di produrre leggi sempre più mirate alla definizione del crimine, invece di lasciare che sia la magistratura ad individuare e spedire dietro le sbarre i farabutti che nessuna legge potrà mai eliminare del tutto e per sempre.
Ma procedendo per questa via, (anzi mulattiera), la nostra illuminata classe intellettuale prestata alla politica, ha collezionato in tre quarti di secolo una produzione di leggi e di codici superiore a tutti i 27 stati d'Europa. Ottenendo come grandioso risultato la moltiplicazione patologica dei farabutti privati e degli irresponsabili pubblici. Paralisi delle istituzioni e della Giustizia in primis.
Sotto la pressione ossessiva di intellettuali e giornalisti; a colpi di leggi cervellotiche, la politica ha finito per sottoporre a mutazione culturale (leggi scimunire) l'intero Popolo italiano, fingendo di ripulirlo da irresponsabili e approfittatori.
Quando è arcinoto dalle origini del uomo, che tutte le categorie, dalla più umile alla più eccellente, dalla più onesta alla più criminale sono tutte contaminate di soggetti "bianchi" con coscienza più nera della mezzanotte che andrebbero assicurati alle patrie galere. Ma per questo, prima e più delle leggi, servono burocrati e magistrati.
Invece l'inefficienza cronica del potere giudiziario e la pressione qualunquista del mondo della cultura, induce ancora la politica a restringere sempre più le libertà della maggioranza degli onesti con la pretesa irrazionale di liberarli (a colpi di leggi sconcluse e farraginose) da quella minoranza di soggetti indegni che creano danni irreparabili per la collettività. Lavoro che compete alla magistratura se provvista di uomini, mezzi, autonomia e libertà sufficienti.
Insomma, l'urgenza di migliorare le leggi è un falso problema politico e un drammatico problema giudiziario. 
Il vero rompicapo è far funzionare le istituzioni. Perché la carenza o peggio l'assenza di burocrazia degna di questo nome e di giustizia libera e autonoma, può farci sembrare difettosa anche la Costituzione italiana e persino i Dieci Comandamenti.
Se si organizzasse decentemente il sistema burocratico e giudiziario non dovremmo più piangerci addosso per il reddito di cittadinanza finito in mano ad un sacco di "Pecore Nere", cosa che ci indurrebbe ad abolirlo pur sapendo che quella misura politica sta alleviando la povertà a quasi tre milioni di soggetti bisognosi a cui è stato giustamente assegnato. 
Servirebbero i "netturbini burocratici e giudiziari" per tenere pulita l'Italia dagli italiani approfittatori di professione.
La storia insegna che nemmeno la categoria dei preti (vedi preti pedofili) e forse nemmeno dei Papi è risultata esente da coscienze "affumicate". Allora che facciamo? Aboliamo i preti i Papi e il Vaticano?
Perciò, spingere ossessivamente la politica a cambiare le leggi con la stessa frequenza delle mutande, invece di mettere la burocrazia in condizione di amministrare e la giustizia di sentenziare, è tragica e suicida devastazione politica, economica e ambientale.
Franco Luceri

sabato 23 luglio 2022

Il Po asciutto è la metafora del PIL evaporato


Noi umani pensiamo ancora da cavernicoli che solo la guerra possa salvare il salvabile. Non abbiamo ancora capito che il sistema economico ed ecologico è talmente complesso, interdipendente e delicato, che le stesse devastazioni della guerra e persino "migliori", si possono ottenere senza rumore.
Basta frenare, disarticolare o bloccare a colpi di scelte politiche dissennate o criminali, anche soltanto uno dei sottosistemi umani o ambientali e il diluvio di catastrofi ingovernabili è assicurato per decenni o secoli.
Nel complesso sistema agricolo, il contadino dissoda, concima, semina, annaffia, raccoglie, consuma, risparmia. Ma se a questo sistema, per cause naturali o imputabili all'uomo, (come spedire i contadini al fronte per uccidere o morire anziché zappare, o distruggere le sementi, o far mancare l'acqua) viene a guastarsi anche un solo passaggio; il sistema è distrutto e la popolazione umana e/o animale finisce affamata e condannata a migrare o a morire. 
Per carenza di pioggia, a nord si è abbassato il livello del Po, e quest'anno miliardi di prodotti agricoli potrebbero andare perduti. Ma guai a considerare questo un caso limite. È la tragica metafora del disumano sistema economico ed ecologico mondiale.
I sistemi complessi sono come una ruota di bicicletta. Se mentre gira ci infili un bastone addio sistema.
La filosofia contadina del dissoda, concima, semina, annaffia, raccogli, consuma e risparmia è la sola filosofia capace di tenere in vita umanità e pianeta da milioni di anni.
La cultura, la politica, il mercato e la finanza non hanno niente di intelligente e umano da aggiungere. Se fanno saltare anche un solo raggio alla ruota del buon funzionamento della natura e del sistema socio economico, inceppano o devastano tutto.
A quel punto non basta il Padre Eterno per evitare danni all'umanità e al pianeta se è stato pericolosamente sbilanciato, inceppato o disarticolato anche solo un passaggio, ai quattro sottosistemi economici fondamentali: investimento, produzione, consumo, risparmio.
La politica e la Finanza che si arrovellano il cervello per salvare a cannonate ciò che la "pace bestiale" ha rovinato o distrutto, di sistemi complessi non hanno la più pallida idea.
Se un territorio, perde per evaporazione 100 litri di acqua, ma poi non incassa altrettanta pioggia, è condannato alla desertificazione e alla lunga, allo spopolamento.
In economia il problema è identico. Se un imprenditore investe 100 per produrre beni o servizi; quando li vende, deve incassare almeno 100 per finire in pareggio. Ma per essere indotto a tenere in vita l'impresa, deve poter guadagnare un margine accettabile di profitto, altrimenti, se lo condanni a collezionare pareggi o perdite licenzia e chiude.
In economia nessuno si preoccupa di far piovere il denaro che a causa di tassi e tasse inique, ha fatto evaporare dalle tasche degli Imprenditori.
Banchieri ed esattori sono semplici pompe di "vapore" finanziario, fanno evaporare il denaro liquido dalle tasche di clienti, utenti, pazienti, commercianti, risparmiatori e contribuenti, ma non lo convertono mai in pioggia di profitti per le imprese, salari e pensioni per famiglie dissanguate, per restituire almeno una parte del maltolto.
Il Po finito a secco e i ghiacciai della Marmolada in costante scioglimento suggeriscono anzi urlano alla classe culturale, politica e finanziaria (insomma ai potenti impotenti del mondo) che usano da soluzione il fracasso della guerra e delle sanzioni, un modo silenzioso e vincente per mettere riparo ai guasti socio economici ed ecologici.
Dove il denaro degli Imprenditori evapora e non piove mai, per rapacità finanziaria e tributaria, salari e pensioni da fare, scarsi consumi, burocrazia inefficiente, servizi da terzo mondo, corruzione politica e Giustizia desaparecidos, è desertificazione economica ed ecologica a 360 gradi.
E da lì al default e alla guerra civile è solo questione di tempo.
Franco Luceri

sabato 16 luglio 2022

Chi scatena le guerre il mercato o la politica?


Dopo il 1990, la globalizzazione selvaggia ha dato l'ultimo colpo di grazia alle economie autarchiche. 
I popoli ricchi europei e americani, inseguendo i prezzi competitivi dei paesi orientali, i guai se li sono cercati da soli. E ora con la guerra in Ucraina, i nostri amati e generosi fornitori russi, il conto ce lo stanno presentando con gli interessi.
Gran parte del denaro prodotto nelle ricche democrazie occidentali, essendo la massa dei consumatori alla ricerca del basso prezzo, e i Paperoni del grosso affare, è finito in mano ai tiranni del resto del mondo, che, affamando i loro popoli, non hanno mai avuto difficoltà con l'esca del prezzo competitivo ad acchiappare stupidi consumatori occidentali e "contabili" impegnati a fare "conti fasulli" senza "l'oste" Putin.
Comprando orientale, gli occidentali hanno preso due piccioni defunti con una fava sola: hanno ridotto al fallimento le imprese nazionali per eccesso di prodotti invenduti, e arricchito di profitti le imprese straniere.
Mentre le trivelle arrugginiscono in mare, noi italiani importiamo gas dalla Russia per un miliardo di euro al giorno e finanziamo Putin che stermina e uccide in Ucraina.
In questo modo ci siamo offerti allegramente prigionieri a tutti "gli amici" tiranni del pianeta, aspettando che ci dichiarino guerra economica raddoppiando i prezzi o azzerando le forniture strategiche: di prodotti energetici, materie prime e persino generi salvavita, grano e olio; con la stessa feroce volontà di sterminio che ci mettono nella guerra assassina contro gli ucraini. 
Posto che Russia e Ucraina sono i più ricchi granai del mondo, distruggendo o negando le forniture di grano possono uccidere milioni di persone povere in oggi angolo del pianeta, senza torcergli un capello. 
Finché la comunità mondiale sarà "politicamente" in guerra, non potrà mai essere equamente produttiva e perequativa in pace.
Chi, alla fine del comunismo ha considerato un buon affare rendere l'occidente dipendente dall'oriente, per una marea di prodotti salvavita, ha svenduto per carne da macello, i popoli democratici ai tiranni.
A l'origine dei peggiori guai, c'è sempre e solo la politica delle grandi potenze che firmando armistizi finti, continuano a passare senza scrupoli dalla guerra fredda, alla pace sterminatrice.
Coi politici che minacciano sfracelli di tutte le razze H24, i  generali che devastano e uccidono in guerra, e le multinazionali che travestendo la guerra da pace, e persino da intervento umanitario, sfruttano, affamano e conservano poveri i poveri, per continuare a finanziare e arricchire all'infinito i ricchi.
E uscire vivi da questa caricatura di "ordine mondiale globalizzato a casaccio", è decisamente più rischioso ché spostarsi armi e bagagli a vivere nella giungla fra bestie fameliche.
Non potrei giurarci, ma ho il sospetto che l'intera comunità mondiale non sarebbe caduta nel tritacarne della globalizzazione se avesse consolidato il muro di Berlino invece di abbatterlo.
Franco Luceri

mercoledì 13 luglio 2022

Chi non vuole le tasse inversamente proporzionali al rischio?


Il compianto professor Giovanni Sartori, nel 2007 fece la radiografia al sistema Italia con queste inequivocabili parole:
"Nessuno in Italia vuole correre rischi. È un paese conformista. Che si è oramai seduto sulle poltrone che occupa. Non ha grandi visioni né del futuro né del presente. Diciamo che sostanzialmente è un paese che tira a non perdere il posto."
Giovanni Sartori (1924-2017), Annozero, 20 settembre 2007
Sono passati 15 anni, e sicuramente oggi il professor Sartori vedrebbe la barca Italia ancora più inclinata, più ricca di falle e a rischio affondamento.
La razza italica con un sano istinto animale per il rischio d'impresa o al meglio con la vocazione per il lavoro autonomo, è praticamente estinta.
I più si accalcano per la ricerca di lavoro e profitto nelle zone a rischio minimo, profitto massimo e magari esentasse, sbilanciando pericolosamente il sistema.
Così la barca Italia continua a perdere competitiva, è sempre più povera di PIL tassabile, inbarca debito pubblico a miliardi e con l'ultimo colpo di grazia inferto dalla guerra in Ucraina, dalle sanzioni e contro sanzioni rischia seriamente il default.
Ecco perché, pur con tutti i limiti della mia povera cultura, mi sono permesso di definire "rivoluzione copernicana", la tassazione inversamente proporzionale al rischio. Un'idea geniale dell'amico tributarista Luciano Dissegna, (ora gentilmente ospitato dal Direttore Nicola Cariglia su questo giornale).
Se un popolo ha sviluppato una forte intolleranza al rischio, la medicina per alleviare questa intolleranza è quella di Luciano Dissegna, che osservando per decenni gli effetti nefasti di quella malattia diagnosticata da Sartori, ha pensato un modello matematico di tassazione più alta per chi rischia meno e più bassa per chi rischia di più.
Ma da questo orecchio, in Italia non ci sente la cultura, non ci sente la politica e non ci sente la finanza. Chi è stato così ingenuo da scegliere il rischio di impresa finisce spremuto e gettato come un limone. Perché?
Fatevi questa domanda e datevi una risposta.
Franco Luceri

sabato 9 luglio 2022

I tiranni sono fornitori ufficiali di stampelle per democrazie all'italiana


Europa e America hanno sprecato tre quarti di secolo per esportare in giro per il mondo democrazie a cannonate, con l'incrollabile certezza che solo la democrazia è per qualunque Popolo, a prescindere dalla qualità culturale e morale dei governanti, una solida e affidabile Casa Comune.
Poi, con la guerra in Ucraina, a colpi di sanzioni "baidiane" e contro sanzioni "putiniane", tutte le democrazie europee hanno iniziato a squagliarsi peggio dei ghiacciai della Marmolada.
Soprattutto in Italia si è reso evidente che non siamo autosufficienti nemmeno per pane e acqua.
E col caldo attuale, e l'acqua e la luce a prezzi da gioielleria, è diventata mortale persino l'aria che respiriamo. 
Così i nostri migliori statisti "democratici", messi con le spalle al muro, sono partiti in pellegrinaggio col cappello in mano da un tiranno sanguinario a l'altro, (da un Gheddafi a un Saddam) per elemosinare prodotti energetici, alimentari, materie prime o almeno una bomboletta di gas da campeggio a "prezzi umani" per un salvifico piatto di minestra quotidiano.
Insomma, sembra che nella guerra fra est-ovest o dittature-democrazie, qualunque armistizio è finto. È vera la guerra perché i morti e le devastazioni umane, ambientali ed economiche si sprecano, ma è finta la pace. O come saggiamente diceva quel tale la pace è la continuazione della guerra con altri mezzi.
E la ragione per cui i governanti occidentali preferiscono la democrazia e la esportano ovunque a cannonate, ora è sfacciatamente evidente.
A differenza delle dittature che fanno largo uso di ghigliottine per punire i crimini dei governanti e persino gli errori; nelle democrazie all'italiana, gli effetti nefasti di tre quarti di secolo di malgoverno sono semplicemente c**** del Popolo cornuto e mazziato. 
Se i danni prodotti dall'incapacità o peggio, dal cannibalismo dei potenti, (culturali, politici, finanziari, tributari o ambientali) dovessero portare alla totale distruzione dell'Italia e degli italiani; i "cannibali" sarebbero pre-assolti con questa "camussiana" sentenza: "quando saremo tutti colpevoli sarà la democrazia".
Franco Luceri

domenica 3 luglio 2022

La pratica rompe la scienza se orfana di coscienza


A Cavaria in provincia di Varese un ristoratore col pallino delle invenzioni, Leonardo Grieco, affiancato da tecnici e officine qualificate, ha modificato e collaudato un'auto che percorre 100 km con 2 litri di benzina.
In un momento in cui la scarsità e il costo astronomico dei prodotti energetici rischia di dissanguare e di portare al fallimento l'intera economia mondiale, un'invenzione di questo tipo equivale ad un miracolo del padreterno e oltre. 
Se un ristoratore, applicando un principio di Archimede da quinta elementare, (datemi un punto fermo e vi solleverò il mondo), batte tutti gli ingegneri meccanici del mondo, vuol dire che oggi l'umanità non è vittima di impoverimento scientifico, ma di bancarotta morale, di collasso o congelamento della coscienza individuale e/o collettiva.
Per tre quarti di secolo si è insegnato come fare soldi con la scienza, ibernando la coscienza.
Forse, la miserabile fine dell'Italia e degli italiani la dobbiamo a questo, non alla povertà culturale, alla scuola disastrata, alla stampa venduta, ai professori, ai giornalisti, ma, (salvo rare e illustrissime eccezioni) a l'intera consorteria degli uomini di scienza, politica e finanza pubblici e privati impegnati (da compagni di merende) nella lucrosa attività di falsificazione e strozzinaggio della collettività.
Insomma siamo nei guai non per la scadente qualità del sapere, ma perché spesso viene usato per fini di lucro, con "legalissimo" abuso di potere, a danno delle categorie culturalmente o economicamente deboli. E senza uno straccio di protezione né pubblica, né privata, né giuridica, né giudiziaria.
Vi dirò di più, sabato scorso ho scritto un articolo pubblicato su questo giornale, col titolo provocatorio: 
"Affama intellettuali sfama manuali e il mondo va".
Ero quasi certo che mi avrebbero seppellito di critiche, su questo o su altri giornali on-line che lo hanno pubblicato. 
Non è successo niente, e questo mi fa pensare che la coscienza collettiva stia rischiando lo scongelamento.
Un numero crescente di cittadini incomincia a dubitare che alcuni eclatanti fallimenti della scienza possano essere pilotati, predisposti scientificamente per lucrare indebiti guadagni sfruttando ignoranza e povertà.
Ma questa volta con Leonardo Grieco Dio ci ha mostrato la luce. E che luce !
Franco Luceri