venerdì 6 aprile 2012

I padri padroni della politica


Per migliaia di anni il padre padrone è stato colui che ha strappato persino le prede dalla bocca dei leoni per nutrire i suoi figli e la sua famiglia. Poi la sua funzione sociale venne quasi ridicolizzata e archiviata da una ventata di cultura femminista che ne evidenziò solo gli aspetti violenti e criminali, tralasciando quelli positivi, come aver garantito per millenni e millenni la sopravvivenza dell'umanità, oggi (senza padri padroni) tutt'altro che scontata.
Ma nel nuovo ordine mondiale, il potere che si pensava definitivamente trasferito da chi produce a chi spende ricchezza altrui (vedi politici e burocrati), piano piano sta tornando a chi, rischiando la propria vita per la famiglia, sa strappare prede dalla bocca dei predatori.
Certo che il mondo non sarà mai un Paradiso, ma attraverso il mercato globalizzato, al governo mondiale ci stanno pensando in silenzio banchieri e imprenditori privati, mica il partito trasversale e mondiale dello sperpero e malversazione pubblica, che qualche colpo di coda continuerà a darlo almeno per un altro decennio.

I politici hanno smesso di pedalare nel sistema economico, quando hanno tolto allo Stato liberale la funzione che era frimaria nei Paesi Comunisti, di datori di lavoro e produttori di ricchezza in proprio, e gli hanno lasciato quella di "caporale": che assume dipendenti pubblici, ma poi il costo lo scarica sugli imprenditori. 
Ed è come se la classe politica sprecona si fosse seduta sul sellino posteriore del potere, consegnando manubrio e pedali ai produttori di ricchezza privata, ma ancora si illude di essere una "casta" potente.
Nella storia dell’Umanità, i politici liberisti entreranno di diritto come i primi trombati, falliti e disoccupati del potere, perché a questo mondo non si può smettere la funzione pilastro dell’ordine e pace sociale, che è quella di produrre ricchezza per tutti, e pretendere anche di conservare il potere sperperando, dando ordini e dichiarando fallito e parassita chi sa produrre, ma non sa rubare abbastanza per foraggiare di refurtiva tributaria i furti e gli sprechi crescenti del potere pubblico.
Insomma, per quanto la politica possa desiderare di rimanere padre padrone del potere, dando scudisciate legislative e tributarie a destra e a manca; non avendo più la funzione diretta di assicurare lavoro e salario a milioni di cittadini, ha praticamente perduto il potere reale. 
Il potere politico "maschio" di ingravidare di salari e profitti la "Signora Economia". Oggi in Italia gli imprenditori e le imprenditrici che assumono e producono ricchezza per 20 milioni di famiglie, sono il vero potere politico e il vero Stato di diritto e dovrebbero essere loro ad imporre tributi, a chi nello Stato ruba e sperpera.
Ecco perché Berlusconi s’è stancato di farsi comandare dal partito trasversale della spesa pubblica, dopo aver comandato e prodotto ricchezza da imprenditore per migliaia di famiglie e per mezzo secolo. Così ha passato la palla ad un governo di consumatori, e si è messo a misurare diametro e profondità dei loro buchi nell'acqua.
Ma se proprio ci tiene a riguadagnare tutto il suo vecchio prestigio e potere reale, caro Presidente Berlusconi, ritorni imprenditore, perchè lei, per la scienza delle chiacchiere della politica italiana, è sprecato.