martedì 26 marzo 2024

La cultura è un pessimo surrogato della natura


Correggetemi se sbaglio; ma a naso credo che gli occidentali pretendano, a colpi di cultura: robot e intelligenza artificiale, di surrogare integralmente la natura.
Da sempre puntano a sottrarre i figli a MADRE NATURA, rendendo maturi i cervelli umani e pieni i portafogli, perché ogni singolo individuo possa produrre e spendere liberamente, senza alcun rispetto per le leggi del Creato  come i contadini, pastori, pescatori e boscaioli.
Dimenticando colposamente o dolorosamente che per rimanere in vita, tutti gli esseri viventi hanno bisogno di attingere dal condominio terra che li ospita e li nutre: aria, acqua, fuoco, cibo e terra che non sono più come una volta risorse illimitate e a costo zero.
Quindi la cultura moderna, diversamente dall'antica, ha come peccato originale quello di "lievitare" troppo le capacità di sfruttamento intellettive e finanziarie, senza aver mai indagato a fondo quali azioni dell'uomo sono ecocompatibili e quali ecoassassine del pianeta e dell'umanità.
Tanto da spingere la NATURA:  (amministratore del condominio Terra), a reazioni di autodifesa a dir poco spiacevoli.
Servirebbe, (il condizionale è d'obbligo), una cultura riveduta e corretta (capace di salvare le capre senza distruggere i cavoli) posto che, negli ultimi 250 anni l'Umanità è lievitata da 1 a 8 miliardi.

E l'arricchimento dei potenti, che in proporzione avrebbe dovuto decrescere per assicurare vita e pace alla crescente comunità mondiale, è fuori controllo.

Lo strabismo culturale finisce per infettare miliardi di umani, che poi traducono in "feroce politica e rapace mercato" le stesse distorsioni apprese dall'istruzione, dall'informazione, dalla scienza . E a quel punto, la catastrofe è servita e confermata dalla Natura, quasi fosse un boomerang difettoso restituito al mittente.

La smania conoscitiva e creativa dell'uomo, (da quando aveva la coda) non ha mai avuto bisogno di stimoli filosofici per progredire senza sconfinare nella follia. 
Stuzzicarla a colpi di lauree e master, (per come è messa oggi l'umanità), non si direbbe per niente igienico, anzi altamente pericoloso, se non letteralmente genocida.
L'uomo ingordo di sapere, non di rado sviluppa fame assassina di "potere finanziario". Più gli stuzzichi l'appetito conoscitivo e creativo, più inguai di problemi l'umanità; perché i potenti per saziarsi diventano cattivi, ingordi, rapaci e persino pronti a scatenare un conflitto atomico per vincere la guerra sanguinosa della competizione politica e/o finanziaria.
Ora, se vi avanza tempo, con l'aiuto di un genio in matematica, provate a capire, se esiste un livello di accumulazione finanziaria che faccia sentire sazi i banchieri e i governanti delle prime potenze mondiali che hanno in pugno la vita di 8 miliardi di umani.

L'istruito a differenza dell'ignorante non si lascia usare e non si lascia fermare dalle difficoltà di nessun genere.
Perciò chi maneggia cultura e scienza non può essere maltrattato, né tributariamente né finanziariamente. 
Sfornare professori, professionisti, burocrati, giornalisti,  intellettuali di tutte le razze, e poi pagarli poco o male, è un suicidio per la razza umana.
Gli istruiti fanno credere agli ignoranti che tutto il meglio di questo mondo è opera loro; dimenticando che il padreterno non ha creato gli elementi vitali: aria, acqua, fuoco, cibo e terra, per loro esclusivo uso e consumo. 
E senza tutto quel ben di Dio di Madre Natura, le teste d'uovo culturalmente lievitate, non rimarrebbero in vita a questo mondo per più di 15 minuti.
Che provino, saggi, ricchi e potenti, a non respirare mentre contano montagne di banconote; che provino a sgonfiare le ruote della Ferrari e a correre ad Indianapolis a 300 orari da vivi.
Che provino a decollare un aereo in assenza di aria. O a togliere l'aria ad un aereo in volo. O a tuffarsi in una piscina senza acqua. A cuocere il cibo senza fuoco. O a nutrirsi di spaghetti in pvc.
La dispensa di vita per il genere umano si chiama Natura; basta distruggerla, per distruggere l'Umanità, anche se ha fatto una indigestione di tutto lo scibile umano.

La cultura e il progresso scientifico tecnologico e democratico servono a convincere l'umanità che sbaglia a sentirsi ancora sotto la protezione della natura; perché ora sono i "pastori esattori" della cultura e derivati a proteggerla amorevolmente. 
E per possedere denaro, deve rassegnarsi a dipendere da un padrone che compra e sfrutta la sua prestazione di acritico esecutore di ordini.
Dopo tre milioni di anni, quale delitto ha commesso l'Umanità per essere sottratta alle amorevoli cure di Madre natura e consegnata alla matrigna cultura schiavista e truffaldina, che in soli 400 anni di fantascienza, fantapolitica e fantafinanza ha messo in forse il futuro dell'uomo e Dio non voglia anche del pianeta?

E a questo punto, chi fosse ancora fermamente convinto dell'utilità a prescindere della cultura, provi ad ascoltare Aurelio Picca:

« Lo scrittore serve se ha il coraggio di essere sempre eversivo, come lo fu Ugo Foscolo, che aveva combattuto per Napoleone e che quando gli austriaci fecero un elenco degli intellettuali dell’epoca, sotto il suo nome scrissero: "Pericoloso sotto ogni Stato". L’intellettuale deve essere così: contro tutti, sempre. Rivoluzionario nel senso di essere in opposizione, conservatore nel senso di tenere viva la memoria. Se è capace di essere così ha un senso, ma siccome gli intellettuali di solito non sanno fare altri mestieri, hanno fatto dello scrivere una carriera sicura invece che una battaglia permanente. » 

Franco Luceri

sabato 16 marzo 2024

Due forze modellano l'umanità: natura e cultura



Prima e meglio dell'arca di Noè, senza capitano e senza pilota automatico, il pianeta Terra si è fatto da solo una passeggiata di milioni di anni garantendo presente e futuro a tutti gli esseri viventi, (educati ed istruiti dalla "superprof. Natura" ).
Ora il pianeta straripa di presidenti, governanti, direttori, amministratori, ispettori, ufficiali e generali, accademici e premi Nobel superalfabetizzati e masterizzati, ma non ha alcuna intenzione di garantire agli umani manco pane e acqua, se non daranno un taglio alla devastazione e all'avvelenamento fisico e culturale dell'intero Creato.
Rendendo gli esseri viventi capaci di acquisire tutta l'intelligenza istintiva necessaria per muoversi e usare la natura senza reciproci danneggiamenti; il Creatore aveva reso il mondo vivibile e la vita un dono per tutti: uomini, animali, piante, virus, batteri, muffe e chissà cos'altro per centinaia di migliaia di anni. II presente e il futuro non avevano scadenza settimanale come lo yogurt.
Poi è arrivata l'istruzione, l'informazione, la scienza, e in una manciata di secoli ha sprogrammato anzi ha resettato i cervelli fino a cancellare totalmente l'intelligenza "istintivo-adattativa", che induceva gli umani e magari pure gli animali ad adattarsi alla Natura; e li ha riprogrammati in senso "logico- consumistico", per cui ogni singolo individuo, pure se stupido come una capra, oggi pretende (in un delirio d'onnipotenza tipico dell'umano culturalmente modificato) che l'Umanità e il Creato debbano mettersi al suo servizio.
Il contadino, il pastore, il pescatore, il boscaiolo, (se protetti dalle patologie cerebrali indotte dalla "incultura" moderna) avrebbero saputo istintivamente, come lo hanno fatto per millenni, procurarsi di che vivere senza derubare il prossimo o devastare la natura.
Mentre l'uomo di "scienza", fuori dal perimetro della sua minuscola conoscenza specialistica, (spacca capello in quattro), senza una visione d'insieme che la renda doppiamente compatibile, col diritto alla vita per l'umanità e nel rispetto del Creato, ha difficolta persino a trovare la via di casa.
Tant'è che oggi, (salvo rare e illustrissime eccezioni), i ladri, i truffatori e gli assassini non si sprecano tra i lavoratori poco acculturati e mal retribuiti, ma tra le teste d'uovo della scuola, stampa, politica, burocrazia, finanza e mercato. 
Come dire che politica e finanza sono disoneste perché la cultura ha progettato sistemi sociali talmente cervellotici e conflittuali, che nemmeno i migliori geni della politica e della finanza, affiancati da interi eserciti di comitati tecnici scientifici, (CTS) riescono a comporre costruttivamente e pacificamente il mosaico della "globalizzazione".
Forse noi umani siamo vittime di un grande equivoco. Da cittadini istruiti e sovrani ci sentiamo liberi di muoverci senza limiti al pari degli animali, dimenticando che non possiamo avere la stessa consapevolezza, perché gli animali sono rimasti alunni del Creato, dotati dell'istinto per muoversi con intelligenza nell'habitat in cui vivono.
Invece noi umani siamo culturalmente programmati per contribuire freneticamente al festival della distruzione, costruzione, consumo e profitto per miliardari, banche e multinazionali. E fame e morte per gli altri.
Insomma è la cultura non la politica a delimitarci la libertà consapevole e produttiva. Quella illimitata che pretendiamo dalla politica presunta democratica, è libertà omicida o suicida.
Un ingegnere, un avvocato, un commercialista, un giudice, un politico, un banchiere che osasse muoversi liberamente in una sala operatoria durante un intervento chirurgico, sarebbe più pericoloso di un elefante in una cristalleria.
Insomma, è una tragica illusione pensare che sia la "buona" politica a rendere il cittadino libero, consapevole, responsabile.
A delimitare la libertà degli uomini che non vogliono essere distruttivi, è la qualità della loro "cultura", sempre che sia degna di questo nome.
La peggiore tirannia di qualunque Popolo non è politica, economica o finanziaria, come credono i più, ma culturale. Ogni individuo può muoversi senza danno per sé e per gli altri, nello spazio circoscritto della sua cultura specialistica.
Nemmeno il più genio del mondo ha la percezione totale dell'intero Creato. È come se oggi noi poveri umani ci trovassimo su una nave piena zeppa di ufficiali, ma priva di capitano capace di tracciare o modificare una rotta perché sia salvifica per tutti: senza fallimenti, guerre, carestie, epidemie, sconvolgimenti climatici.
Al capezzale del mondo malato, professori e professionisti accreditano a sé i meriti del poco che sembrerebbe funzionare, e addebitano i guasti che affliggono l'Umanità ai loro colleghi prestati alla politica, industria e finanza. 
Servirebbe un bagno mondiale di autocritica,  partendo dal grande Carl Gustav Jung, che con l'umiltà propria di chi è consapevole dei limiti dell'intelligenza umana, ci ha fornito la chiave del buon senso con queste inequivocabili parole: "Se le cose grandi vanno male, è solo perché i singoli individui vanno male, perché io stesso vado male".
Franco Luceri

sabato 9 marzo 2024

Chi ci guadagna a convertire la soluzione in problema?



Se un popolo si ammazza di lavoro e si dissangua di tassi e di tasse per trasformare in problema persino la soluzione più geniale, vuol dire che ha sviluppato una "grandiosa" cultura politico finanziaria volta ad arricchire i potenti rendendo sfruttabili e inoffensivi gli impotenti.
I popoli vengono istruiti e allenati a produrre da suicidi, la quantità di consumo e distruzione necessaria per garantire allegra e crescente produzione di profitti e rendite ai Paperoni e fame e morte al resto dell'Umanità.
Dopo i romani che producevano sviluppo costruendo acquedotti di tutte le razze, ora nessun popolo sfrutta la "pioggia" come naturale soluzione al problema "siccità".
Nessuno raccoglie l'acqua quando piove, straripa, distrugge e uccide, e così si auto condanna a morire di sete, fame, carestia, guerra, tassi, tasse e dittatura, quando puntualmente torna il sole a riprendersi (trasformandola in nuvole) l'acqua che è insieme il sangue della terra e di tutti gli esseri viventi.
Governare in funzione del bene comune e della Giustizia sociale non è una passeggiata. Ma è un feroce crimine contro l'umanità lasciare che la soluzione pioggia produca danni e morte quanto e più del problema siccità per schiavizzare e sfruttare i popoli. Per asservirli fingendo di servirli.
Governare in funzione del male comune e a vantaggio di pochi "FILANTROPI", è un lavoraccio, ma a cui i potenti del mondo della cultura, della politica, del mercato e della Finanza si dedicano con generosa passione ed evidente successo ormai da svariati secoli.
Pensate alla devastazione che ha prodotto in Emilia Romagna l'ultima alluvione. E provate a immaginare quanto lavoro, reddito e pace sociale avrebbe prodotto quella stessa acqua se governata costruttivamente ed erogata gratis alla collettività.
Insomma, per non farla lunga; la più efficace forma di mal governo di un popolo è convertire le soluzioni in problemi e tenere aggiornata la contabilità dei danni e dei morti.
Istruzione, informazione, lavoro, salario, salute, famiglia, sicurezza, Giustizia e Democrazia sono soluzioni che salvano i popoli rendendoli liberi.
Ma quelle stesse soluzioni miracolose,(a cominciare da istruzione, lavoro, salute e sicurezza) convertite in problemi a colpi di malgoverno, garantiscono potere e impunità a chi ama tiranneggiare devastando la natura e sfruttando i popoli.
Franco Luceri

sabato 2 marzo 2024

A l'Umanità fa più danni l'ignorante o l'istruito?



Se è vero che fra tutti gli esseri viventi l'uomo è il più intelligente; è giusto affermare che: "nascendo intelligente di default, nasce disgraziato".
Diversamente dagli animali che Dio ha dotato di intelligenza adattativa (più propriamente definita istinto), perfetta per salvare la specie adattandosi e rispettando il creato; all'uomo ha dato intelligenza creativa e ancora peggio, discrezionale.

Perciò è la creatività e la discrezionalità a fare dell'uomo il più "disgraziato" degli esseri viventi, libero di ritagliarsi una qualità e quantità di consumi moderata e salvifica o suicidarsi esagerando in tutto.
Peccato che a tutt'oggi la "Scienza" non sia ancora in grado (e forse non lo sarà mai) di stabilire in maniera preventiva ciò che è utile all'uomo senza essere dannoso al pianeta, e ciò che è suicida per la specie umana essendo schiavista nei confronti di gran parte dell'umanità, o devastante per il pianeta e tutti gli altri esseri viventi abusati o sterminati.
Che la produttività economica avrebbe impestato il mondo di rifiuti, oggi lo sappiamo tutti, ma col senno di poi. 
Che le case sono inquinanti e le automobili pure, oggi lo sappiamo tutti, ma col senno di poi. 
Che il denaro ha riempito il mondo di corrotti, corruttori, ladri, guerrafondai e con un allagamento di vittime di ingiustizia sociale cannibalesca lo sappiamo tutti, ma col senno di poi.
Insomma, quello che sappiamo oggi è esattamente ciò che la scienza, la politica e la Finanza hanno sbagliato ieri a colpi di certezze idiote. 

Che Il cammino dell'uomo sia stato di milioni o di migliaia di anni non fa differenza. È arrivato senza troppi scossoni fino a 400 anni fa, e con la scienza ha iniziato a rovinarsi e a rovinare tutto ciò che di rovinabile ha trovato sul suo cammino.
Insomma, l'uomo reso sempre più intelligente dall'istruzione è la prima grande iattura per l'umanità. Sviluppa una creatività patologica così spinta, da sentirsi "CREATORE, PADRETERNO", mentre è un rozzo e stupido predatore di passaggio afflitto da delirio d'onnipotenza.

È come se l'istruito attingesse risorse da una dispensa comune a tutta l'umanità e a tutti gli esseri viventi: la Natura; ma senza sapere o senza curarsi se in quella dispensa le risorse sono sufficienti per tutti, e soprattutto se sono rinnovabili.
Quindi l'uomo ignorante non fa danno solo perché non è in grado di prelevare risorse con ingordizia dalla collettività o dalla dispensa Natura.
Mentre l'uomo reso capace e rapace dalla conoscenza rincorre una qualità della vita che la natura non è in grado di garantire a tutti, posto che in 250 anni gli esseri umani sono cresciuti da 1 a 8 miliardi) ma la natura decresce, si impoverisce quanto meno delle risorse che non sono rinnovabili.

Questo non significa che si debba eliminare dalla faccia della terra la cultura e l'uomo colto, ma che l'uomo colto debba prendere atto che l'origine di tutto il bene e di tutto il male dell'umanità deriva dalla sua conoscenza, tanto parziale e approssimativa da riuscire a quantificare solo a posteriori l'entità dei problemi generati a danno de l'umanità e del pianeta. 
Che sia per colpa o dolo non fa differenza. Se chi ha cultura e potere, preleva dalla dispensa Natura, una quantità eccessiva di risorse, condanna a morte altri esseri viventi e se stesso agli sconvolgimenti climatici assassini che il pianeta, (in risposta alla ingordizia dei presunti sapientoni) continua e continuerà a regalare a l'umanità per indurla a rinsavire o levare il disturbo.
Franco Luceri