giovedì 14 dicembre 2023

Il benessere squilibria e confligge i rapporti di genere?


Nel delicato equilibrio di potere fra uomo e donna; il progresso, la libertà e il benessere (forse per la prima volta nella storia dell'uomo) stanno inducendo finto arricchimento di potere nel presunto sesso debole; e finto impoverimento nel presunto sesso forte.
Grazie al progresso; la crescente libertà e autonomia che sembrano migliorare la vita dei singoli, peggiorano i rapporti sociali, fino a rendere conflittuali e non di rado violenti i rapporti di genere. Posto che a detenere il tragico e imbattibile primato mondiale dei femminicidi, non sono i popoli poveri, ignoranti e schiavi; ma i liberi, istruiti e ricchi.
Giusto per capirci; "la violenza di genere sembrerebbe malattia del benessere" come il diabete. Il maggior numero di rapporti conflittuali si riscontra più nelle fasce istruite e benestanti, che in quelle ignoranti e povere.
Le ultime generazioni, hanno finito per considerare il denaro una medicina miracolosa, per singoli, famiglie e Stati. E lo sarebbe, se nei rapporti umani e familiari non istigasse alla intolleranza e alla violenza i soggetti immaturi: ingordi, esagerati e possessivi. 
I "salti in alto" ben riusciti grazie al "trampolino denaro", sono per l'individuo sano di mente un generatore di autostima. Ma disabituano i più sprovveduti all'idea che esistono pure le cadute che allenano l'uomo intelligente a rialzarsi più intelligente di prima.
Perciò, negli umani la maturità non si misura da come apprezzano il successo e le vittorie, ma se reagiscono alle sconfitte e alle cadute, con equilibrio: autocritica e tolleranza.
Perché se tendono (a corna basse come tori infuriati) ad incolpare gli altri al 100% dei loro errori, insuccessi e guai, qualcosa di anormale ce l'hanno.
Per un uomo cresciuto nel successo artificiale, depurato per merito altrui dai fallimenti e dalle cadute, essere rifiutato da una donna è un colpo così insopportabile da decidere di ammazzare, chi nella sua testa bacata ritiene unica causa dei suoi guai.
Secondo questi "soggetti acefali", le donne, per conquistarsi la parità, stanno facendo a brandelli la loro vita.
Gli "ADAMO" attuali sentono traumatica la crescita di potere e libertà di "EVA", come se l'emancipazione femminile gli stesse costando una seconda costola.
Eva non prende più ordini, non serve, non ubbidisce da dipendente, al padrone Adamo.
Sentirsi vincente in tutto (magari col denaro altrui) e poi ritrovarsi perdente con una donna fa saltare le valvole a l'uomo psicolabile o matto da legare.
A maschi e femmine servirebbe un livello di tolleranza meno precario di quello lasciato immaturo o reso marcio da cultura, politica e mercato, che gonfiano l'autostima delle donne fino a farle sentire "l'ombelico del mondo"; e frantumano quella dei maschi psicolabili, che non essendo in grado di capire il rifiuto femminile e il temuto calo di potere maschile, si sentono ridotti a "zerbini calpestabili" e reagiscono da violenti o mostri.
Ora servirebbe meno intolleranza e più intelligenza nei rapporti di coppia e ancor più di genere. Ma ahinoi, l'intelligenza si guadagna vivendo, non è insegnabile, e temo, non lo sarà mai.
Franco Luceri

venerdì 8 dicembre 2023

"Divide et impera": spacchi i popoli e potenzi i governanti


A qualunque popolo può mancare persino pane e acqua per rimanere in vita; ma dalla cultura, politica e mercato avrà sempre abbondanza di nemici da combattere. E la parola d'ordine di tutti i burattinai del potere per schiavizzare e rendere inoffensiva l'intera comunità mondiale, è: "Divide et impera" (dividi e comanda).
Si attua provocando rivalità e fomentando discordie tra popoli diversi, tra cittadini dello stesso paese e persino della stessa famiglia, che vengono indotti a contestarsi, invidiarsi, odiarsi, combattersi, ammazzarsi.
Da sempre, a l'esca del dividi e comanda, abboccano tutti i popoli del mondo, che si impegnano fino all'autodistruzione a farsi la guerra con tutte le armi possibili e immaginabili: materiali (dal cannone alla bomba atomica e passando dalle materie prime, alle merci, ai prodotti energetici) e immateriali, (istruzione, informazione, religione, politica, finanza)
Ora sono impegnati a cannonate, russi contro ucraini ed israeliani contro Hamas a spese dei palestinesi. 
Ma ci sono spargimenti di sangue senza risparmio per invidia, odio e competizione in ogni angolo del pianeta. 
Il problema femminicidi e violenza di genere è comune a tutti i popoli, e in particolar modo quelli evoluti. Usati da cavie per rendere inoffensivi i governati e intoccabili i governanti, che a dare esempio di civiltà e pace non ci pensano manco alla lontana.
Grazie a cultura, politica e finanza, siamo tutti richiamati in guerra:
Uomini contro donne e viceversa.  
Mariti contro mogli e viceversa.
Genitori contro figli e viceversa.
Nonni contro nipoti e viceversa.
Padroni contro lavoratori e viceversa.
Ricchi contro poveri e viceversa.
Settentrionali contro meridionali e viceversa.
Industriali contro artigiani e viceversa.
Esattori contro contribuenti e viceversa.
Mutuanti contro mutuatari e viceversa.
Credenti contro atei e viceversa.
Cristiani contro musulmani e viceversa.
Bianchi contro neri e viceversa.
Stati comunisti contro stati liberali e viceversa.
Dove gli umani sono uniti da rispetto reciproco e solidarietà, non tarda ad arrivare la barbarie del disprezzo, dell'invidia, dell'odio, della competizione del "dividi e comanda" da tiranno.
La formula per schiavizzare e rendere inoffensivo qualunque Popolo (vedi Italia) è scientificamente perfetta: basta accerchiarlo di nemici fantasma e non si accorgerà di combattere i nemici finti e proteggere i veri: quelli che governano cultura, politica e finanza e sono liberi di scorticarlo vivo a norma di legge. Prelevando tasse, impoverendo famiglie, e negando servizi, sicurezza e giustizia.
L'intero mondo della cultura viene arruolato per insegnare al popolo dove trovare i nemici finti da combattere come fossero veri, in modo che non si renda conto che in circolazione c'è una sola razza di nemici intoccabili e immortali: quelli che hanno il potere di scimunire gli umani, per abusare, sfruttare e sopraffare impunemente i popoli, fingendo di aiutarli, curarli, finanziarli, governarli, proteggerli.
Quando in un popolo vedete spargimenti di sangue innocente, dalla culla alla tomba, sappiate che sta mangiando l'esca avvelenata del:
"divide et impera"; ed è pronto a rovinarsi la vita cercando e combattendo qualunque nemico immaginario. (In Italia, dopo il maschilismo è risuscitato il patriarcato come nemico da combattere). 
E dopo aver dichiarato guerra per decenni a quel pericoloso segno di unificazione e fratellanza costituito dal Crocifisso appeso nelle aule scolastiche, tanto dannoso da volerlo rimuovere e nascondere con urgenza, e magari vergognandosi pure di averlo esposto.
Chiunque dà prova di grande talento come agitatore, arruffapopoli,  inventore di nemici finti, viene arruolato per istigare le generazioni, le classi sociali e le singole famiglie a farsi la guerra e a consolidare potere e immunità ai burattinai della politica e della finanza, che avendo ormai in pugno la borsa e la vita dei popoli, commossi ringraziano.
Franco Luceri

giovedì 30 novembre 2023

Italia bipolare: politicamente liberale e burocraticamente comunista


Comunista o liberale che sia; lo Stato è un commensale di grande appetito e campa grazie al popolo che produce, prepara, serve e paga.
Secondo voi, perché uno Stato "commensale" non diventi sfaticato, sprecone e ladro, deve essere lui ad adeguarsi al popolo "cuoco", o viceversa?
Per quel poco che ne capisco io, questo potrebbe essere il motivo per cui tutti i 200 stati del mondo sono giganti politici, ma economicamente con i piedi d'argilla. Di cui uno nella fossa.
Perché i popoli cambiano e anche velocemente in bene o in male grazie all'istruzione, all'informazione, allo sviluppo economico, alla libertà, alla democrazia, alla tirannide, e subiscono anche i cambiamenti climatici, mentre gli Stati rimangono congelati nel loro guscio ideologico e giuridico comunista o liberale fino a l'autodistruzione. Oppure cambiano tanto lentamente e stupidamente, da chiudere la stalla quando i buoi sono scappati da un pezzo: vedi l'Italia. E se hai tempo pure l'Europa febbricitante.
Lo stato è un "commensale" che mangia a spese del Popolo "cuoco", che deve ammazzarsi per produrre tutte le pietanze tributarie che la foresta delle istituzioni pubbliche ha voglia di sprecare o rubare.
Voi pensate che sia intelligente voler adeguare il popolo allo Stato, o sarebbe meno idiota adeguare lo stato improduttivo al popolo produttivo?
Ma sperare che lo Stato si adegui al popolo è come aspettare che piovano asini a dirotto.
Ed è una bestialità a 24 carati voler adeguare politicamente il popolo allo Stato, prima di averlo formato e adeguato culturalmente. Che poi è lavoro da sette fatiche di Ercole. Vedi le condizioni pietose della scuola italiana!
Nelle democrazie, l'urgente necessità di raccogliere consensi per poter governare, induce tutti i partiti politici senza eccezioni, a tentare di adattare politicamente il Popolo allo Stato, quando ancora l'adattamento culturale non è stato nemmeno inventato.
Ed è così che l'Italia è finita allo sfascio. Perché da un popolo costituito almeno a l'80% di lavoratori dipendenti (e per buona misura ferocemente sindacalizzati), al meglio si sarebbe potuto ricavare uno stato comunista; se l'intero popolo, da quando il comunismo è finito in rovina a livello planetario, lo Stato non lo avesse voluto e preteso "liberale", ma con un leggero vizietto comunista: che garantista posti di lavoro pubblici ben pagati o in alternativa reddito di cittadinanza.
Così tra popolo comunista e Stato liberale è guerra aperta: e il sangue che scorre a fiumi speriamo non sia inarrestabile.
I lavoratori vogliono essere mantenuti dallo stato che produce solo debito pubblico a vagonate. E lo Stato vuole essere mantenuto dagli imprenditori onesti dopo averli ridotti a razza in via di estinzione. E fra quelli rimasti non mancano i ladri, truffatori, falliti o delocalizzati se sono multinazionali mordi e fuggi.
Quindi, negli Stati come l'Italia, (ma ricchissima anche l'Europa), non produce nessuno, vivono tutti gonfiando debiti come mongolfiere. E aspettando il collasso del mondo finanziario e speriamo non sia dietro l'angolo.
Lo stato non produce perché è liberale, e il popolo non produce perché in massa è dipendente, è comunista sindacalizzato, mangia padroni onesti, capaci e contribuenti.
Quindi popolo e Stato sono entrambi suicidi incurabili, vivono pigiando a tavoletta l'acceleratore del default o della guerra civile, dopo aver devastato nelle istituzioni, nelle famiglie e nell'ambiente tutto il buono sopravvissuto a due guerre mondiali.
Franco Luceri

sabato 25 novembre 2023

Generando sapere e avere si alterano gli equilibri di potere


Negli Stati cosiddetti "progrediti", l'habitat naturale e giuridico modificato a casaccio da scienza, politica e mercato, finisce per modificare radicalmente i poteri degli Stati, delle istituzioni e di riflesso i comportamenti umani. 
Un esempio per tutti: oggi chi dichiara guerra non spara più contro l'esercito nemico ma contro le popolazioni inermi. E con la benedizione dei potenti del mondo massacra e sgozza a piacimento vecchi, giovani, bambini e neonati senza troppi distinguo.
Questo nuovo livello di ferocia animale dei potenti, (che fanno terrorismo e lo chiamano guerra) resi tali dalla potenza delle armi e dei mezzi culturali e finanziari, pensate davvero che sia ininfluente nei rapporti umani, familiari e di genere?

Per millenni, nella civiltà della forza muscolare, l'uomo non ha avuto difficoltà a prevalere alla donna. 
Poi è arrivata la civiltà delle forze extramuscolari, e anche la donna priva di muscoli, ma con una laurea, un cospicuo conto in banca, o a bordo di un Caterpillar può spostare montagne a piacimento. 
Così l'uomo, "re della forza naturale", in pochi decenti ha finito per perdere il "regno". E tarda a rassegnarsi.
La sicurezza psicologica dell'uomo, giustificata più dalla sua muscolatura che dal suo cervello, si è squagliata come neve al sole e si è trasferita pari pari nella donna che ora impiegando "forza artificiale", decisamente superiore ai muscoli del maschio, più virtuali che reali, ha un sacco di buone ragioni per sentirsi regina e guardare l'uomo come un suddito, o peggio un dipendente licenziabile per scarso rendimento.
Ma forse Dio ha commesso l'errore di risparmiare sul sale nella creazione dell'uomo e della donna. 
Di conseguenza la donna, forte della sua capacità millenaria di tollerare (per necessità e con pazienza infinita) il maschio, tutto muscoli e niente cervello, è diventata psicologicamente vincente, ma ahinoi, rimanendo fisicamente perdente. 
Mentre l'uomo, che grazie alla sua forza fisica e alla sua presunta potenza sessuale, sembrava psicologicamente una roccia, ora forte è rimasto solo fisicamente, negli attacchi incontrollabili di bestialità assassina.
La donna, sia pure timidamente e involontariamente, finisce per usare la sua "forza acquisita": psicologica, culturale ed economica; ma se si scontra con la criminalità di qualche maschio acefalo che continua ad abusare della sua forza animale, ne esce perdente.
C'è solo da prendere atto con rassegnazione, che noi poveri umani restiamo tutti ignoranti anche con 1000 lauree. E tanto basta a renderci suicidi o omicidi: la donna perché usa maldestramente la sua superiorità psicologica; e l'uomo perché non sopporta di essere stato detronizzato del suo potere stramillenario di tiranno (di maschio con scarsi "attributi" nelle mutande e zero nel cervello) e finisce per fare della forza fisica un uso animale, criminale, folle, omicida.

Uno straccio di soluzione credo che passi dalla capacità di qualche illuminato intellettuale, di convincere gli umani (duri di comprendonio) che l'attuale habitat culturale, sociale, giuridico ed economico ha stravolto i rapporti di potere uomo-donna, fuori e dentro la famiglia, fino a rendere incompatibile ciò che per millenni è stato fisiologicamente, filosofiamente, socialmente, giuridicamente ed economicamente complementare.
La guerra dei generi non è dovuta alla carenza ma all'abbondanza di mezzi. Altrimenti l'umanità si sarebbe già estinta nel corso dei millenni quando la povertà si tagliava a fette. 
Infatti, il primato come numero di femminicidi sono le nazioni più ricche e progredite a soffiarlo all'Italia, che è penultima.

Insomma vediamo di convincerci che le prove di forza (psicologica o materiale) da chiunque provengano, sono segno inconfutabile di stupidità o di pazzia.

Nel corso dei millenni, almeno l'uomo con qualche neurone, aveva imparato a non abusare della sua forza fisica; ora tocca alla donna imparare a dosare la sua forza psicologica nei confronti del maschio, che psicologicamente forte, nei rapporti col cosiddetto "sesso debole", non è mai stato e forse mai lo sarà.
Franco Luceri

lunedì 20 novembre 2023

La pausa tra due guerre è pace finta


Chi considera il "nazismo" una tragica parentesi nella lunga storia della civiltà umana, è un mistificatore professionista. 
"L'incidente di percorso" nella storia stramillenaria e crescente dell’imbarbamento umano, non è la ferocia nazista della guerra che uccide la pace, ma la pace che uccida la guerra se e quando la inventeranno. 
Per ora la pace è ancora al servizio della guerra, per predisporre, armare e preparare gli eserciti per la guerra successiva.
E non è tutto; il cannibalismo della guerra, che risale all'uomo con la coda, è saldamente al potere nelle comunità che si auto definiscono prime potenze industriali.
Quod non fecerunt barbari, faciunt: intellettuali, professionisti, giornalisti, politici, giuridici, burocrati, banchieri, industriali e l'intera classe dirigente fino all'ultimo passacarte.
E non per combattere il crimine. E non per difendersi dalla guerra. E non per sterminare mafia e terrorismo. Ma per fare del paradiso terreno un Inferno, rendendo impossibile anche solo un briciolo di vita onesta e pacifica persino nella famiglia. E non solo agli adulti in buona salute, ma anche ai malati, neonati e feti da abortire. Persino nelle famiglie agiate la sopraffazione e la guerra sono senza soluzione di continuità.
Insomma, la vita e la borsa degli umani sono, ad insindacabile discrezione della classe dirigente "nazidemocratica" proprietà dei potenti.
Il nazismo, a livello planetario, ormai è a norma. Gli eserciti armati non si combattono più tra loro, ma sparano e sgozzano civili inermi senza troppi distinguo. Una volta avevano almeno rispetto della Croce Rossa.
Il conto alla rovescia per l'estinzione dell'umanità, forse è iniziato con Galileo Galilei, la cui "scienza" continua a regalarci arsenali straripanti di ogni ben di Dio di armi di devastazione materiale e psicologica puntate fisse contro l'umanità e il pianeta.
Negli ultimi quattro secoli, gli scienziati hanno solo studiato come rendere finta la pace, con ogni forma possibile di guerra: familiare, culturale, informativa, burocratica, politica, giudiziaria, economica, finanziaria, ecologica e militare. Manca solo la scuola di specializzazione per baby gang, ma si starà lavorando alacremente anche a questa.
A nessuno è mai venuto il desiderio di inventare, sia pure in miniatura, una istituzione che difenda chi sogna la pace, se non dalla follia della guerra tra Stati, almeno dalla violenza di genere, che solo in Italia quest'anno ha già totalizzato oltre 100 femminicidi.
Abbiamo eserciti attrezzati a portare via terra, aria e acqua distruzione e morte, senza badare a spese; ma un esercito della pace, in grado di sottrarre l'umanità pacifica e disarmata, alla crescente follia della guerra, è ancora tutto da inventare.
Lamberto Ferdinandi

giovedì 16 novembre 2023

Contribuisci alla pace solo disarmando l'aggressore, mai armando l'aggredito


Se la pace finisce quando inizia la guerra; la guerra finirebbe se iniziasse la pace. Ma la pace viva e vegeta non l'hanno ancora inventata.
La scienza, che da 400 anni ha scelto di servire i guerrafondai inventando ogni forma di arma di offesa, fino alla bomba atomica e oltre; non ha ancora nemmeno provato ad immaginare per scherzo, in che modo lo scoppio della pace potrebbe uccidere la guerra.
Perciò il rompicapo numero 1 di tutti i popoli e questo: come può scoppiare la pace mentre piovono bombe e fanno morti e danni senza risparmio e senza confini?
Albert Einstein diceva: non puoi risolvere un problema con lo stesso tipo di pensiero che hai usato per crearlo.
Quando scoppia una guerra locale, tutti ci auguriamo che il conflitto non diventi mondiale.
Invece per fermare la guerra locale, i pacifisti che sono una schiacciante maggioranza, (almeno 7 miliardi contro 1)  dovrebbero far scoppiare all'istante la pace mondiale; e dopo 5 minuti non esploderebbe più nemmeno un mortaretto.
Dopo l'Ucraina anche Israele ha subito l'invasione da un gruppo di terroristi che ha bombardato assassinato e sequestrato ostaggi.
Ma mentre chi vuole la guerra si dà da fare per produrre distruzione e morte; i rimanenti 200 popoli, difendono strenuamente la pace,  grattandosi l'ombelico mentre seguono davanti al televisore la conta dei danni e delle vittime.
O quando proprio lavorano per mettere a ferro e fuoco gli Stati belligeranti, dichiarano l'embargo economico e corrono a rifornire di armi lo Stato perdente, come se d'incanto le forniture facessero del perdente probabile, il vincente garantito.
Così gli stati guerrafondai arricchiscono e gli stati pacifici falliscono; come succederà in Europa, a cominciare dall'Italia, per la guerra di Putin a l'Ucraina, che grazie alle forniture militari a Zelens'kyj, era progettata e garantita come "guerra lampo". Campa cavallo !!!
I pacifisti non hanno ancora capito che è lo scoppio della pace ad uccidere la guerra.
Senza sparare nemmeno un tric trac, i 7 miliardi e passa di umani pacifisti riuscirebbero a fermare la guerra in 24 ore.
Chi ha inventato l'embargo per bagnare le munizioni ai guerrafondai, sicuramente avrà avuto quel "lampo di genio" in uscita dall'osteria a mezzanotte.
Perché l'embargo converte la guerra locale propriamente detta, in guerra economico finanziaria mondiale, produttiva di fame, morte e devastazione, un miliardo di volte peggiore: moltiplica e stermina vittime, per fame, malattia e fallimento, e arricchisce i carnefici. 
( E sui danni ambientali della guerra stendiamo pure un velo pietoso ).
Guardate l'Italia in che condizioni è ridotta per sostenere l'Ucraina insieme ad America ed Europa inviando armi, accogliendo profughi (in aggiunta alla marea crescente di immigrati) e subendo un'inflazione da stato di guerra e default garantito.
Invece c'è un modo semplice semplice, (senza travasi economico finanziari, trasferimenti di arsenali e rischi indotti di fallimenti) per far cessare la guerra in 24 ore.
I guerrafondai, al popolo che considerano nemico, tolgono la vita; e i pacifisti dovrebbero attrezzarsi per togliere almeno la libertà ai guerrafondai.
Basterebbe fermare e custodire  come preziosi ostaggi, tutti i cittadini del popolo invasone che per lavoro o turismo sono in giro per il mondo, per costringere l'invasore ad alzare bandiera bianca e arrendersi senza condizioni.
Invece di sequestrare con la "geniale" politica dell'embargo proprietà e contanti, per dissuadere lo Stato invasore dal continuare la guerra, (ma facendo buchi nell'acqua, vedi Ucraina); basterebbe privare della mobilità i suoi cittadini che si trovano per lavoro o turismo in giro nei 150 Stati pacifici del mondo.
E da veri pacifisti, senza torcere un capello a nessuno, usarli come arma di dissuasione, come potere contrattuale, per costringere lo stato invasore alla resa incondizionata.
Se per un attacco di imbecillità noi italiani volessimo invadere un popolo come hanno fatto Putin e Hamas, renderemmo potenziali ostaggi, 6 milioni di Italiani sparsi nel mondo, che all'istante rischierebbero di essere "fermati" e custoditi da "armi di dissuasione", (non certo da scudi umani sul fronte di guerra) per costringerci alla resa.
Perché, spegnere la guerra con la guerra, è come domare l'incendio con un estintore a benzina.
Ma le soluzioni pacifiche, (oltre che costose per i pacifisti) sono sgradite e avversate dai guerrafondai e dagli speculatori finanziari e industriali che detengono il potere politico tirannico mondiale.
Perché sulle devastazioni belliche, e successivi finanziamenti, forniture e ricostruzioni, ci lucrano montagne di miliardi di profitti insanguinati, alla faccia di milioni di innocenti che per fame o guerra hanno già perduto la borsa e la vita.
Franco Luceri

mercoledì 8 novembre 2023

Con l'intelligenza artificiale avremo auto e cervelli a batteria?


Fino a qualche anno fa pensavo da stupido che intelligenza e denaro fossero alternativi; e che bastasse uno dei due per garantirsi una vita senza tragici scossoni. Ora ho il sospetto che servano entrambi.
L'intelligente onesto, senza denaro vive e muore povero. Così come il ricco onesto, ma poco intelligente, è truffato e derubato a tempo pieno.
Solo l'accoppiata "sapere-denaro", in mano ad un galantuomo, (non certo ad un avanzo di galera) può rendere il migliore servizio a se stessi e all'umanità.
Peccato che intellettuali e banchieri, salvo eccezioni, vivano per sfruttarsi reciprocamente e per sfruttare e asservire i popoli. Tanto da conservare a rischio i sistemi sociali di quasi tutti i 200 popoli del mondo, prime potenze mondiali comprese. (Vedi catastrofi e guerre fratricide senza confini).
C'è da dire però ad onor del vero, che se pure fanno danni all'umanità, non sono totalmente responsabili, perché è di quella "incultura" che le generazioni precedenti li hanno implementato il cervello.
Ma mentre i Banchieri (che detengono il potere finanziario) hanno capito che con il solo denaro, senza sapere, non si va da nessuna parte e (zitti zitti senza fare rumore) stanno finanziando programmi di intelligenza artificiale; gli illusi del mondo della cultura e della politica non si sono ancora accorti che alla lunga, quando avranno rodato il sistema, con l"AI", potrebbero produrre intellettuali e politici artificiali a batteria, e quelli in carne ed ossa finirebbero rottamati o dovrebbero tornare a zappare come i loro padri per vivere.
I robot "intelligenti" sostituiranno i professori nelle scuole, i giornalisti nelle redazioni e i politici telecomandati nelle stanze dei bottoni? 
Se si arrivasse a tanto, per i Banchieri sarebbe tutto grasso che cola. I robot intelligenti li comprerebbero a vagonate.
Per ora sono tiranni stupidi, perché hanno solo il controllo del denaro, non quello del sapere; domani, se potranno servirsi di intellettuali e politici a basso consumo energetico e finanziario, avranno il controllo del sapere, e potrebbero diventare tiranni assassini a norma di legge. Ma altrettanto farebbero gli intellettuali se oltre al sapere avessero il portafoglio: il controllo della moneta.
L'AI (l'intelligenza artificiale) se usata con onestà, potrebbe essere non utile, utilissima. 
Ma dovrebbe servire da bastone ai soggetti deboli, non da "arma", da superpotere ai potenti. A chi, da mezzo secolo, grazie al potere mostruoso del denaro; comprando intellettuali e politici (a saldi di fine stagione democratica), ha in pugno le sorti ormai devastate del pianeta e dell'umanità, abusati e stuprati in ogni senso e ovunque.
Perciò attenzione; nelle mani sbagliate, qualunque intelligenza naturale o artificiale rischia di trasformarsi da soluzione in problema, se usata a danno del bene comune.
Franco Luceri

mercoledì 1 novembre 2023

Trovi la causa della guerra seguendo la scia del denaro


Perché ogni popolo del mondo, a prescindere dalla sua capacità produttiva, è, sempre e comunque, a rischio fallimento e guerra? 
Insomma, l'unica cosa certa dei sistemi sociali è che prima o poi sono tutti soggetti ad impoverimento, ingiustizia sociale, terrorismo, guerra civile o peggio, mondiale.
Nei sistemi comunisti perché troppo garantiti, ma poco produttivi.
E nei sistemi liberali, per l'eccessiva produttività di ricchezza, e parallelamente di lupi famelici di buon appetito, impegnati a socializzare le perdite e privatizzare i profitti. Poi occultati con destrezza in qualche buco nero elegantemente definito, con una punta di invidia, "paradiso fiscale".
Insomma, in qualunque modello di Stato, tutto ruota attorno al denaro, alla produttività di ricchezza. Per il principio immutabile e immortale che: "il banco vince e il giocatore perde". 
Chi possiede la sovranità monetaria cioè "il banco", vince: gli altri, in fila indiana, prima o poi perdono tutti.
Se la sovranità monetaria è pubblica, gestita dallo Stato, il popolo vive da sfruttatore aspettando la povera ma sicura elemosina del garantismo, mentre politici e burocrati ingrassano senza vergogna di potere, privilegi, denaro e irresponsabilità a vagonate.
E se invece il denaro è affidato ai banchieri privati; anche con una produttività di ricchezza astronomica, lo Stato liberale e una marea crescente di lavoratori e piccoli imprenditori, languono nella povertà e nell'indebitamento crescente fino alla guerra civile o al default. 
Mentre i potenti della finanza hanno difficoltà a gestire il loro "legalissimo" arricchimento.
Insomma, non ci vuole Einstein per arrivare alla radice dei problemi dell'umanità, comunista o liberale che sia. Il vero rompicapo è risolverli.
Basta seguire la scia dell'accumulazione economica e arrivi dritto dritto agli intoccabili macellai dei popoli, degli Stati e del pianeta.
E non è poi così difficile capire perché il mondo finanziario, in qualunque sistema politico economico: cooperativo o competitivo, non corre rischi di nessun genere. 
Le banconote non sono esposte alle perturbazioni metereologiche come le verdure del contadino, il cui raccolto è a rischio fino all'ultimo istante.
E men che meno sono esposte alla competizione selvaggia come ogni altro prodotto del mercato, perché ogni banconota ceduta dal mutuante al mutuatario è garantita da una ricca o ricchissima ipoteca immobiliare.
Quindi il mondo della finanza è a rischio zero, anzi sotto zero. Rischiano tutti, persino i neonati nell'utero materno, ma il rischio a cui sono esposti i Banchieri e i Superindustriali di tutte le razze, è scaricato direttamente o indirettamente sugli "animali da soma": risparmiatori, mutuatari, clienti, popoli e Stati.
E guai a pensare che sia stato il Padre Eterno a cambiare "marca di sale", giusto per rendere i popoli stupidi e sfruttabili.
No. A produrre animali da soma: popoli tagliati e cuciti a misura per essere sfruttabili dal sistema economico; ci pensano, con impareggiabile professionalità tre istituzioni: istruzione, informazione e politica, asservite o prostitute agli onestissimi "filantropi" dell'umanità: Banchieri e Industriali.
E spezzare questo doppio circuito di asservimento: culturale e finanziario, che rasenta la schiavizzazione materiale e psicologica, è solo lavoro da Padreterno.
Franco Luceri

sabato 28 ottobre 2023

È la pazzia o la stupidità a sabotare la pace?


Erasmo da Rotterdam temeva che ad indurre gli umani alla guerra fosse la pazzia.
Ma, da Erasmo ad oggi, l'umanità si è sciroppata un altro mezzo millennio di cultura, che ci ha regalato le conquiste spaziali, i satelliti per telecomunicazioni e l'intelligenza artificiale; ma ancora nessuna testa d'uovo riesce a pensare qualcosa di razionale alternativo alla guerra. Tutti i potenti del mondo sono fermamente convinti che la pace si conquista solo a mano armata. Invece le atrocità attuali della guerra ci stanno dimostrando che la guerra produce più terroristi di quanti sopprime.
Più che la pazzia, temo che a fregarci sia la "stupidità". La povertà di fantasia e creatività ci rende più bellicosi degli animali feroci. Specialmente i potenti pensano tutti da razionali ma non pochi agiscono da criminali.
Non siamo ancora abbastanza allenati a pensare da matti per attuare soluzioni concretamente razionali. Perché si esce dalla finta, miope ed egoistica razionalità, solo dopo aver pensato diversamente: "da matti". 
Che è lavoro precluso al 90% e passa dei potenti, che davanti al problema spaccacervello del "bene comune" si squagliano come neve al sole.
Nel corso dei millenni l'umanità ha inventato la religione alternativa alla politica, la filosofia alternativa alla religione, la scienza alternativa a tutto, e ora stiamo smanettando con l'intelligenza artificiale alternativa alla naturale, e magari sostitutiva anche dell'uomo in carne ed ossa; ma nessuno ha ancora inventato una brutta copia di "convivenza civile pacifica", che sia di diritto e di fatto alternativa alla guerra.
Vi faccio un esempio. Se si ha notizia di un crimine in corso, le forze dell'ordine corrono per scongiurare il peggio. Ma se un popolo invade un altro e uccide migliaia di persone con una ferocia senza precedenti, tutti i 200 popoli del mondo e relativi governanti, non alzano il fondo schiena dalle poltrone per correre a fermare la guerra e aiutare il popolo invaso, disarmando l'invasore.
Senza fretta, mentre i morti crescono in maniera esponenziale, si interrogano per capire in che modo possono contribuire a tenere acceso il "miracoloso" rogo della guerra inviando armi e munizioni al popolo perdente, per istigare il vincente (che certo non ha nessuna intenzione di perdere) ad alzare il livello della sua aggressività criminale e devastativa.
Perché nella demenziale civiltà dei consumi, la distruzione è un eccellente moltiplicatore di lavoro, produzione, commercio, profitti, tributi, tangenti e privilegi per le classi dirigenti, a parte i "poveri" affari trilionari per il mondo finanziario e le industrie belliche, che possono svuotare gli arsenali pieni e riprodurre altre armi sempre più produttive di distruzione e morte.
Quindi il problema è capire in che modo si può pensare così intensamente da matti, da spezzare questa interminabile spirale di miopia e di stupidità che sta portando i potenti "razionali" del mondo a distruggere l'umanità e il pianeta.
Chi avesse elaborato qualche ipotesi "pazza", su come spegnere pacificamente il rogo della guerra ucraina e israeliana, credo che ora si trovi nel momento giusto per esporla.
Mahatma Gandhi diceva: 
"Il giorno in cui il potere dell'amore supererà l'amore per il potere,
il mondo potrà scoprire la pace".
Se la guerra ha bisogno di soldati armati, forse alla pace basterebbero soldati pensanti: "armati di cuore e cervello". Per fare, sul fronte di guerra da scudo umano in difesa delle popolazioni inermi, di chi non ha i mezzi per scappare né la forza per combattere. Per contrastare la fissazione mondiale della guerra, che dalle caverne ad oggi ancora non trova ostacoli sul suo cammino, nemmeno ora che si rischia l'apocalisse atomica.
Perciò, chi è stanco di fare la guerra, metta in moto il cervello e pensi da matto in che modo la pace possa vincere la guerra. In che modo la "pazzia" possa vincere la "razionalità" genocida dei potenti guerrafondai.
Per ora la guerra dei "razionali", affollatissima di Generali, capi di Stato, Scienziati, eserciti e armamenti, promette benessere, civiltà e pace, ma restituisce, anche in quelle spacciate per primissime potenze mondiali: ferocia criminale e "pace eterna".
Franco Luceri

sabato 21 ottobre 2023

Tra palestinesi ed israeliani la guerra è solo di religione?


Nel corso dei secoli, il popolo ebraico è stato costretto ad adottare due religioni diverse che lo hanno reso diviso e bellicoso. Gli ebrei palestinesi hanno adottato l'Islam, gli ebrei israeliani l'ebraismo. E qualunque guerra nasca fra questi due popoli, se è vera guerra di religione come ce la descrivono; la politica che finisce incriminata per le bestialità della guerra, essendo impotente è incolpevole. O al massimo complice..
In teoria, a prescindere dalla religione; per qualunque Popolo la pace è la regola e la guerra è l'eccezione. Ma di fatto è già miracoloso se alla pace si riesce a dedicare un giorno, e nei 364 successivi, si studia come rendere vincente la guerra. 
Come se non fosse evidente anche allo scemo del villaggio, che la guerra, (fosse pure la più semplice e legale delle competizioni) si lascia dietro solo una scia di morti, macerie, poveri, falliti e sconfitti.
Erasmo da Rotterdam, più ché stupidi, temeva che gli umani potessero essere completamente svitati e diceva:
“Sono solito domandarmi, spesso meravigliato, cosa mai spinga, non dico i cristiani, ma gli uomini tutti, a tale punto di follia da adoperarsi, con tanto zelo, con tante spese, con tanti sforzi, alla reciproca rovina generale della guerra. Che altro infatti facciamo nella vita se non la guerra o prepararci alla guerra? Neppure tutte le bestie combattono tanto. E neppure queste combattono fra loro, ma solo se sono di specie diverse. Combattono con mezzi naturali. Non come noi con macchine escogitate da un'arte diabolica.”
La cultura umana ha fatto miracoli negli ultimi 25 secoli. Ma con ciò che ha fatto di cattivo: la guerra, basta una manciata di secondi per distruggere secoli e millenni di miracoli culturali e materiali, ma anche per cancellare l'umanità dalla faccia della terra.
E se è doveroso accreditare alla cultura tutto il buono che ha prodotto e produce per l'umanità; la barbarie della guerra a chi vogliamo imputarla? Al Padreterno?
Perciò della cultura sarebbe igienico incominciare a soppesare pro e contro, perché se i vantaggi può fermarli qualunque legislatore con un solo articolo di legge; la guerra e i danni della guerra può fermarli o risanarli solo il Padreterno.
Se gli alberi hanno accettato di avvicinarsi e di intrecciarsi per trarre vantaggio dalla cooperazione reciproca; come mai gli umani presunti "intelligenti" tendono a dividersi e a scannarsi da bestie?
La natura si è divertita a creare gli uomini più stupidi delle piante; o il "miracolo" lo hanno fatto prima le religioni divisive e poi le filosofie esclusive (non inclusive) ? 
Che almeno da tre millenni tentano o fingono di mettere riparo ai danni teologici e alle guerre di religione: ma a giudicare da come hanno ridotto tutti i 200 popoli del mondo, temo che l'intera cultura umana stia spegnendo il fuoco con la benzina.
Franco Lucerik

lunedì 16 ottobre 2023

Quando si avrà il potere di "dichiarare guerra alla guerra"?


Nei sistemi sociali anche appena appena evoluti, ogni istituzione dovrebbe essere ostacolata o fermata da un'altra col potere concreto di impedirle di sconfinare nella barbarie.
Dall'uomo scimmia ad oggi, non ci sono stati passi avanti. Andiamo in giro con le navicelle spaziali a contare le stelle e a misurare la febbre al sole; ma non abbiamo la contabilità di quanti umani finiscono trucidati, massacratici, bruciati, decapitati e insepolti, e di quante abitazioni e grattacieli con il loro carico umano finiscono ridotti in macerie grazie all'immutabile e "democraticissima" barbarie della guerra.
Quando i pacifisti la smetteranno di contrapporsi con la lingua e con la penna agli olocausti della guerra e del terrorismo; e in quanto maggioranza si riprenderanno il potere di rendere politicamente governabile la guerra?
Proprio come l'avrebbe voluta il Presidente del Consiglio francese Georges Clemenceau, che affermò a bruciapelo: "la guerra è una cosa troppo seria per lasciarla ai generali".
Ma lagnarsi dell'apocalisse della guerra, avendo solo il pieno potere Democratico, di:
Franco Luceri
Ma di contrapposto alla guerra, e al suo carico sconfinato e sempre più ingovernabile di distruzione e morte, c'è soltanto la filosofia e la teologia della pace; col diritto inviolabile di almeno 6 miliardi di umani presunti pacifisti di aspettare (grattandosi l'ombelico) che i lampi e i tuoni della guerra finiscano, e sperando di non rientrare nel ricchissimo elenco delle vittime.
"DICHIARARE GUERRA ALLA PACE",
ma assolutamente mai 
"GUERRA ALLA GUERRA",
è come continuare dall'uomo scimmia all'uomo robot, ad abbaiare alla luna.
Franco Luceri

sabato 14 ottobre 2023

Urge responsabilità corporativa delle classi dirigenti


Tutti gli umani dovrebbero essere assoggettati alla imponderabilità della natura (madre o matrigna), anche se nel corso dei secoli, grazie alla cultura e alle leggi, si sono ritagliati il privilegio di sottrarsi. E fingendo di razionalizzare e legalizzare ogni cosa, ora hanno ridotto l'umanità e il pianeta in condizioni pietose.

Mentre il contadino, (diversamente dal professionista privato e pubblico)  è soggetto ai comportamenti benefici o malefici della natura, che alla vigilia del raccolto dopo un anno di spese e di lavoro può decidere di distruggere tutto con l'alluvione, l'uragano, la grandine, la neve, il terremoto e quant'altro.
Mentre il  "PRO-FESSO-RE", (nonchè le classi sociali ricche e potenti che dalla sua formazione ne derivano) si direbbe organizzato linguisticamente e giuridicamente per "fare fesso il RE" (cioè il popolo sovrano di nome ma cornuto e mazziato di fatto).
E questi "RE", alfabetizzati giusto per poterli fregare a 360 gradi, vanno liberati dai furbi e farabutti delle classi intellettuali e dirigenti, che facendo incetta di onori, si sono liberati dagli oneri: dall'obbligo di usare la borsa e la vita dei popoli per salvare non per uccidere.
Diversamente dai contadini, pastori, pescatori, boscaioli, artigiani e lavoratori di tutte le razze, le classi intellettuali e dirigenti non subiscono l'imponderabile azione o reazione della natura-matrigna. Loro sulla testa non hanno il cielo, ma la volta di casa termicamente condizionata.
Il cielo, cioè la responsabilità, bisogna ricreargliela giuridicamente. Perché sono gli errori e gli abusi degli uomini di scienza e potere a indurre reazioni umane e naturali avverse, che finiscono per gravare soltanto su chi ha prodotto la ricchezza che loro hanno sperperato o rubato, mettendo a rischio il diritto alla vita di contadini, pastori, pescatori, boscaioli, artigiani e poveri lavoratori di tutte le razze.
Perciò è urgente sottoporre il mondo della cultura e relative classi dirigenti, alla responsabilità corporativa.
È giusto che subiscano la imponderabilità dei comportamenti naturali e sociali, perché anche nell'uomo cattivo e nell'uomo violento è la natura che opera da matrigna, se la cultura non ha saputo o voluto civilizzare i popoli o li ha  disumanizzati.
La classe dirigente, che promettendo utilità e sicurezza sociale, si arroga il potere di lucrare vantaggi, poi dovrebbe risarcire i danni che genera e che lei stessa definisce "apocalittici": come l'immigrazione incontrollata, la povertà, l'insicurezza, l'ingiustizia, la violenta sopraffazione dei deboli, la guerra in Ucraina e ora il terrorismo in Israele.
Gli sconvolgimenti climatici come l'alluvione che ha devastato l'Emilia Romagna; in aggiunta alla catastrofe economico finanziaria globale, che grazie a strozzinaggio, guerra e terrorismo, sta mettendo in forse la sopravvivenza di almeno 5 miliardi di poveri.
Franco Luceri

sabato 7 ottobre 2023

Scienza e tecnica non sono libere se non sono autonome


Grazie alla globalizzazione e al multicolturarismo indotto; ormai mercato e politica producono solo fallimenti, migrazioni ingovernabili, violenze, omicidi e guerre.
Forse un secolo fa questo epilogo tragico non era prevedibile; ma ora col senno di poi, sarebbe giusto almeno dubitare che nel mercato mondiale non possano competere alla pari, Stati con "sovranità monetaria", che stampano denaro quando hanno debiti da onorare; e Stati con "sudditanza monetaria", che stampano e firmano cambiali per comprare credito a debito, anzi a strozzo, aspettando che la montagna crescente di debito pubblico e lo spread assassino facciano cadere i governi e riducano le democrazie in dittature.
Secondo voi, è proprio così che devono essere organizzati i duecento stati del mondo, per scongiurare qualsiasi rischio di carestia, epidemia, fallimento, default, guerra civile, locale o mondiale, semplice o atomica? Se si, temo che stiamo messi proprio male!
Il mondo scientifico ha notevoli capacità di affrontare in maniera vincente le sfide che pone la crisi economica, climatica e bellica.
Ma aihnoi, scienza e tecnica non essendo finanziariamente autonome, non possono essere sottratte al dominio del profitto e dello sfruttamento, che almeno da un secolo le rende devastanti per l'umanità. Mezzi di asservimento e sfruttamento degli uomini come fossero bestie da soma e poi da macello. 
Gli stati sovrani usando scienza e tecnica "da piede di porco" colonizzano e sfruttano da lupi gli stati sudditi, arricchendo l'umanità, il pianeta e forse l'universo, di danni irreparabili. 
È verissimo che le eccezioni non mancano, ma confermano la regola, proprio come una rondine che non fa primavera.
Se invece il mondo scientifico disponesse di proprie risorse finanziarie, per potersi sottrarre, affrancare, dissequestrare dal cannibalismo economico e finanziario che lo indirizza a danno dell'umanità e del pianeta; per noi poveri umani, da un secolo impotenti cavie di laboratorio e limoni da spremere, forse e ripeto forse e riconfermo forse, inizierebbe l'anno zero della CIVILTÀ UMANA E DELLA GIUSTIZIA SOCIALE.
Franco Luceri

martedì 3 ottobre 2023

Solo il denaro fa la differenza, il resto è bla bla


Posto che le famiglie sono le cellule vitali dello Stato; qualunque vero Stato di diritto, per tenersi finanziariamente in buona salute ha il potere di tassare le famiglie capienti per acquisire l'autonomia necessaria a garantire alle incapienti dignità e sicurezza.
Ma se lo Stato si rende inadempiente in questa sua funzione vitale, non solo abbandona le famiglie incapienti nell'impoverimento crescente, ma impoverisce le capienti avendole già tassate, tartassate ed esposte alla sopraffazione di chi, lasciato o messo in difficoltà dallo Stato, non avrà altra via che galantirsi da fuorilegge il proprio diritto alla vita. Spesso derubando un altro ancora più povero di lui.
Quindi uno Stato di diritto che si lascia derubare, dai lupi della finanza nazionale e mondiale, che non si conserva abbastanza capiente da assicurare autonomia alle sue cellule vitali, (famiglie e singoli cittadini): non è Stato di diritto e nemmeno "repubblica delle banane".
È la giungla selvaggia, spacciata per stato di diritto, (vedi Italia), che offre gli agnelli in pasto ai lupi, e poi si finge scandalizzata, mortificata o piangente se mancano all'appello.
Oppure  impegna sul fronte dell'informazione, l'intera santa sarbara di "armi di distrazione di massa", fino a spostare di peso l'attenzione dell'opinione pubblica, da un problema finanziario drammatico, ad uno insignificante.
Franco Luceri

sabato 30 settembre 2023

In coppia "cultura e denaro" sono letali come l'atomica


In Italia si parla di cultura fino alla nausea, come fosse la prima finalità democratica da perseguire senza badare a spese. 
Ma la cultura è solo un mezzo double face che può essere impiegato per un uso democratico inclusivo utile alla collettività; o antidemocratico, utile solo a le élites rapaci.
Il progresso culturale illimitato (al pari di quello finanziario accentratore di ricchezza in mano a pochissimi paperoni mondiali) non genera sufficiente sviluppo occupazionale e quindi esclude una grande quantità di soggetti qualificati a cui non resta che vagare per il mondo rincorrendo il miraggio del lavoro dignitoso e produttivo, o come in Italia rassegnarsi allo sfruttamento o peggio alla schiavizzazione.
A cui segue inesorabile la crescita dell'analfabetismo di ritorno dei laureati disoccupati o sottoccupati per decenni,  prova evidente che la cultura che non garantisce giustizia e sicurezza è un mezzo esclusivo non inclusivo, e quindi letale nelle democrazie e vitale nelle dittature.
In coppia, "sapere e denaro" sono l'ultimo modello di arma in mano ai potenti veri.
Lo sviluppo accelerato e ingovernabile della cultura (come della Finanza) sta accrescendo il numero dei cervelli condannati allo sfruttamento o all'emigrazione.
Oggi si parla di intelligenza artificiale ed è sterminata la platea di intellettuali che non sanno cosa sia; quali benefici reali potrà portare alla collettività o quali costi e danni irreparabili e assassini potrà aggiungere a quelli già esistenti.
Quindi, dove servirebbe inclusione e partecipazione democratica, i popoli che puntano all'accrescimento illimitato e incontrollato della cultura, predispongono i sistemi sociali più alla povertà, allo sfruttamento, alla barbarie che alla civiltà. 
Vedi Italia, primatista mondiale di cultura ed esportatrice di cervelli manco fossero cavolfiori; ma con un debito pubblico astronomico e un popolo impoverito, disoccupato, sottoccupato, rassegnato e a rischio estinzione per insanabile denatalità.
Nei paesi occidentali, la crescita accelerata della cultura in coppia col potere tirannico della finanza, hanno prodotto devastazioni senza precedenti storici.
E il problema si trascina in governato da decenni. Tant'è che nel 1970 Ivan Illich, intellettuale austriaco libero e coraggioso, suggerì di "Descolarizzare la società" per salvare l'Europa.
Cioè un colpo di freno allo sviluppo culturale accelerato e incontrollato, che da svariati decenni garantisce solo recessione occupazionale e salariale, suicidio dei piccoli imprenditori, ed emigrazione di cervelli; utile a banchieri e multinazionali per conservarsi il primato della cultura e della finanza sulla politica, nonché la conversione dei popoli europei, da sovrani ricchi a sudditi con le pezze in ....
Franco Luceri

Ivan Illich
(Descolarizzare la società)
"La scuola obbligatoria, la scolarità prolungata, la corsa ai diplomi, l'università di massa: differenti aspetti di quel medesimo falso progresso che consiste nella preparazione di studenti orientati al consumo di programmi scolastici e di merci culturali studiate per imporre il conformismo sociale, l'obbedienza alle istituzioni. Anche la strutturazione del profilo degli insegnanti, per promuovere una didattica basata sul modello della trasmissione delle conoscenze, ha lasciato l'uomo della società dell'informazione e dei consumi privo di mezzi e ancora più esposto al rischio di una mistificazione strumentale delle sue qualità migliori."

sabato 23 settembre 2023

Senza responsabilità corporativa delle classi dirigenti, la democrazia è finta


Da sempre, la regressione totalitaria delle democrazie è la conseguenza del mal governo. Dell'incapacità di impedire, governando bene lo Stato, che un tiranno destro o mancino si riappropri del potere.
Ma peggio, se riesce a mandare a casa chi governava male; il politico trombato sbaglia a chiamarlo tiranno perché ancora non ha iniziato a governare; e chiama idiota se stesso, perché è il suo mal governo che ha riportato al potere il tiranno.
Salvo rare eccezioni, i governanti democratici vogliono solo a parole la fine dei totalitarismi. Di fatto, cultura e politica sono perfette per partorire tiranni, ingrassarli, curarli e conservarli in ottima salute per giustificare i fallimenti della classe dirigente finta democratica, irresponsabile e ladrona.
Da 24 secoli il tiranno arriva puntuale dopo ogni cattiva democrazia, se le istituzioni di uno stato democratico sono governate da una classe dirigente idiota o disonesta.
E posto che sono le classi dirigenti irresponsabili a rovinare le democrazie, delle due l'una: o nelle forme di autogoverno difetta la qualità della cultura; oppure intellettuali e politici tendono a diventare rispettabilissimi compagni di merende.
Perché il mal governo arricchisce la classe dirigente e impoverisce i contribuenti onesti che più lavorano e più ingrassano di tasse e disservizi.
Se lo Stato è sfasciato e ha necessità di risanamento, la classe dirigente è legittimata a truffare i contribuenti tartassandoli e gli utenti abbuffandoli di servizi da terzo mondo.
Ma se oltre alla responsabilità individuale, la classe dirigente fosse assoggettata a responsabilità corporativa; per non rischiare di dover risanare le l'istituzione e risarcire le vittime di tasca propria, correrebbe ai ripari passando dal governo finto al governo vero. Dalla Repubblica delle banane allo Stato di diritto.
Perciò, basterebbe caricare la classe dirigente di "responsabilità corporativa", per i danni colposi o dolosi che produce; e ogni singolo professionista privato e pubblico, si precipiterebbe a curare due finalità che non sono in conflitto: il proprio interesse personale e il bene comune.
Un medico sarebbe responsabile della buona salute dei suoi pazienti, ma insieme ai colleghi di tutta l'Italia, del buon funzionamento del sottosistema sanitario. Così, tutte le istituzioni, diventerebbero in automatico interconnesse e complementari, e contribuirebbero a rendere il sistema Stato produttivo e perequativo, quindi governabile.
Giusto per capirci; per la superiorità culturale e professionale della classe dirigente italiana, lo Stato è come una Ferrari da competizione smontata. 
Si ha l'impressione che cada a pezzi, ma è semplicemente disassemblato, perché è così che rende il massimo guadagno, carriera e ruberie agli "onestissimi" addetti ai lavori. E pazienza se gli italiani ONESTI finiscono schiavizzati e rovinati a vita.
Non illudetevi, è una impresa a dir poco disperata. Ma con la responsabilità corporativa di burocrati, professionisti e politici, il puzzle delle singole istituzioni, oggi incasinate ad arte, disconnesse e conflittuali, si ricomporrebbe in Stato di diritto capace di favorire la produttività economica, imporre tributi e riconvertirli in servizi pubblici nel rispetto dei diritti dell'uomo, del cittadino e del popolo sovrano.
Quel "fesso" di Pantalone, spremuto e gettato come un limone per tre quarti di secolo; condannato a lavorare e a morire doppiamente ricco: di rapine tributarie e disservizi assassini, forse potrebbe tornare a rialzare la testa da sovrano.
Franco Luceri

lunedì 18 settembre 2023

Oggi 17 settembre 2023 a Lampedusa c'è stato il miracolo?


Anche del più insignificante avvenimento, in Italia si dice: "ha scosso le coscienze". Magari sarò nato scarognato io; ma vi giuro che in tre quarti di secolo non mi è mai capitato di vedere (per le disgrazie altrui) una sola "coscienza" lesionata, incrinata, rigata, danneggiata e nemmeno spettinata.
Se le opere dell'uomo: case, grattacieli, Industrie, automobili, camion, navi e aerei avessero la stessa granitica resistenza della "coscienza umana" agli scuotimenti e danneggiamenti, sociali, politici, economici o ambientali, in dodici mesi il PIL mondiale, per assenza di danni, triplicherebbe.
Ma nessuna opera dell'uomo regge agli scuotimenti che non ci toccano personalmente, come la coscienza collettiva. Il granito, la pietra lavica, l'acciaio al tungsteno le fanno un baffo. 
Un tale ipotizzò che la coscienza umana potesse essere più elastica, dell'elastico delle mutande.
E deve essere proprio così; posto che il Mar Mediterraneo in mezzo secolo si è ridotto a cimitero di africani. Ma ai circa 500 milioni di europei la scossa quasi quotidiana di morti in mare, non ha ancora incrinato la "coscienza collettiva", anche se avrà disturbato il sonno o l'appetito a qualche coscienza individuale sensibile agli scuotimenti.
Ma dopo mezzo secolo, il dubbio che questo genere di inerzia possa essere a dir poco bestiale, alla "coscienza politica Europea" fino a ieri non era ancora venuto.
Speriamo che oggi, 17 settembre 2023, a Lampedusa, il premier Meloni e la presidente Von der Leyen accompagnate dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e dal commissario europeo agli Affari interni Ylva Johansson, facciano il primo miracolo made in UE.
Franco Luceri

sabato 16 settembre 2023

Della situazione apocalittica è responsabile chi coltiva carciofi o cervelli?


Se tutti i problemi del mondo fossero concentrati a Lampedusa sarebbe esagerato parlare di "situazione apocalittica"; invece è tremendamente riduttivo, posto che in ogni angolo del pianeta l'umanità è afflitta da problemi insostenibili e intollerabili.
Gli sconvolgimenti sociali, politici, economici, climatici o peggio bellici, diretti o indiretti, non mancano a nessun Popolo. 
Ci sono esseri umani sepolti sotto le macerie in Marocco o nella melma in Libia, che aspettano un "Salvatore".
Scegliere un problemino su miliardi di problemi quanto pianeti che affliggono tutti i 200 popoli del mondo e puntare i riflettori su quello, è un modo per speculare sull'informazione parziale distorta e falsa. Ed è così che lo sfascio si conserva produttivo per gli addetti ai lavori da oltre mezzo secolo.
Ora però dovremmo domandarci (e con estrema sollecitudine) perché le condizioni dell'Umanità sono precipitate a questo livello e peggiorano a dispetto della crescita della cultura, della democrazia, della giustizia sociale, dello sviluppo economico, scientifico, tecnologico, della libertà di movimento, di parola e di intrapresa.
Che fine hanno fatto le due medicine miracolose: scienza e globalizzazione; e le milionate di apprendisti stregoni che promettevano pace e benessere crescente per tutti?
Dov'è la scelta sbagliata che sta spingendo verso il baratro in blocco tutti gli 8 miliardi di umani? È sbagliata la cultura, la politica, la finanza, il mercato o cosa?
A queste domande urge risposta comprensibile se si desidera davvero passare dalla informazione parziale e falsa ch'è diventata una toppa peggiore del buco; alla informazione vera e utile a capire la causa di tanto sfascio crescente e mettere riparo. Perché la stagione gattopardiana del "cambia tutto perché tutto resti com'è", ahinoi, è drammaticamente superata.
Nel mondo, milioni di intellettuali arricchiscono perché dicono di conoscere scientificamente un problema. Ma sanno fare solo profitti crescenti conservandolo. 
In Italia l'immigrazione è iniziata nel 1970. In 53 anni il problema è diventato "apocalittico", ma è una gallina dalle uova d'oro per parassiti, truffatori e sfruttatori nazionali e internazionali che si guardano bene dal risolverlo.
La sola conoscenza di un problema non genera utilità, ma danno sociale, se per decenni si lucrano profitti senza sanare i guasti. 
Il contadino non guadagna perché ci sa raccontare i problemi dell'Agricoltura, ma solo se coltiva, produce, raccoglie e consegna prodotti alimentari, chiede e ottiene il meritato guadagno.
Gli intellettuali invece guadagnano perché ci garantiscono di conoscere il problema, e hanno ragione da vendere, posto che quel problema se lo palleggiano e conservano per l'intera vita, continuando a lucrare profitti sulle disgrazie crescenti dei popoli. 
E temo sia persino riduttivo definire "cannibalesco" questo barbaro livello di truffa del mondo della cultura, mutuato e moltiplicato in politica, col potere di fagocitarsi guadagni astronomici, conservando a norma di legge lo status quo tirannico di oltre 2/3 dell'umanità, sempre più sfruttata, povera, debole, indifesa.
Franco Luceri

domenica 10 settembre 2023

La politica peggiora solo dove peggiora la cultura


George Bernanos diceva:  
"Stiamo assistendo non alla fine naturale di una grande civiltà umana, ma alla nascita di una civiltà disumana che non avrebbe mai potuto nascere senza una vasta, immensa, universale sterilizzazione dei valori più alti della vita".
Domanda da un miliardo di dollari; secondo voi, quando la politica ha meno difficoltà a governare: quando ha più ricchezza da spendere, o se governa popoli resi più umani e intelligenti dalla cultura? 
Sbaglierò, ma io credo che in qualunque governo sia la qualità del cervello e non il volume del portafoglio a fare la differenza.
Peccato che la politica mondiale creda che sia il denaro a umanizzare l'uomo e a favorire il buon governo. Invece col denaro si riesce a migliorare solo le cose: e non sempre, e non per sempre.
L'Italia era la quarta potenza industriale del mondo ora siamo la prima impotenza. Svenduta e colonizzata a 360 gradi.
Con più soldi compri un "cappello" migliore. Ma senza Buona Cultura, sotto quel lussuoso cappello, nel migliore dei casi il "cervello" va in letargo o letteralmente in putrefazione.
Per decenni ho pensato che il problema numero uno dell'intera umanità fossero gli strozzini fiscali e finanziari che condizionano e corrompono la politica, per derubare e impoverire i popoli a norma di legge.
Ma ora temo di aver sbagliato alla grande. È la qualità del modello culturale formativo e informativo a fare miracoli, rendendo i popoli umani o disumani, intelligenti o stupidi: capaci di tenere a bada i lupi, o abboccare all'amo come pesci e soccombere. 
Condannando così la politica, inesorabilmente influenzata più dalla qualità culturale di un popolo, che dalla quantità di denaro spendibile, a vincere o fallire miseramente. (Vedi Italia)
Anche lo scemo del villaggio con le tasche piene impara a sperperare. Ma per non vivere come asini nel frastuono, gli umani che hanno scelto di autogovernarsi, hanno bisogno di "sapere" e  di "capire". 
E la formula culturale e quindi politica vincente per proteggere le vittime dai carnefici, ahinoi, proprio come diceva Bernanos, "sterilizzando i valori più alti della vita" l'abbiamo gettata alle ortiche.
Nell'ultimo secolo la politica mondiale ha puntato sullo sviluppo economico con la certezza che una maggiore disponibilità di denaro, liberando l'uomo dal pericolo e dal bisogno lo avrebbe migliorato, lo avrebbe sensibilmente umanizzato. Invece ne ha fatto un consumatore ossessivo compulsivo stupido o rapace.
Ha fallito la terapia, perché solo l'accoppiata vincente: disagio economico e buona cultura mettono in moto e maturano i cervelli e migliorano gli uomini governati e governanti.
Con qualche eccezione che non smentisce la regola: il denaro immeritato, gonfia i portafogli, ma sgonfia i cervelli.
Se la cultura avesse ancora la funzione di rendere intelligente l'uomo; la finanza mondiale che condiziona e terrorizza l'intera umanita almeno da un secolo, sarebbe politicamente determinante, giusto quanto il due di briscola in una partita a scopa.
Franco Luceri

giovedì 7 settembre 2023

Diversamente da cultura e politica la natura è incorruttibile


Contadini, pastori, pescatori e boscaioli, non hanno mai pagato tasse a "Madre Natura", né interessi usurari agli strozzini. Bastava il lavoro per assicurarsi istruzione e diritto alla vita.
Ora però, è come se il Padreterno avesse venduto il mondo ad un altro padrone. Da un secolo le tasse le paghiamo tutti salate a "Cultura Matrigna", per garantirci il diritto alla morte dopo una vita di stenti, precarietà, sfruttamento, lavoro pericoloso, strozzinaggio finanziario, istigazione al suicidio o al crimine, malattie curate per finta o cronicizzate per lucrare profitti a lungo termine.
Madre Natura era generosa con chi aveva voglia di lavorare. Distribuiva gratis carne, latte, uova, pesce, frutta, verdura, legna e mille altri beni e servizi vitali, a cominciare dalle "caverne", decisamente più sicure di una panchina per morire all'addiaccio.
L'attuale cultura matrigna formativa ed informativa, è come un lussuoso vestito confezionato a misura per speculatori, affaristi,  ladri, truffatori, corrotti, strozzini e schiavisti. 
Nell'habitat ormai innaturale dei sistemi sociali, "culturalmente modificati" dalle classi dirigenti a proprio uso e consumo; i poveri e i poco istruiti, sono totalmente dipendenti dagli istruiti, scusate il lapsus, dai "distruttivi", che li usano da bancomat per ripulirli anche dai centesimini delle elemosine.
In un sistema complicato ad arte per sfruttare in massa gli onesti che non hanno, non sanno, non possono; le classi dirigenti producono guasti incalcolabili e poi chiamano il povero Pantalone a finanziare le "riformicche", i finti aggiustamenti gattopardiani che cambiano tutto perché tutto resti com'è. Produttivo per i "benefattori": professori, professionisti, burocrati, giornalisti, politici, giudici, banchieri e multinazionali.
Quindi è urgente responsabilizzare le classi dirigenti, perché ogni guasto che producono sia sanato di tasca loro e non macellando poveri e indifesi che ormai sono due terzi abbondanti dell'Umanità.
Chi pensa che la responsabilità collettiva di saggi, ricchi e potenti sia una politica utopica, forse non si è accorto che a livello planetario le classi dirigenti si sono già fumate il futuro: non hanno scelta alternativa. 
Il PIL mondiale è talmente ridicolo in confronto alle montagne di debito dei singoli Stati, che salvo eccezioni, tutti i 200 Stati del mondo sono in default non dichiarato: sostanziale. E condannato a crescere per le catastrofi ambientali che ormai ci portano in dote una scia incalcolabile e impagabile di danni e di morti.
Per troppo tempo i potenti sono passati a l'incasso distruggendo popoli e pianeta. Ma presto, dovranno affrettarsi a pagare di tasca propria il risanamento, se ci tengono a dare un colpo di freno alla catastrofe umanitaria, finanziaria e planetaria in corso.
Diversamente da cultura e politica, la NATURA È INCORRUTTIBILE, non si presta a sterminare vittime e risparmiare carnefici.
Franco Luceri

giovedì 31 agosto 2023

Pure Gesù fallì a pensare conto terzi


Nel terzo millennio Cristiano, chiunque osa vivere senza pensare, o pensando poco o male è considerato una sottospecie di  cavernicolo.

E pure l'umanità, prima che inventassero i verbi sapere e pensare, aveva percorso, senza rischi di estinzione, un cammino di 3000 millenni; affidata al super pensiero di Madre Natura che sapeva, pensava e provvedeva in assoluta autonomia a garantire a tutti gli esseri viventi, perfettamente istruiti a rispettare il Creato, una vita povera ma certa.
Poi 3 millenni fa, i filosofi hanno iniziato a spiegarci che il melone che ci portiamo in giro sulle spalle ci serve per pensare; e lentamente i sistemi sociali, grazie al pensiero filosofico e matematico si sono evoluti fino al secolo scorso quando hanno incominciato ad ammalarsi di malacultura, ma soprattutto di  "iperscolarismo": di eccessiva diffusione di saperi e di sapienti.
E la crescita patologica di "teste d'uovo" ha finito per impoverire il mondo di operatori capaci e volenterosi, e ha reso i sistemi sociali tanto costosi e complessi, che ora tutti gli umani, anche se hanno una cultura al massimo livello scientifico, rimangono scolari a vita, dipendenti dai super pensatori specializzati conto terzi, per le cose che non sanno.
Oltre agli imprenditori piccoli e grandi, dipendenti a vita, da ingegneri e avvocati; anche i politici, i giudici, i burocrati, i giornalisti, i professionisti  sono tributaristadipendenti: non mettono nemmeno il naso fuori di casa per non violare qualche legge tributaria che non conoscono e finire azzannati dal fisco. 
Ma il pensiero conto terzi pensato da tizio e venduto a caio, per quanto possa essere in teoria valido e utile, ha una valanga di controindicazioni, almeno per due ragioni fondamentali:
1)  Perché chi prova a tradurre in azione il sapere attinto da altri; non avendo la stessa cultura e intelligenza dell'autore originario, finisce per annacquarlo, e invece dell'utilità promessa, genera danno individuale, ma soprattutto sociale e ambientale.
2) E non basta; nel tempo trascorso tra l'apprendimento e la concreta messa in opera di un sapere "scientifico", ci può essere un tale arricchimento o mutazione di variabili, da rendere l'azione persino distruttiva.
E ce dell'altro; giuridicamente, il professionista privato pensatore conto terzi è considerato autonomo, e come persona non è escluso che lo sia al 100%.
Ma il suo pensiero resta improduttivo e quindi economicamente dipendente: perché ha bisogno del soggetto agente che lo converta in azione produttiva e contributiva.
E non è garantito che il soggetto agente abbia la stessa prestanza fisica e intellettiva del soggetto pensante, per tradurre un pensiero valido in azione altrettanto utile.
Quindi lo stesso pensiero che risulterebbe persino miracoloso se tradotto in azione personalmente dall'autore, potrebbe diventare fallimentare o catastrofico, affidato ad altri soggetti non altrettanto qualificati o tradotto in azione in un tempo e/o luogo sbagliato o con mezzi sbagliati o insufficienti.
Nemmeno la bomba atomica era stata pensata per estinguere l'umanità, ma in mano a soggetti sbagliati ora può quello ed altro.
Pensate a quante patenti fasulle vengono distribuite, e a quanti morti costano a livello planetario. 
O quanti porto d'armi sono rilasciati a soggetti sbiellati o quasi che poi commettono omicidi (vedi America, dove le armi si possono acquistare pure dal panettiere e le stragi nelle scuole non cessano mai).
Per non parlare delle lauree e dei master non proprio meritati che poi servono solo agli arrampicatori sociali per sfruttare o derubare popoli e Stati. Alla faccia della cultura, politica e mercato che tutti promettono e giurano di usare con funzione sociale! Campa cavallo!
E siccome i popoli sono una comunità di soggetti non tutti perfettamente validi; qualunque eccellente pensiero filosofico, matematico, politico, tradotto in azione da discenti poco qualificati, o dediti al cannibalismo, rischia di essere più dannoso dell'azione istintiva o stupida di qualunque cavernicolo.
Pensate all'opera pedagogica di Gesù salva poveri: (quanto a perfezione, mai ci potrà essere niente di migliore); e pure, dopo 2000 anni, i poveri del mondo sono due terzi dell'umanità.
Insomma, per il pensiero conto terzi di professori, professionisti e burocrati andrebbe istituita la patente di guida e la polizza di assicurazione, per evitare che la potentissima arma della conoscenza sia messa in mano a soggetti poco affidabili che la usano per accaparrarsi profitto e potere individuale, seminando danni insanabili per l'umanità e il pianeta.
Perciò, chi volesse imparare a pensare, affidi pure il suo cervello ad un professore o un professionista bravo di cui l'Italia è abbastanza ricca. 
Ma non si illuda di essere autonomo e autosufficiente, perché per imparare ad agire e produrre ricchezza onesta per sé, la famiglia e la collettività, dovrà affidare le sue mani agli artigiani, ai geni del fare, prima che di questi "SUPERPROF"  si estingua la razza, perché fanno ombra a chi i popoli preferisce conservarseli dipendenti, sfruttabili e asservibili e magari chiamarli adulti, liberi e autonomi a caricatura.
Negli anni Settanta un paio di filosofi degni di questo nome, incominciarono ad insinuare timidamente che l'Europa poteva essere salvata solo dalla "descolarizzazione":  ma hanno fatto un buco nell'acqua. È passato inutilmente mezzo secolo. 
Ora domandiamoci prima che sia tardi: non sarà che dopo il comunismo anche il liberismo si è ammalato di "iperscolarismo": di abbondanza di pensatori, carestia di operatori e conseguente scarsa produttività, nonché strozzinaggio fiscale e finanziario?
Credo sia legittimo dubitare della cultura e della politica che continuano a promettere civiltà, progresso, giustizia e pace sociale crescente, ma generano ovunque fame, rischio di fallimento persino per le banche, rischio di default per gli Stati, e guerra ideologica, sanitaria, economica e militare a tempo indeterminato.
Chiunque in Italia abusa del proprio potere culturale, politico, finanziario, per l'arricchimento personale, "arreca danno alla sicurezza, libertà, e dignità umana": articolo 41 della Costituzione. 
E alla faccia della legalità e della Giustizia, riduce lo stato più bello del mondo, a mattatoio per poveri, deboli e indifesi. Tutti si scandalizzano della povertà e del disagio sociale italiano ma nessuno si vergogna.
Franco Luceri

sabato 26 agosto 2023

L'intellettuale VERO pensa, agisce, sbaglia, impara, corregge


Per millenni, usando le mani per procurarsi da vivere, l'uomo si è rassegnato a dipendere dalle leggi del Creato. E grazie a l'intelligenza del fare, ha riempito il mondo di capolavori immortali che ancora reggono all'acqua, vento, sole, uragano e terremoto. E ora sono tanto invidiati e ammirati da attrarre inesauribile turismo culturale portatore di ricchezza. 

Pensate alle Piramidi o ai capolavori che abbiamo ereditato noi italiani in 12 secoli di civiltà romana.
Poi, piano piano, i filosofi sono riusciti a convincere l'umanità che la civiltà del fare è faticosa e povera; non rende comoda e ricca la vita come la civiltà del pensare, che ti consente di arricchire sfruttando il lavoro manuale altrui rischioso e mal pagato.
Basta "dissodarsi" i neuroni anziché la terra, per illudersi che l'uomo istruito può mettere il Creato a proprio servizio. 
E in 25 secoli l'operazione è perfettamente riuscita. Ora il mondo straripa di pensatori e parolieri che arricchiscono usando le mani dell'abuso di potere, per svuotare le tasche dei lavoratori sfruttati e squattrinati. 
Tant'è che del lavoro manuale dignitosamente retribuito, ora in Italia si sono perdute pure le impronte digitali e il Creato si è rassegnato a retrocedere dalla condizione di padrone servito, a quella di servo dei suoi servi. 
E per convincerci della sua entusiasta disponibilità, persino le montagne ci vengono incontro franandoci addosso; acqua, grandine e vento allagano e sfondano case, auto, coltivazioni e Industrie. E la siccità di danni ne fa almeno altrettanti.
La civiltà del fare è stata la giusta soluzione per milioni di generazioni, mentre ora la civiltà del pensare e dire soltanto le cose che ci aiutano a truffare o derubare di ricchezza e potere la collettività, da un secolo sta mandando in rovina i vecchi capolavori, sta imbarbarendo l'intera umanità, sta devastando la natura di sfruttamento e avvelenamento e fatica non solo a garantire pane e acqua ai poveri che sono ormai due terzi della comunità mondiale. Ma fatica persino ad evitare Il tracollo delle banche.
Salvo eccezioni, cos'è che rende utile la mano e dannoso il cervello persino dei massimi esperti del mondo della cultura?
Un intellettuale che realizzava personalmente le sue idee per controllare la validità e correggere a sue spese gli errori, diceva:
"I burocrati, gli ideologi e i politici sono coloro che credono d'aver capito tutto della realtà senza mai essere entrati in contatto con la realtà".
Potrei sbagliarmi, ma credo che questo signore abbia capito perché il pensiero degli accademici rischia di essere più dannoso dell'azione degli ignoranti e persino degli stupidi.
Perché l'ignorante che agisce, guadagna consapevolezza dai suoi errori correggendoli, sia pure con altri meno gravi. 
Invece l'intellettuale "puro", non avendo la percezione dell'utilità o del danno che produrrà l'attuazione del suo pensiero per mano altrui, continua a sbagliare a vita.
E quando risulta evidente che la montagna ha partorito un topolino (come il comunismo schiattato in tre quarti di secolo) è troppo tardi per cambiare rotta. 
E il liberismo straripante di pensatori e parolieri socialmente improduttivi se non fallimentari, è condannato alla stessa fine. 
L'intelligenza del fare forse iniziata nelle caverne, ormai è adulta e vaccinata. 
Mentre l'intelligenza del pensare, con i suoi 25 o 30 secoli di pura filosofia, è assolutamente negativa, se chi ha il potere di progettare un sistema sociale non corre ai ripari pensando, facendo e correggendo anche a proprio danno. 
Perché usare il potere per pensare a danno della collettività, è un lavoro che riesce perfettamente anche allo scemo del villaggio.
Franco Luceri

sabato 19 agosto 2023

Prima di sedervi a tavola consultate il padrone di casa


Se non vi difetta la fantasia, provate ad immaginare il mondo come un'unica sala da pranzo con tre tavoli, ma distanziati anni luce uno dall'altro: 
Il tavolo dei poveri, ricchissimo di aspiranti commensali ma povero persino di pane e acqua. 
Il tavolo della classe media occupato dai disonesti arrampicatori sociali, e dagli onesti che vivono costantemente a rischio retrocessione nella povertà se non si affrettano ad imbrogliare, truffare, corrompere, rubare, emulando i disonesti.
E poi c'è il tavolo dei ricchissimi, dei potenti, dei cannibali, con un numero di sedie in costante riduzione. Dove per conservarsi un posto a sedere, per mangiare e non finire mangiati, si deve quantomeno dichiarare e vincere una guerra.
Da alcuni secoli l'umanità per riempire i tavoli di pietanze, rapina di risorse il pianeta. Ma ora il SIGNORTERRA, (che poi è il padrone di casa) non sembra più intenzionato a rifornire gli inquilini devastatori: i poveri in crescita numerica, i ricchi in rapacità animale e la classe media ubriaca di illusioni perché non ha capito che un sistema sociale che va male per i poveri, salva i ricchi sfruttando la classe media, se non si affretta a delinquere.
E se il pianeta non regge più allo sfruttamento e rende meno di prima, secondo voi, a quale tavolo dovrebbe spostarsi il maggior numero dei mangiatori, per assicurarsi almeno pane e acqua? Ovviamente al tavolo dei poveri che non ha mai avuto un impatto ambientale disastroso, a differenza della classe media e quella dei potenti, che dove passano loro non cresce più l'erba.
Quindi, posto che i potenti non è riuscito a schiodarli da lì nemmeno il Padreterno, il tavolo che andrebbe impoverito di commensali è il tavolo di chi vive nel limbo della classe media. Quelli fuggiti dall'inferno dei poveri, ma che non hanno accesso al paradiso dei ricchi. Quelli che progettano sistemi sociali perfetti, (modello Italia), ma puntualmente partono a razzo a vantaggio di pochi e finiscono a caxxo a danno di molti.
Quindi dalla sera alla mattina, gran parte delle scuole del mondo dovrebbero essere ridimensionate, dovrebbero ritornare alla meritocrazia, perché da un secolo creano finti istruiti, soggetti che rimangono ignoranti ma si sentono archi di scienza perché sono imbattibili a spaccare il capello in quattro, ma attentano al futuro della specie umana devastando popoli, Stati e pianeta.
L'umanità non deve interessarsi ai potenti, sono la razza di lupi che non può essere estinta: esiste da sempre. Allora bisogna capire se è tempo di arricchire l'umanità di altre teste d'uovo della classe media o se va impoverita drasticamente visto che il pianeta si sta ribellando allo sfruttamento umano e pensare di mantenere nel benessere sfrenato e nello spreco suicida mezzo miliardo di finti istruiti, di apprendisti stregoni e lasciare che i poveri muoiono come mosche è un crimine contro l'umanità al cui confronto quello nazista, comunista e fascista impallidiscono persino assommati.
Franco Luceri