sabato 24 febbraio 2024

I cittadini liberi non bastano, senza "popolo" non c'è democrazia


Se in democrazia si passa dalla politica comunista alla liberale o viceversa, ma sì continua a tutelare una classe sociale a danno dell'altra, invece di Giustizia si genera "cannibalismo".
L'intera comunità mondiale, impoverita dalla speculazione economica, prima per la pandemia, ora per la guerra, avrebbe bisogno di "politica ambidestra ecocompatibile"; con lavoratori e padroni, poveri e ricchi, fascisti e comunisti che dialogano alla ricerca del bene comune ancora sconosciuto dopo tre quarti di secolo di guerra civile spacciata per democrazia.

Oscar Wilde diceva: "nessuno può essere libero se costretto ad essere simile agli altri". Se per disgrazia oggi si fosse trovato in Italia non credo che il signor Wilde avrebbe confermato questa sua opinione.
È ovvio che la libertà è migliore della schiavitù; ma non si può attentare alla sicurezza di un popolo dando libertà incondizionata a tutti. 
La libertà dovrebbe essere concessa solo a chi, potendo, dimostra di usarla in funzione del bene comune.
Perché ogni cittadino vuole libertà illimitata per sé; ma limitabile per tutti gli altri, pretendendo dallo Stato protezione e tutela contro gli abusi altrui a suo danno.
È vero che a livello planetario la bomba de l'egualitarismo comunista, (e quindi la limitazione della libertà individuale) ha portato il comunismo alla bancarotta.
Ma se si vuole un sistema liberale fondato sulla esagerazione opposta, sul diritto inviolabile ad essere diversi per poter essere concretamente liberi, (vedi Italia) poi nessuna giustizia avrà mai potere e risorse sufficienti per impedire ai soggetti troppo diversi e troppo liberi, di abusare della propria libertà a danno della collettività o dello Stato.
Nel nostro fu Belpaese persino i neonati si sentono forza e diritto di malmenare l'ostetrica che li sta aiutando ad uscire di casa, o guardano la maestra dell'asilo dall'alto in basso, o aggrediscono i professori che vorrebbero interrogarli o peggio bocciarli.
Dove il mondo della cultura forma bravi professionisti capaci di fare un uso intelligente del loro sapere, ma solo per sé, mai per la collettività, mette a rischio il bene comune e il futuro di qualunque Popolo.

È vero, in un sistema democratico dove ogni soggetto in buona salute è chiamato a produrre e contribuire, non si può imporre ai cittadini l'uguaglianza comunista.che uccide libertà e produttività.
Ma garantirle entrambe a prescindere, come in Italia, fino a perdere il controllo della sicurezza e della giustizia, non è politica è apocalisse: è giungla infestata di predatori.
In nome del "disugualitarismo liberale", furbi, disonesti, violenti e potenti la fanno da padroni; cominciando precocemente dalle baby gang e finendo alla criminalità politica, economica e mafiosa che generano un tale allagamento di poveri e debito pubblico, da uccidere popolo e Stato.
Franco Luceri

sabato 17 febbraio 2024

La natura non è una ricca cuccagna da depredare

 


Tra tutti gli esseri viventi che hanno sviluppato "intelligenza adattativa" per vivere mutando e adattandosi alla natura, noi umani siamo i più malaticci e perdenti.
Usiamo la nostra smisurata "intelligenza creativa" alla rovescia: da disadattati. 
Cambiamo persino la forma del pianeta per adattarlo a noi, campioni di mutazioni conservative gattopardiane.
Invece di mutare e adattare il nostro stile di vita a l'habitat per conservarlo e conservarci in buona salute, cambiamo e stravolgiamo la natura di cui siamo ospiti, per obbligarla a saziare i nostri insaziabili bisogni di sapere e avere per poter "sopraffare".
E come "grandioso" risultato finale, la devastazione ambientale e il regresso socio, politico, economico si tagliano a fette.
Questa anomala tendenza umana a studiare i cambiamenti adattativi degli altri esseri viventi, per conservare immutato il nostro stile di vita e i nostri privilegi demenziali e suicidi, indusse l'impareggiabile Tomasi di Lampedusa a svelare la formula magica dei cambiamenti conservativi dei potenti farabutti e impotenti: cambiano tutto perché tutto resti com'è.
Spendiamo una barca di miliardi per fingere di difenderci dai virus e dai batteri campioni di mutazioni fulminanti, talmente assassine da arrischiare il futuro dell'umanità. 
Ma le nostre "mutazioni" non vanno oltre, (vedi Italia), i banchi di scuola a rotelle, le case col "cappotto", le auto a batteria e i cervelli (per ora solo robotizzati) domani con microchip di intelligenza artificiale, per evitare (lungi sia) che la conoscenza sviluppi negli umani vera intelligenza naturale: coscienza e capacità critiche, e induca i popoli sovrani a selezionare meglio i propri rappresentanti culturali e politici perché il futuro dell'umanità non finisca in mano a potenti con grande portafoglio, ma piccolo cervello.
E chi avesse trovato pessimista la mia analisi sui cambiamenti gattopardiani dei potenti a danno degli ultimi, passi a "l'ottimismo" giuridico di Piero Calamandrei:
"La legge è uguale per tutti" è una bella frase che rincuora il povero, quando la vede scritta sopra le teste dei giudici, sulla parete di fondo delle aule giudiziarie; ma quando si accorge che, per invocar la uguaglianza della legge a sua difesa, è indispensabile l'aiuto di quella ricchezza che egli non ha, allora quella frase gli sembra una beffa alla sua miseria."
Franco Luceri


lunedì 12 febbraio 2024

Se sapessimo cambiare l'uomo il mondo starebbe bene anche così

Che sia sociale, culturale, scientifico, tecnologico, economico o finanziario; il progresso ha funzione terapeutica per curare  o prevenire le malattie che potrebbero insidiare la qualità di vita dei popoli.
Ma guai a pensare che i miracoli sia la "medicina progresso" a farli da sé. 
Per renderla concretamente salvifica, servono medici capaci di adattare la cura al malato.
Servono intellettuali, tecnici e politici, industriali e banchieri degni di questo nome, per evitare che i mezzi giusti, per mancanza di uomini giusti, anziché miracoli producano incubi e tragedie.
Perciò i guasti della democrazia italiana non sono imputabili alle risorse insufficienti o sbagliate (il Comunismo, il fascismo, il sindacalismo, la produttività calante, l'inflazione, le tasse crescenti, i servizi inadeguati o la finanza strozzina) ma agli uomini che governano la cultura, la politica, il sindacato, il mercato e la finanza, "perfetti per un sistema totalitario", non per una vera democrazia.
Chi ha insegnato e informato per 40 anni in Italia, oggi da pensionato critica con queste parole di fuoco la nuova generazione di professori a cui ha "formato" il cervello:
"La scuola è fallita". "Stiamo vivendo una sorta di oscurantismo culturale che sta facendo precipitare la nostra società in derive inquietanti."
Ma a formare il cervello della società di oggi, straripante di professori, professionisti, giornalisti, burocrati, sindacalisti e apprendisti stregoni di tutte le razze; siete stati proprio voi, cari professori e giornalisti in pensione, che oggi in veste di giudici processate e condannate gli stessi soggetti a cui nelle aule scolastiche e nelle redazioni avete "formato" il cervello.
Se il mondo della cultura di ieri fosse stato illuminante, oggi nel cervello non avremmo il buio pesto ma la luce, non la confusione ma l'ordine, non la crusca ma la farina, non la deriva inquietante di cui vi fingete preoccupati, ma un popolo degno di questo nome e una idea di civiltà democratica, produttiva, solidale ed ecocompatibile.
La scuola e la televisione di oggi che sono sotto processo, hanno come unica colpa quella di essere figlie della scuola e televisione che nel secolo scorso ha convinto gli esseri umani a dipendere più dalla cultura che dalla natura. Perché la cultura civilizza l'uomo vendendogli ciò che in natura ha gratis: aria, acqua, fuoco, cibo e terra.
Un intellettuale in pensione che oggi afferma "la scuola è fallita", dovrebbe avere almeno l'onestà di dire a se stesso: delle cose rotte italiane i cocci sono miei. 
Dove gli uomini sono ricchi di autorità ma poveri di autorevolezza è inutile sprecare mezzi inventando marchingegni meccanici, giuridici o finanziari. Perché tutto dipende dagli uomini. Dove gli uomini giusti hanno il potere di governare, giusti diventano anche i mezzi sbagliati.
Perciò è inutile che ora la politica ci metta sotto il naso come medicine miracolose, le case col cappotto termico, le auto elettriche e l'intelligenza artificiale, perché in Italia "guasti" sono solo gli uomini non le cose.
Cinque anni fa un carissimo amico, prima di lasciarci, ha inquadrato il problema Italia con queste parole:
'''Negli anni del benessere fasullo si è consentita la crescita incontrollata di interi ceti di corruttori e di corrotti. Senza sbarazzarsi dei quali è pura illusione potere competere nel mondo d'oggi.'''
Franco Luceri

sabato 3 febbraio 2024

Il politico capace dovrebbe essere insieme pastore e contadino


Il 27 gennaio 2018, un carissimo amico  ha scritto questo della "politica" italiana.

'''Occorre rendersi conto che negli anni del benessere fasullo (e della cultura demenziale aggiungerei io) si è consentita la crescita incontrollata di interi ceti di corruttori e di corrotti. Senza sbarazzarsi dei quali è pura illusione potere competere nel mondo d'oggi.'''

Infatti, la giustizia sociale è custodita ancora in congelatore; e il "benessere"  resta monopolio di corrotti e corruttori; perché il lavoro di politico ha raggiunto un livello di complessità che manda in tilt il cervello, senza una bussola culturale che aiuti a scegliere la giusta  direzione di marcia per i singoli popoli, compatibile con la pace mondiale e la buona salute del pianeta.
Quella di politico, universalmente ritenuta professione, sarebbe stato più giusto definirla mestiere. Perché il politico dovrebbe assicurare al "gregge sociale" un "pascolo culturale ed economico" che tenga in vita i singoli popoli senza mettere a rischio il resto delle specie viventi e lo stesso pianeta, ora straripante di veleni, rifiuti, armi, guerre, crimini contro l'umanità, bombe atomiche e debito pubblico straripante.
Insomma il politico dovrebbe essere un po' pastore e un po' contadino, in modo da liberare l'albero socio economico dei rami secchi: "interi ceti di corruttori e di corrotti" che rischiano di generare un effetto domino sull'intera comunità mondiale già ricchissima di competizione selvaggia, corruzione, mafia, massoneria e guerra di tutte le razze.
Nella comunità Mondiale c'è da salvare popoli e pianeta, per evitare reazioni assassine del condominio Terra a danno dell'Umanità, quando si impoverisce di pastori e contadini e si arricchisce di parassiti, ladri, truffatori, avvelenatori e guerrafondai.
Sbagliare il governo di un popolo è il male minore che possa fare la politica. Perché i popoli impoveriti non reagiscono con la stessa violenza assassina con cui reagisce la natura quando viene avvelenata e depredata dalla scienza e dalla tecnologia da ospedale psichiatrico, al servizio degli strozzini e dei lupi.
Questa è l'unica ragione che induce i popoli in difficoltà e disperati a vedere le tirannie criminali migliori delle democrazie a norma di legge. Perché i tiranni non promettono crescite di consumi con la dispensa vuota, o peggio piena di cambiali protestate.
Mentre i "geni acefali" delle democrazie fingono di salvare e persino arricchire i popoli; ma depredando altri popoli poveri mettono a rischio la pace, o nel migliore dei casi, devastando la natura, li espongono alle sue reazioni assassine a colpi di sconvolgimenti climatici, che nessuna scienza, nessuna politica e nessun esercito riuscirà mai a fermare.
Franco Luceri