domenica 28 novembre 2021

Chi l'ha vista, aiuti i "potenti", cercano la "normalità", disperatamente.

 
   Se la classe politica è costretta a mettere riparo all'impoverimento della classe operaia, può sempre imputare il fallimento della sua politica ai negrieri del mercato, agli odiatissimi padroni: sfruttatori, truffatori, evasori, avvelenatori, corruttori e insaziabili rapaci. Vedi Italia.
    Ma se decenni di malgoverno hanno già messo in crisi l'intero sistema socio-economico, e oltre agli operai vanno aiutate le imprese per evitare Il tracollo totale, un capro espiatorio credibile a cui addossare la responsabilità delle imprese che licenziano e falliscono a grappoli, la classe politica dove accidenti va a pescallo?
    Non potendo addossare la responsabilità della politica finanziaria e tributaria ammazza padroni ai lavoratori privati, a memoria d'uomo vittime dei padroni, diventa evidente anche allo scemo del paese, che il vero problema è lo Stato elefantiaco: burocraticamente parassita e inadempiente, politicamente ladro e finanziariamente strozzino, che toglie, sperpera e ruba, più di quanto consenta ai cittadini di produrre. Sui danni ambientali meglio stendere un velo pietoso.
    E visto che è la politica che ha messo in ginocchio l'Italia molto prima del covid, azzardo una ipotesi: i libri contabili in tribunale per farsi dichiarare falliti, devono continuare a portarli per altri tre quarti di secolo i piccoli imprenditori vittime, oppure la totale responsabilità dovrebbero addossarsela i carnefici pubblici, da sempre esenti come fossero interdetti o inabilitati? Ma questa, è domanda da miliardi di dollari condannata a restare senza risposta da qui all'estinzione dell'umanità.
    I soggetti condannati a norma di legge alla rapina finanziaria e tributaria, al fallimento per colpa altrui e alla inevitabile morte sociale sono i piccoli e medi imprenditori.
    Le galline del finto libero mercato che in Italia vengono selezionate e allevate per garantire guadagni, privilegi e potere a professionisti, burocrati, politici e banchieri che non buttano via niente.
    Quando le galline, spolpate vive dai parassiti statali e parastatali, smettono di fare uova, di pagare tassi e tasse, le dichiarano fallite e se le ripuliscono come una lisca di pesce da onestissimi compagni di merende.
    Ecco perché i nostri politici si agitano per tornare presto alla "normalità".
    Dopo due anni di pandemia il pollaio dei piccoli imprenditori si va svuotando pericolosamente e l'esercito dei disoccupati lievita altrettanto. 
    Bisogna conservare l'economia e il sistema sociale produttivi pompando aiuti ed esenzioni alle imprese, cassa integrazione ai disoccupati e per ultimo reddito di cittadinanza agli inoccupati.
    Ma tutto questo, col buongoverno e la "normalità" ci azzecca quanto i cavoli a merenda. Perché nei sistemi liberali devono essere i contribuenti a finanziare lo Stato. 
    Se hanno bisogno di essere tenuti in vita artificialmente manco fossero malati terminali; dal giudice per consegnare i libri contabili e farsi dichiarare falliti dovrebbero correre i politici, i burocrati, e i banchieri, mai gli imprenditori, che dei popoli liberi sono il motore culturale, sociale, economico.
Franco Luceri

domenica 21 novembre 2021

Votate pure liberamente: "le jeu est fait".


   Volete sapere perché la sinistra vince anche quando ce la mette tutta per perdere e la destra perde anche quando s’ammazza per vincere?
   Perché la grande massa dei cittadini avendo subito per tre quarti di secolo, la religione del “politicamente corretto”, non vota più l’uomo ma l’idea sinistra sempre vergine, irrealizzata e irrealizzabile dell’uguaglianza e giustizia sociale a prescindere dalla qualità dei candidati. Se i fascisti si candidassero a sinistra li farebbero tutti presidenti a furor di popolo.
   Invece chi vota a destra, della ideologia comunista non gliene frega una mazza. Sapendo di vivere (per “merito” altrui ma anche per “merito” proprio) in un Paese di disoccupati e di falliti in tumultuosa lievitazione, cerca disperatamente “cervelli”, campioni di saggezza politica e produttività economica nella speranza di salvarsi dal rotto della cuffia. Persino quando ha già smesso di credere di poterli trovare, perché di quelli ne nasce uno ogni secolo.
   Perciò basta ridicolizzare o screditare i candidati di destra alla vigilia del voto; e la destra, data vincente dai sondaggi al 110%, e sicura di essere già nella stanza dei bottoni con i suoi campioni di liberismo turbo diesel, rimane fuori con un pugno di mosche e col serio rischio che di quelli, qualcuno gli finisca pure “al fresco”.
   Chi dovesse considerare bislacca questa analisi, cerchi ulteriore conferma citofonando Berlusconi, Meloni, Salvini.
   Ora voi mi direte, perché la destra non fa altrettanto con la sinistra? Non lo so, credo che qualche timido tentativo l’abbia pure fatto, ma sarà uscita tante di quelle volte con le ossa rotte che ha smesso. Berlusconi aveva tutta l’aria di mangia comunisti, ma ora ha cambiato dieta e dietologo, e capire come ha fatto a riciclarsi in vegetariano è un rompicapo. Avrà avuto problemi di digestione.
   Screditare la sinistra è come lanciare un boomerang da suicida, il danno che pensi di fare all’avversario ti ritorna centuplicato fra capo e collo.
   Se provi a condannare un comunista, l’enorme massa di sinistri non solo se lo scagiona nel giro di 24 ore, ma peggio se lo santifica e corre in pellegrinaggio a chiedergli miracoli.
   Insomma per non farla lunga, candidare a sinistra cervelli quanto un cecio è già un indecente spreco. Candidare a destra cervelli quanto un pianeta, persino premi Nobel confezionati come ravanelli in mazzi da 6 o 12, ma sgraditi al mondo finanziario europeo e mondiale (nonché, a l'inesplorata ed inesplorabile costellazione di satelliti succhiasoldi, da clienti, utenti e contribuenti) è suicidio con certificato di garanzia.
   Franco Luceri

sabato 13 novembre 2021

"Destra e sinistra" orfane di "ragioni e significati".


Il grande Norberto Bobbio diceva che la cultura umana è divisa in destra e sinistra sin dalla notte dei tempi, perché il cervello umano ha bisogno di due idee opposte per dedurre da entrambe, in un determinato momento, ciò che per un singolo soggetto o per un Popolo, è giusto e utile considerare razionale.
Perciò, chi non crede che l'umanità si sia tirata dietro per millenni la filosofia e la politica sinistra e destra, (e guai a sopprimere una) ancora non ha capito cosa serve al cervello umano per funzionare decentemente.
Ma non sfugge certo ai contadini che solo ascoltando il suono di due campane stonate in senso opposto, il cervello umano è in grado di stabilire, quale combinazione di suoni stonati di entrambe, renderebbe intonata una terza.
Il cosiddetto "pensiero unico",  cioè l'ideologia dominante, che oggi affligge quattroquinti della popolazione mondiale, serve, al pari della religione, per guadagnare fedeli fino al fanatismo e persino alla pazzia.
E nel "pensiero unico", la cultura e la politica italiana, (con rare ma illustri eccezioni) ci sguazzano da tre quarti di secolo, trasformando il sapere e il potere in un devastante lavaggio del cervello, alla faccia della Libertà della Giustizia e della Democrazia.
E chi è arrivato ad essere tanto ingenuo da credere nella bontà dei "sacerdoti" destri o mancini, non può che avere serie difficoltà a credere nei Giudici, che viceversa, per giudicare e sentenziare hanno bisogno di vedere e ascoltate due soggetti che dello stesso fatto gli raccontano due versioni diametralmente opposte.
Un uomo, persino se reo confesso, deve presentarsi davanti al giudice accompagnato da un avvocato che lo difende esponendo dei fatti, una versione opposta a quella di chi lo accusa raccontando gli stessi fatti alla rovescia.
Quale malformazione cerebrale hanno i giudici (ma anche gli intellettuali e i politici degni di questo nome) che mai e poi mai accetterebbero per buona una sola versione dei fatti? Semplice.
Sanno che affidarsi a pennivendoli e arruffapopoli destri o mancini, a caccia di finanziamenti o di voti, è come consegnare il cervello all'ammasso.
Scandalizzarsi che nel mondo esistono due scuole di pensiero opposte è segno evidente di scarsa intelligenza, o di scarsa onestà intellettuale e in casi estremi persino di pazzia.
In questi due anni di pandemia il popolo italiano si è spaccato in due eserciti contrapposti e inferociti i provax e i novax, ma ancora non ha capito nessuno "ragioni e significati" starà gridando dalla tomba Norberto Bobbio.
Bombardati entrambi da notizie scientifiche tira e molla come l'elastico delle mutande e da guerre di religione volte a mozzare la lingua a chi la pensa diversamente, si vive tutti, "carnefici e vittime" sotto la spada di Damocle di un virus contro il quale è davvero suicida abbassare la guardia.
   
Franco Luceri

martedì 9 novembre 2021

I Cacasenno come i bravi di don Rodrigo


7 febbraio 2016
Un popolo che “pensa” come “fare“ per rendere compatibile e produttivo il proprio sistema sociale nel contesto mondiale, è di sicuro un popolo intelligente. Ma uno che pensa come distruggere persino l’immenso lavoro che ne verrebbe conservando in buona salute il giardinetto di casa propria, ha nel mondo della cultura e nella classe dirigente pubblica e privata, un allagamento di borseggiatori e tracce di pensatori.
E siccome si vive solo facendo bene, dopo aver pensato bene: fingere di pensare per l’intera vita, consumando la ricchezza prodotta da altri, senza generare tre soldi di valore aggiunto, serve solo a garantire piena occupazione parassita agli intellettuali e piena disoccupazione, disperazione ed esodi biblici ai lavoratori.
Alle fiumane di individui capaci di vivere solo facendo, ma che gli viene impedito in un mondo dove il denaro è fagocitato dai “cacasenno”, che ai pochi manovali occupati garantiscono solo sfruttamento e alla stragrande maggioranza “il rogo della disoccupazione” avrebbe detto oggi Don Milani.
Pianificare la produttività dei popoli, è stato, ne l’ultimo secolo, un rompicapo “intellettuale” per il mezzo mondo comunista che poi è miseramente fallito.
Ma la lezione non è servita ai popoli liberali, che forti di eserciti di economisti, finanzieri e fiscalisti, che succhiano ricchezza come vampiri, da giugulari pubbliche e private, ancora si dedicano con passione a fingere di pianificare e incentivare lo sviluppo privato “impiccando imprenditori e licenziando operai” e a fingere di contenere il debito pubblico continuando a farlo esplodere per decenni a colpi di privilegi, corruzioni e appalti truccati, innescando interi lustri di recessione e stagnazione, e succhiandosi il Mondo e l’Umanità come un osso buco.
Quando vedete in giro gente col colletto bianco, la cravatta, il telefono in una mano e la borsa ne l’altra, scendere da un SUV luccicante come la porta di un bordello, con autista e segretaria al seguito, grattatevi come al passaggio di un carro funebre, perché trattasi di “pensatori, professionisti, affaristi o burocrati ultima generazione”, che non sono impegnati a pensare la funzionalità e compatibilità globale dei sistemi Stato, grazie al lavoro onesto dei popoli, ma lo sfruttamento intensivo di tutto ciò che è trasformabile in ricchezza per sé e morte per gli altri.
I geni del mondo della cultura che pensano di normalizzare l’Umanità combattendo “diversità e disuguaglianza”, non hanno capito che nel Creato quelle sono soluzioni, non problemi. Anche là ci sono Troike, Bildemberg, Fondi Monetari, Banche Mondiali e strozzini di tutte le razze: si chiamano predatori e mangiano prede. Ma ognuno di loro “rende utilità sociale e ambientale per quanto mangia”.
Il predatore mangia miliardi di volte più della preda, ma produce altrettanta utilità, in modo da non attentare mai alla buona salute del Pianeta. Tanto è, che nessuno ha mai considerato il leone insanguinato (mentre squarta e divora la preda), al pari di un banchiere strozzino. Il leone mangia miliardi di volte più della formica, ma pur considerandolo Re del Creato, non pensiamo mai che sia giusto passargli la testa nella ghigliottina come un Re Luigi XVI e consorte.
Invece noi europei e italiani in primis abbiamo individuato nella Troika e nella Merkel, i due nemici da cui difenderci uscendo dalla UE. Ma quelli sono falsi problemi. Il vero rompicapo, è che, eccezioni escluse, “i nostri leoni della cultura mangiano troppa ricchezza altrui senza produrre equivalente utilità, né per le banche, né per le imprese, né per lo Stato”, fino ad impedire persino l’occupazione alle “formiche del fare”, a cui non resta che rubare o emigrare.
Tutto ciò non può che produrre fallimenti privati, indebitamenti pubblici e banchieri vampiri, che trovando ne l’economia privata solo sofferenza finanziaria e perdita continua di interessi e capitali, tentano di rimanere in vita comprando a strozzo debiti sovrani, ma è come se curassero il tumore al cervello col pediluvio, posto che è l’economia pubblica finanziata dal fisco ad allattarsi alla privata, salvo che quella non resiste mai alla tentazione di svenare i contribuenti invece di mungerli.
Perciò il mondo non si risana impedendo ai banchieri di sfruttare l’economia mondiale, ai predatori di nutrirsi di prede. 
Perché i sistemi sociali restano in vita se il mondo della finanza trova convenienza a finanziare le imprese, che sfruttando pensatori e lavoratori producono profitto per sé, salari per i lavoratori, interessi per le banche e tasse per lo Stato. Ma se intellettuali ed economisti sanno organizzare a regola d’arte solo fallimenti, truffe, bancherotte e corruzioni intensive: “crolli e funerali economici“, non c’è Troika e Merkel che possano tenere in vita in eterno la UE.
Non esiste potere politico o finanziario che possa accrescere i neuroni agli “ercolini ladri miliardari della burocrazia e professioni assortite”. Nessuno si accorge che l’economia privata non sta morendo di usura o di rapina fiscale, ma di mancato finanziamento, e quindi di mancato sfruttamento della forza lavoro, perché allo Stato, alle banche e alle imprese, i burocrati costano troppi furti miliardari, e rendono pochi spiccioli.
I pensatori degni di questo nome hanno determinato e accompagnato il progresso dell’Umanità per millenni, creando fiumi di lavoro ai manovali. Ora si stanno impegnando a far morire di disoccupazione e guerra fra poveri tutto il genere umano, che corre in giro per il mondo alla disperata ricerca di un lavoro e di un salario che non c’è.
Finché sono stati i banchieri a tenere banco, lavoro e vita, sia pure povera, non sono mancati a nessuno. Poi l’intera Umanità è finita allagata dal diluvio universale dei “professionisti e burocrati cacasenno”, (dei massacratori di cervelli avrebbe detto Twain) e nel letto matrimoniale capitale-lavoro si sono insinuati a norma di legge gli “ercolini ladri” della burocrazia e famelici delle professioni.
Così il grosso imprenditore deve riciclarsi in sfruttatore criminale, per riuscire a distillare dal lavoro, la montagna di profitti necessaria a saziare la fame ossessivo compulsiva di interessi ai banchieri, tasse agli esattori e tangenti ai burocrati, sempre insufficienti a sfamare intellettuali e professionisti infiltrati da topi nei poteri dello Stato. E l’unico profitto riservato ai piccoli imprenditori onesti e illusi, non va oltre la pistola o la fune per suicidarsi.
A difendere i popoli da un regnante o un dittatore, bastavano e basterebbero le ghigliottine; ma da milioni e milioni di “cacasenno”, di Bravi di Don Rodrigo, che continuano ad impedire il matrimonio, la convivenza e persino l’armistizio fra capitale e lavoro, solo Dio potrebbe difenderci, sempre che non avesse altro da fare.
   Franco Luceri

lunedì 8 novembre 2021

Due visioni del mondo contrapposte

 

Caro Direttore, 

questo dialogo tra due utenti Facebook credo che possa innescare un utile dibattito tra i lettori che al pari di Nietzsche considerano l’uomo “un errore di Dio”, (mal governato da cultura, politica e mercato), e quelli che vedono Dio come perfezione assoluta, e l’uomo altrettanto perché creato a sua immagine e somiglianza. Veda lei se può essere utile pubblicarlo.

ANTONIO dice:   “Ogni mattina, facendo sorgere il sole, Dio apre il sipario e mostra la sua opera.

GIOVANNI risponde:                E l’uomo, che è il più grande errore di Dio, corre come un matto con la sua scienza e tecnologia a sporcarla e distruggerla.”

ANTONIO:   “Dio, essendo il bene assoluto, non commette e non ha commesso errori. Sono gli uomini, creati ad immagine di Dio, che, nel percorrere i sentieri della vita, alcuni scelgono liberamente quelli indicati dal Signore, altri, sempre liberamente, quelli lontani dalla Sua volontà.”

Se ho capito bene, Antonio dimostra di avere più Fede e Giovanni più Scienza. Perciò il problema è capire, alla luce delle condizioni attuali del pianeta e dell’umanità, se è più appropriato e salvifico il bimillenario “sentiero” teologico che si fa risalire a Dio, o quello imposto dall’incasinato mondo scientifico all’Umanità, da Galilei ad oggi, che da sentiero affidabile o salvifico, si sta rivelando a 360° mulattiera assassina a colpi di calamità politiche, economiche, sociali e ambientali. Col serio rischio di sbarrare il futuro alle prossime generazioni o peggio estinguere gran parte delle specie viventi.

Perciò temo che dovremmo provare a chiederci: dov’è il rotto della cuffia da cui salvarci?

Franco Luceri