domenica 11 agosto 2013

Analisi d'impatto ambientale


Analisi d'impatto ambientale

Certo, dal punto di vista giuridico Berlusconi ci garantisce da venti anni che in Italia abbiamo l’opposizione liberale al comunismo, e quindi la democrazia. Ma è solo da cento giorni che tenta col governo Letta di riempire la forma democratica, di sostanza economica, che non è garantita come pensano i più dalla alternanza delle classi sociali al potere, ma se destra e sinistra insieme nello stesso governo, si inventano una qualche forma di convergenza, che renda governabili le ingovernabili democrazie all'italiana, salvando lavoratori e padroni.
I partiti, si chiamano così, perché rappresentano una parte specifica della collettività: e non fanno certo mistero della loro vocazione a tutelare solo gli interessi dei dipendenti, o solo degli autonomi.
Allora qualcuno può dimostrarmi che la salvezza di uno Stato passa dal salvare i soli lavoratori con un governo comunista o i soli padroni con uno liberale? Se c’è fatemelo sapere.
Ma in attesa di essere smentito, io continuo a pensare che i governi monocolore, solo comunisti o solo liberali, solo destri o solo sinistri sono una truffa: sono l’autostrada a scorrimento veloce verso il default. Sono a scivolamento garantito dell’Italia verso l’Africa, non un avanzamento ne l’UE.
Ci vuole un governo arcobaleno, "consociativo", con i mille interessi di parte, divergenti a l’origine,  (di cui sono portatori sani i singoli partiti) poi costretti a convergere verso il bene comune.
E’ solo questo tipo di cultura politica, e ripeto, è solo questo tipo di cultura politica, che può garantire governabilità alle democrazie. La sola presenza dei partiti l’un contro l’altro armati, mediaticamente e giudiziariamente, garantisce solo rissosità e sfascio: governi truffa di destra e sinistra, che in 20 anni hanno ridotto l’Italia ad un ammasso di macerie.
Va da sé che il primo Governo degno di dirsi tale, è proprio quello Letta-Alfano che si vuole accoppare, con l’alibi fornito fresco fresco dalla Cassazione, che non si possano sopportare i galantuomini di sinistra mischiati al farabutto Berlusconi. Perché, il consociativismo che ha fatto della Prima Repubblica, la quinta potenza mondiale, cosa è stato se non una miscela di galantuomini e farabutti ma impegnati a salvare insieme capre e cavoli, padroni e lavoratori?
Se ora faranno cadere il governo Letta-Alfano, uccidendo la neonata governabilità, dopo venti anni di guerra civile camuffata da bipolarismo, una ulteriore scivolata di questo Paese verso l’Africa, non ce la leva nessuno.
Allora mi piacerebbe sapere se la magistratura, in quanto terzo potere dello Stato, ha, al pari del Parlamento e del Governo, l’obbligo di controllare l’impatto ambientale delle sue sentenze, posto che il procedimento “mani pulite” ha azzerato una intera classe politica e tirato giù la Prima Repubblica; mentre l’attuale condanna di Berlusconi,  rischia di far cadere il primo governo democratico della Seconda, con conseguenze socio-politico-economiche incalcolabili.
Non sono un addetto ai lavori in campo giuridico, ma temo sia stato inopportuno affidare il procedimento penale a carico di un leader politico, ad un gruppo ristrettissimo di giudici, dimenticando che l’impatto politico della sentenza di condanna di un leader, equivale, in uno Stato democratico, ad uno sconvolgimento tellurico.
Il problema non è se Berlusconi va o no processato e condannato (è chiaro che come cittadino deve avere un trattamento normale). Ma è il Berlusconi rappresentante di dieci milioni di elettori sovrani che non doveva essere affidato ad un manipolo di giudici qualsiasi, senza una seria verifica d’impatto ambientale della eventuale sentenza di condanna sul governo, i mercati, lo spread, ecc. a cura del CSM e magari anche del Presidente della Repubblica.
Quanto meno per rispetto a Napolitano che ha voluto Berlusconi al governo delle larghe intese e che considera un crimine oltre che una iattura la caduta del governo. Condannare Berlusconi ora è stato a dir poco inopportuno. Anche perché la democrazia in questo Paese è garantita proprio dai dieci milioni di elettori che votano Berlusconi, come unica e sola alternativa liberale al comunismo.


Con questo ultimo atto la magistratura ha dimostrato che non ha difficoltà ad abusare del suo potere, contro la politica divisa, rissosa e impotente, che mai riuscirà a riformare l’ordinamento giudiziario. Ai politici servono 500 parlamentari per riformare la giustizia; mentre ai giudici basta un PM giustizialista di buona volontà, per garantire alla Seconda repubblica la stessa fine ingloriosa della Prima, ma questa volta con un serio rischio aggiuntivo di guerra civile.