lunedì 18 febbraio 2019

Fra burattini e burattinai promossi o bocciati


Non c'è gusto ad essere intelligenti a questo mondo. Un'affermazione intelligente non trova mai orecchie attente nel mondo dell'informazione. Mentre le corbellerie vengono scimmiottate, amplificate e rilanciate da migliaia di soggetti acefali anche se non trovano il minimo riscontro nella realtà, come aver definito il premier Conte "burattino".
In questo momento il potere politico italiano non lo ha in uso nessuno. È come una rolls-royce smontata, o un armadio IKEA. Senza il meccanico, senza lo specialista di montaggi Giuseppe Conte, nel "governo dei due litiganti" esiste il governo ma non esiste il potere di condizionare.
Quel potere lo ha solo chi riesce ad assemblare i due semi poteri, a mettere d'accordo i due vicepremier che singolarmente, come burattinai, contano quanto il due di briscola in una partita a scopa se Conte non riesce a farli firmare l'armistizio: il compromesso, la mediazione.
Il burattinaio deve avere più cervello, denaro, cultura e potere del burattino per condizionarlo. Ma nel governo SalviMaio, nessuno dei due vice, eccelle autonomamente a tal punto da imporre la sua volontà da burattinaio ad un super qualificato docente di materie giuridiche.
E aver visto il burattino dove manca il burattinaio è come aver visto gli asini volare. Visibili solo ad ubriachi, ignoranti o dementi. 
Al posto del premier Conte io avrei reagito alla provocazione cafona e stupida ridendo in faccia a chi lo ha definito burattino, perché sicuramente quel "soggetto" si ammirava nello specchio di casa sua e si è confuso. E non è il solo ad essersi confuso. Qua c'è anche la Picierno che gli fa da megafono.
Franco Luceri 

Condivido l'intervento di poco fa di Guy Verhofstadt a Strasburgo. 
Mi stavo chiedendo la stessa cosa: "per quanto tempo ancora Presidente Conte lei sarà il burattino mosso da Salvini e da Di Maio?"      Pina Picierno

martedì 12 febbraio 2019

La pandemia del Terzo Millennio si chiama binformazione


La malattia che potrebbe estinguere la razza umana si chiama "binformazione".
Ormai da un secolo, ogni problema viene analizzato (ma forse è meglio dire falsificato) da entrambe le facce in modo da negarne l'esistenza o enfatizzarne la pericolosità a seconda della convenienza.
Questa doppia dis-informazione alimentata da due eserciti di sostenitori e detrattori, spesso inconsapevoli e l'un contro l'altro linguisticamente armati, finisce per paralizzare miliardi di umani che non sapendo dov'è il VERO veramente VERO, lo cercano invano dalla nascita alla morte, senza trovare mai il coraggio e la consapevolezza per transitare dalla discussione a l'azione ecologicamente compatibile e socialmente produttiva.
In altre parole l'Umanità è passata dalla civiltà del fare Piramidi quanto montagne alla civiltà del dire montagna di fesserie. È straripante di intellettuali e di tecnici singolarmente tutti capaci di convincere le masse della bontà delle loro argomentazioni, poi prontamente smentite da argomentazioni opposte altrettanto convincenti che costringono l'umanità nel limbo del dubbio, derubata del coraggio di affrontare il mare, ora diventato oceano, che separa il dire dal fare.
Servirebbe una strada intermedia fra le estreme ideologie sinistre e destre, dai pochi illuminati definita "terza via": speriamo che traccino una sia pure sterrata.

lunedì 11 febbraio 2019

Le recessioni sono una calamità naturale o giovano a qualcuno?


Se il Ministro della Sanità fosse un pasticcere, la prima malattia che si affretterebbe a curare e magari pure a debellare sarebbe il diabete, avendo la sua categoria necessità di vendere prodotti dolciari. Ma anche se fosse un banchiere agirebbe da pasticcere: curerebbe l'arricchimento o l'autosufficienza economica altrui come una malattia.
Dovendo smerciare i suoi "dolciumi" finanziari, farebbe in modo di accrescere i bisogni, i bisognosi e persino i golosi di credito.
Quindi un popolo produttivo è per le banche un pessimo consumatore (proprio come un diabetico che i dolci al massimo li annusa).
Ecco perché, ad ogni periodo di sviluppo le banche private ci regalano con grande generosità un periodo di recessione per rifarsi dalle perdite dovute alla difficoltà di convertire i risparmi in finanziamenti a breve o mutui a lungo termine.
Insomma per uccidere economicamente e poi fisicamente un popolo basta privatizzare il sistema finanziario. Avendo le banche un interesse opposto a quello delle imprese e relativi dipendenti, ogni volta che il sistema economico produce profitti per le imprese e salari per i lavoratori, produce perdite per le banche e le induce a creare le condizioni di difficoltà per rendere gli imprenditori e di conseguenza anche i lavoratori bisognosi di credito.
A questo problema i popoli hanno una sola soluzione: riprendersi la sovranità monetaria, stampare moneta ed erogare credito onesto alle famiglie e alle imprese che non abbia la funzione di strozzare, impoverire il popolo e portare lo stato super indebitato al default.
Ci saranno anche delle buone ragioni che a me sfuggono per avere banche private e imprese private. 

Ma se la politica italiana ha sviluppato uno speciale talento per annegare le imprese (peggio se piccole e medie ) e salvare le banche, capire le buone ragioni della nostra politica finanziaria è da strizzacervelli.

martedì 5 febbraio 2019

Lasciate ogni speranza voi che sbarcate


A proposito di immigrati africani si è mai chiesto nessuno se vogliono sbarcare su un porto italiano o preferirebbero essere accolti da Francia Germania Inghilterra?
Non è il Colosseo o la cultura o la ricchezza ad attrarre gli immigrati in italia. Preferirebbero che il nostro paese, (che è semplicemente la sgangherata porta di ingresso della UE) fosse organizzato come un corridoio umanitario a scorrimento veloce per raggiungere  il Nord Europa ricco o meno povero di diritti umani. 
Farli sbarcare in Italia è una forma di sequestro di persone anzi di Popoli, posto che loro non sanno che in questo nostro scombinato paese li toccherà delinquere e morire, perché qua (vedi i nostri centri di impiego caricatura) l'integrazione non è stata ancora inventata nemmeno per gli italiani e l'accesso in Europa è sbarrato.
Noi geograficamente siamo una penisola ma politicamente un'isola di morti che camminano per sbaglio.
Quindi il vero sequestratore è colui che impone a Salvini di sbarcare gli immigrati prima di averli informati che qua sbarcano, qua devono arrangiarsi e qua moriranno se non trovano il modo di scappare dall'Italia, promossa dai potenti d'Europa e del mondo a discarica, anzi a campo di concentramento di disperati, o di portatori sani del virus dell'onestà da ridurre al suicidio.

lunedì 4 febbraio 2019

Dopo Salvini nessuno vorrà più giocare al Ministro dell'Interno


Non tutti i popoli hanno diritto di difendere i propri confini da una possibile invasione. Se l'invasione arriva dalla terraferma chiunque è libero di sparare una cannonata in faccia all'invasore e stenderlo senza se e senza ma. E al peggio si guadagna pure una medaglia d'oro al valore.
Se invece arriva dal mare, devi buttarti a mare vestito per aiutare l'invasore a sbarcare sulla terraferma, devi augurarti che non abbia cattive intenzioni, che non sia vecchio, malato, donna incinta, o neonato, devi approntare all'istante le migliori cure mediche, asciugarlo, rifocillarlo, vestirlo, nutrirlo, istruirlo,  alloggiarlo e finanziarlo per tutta la vita.
E fare attenzione che l'invasore non si senta sequestrato dal popolo che gli ha facilitato l'invasione, altrimenti l'invaso passa da carceriere a carcerato, e lira più lira meno, si fa una quindicina di anni di galera. Peggio se si chiama Salvini ed è ignorante come una capra se pensa di poter anteporre la sicurezza del popolo che è tenuto a proteggere a quella dell'invasore.
Perché in tutti gli Stati bagnati dal mare il Ministro dell'Interno che osa difendere i propri confini geografici omettendo di facilitare le invasioni diventa automaticamente "ministro da internare" in galera o in manicomio, che almeno sarebbe al riparo dalla follia collettiva.
L'Italia ha 8000 Km di coste, e a differenza degli Stati  che non hanno affaccio sul mare, non ha diritto a difendere i propri confini e la propria sicurezza, secondo i cervelloni del diritto internazionale.
Quindi il Ministro dell'Interno è praticamente un pupazzo per il divertimento per le seghe mentali dei Giuristi mondiali.
Devo essere sincero, non essendo un addetto ai lavori, non so a quando risale questo diritto internazionale ancora più sacro e inviolabile del Vangelo. 
So per certo che una volta il diritto era assolutamente logico. Ora trovare la logica nel diritto del mare, nei trattati e nei contro trattati, nel cervellotico diritto internazionale rigorosamente suicida per i popoli rivieraschi è da strizzacervelli.