martedì 29 novembre 2011

Qual'è la pietra dello scandalo?


I popoli puntano dritti alla civiltà da svariati millenni, ma ancora nessuno è riuscito a trovare una chiave che apra all’Umanità la porta del presente, senza scardinarle il futuro, senza minare la casa per aprire la porta.
Insomma, gli esseri umani sembrerebbero ancora cavernicoli, perché non hanno perfezionato un rapporto intelligente fra onesti e disonesti, (fra uomini e topi), che renda vincenti gli uomini che combattono i topi con le tagliole caricate a formaggio, e non quelli che ricorrono alle bombe atomiche.
Quindi la frittata della civiltà possiamo girarla come ci pare, ma anche se noi umani onesti volessimo firmare l’armistizio con le pantegane, loro non accetterebbero, perché sono state create apposta per contenderci territorio, risorse e potere: insomma per garantirci un livello di conflittualità che non ci faccia addormentare manco di notte.
Invece è tipico delle attuali generazioni scandalizzarsi anche per la temperatura dell’acqua a ferragosto: siamo inorriditi per i politici  ladri, i giudici protagonisti, i giornalisti venduti, gli operai sfaticati, i padroni sfruttatori, corruttori, truffatori, avvelenatori, evasori, elusori, inquinatori, bancarottieri e via elencando per un altro chilometro.
Ma non c’è niente di scandalistico nel fatto che i topi si siano specializzati a mangiarsi il formaggio senza far scattare la tagliola giudiziaria; perché vuol dire semplicemente che gli uomini di cultura e di potere sono così "intelligenti" da costruire tagliole perfette per gli onesti e squisiti condomini al formaggio per i topi ladroni, loro compagni di merende.
E’ tutto qua il rebus della cultura umana. Si può chiamare cultura, ciò che protegge gli uomini dalla proliferazione ingovernabile degli animali, dai topi in colletto bianco e dall’aggressione della natura. Il resto è aria fritta, una catena montuosa di fesserie, con cordate chilometriche di imbecilli che ci speculano fingendo di scalarle fino alla vetta per sembrare professori. Ma solo sembrare, perchè, come diceva quel tale, "chi sa fa, chi non sa insegna".
Invece, per dotarci di questa benedetta chiave della civiltà, dovremmo sapere che è istigazione a delinquere lasciare incustodito qualcosa di valore persino in una sagrestia chiusa dove non ha accesso nessun essere umano, perché alla lunga anche i santi sarebbero tentati di staccarsi dalla parete e appropriarsene.
Chiedo perdono ai santi per averli coinvolti impropriamente nelle bassezze umane; ma, se mi riesce, con questo paradosso blasfemo vorrei puntualizzare che un ladro incassa una refurtiva solo se, dove e quando c’è un istigatore a delinquere che fa sfoggio di qualcosa che pochi hanno e per giunta la lascia incustodita, dove le guardie non hanno tempo a pensare ai ladri.
Magari uno arriva con una ferrari, parcheggia da padrone del mondo in divieto di sosta, scende e va al bar lasciando la macchina aperta o senza allarme che scoraggi il ladro. In questo caso la galera dovrebbe scattare per il padrone della ferrari e con risarcimento per istigazione a delinquere al ladro.
Quando ancora la cultura non aveva ghigliottinato la ragione, un giudice chiamato a comminare una pena per un reato di furto, sentenziò di sbattere in galera il derubato e di lasciare libero il ladro.
Perché se noi sfrattiamo la ragione dal cervello degli uomini, affidiamo l’intera umanità all’istinto predatorio dei topi, dei ladri che certo non sono appesi alle pareti della sagrestia, ma non è escluso che ci siano fra legislatori, giudici, burocrati, professori, professionisti e giornalisti e tralascio sindacalisti e imprenditori che sono ormai categorie indifendibili.
Allora smettiamola di scandalizzarci solo di come i giudici interpretano le leggi; vediamo di capire che non siano anche i legislatori con il loro diluvio universale di farraginosità a rendersi equivocabili anche dal più sottile giurista.
Se così non fosse, in Italia nessun giudice e nessun burocrate sarebbe autorizzato, (posto che è una Repubblica fondata sul lavoro e non sul furto, e quindi sulla ricchezza onesta che ne consegue: e niente ricchezza = default) a negare il diritto al lavoro a milioni di  cittadini sovrani, e per giunta bombardarli di tasse dalla nascita alla morte, fino a rendergli impossibile lasciare la famiglia, lavorare, costruire una casa, sposarsi, procreare e poi diventare felicemente nonni.
Come dire, che se le teste d’uovo del diritto, non avessero declassato i primi cinque articoli della Costituzione italiana, a stupida opinione di una Assemblea Costituente di vecchi rincoglioniti, trasformando ogni diritto in dovere; oggi le galere dovrebbero essere luoghi di custodia e cura, per quella fetta di classe dirigente, che lavora alla distruzione del lavoro e reddito onesto, al fallimento dell'Italia, alla destabilizzare d’Europa e ad offrirla in pasto all’Oriente super produttivo.
Il nostro ex Premier Silvio Berlusconi, pur tenendo da sempre sotto il cuscino, il libro del grande Erasmo, “Elogio della Follia”, ha impiegato 17 anni da politico, di cui 8 da Premier, per capire che il popolo italiano ha una spiccata vocazione all’autolesionismo e non ha alcun bisogno di aiuto per mettersi nei guai.
Così, quando nessuno se lo aspettava, si è convinto dell'utilità di pensare da matto per agire da razionale, come diceva quel tale. E’ andato dal Presidente della Repubblica a costituirsi e confessare il delitto che i comunisti da 17 anni volevano che confessasse: sono io la pietra dello scandalo; a Palazzo Chigi serve la pietra filosofale di un governo tecnico e i finanziamenti a interessi zero ce li tireranno in faccia, tanto da avere difficoltà a proteggerci dalle grandinate della filantropia finanziaria mondiale.
E ora, a giudicare dai risultati del cambio di governo, non è escluso che la pietra dello scandalo stia ridendo come un matto, perché le patate bollenti dal fuoco e a mani nude, dovranno cavarle anche i comunisti, che all'opposizione, strattonavano la fune da ossessi, ordinando al "ghi penso mi" di mollare la presa. E quello, dopo avergliela suonata e cantata per 17 anni: "e no che non mi schiodo e non mi schiodo", per indurre l'opposizione a sparare l'intera santabarbara delle sue balle demagogiche, certa di non dover mai andare al governo a materializzare i suoi miracoli; con una mossa a sorpresa li ha fatti finire tutti, destra e sinistra col culo per terra, mollando la fune. E consegnando Palazzo Chigi alla pietra filosofale. E ora, che Dio salvi almeno quella!!!!

giovedì 24 novembre 2011

Dateci il comuliberismo




L’Italia è alla ricerca di una medicina che le salvi la vita, perché è la più malata fra le nazioni fondatrici dell’UE.
Dopo aver scopiazzato per sei decenni in giro per il mondo, le migliori leggi, la migliore cultura, il miglior modello economico per rimanere al passo delle grandi nazioni industrializzate, ci ritroviamo con uno Stato vestito di Arlecchino, per la quantità di toppe colorate che gli hanno appiccicato per chiudere gli strappi, ma che continuano a riaprirsi come voraggini.
Ciò che ha funzionato negli altri Paesi come America, Francia, Germania e Inghilterra, da noi è servito solo a renderci primatisti mondiali di debito pubblico. Anche se ormai, per la rincorsa all’indebitamento, l’Italia è in ottima compagnia.
Insomma, l’Occidente liberale è diventato la pietra dello scandalo, in confronto all’Oriente ex comunista che ha una competitività e produttività economica tanto irrefrenabile da far chiudere Europa e America per bancarotta.
Ma dov’è l’inghippo? L’economia asiatica produce un diluvio di ricchezza perché è più liberale di quella europea e americana messe insieme; o perchè ha saputo conservarsi una cultura di governo e una burocrazia comunista con il giusto senso dello Stato per tenerlo in buona salute, anche dopo il passaggio dal collettivismo al mercato?
Perché dopo un secolo di cultura si può cambiare l'economia con la celerità del gioco delle tre carte, ma non si cambia certo il cervello della classe dirigente pubblica che ha garantito funzionalità ad uno Stato grande quanto un continente e sopravvivenza a mezza Umanità.
Allora l’Occidente può cercare il vaccino contro la sua crescente improduttività economica, esaltando all’ennesima potenza le liberalizzazioni, ma farà buchi nell’acqua sempre più vistosi, perché ha cultura liberista da insegnare anche ai cinesi, ma nemmeno clonando tutti i Bertinotti, i Vendola, i Cossutta, i D'Alema e persino i Berlinguer o Stalin se ne avesse ancora il DNA, sarebbe in grado di reperire uno straccio di cultura e politica comunista capace di costruire una CASA COMUNE che sia pure una brutta copia di quella cinese.
In Italia non ci mancano i mattoni e nemmeno i muratori, abbiamo anche il progetto approvato e la bucalossi pagata, per avere una Casa Comune degna di questo nome, ma dall’ultimo manovale al primo architetto, lavorano tutti di giorno appiccicando mattoni con la saliva, e smontandoli nottetempo per realizzare castelli privati, alla faccia dei contribuenti che pagano per la Casa Comune.
Come quella santa donna di infermiera, incinta per nove anni di fila senza partorire manco un topino, ed è riuscita ad incassare per ogni giorno di lavoro un anno e mezzo di stipendio. Nove anni di stipendi per sei giorni di presenza.
La pietra dello scandalo non è nelle incomplete liberalizzazioni di Berlusconi, ma nella finta politica comunista di Prodi, Bersani, D'Alema, Vendola & C, che invece di lavorare al consolidamento dello Stato, si occupano di smantellamento, di liberalizzazioni, ora che non spiano più il cavaliere dal buco della serratura.
Tutti hanno visto la pagliuzza nell’occhio di quel tiranno di Berlusconi, ma non la trave nell’occhio di milioni di tiranni pubblici che di notte distruggono o si appropriano di ciò che i lavoratori privati buttano il sangue a costruire di giorno.
Guardatevi intorno, ciò che è sano è privato, ciò che è sfasciato è pubblico: dagli asili nido ai posti tomba. Certo non manca qua e là qualche rondine, ma non una che faccia primavera, perchè distillare liberismo da un popolo tendenzialmente anarchico come quello Italiano, è una pacchia; ma a lavorare per la collettività, se non ci fossero quegli eroi dei volontari che spalano fango gratis in tutta l'Italia alluvionata, non ci penserebbe nessuno, perchè gli stipendi pubblici non sono mai abbastanza remunerativi per assicurare alla collettività qualcosa che assomigli al servizio pubblico sia pure alla lontana.
Quello che manca all'intero Occidente è lo statalismo. E ormai nemmeno la buonanima di Karl Marx sarebbe in grado di salvarlo. L'America ha pensato che fosse un'affare distruggere il comunismo, e ora rischiamo tutti di morire di "privatismo fallimentare", perchè non basta produrre i mattoni (i soldi) per la Casa Comune, ma bisogna formare una squadra di muratori abbastanza onesti, veramente comunisti da costruirla per tutti questa benedetta Casa Comune.
A rendere fallimentare e criminale il liberismo, è stato solo e soltanto il finto statalismo. E ormai non c'è padreterno capace di eliminare gli effetti prima di aver eliminato la causa.
Io ho gridato per 25 anni allo scandalo della politica comunista che danneggia l'economia liberale, ma mi sono sbagliato. A mettere gli imprenditori onesti in croce e rovinare l'economia italiana non è stato il "troppo", ma il "finto" statalismo. L'aver ridotto la "casa comune" in "casa loro".
Il mangiacomunisti Berlusconi, da portatore sano di liberismo malato, mai e poi mai avrebbe potuto salvare l'Italia. Perchè è un sessantennio di finto comunismo ad averla messa in ginocchio, dando protezione e potere solo ai dipendenti pubblici disonesti, massacrando gli eroi della pubblica amministrazione e tutti i lavoratori privati dipendenti e autonomi non sindacalizzati chiamati a pagare e morire.
Come il caso ampiamente trattato dal Corriere della Sera con un titolo che parla da sè: "Quando treni e burocrazia diventano nemici". Una insegnate invalida, parte col treno alle 5,30 per andare ad insegnare a 215 km di distanza per uno stipendio di 700 euro al mese e deve portarsi dietro l'accompagnatore perchè il treno non è predisposto per gli invalidi. Ma è felice di lavorare.
E volete sapere a questi muratori eroici della Casa Comune come risponde la politica comunista? Con politica liberale: rottamando il pubblico e finanziando il privato: è questa la vera causa che genera, per deboli e onesti, effetti drammatici.
Insomma, è per un attacco di presunzione suicida dell'Occidente che siamo così malridotti. Ha sfidato l'Oriente comunista e campione di collettivismo, nella competizione del libero mercato. 
Come se una squadra di muratori matti avesse sfidato un'altra di muratori sani, a chi finisce prima la costruzione della propria casa. Salvo che i sani avevano già la casa costruita, arredata e aperta al pubblico. Si sono guardati in faccia e hanno detto in Occidente sono ormai matti e non saremo certo noi a rovinargli la festa. 
Ci chiedono anzi pretendono di rottamare il comunismo pacificamente o a cannonate, e ci sfidano al libero mercato, alla gara di interesse privato. Bene, li faremo ballare noi e così capiranno che non hanno le palle per competere con i campioni di buon governo collettivista.
E fu così che s'affogarono gli sfrattati dell'Occidente, che dopo sei decenni di interesse privato, si scandalizzano politici e intellettuali che gli italiani sono "un popolo senza Stato": con la Casa Comune diroccata.
Ma siamo anche abbastanza stupidi per non aver capito ancora che il popolo libero e lo Stato funzionante sono compatibili come la moglie ubbriaca e la botte piena.
L'Occidente ha voluto ubbriacare il popolo e ha svuotato lo Stato; mentre l'Oriente ha schiavizzato si il popolo ma ha conservato lo Stato. E ora è un suicidio che i popoli senza Stato debbano competere economicamente con quelli che hanno buttato il sangue per conservarsela la Casa Comune, e così sono i padroni assoluti del pianeta.

martedì 22 novembre 2011

La buona medicina democratica.



Temo che l'Umanità abbia sopravvalutato la civiltà e il progresso democratico, perchè ha predisposto una minuziosa farmacopea per curare la stupidità e criminalità degli individui, ma nessun correttivo contro i limiti e le disfunzioni proprie della democrazia, che è sicuramente la cura e non la malattia: ma la malattia morta e il malato vivo si ottengono affidando la medicina ad una classe dirigente capace oltre che onesta, perchè la somministri nei modi, tempi e dosi appropriati.
Lungi da me l’intenzione di discutere l’insostituibile valore della democrazia; ma per non vedere l’uso improprio che ne stanno facendo i popoli dell’Occidente ci si deve infilare da struzzi la testa nella sabbia.
La civiltà umana, dalle caverne in poi, altro non è che un groviglio di rapporti conflittuali fra una minoranza di soggetti forti, con la naturale predisposizione ad abusare della maggioranza di soggetti  deboli predisposti a soccombere.
E la funzione propria delle democrazie, legittimate dalla maggioranza dei deboli, è difenderli dalla minoranza dei forti. Ma una volta creato un bilanciamento accettabile di giustizia sociale fra deboli e forti, si rischia di sbilanciare il sistema nel senso opposto continuando ad accrescere la protezione dei deboli fino ad abusare dei forti.
Che in conseguenza dell’abuso legale, sono tentati di riconquistarsi il diritto di esistere da lupi con metodi criminali, sfidando i rigori della legge e i limiti degli organici giudiziari non certo predisposti a crescere allo stesso ritmo dell’illegalità sociale.
E’ questo il vero limite delle democrazie incapaci di bilanciare il potere fra deboli e forti, per non indurre i forti che rischiano di essere sopraffatti, di sconfinare nei ben noti metodi fuorilegge o criminali dell’evasione, elusione, truffa, corruzione, fondi neri, bancarotta, paradisi fiscali, delocalizzazione o abuso di potere come la Fiat che è uscita da Confindustria per contrattare in proprio il salario dei suoi dipendenti o licenziare.
Allora, fatto salvo che all’Umanità rimane solo la medicina della democrazia e del mercato, quello che ci mette nei guai è l’incapacità dei medici della politica e prima ancora della cultura, di trovare il giusto bilanciamento di potere fra lavoratori e padroni, uomini e donne, istruiti e ignoranti, sani e malati, giovani e vecchi, ricchi e poveri, potenti e impotenti, per evitare di spegnere i conflitti sociali, con gli estintori culturali e politici a base di benzina super o nitroglicerina.
E’ sicuramente un lavoro da padreterni capire se e quando il sistema democratico si sta sbilanciando alla rovescia: e invece di strappare i canini ai lupi, li ha fatti crescere agli agnelli. Perché l’unico eccellente risultato a cui si arriva facendo sentire in pericolo i lupi e sicuri gli agnelli, è che gli agnelli smetteranno di proteggersi illegalmente sapendosi protetti legalmente, mentre i lupi si affileranno i canini fino a diventare mannari.
I cosiddetti Poteri Forti, non sono altro che lupi, tanto braccati e assediati dagli agnelli, da rispondere con zampate da lupi famelici, all’incapacità culturale e politica di sfamare i poveri, senza portare i ricchi al fallimento.
Nessuno può impedire in democrazia che i deboli si abusino del loro potere politico di autogovernarsi legalmente essendo maggioranza; né che i forti rispondano agli abusi legali, autoproteggendosi illegalmente per non soccombere.
Il potere schiacciante e perenne della maggioranza ci induce a considerare furbi i lavoratori sfaticati, i falsi invalidi, i ciechi con la patente, ecc; e criminali i bancheri che tentano di sottrarsi all'abuso tributario che ne consegue corrompendo, eludendo o delocalizzando.
Ma va gridato forte e chiaro, che la politica, chiudendo un occhio all'illegalità dei poveri, (in quanto necessaria maggioranza di consensi) ha reso deboli, indifesi e criminali i ricchi.

domenica 20 novembre 2011

Facce o Maschere?


Le facce da cambiare sono tante, ma non esiste una bella maschera capace di migliorare una brutta faccia. E, a memoria d'uomo, la politica non ha mai offerto altro che maschere presentabili, sovrapposte a quelle impresentabili da occultare.
Ci rimane quindi l'enigma eterno se le brutte facce del nazismo e fascismo erano facce o maschere. Perchè hanno provato a cambiarle col comunismo, ma sia pure in modi e tempi diversi, di sangue ne hanno versato altrettanto. Ora, passando da capitalismo e liberismo, l'intera comunità mondiale sembrerebbe convertita all'idea unica del mercato globalizzato, ma è sempre la stessa schifosa faccia del potere tirannico, se nel mondo ci sono ancora pochi ricchi in grado di schiavizzare o peggio uccidere miliardi di esseri umani poveri.
Invece, di cose da salvare, ci sarebbero nel comunismo e nel mercato, ma ahinoi di "salvatori" non c'è traccia. Quelli che si spacciano per tali: o difendono con gli occhi fuori dalle orbite il comunismo, o difendono con la bava alla bocca il mercato. 
Si tratta sempre di fanatici sostenitori del comunismo idiota o del liberismo criminale, per i quali l'erba del vicino, a differenza dei comuni mortali che la vedono sempre più verde della loro, la vedono spuntare già secca dal terreno.
Quindi è una peculiarità delle maschere della politica e della cultura politicizzata, negare la realtà, mistificare, imbrogliare, insabbiare, distorcere, condire la verità con dosi letali di menzogna per impedire alla gente di vedere le vere belle facce del comunismo e del liberismo da proteggere e conservare, e non quelle deformate ad arte dagli arruffapopoli disonesti, per indurre la massa enorme di sprovveduti ad odiare e combattere o il comunismo o il liberismo.
E seminando vento, la politica e la cultura non possono che raccogliere tempesta. Cercano tifosi che la sostengano acriticamente, ma poi si ritrovano i tifosi della parte avversa che la combattono ferocemente. Tanto convinti di essere nel giusto, che accoltellerebbero il Padreterno se osasse contraddirli.
Io non so se sia questa la logica vincente e senza alternative in politica, ma  se le pecore rinunciassero a cercare un pascolo verde nel terreno vicino, e preferissero brucare all'infinito quella secca o inesistente nel proprio, più che pecore potremmo chiamarle montoni politicizzati con la testa di granito, visto che i montoni propriamente detti sono i primi ad individuare il pascolo migliore e correre a brucarlo tirandosi dietro l'intero gregge, senza aspettare l'autorizzazione del pastore o quella tacita dei suoi cani.
Perciò non basta selezionare accuratamente la classe politica, perchè serve mezzo secolo di cultura laica e tollerante a fare democratico un popolo. I politici sono come gli insaporitori, non cambiano la qualità degli ingredienti nelle pietanze.
Dove la cultura, vedi Italia, a 150 anni dall'Unione, non ha ancora "fatto gli italiani", non ha ancora formato una società migliore, anzi c'è il rischio che l'abbia peggiorata, due volte: culturalmente e moralmente, la politica dei Super Mario è sprecata pur essendo il meglio che offre il mercato, se le tifoserie contrapposte dei mangiacomunisti e mangialiberisti continueranno ad incornarsi da stupidi montoni, ignorando la minaccia incombente del default.

venerdì 18 novembre 2011

La politica! Chi l'ha vista?

Che in questa povera Italia democratica i Premier dovessero fare i conti con i “Poteri Forti”, io che ho 70 primavere lo sento da quando ero ancora sui banchi di scuola; e ormai credo che anche il più sprovveduto dei cittadini dovrebbe gridare alla truffa, visto che Silvio Berlusconi, il più potente, il più ricco, il più autorevole e direi anche il più capace cittadino italiano, con agganci internazionali al massimo livello immaginabile, collocato a Palazzo Chigi per governare, c’è andato molto vicino a fare la fine del topo nella tagliola.
Allora delle due l’una: o i Premier sono il massimo potere esecutivo di un popolo di cittadini sovrani; o sono il potere truffa di uno di sudditi che subisce la dittatura autolegalizzata dei “Poteri Forti”, (di cui nessuno ha mai scritto o pronunciato nomi e cognomi), tanto potenti da convincere la massa degli indignati a pagamento, a cannibalizzarsi lo stesso individuo che credevano di aver investito della funzione di governo, ma che a Palazzo Chigi non c’è andato mica in rappresentanza e per volontà del popolo italiano, ma per la santa benedizione continentale o mondiale dei Poteri Forti,  che trattano i politici legittimati dal popolo da rasoi usa e getta. Cioè alla faccia del popolo sovrano o somaro?.
Se è questa la democrazia che l'Occidente esporta nel mondo a cannonate, allora io preferisco i tiranni che so di dover combattere e non le marionette della democrazia che il popolo crede di averle legittimate lui col suo voto e di doverle sostenere, salvo accorgersi, col senno di poi, e a sue spese, che sono legate molto in alto, all'apice del potere, culturale ed economico, dove i pupari sono liberi di muoverle, paralizzarle, o offrirle in pasto ai cannibali se le marionette si svegliano dal letargo e pretendono di opporre resistenza al tiro dei fili o riguadagnarsi a buon mercato la verginità di cittadini liberi, tagliandoli.
Ieri la massa degli italiani “intelligenti” crede di aver rottamato la marionetta Berlusconi, ma quale mano occulta e quale forbice abbia reciso i fili non è dato sapere. Tutto questo con la legalità democratica non è manco parente lontano, ma ai manovali acefali della cultura italiana (e mi scuso con i manovali per l'infelice accostamento) va benissimo così.
Ora la palla è passata al sen. prof. Monti insigne matematico, perchè l'analfabeta di Berlusconi, che manco con la calcolatrice sa fare due più due, abbolendo l'ICI sulla prima casa anche per i morti di fame, (cosa abominevole in uno Stato liberale), ha rischiato di portare l'Italia (che è sempre vissuta egregiamente di rapina tributaria e debito pubblico tassando casa e auto) al default.
In difesa di Berlusconi, trattato sulla stampa nazionale e mondiale come la caricatura dell'uomo sbagliato e nel posto sbagliato, non s'è mosso nessuno. Se mai da qualche parte esiste ancora un Tribunale Dei Diritti Dell'Uomo, non asservito alla Spectre dei cosiddetti Poteri Forti, che batta un colpo. Difenda Berlusconi che sarà pure un farabutto, ma quanto a nemici ha polverizzato anche il primato di Gesù. E i nemici uno se li crea solo se si rifiuta di farsi usare da marionetta.
In Italia c'è qualcosa di profondamente guasto e speriamo che non sia del tutto criminale se un uomo sano di mente viene retrocesso da re del mercato ad accattone della politica e depravato della società, per costringerlo a levare il disturbo dai Palazzi del potere, pensati per l'arricchimento dei ricchi e l'impoverimento dei poveri.

mercoledì 9 novembre 2011

Avanti un altro.

Che sia preferibile un morto di fame al governo di un popolo di lavoratori sfruttati, cassintegrati e disoccupati è la riscoperta dell'acqua tiepida. Ma in Italia un morto di fame dove va a trovarlo il potere, se un miliardario di serie A come Berlusconi, strapotente quanto un tiranno, non ha avuto nemmeno quello di salvare se stesso?
E tutto questo era già chiaro 17 anni fa, quando Montanelli sconsigliò Berlusconi di scendere in politica con queste parole inequivocabili e profetiche: "ti distruggeranno". Ma se avesse detto ti allesseranno forse avrebbe reso meglio l'idea.
Se in Italia non c'è più un potere di governo; e Palazzo Chigi è diventato il pentolone dove una tribù di cannibali si mangia il vecchio capo quando e cotto e subito ne mette a cuocere un altro: di chè politica si può parlare in Italia?
Naturalmente, è solo con il senno di poi che oggi possiamo affermare che l'Italia è un Paese ingovernabile. Quando Berlusconi decise di colmare il vuoto politico lasciato da mani pulite, c'era ancora spazio per qualche illusione, ora non c'è più.
Il prossimo che si lascerà immergere nel pentolone di governo con la funzione di Premier da allessare, dovrebbe governare alla DC andreottiana, (non alla PSI) con l'aria mite e dimessa di un tacchino che aspetta rassegnato che gli facciano la festa a Natale.
Senza sottoporre agli italiani un contratto scritto e sottoscritto come fece quell'illuso di Berlusconi, alunno di Craxi, ma informandoli semplicemente che lui è a disposizione del popolo se gradisce essere governato, oppure aspetterà l'ordine di sfratto se e quando gli italiani vorranno cambiare pietanza, visto che ormai i Premier che vogliono e sanno governare le democrazie, della politica non sono più i cuochi ma li hanno retrocessi a pietanze nel piatto di burocrati e banchieri di grande appetito.
Dal primato della politica siamo passati al primato (o forse dittatura) della finanza. Banchieri e industriali la fanno da padroni incontrastati, e ora possono fare a meno anche della santa benedizione del sindacato dei lavoratori che li ha garantito la protezione per sei decenni: vedi Fiat & C. Oggi contrattano coi sindacati e partiti con la clausula prendere o lasciare, rimaniamo o delocalizziamo. La Cina è un paradiso di lavoratori a buon mercato, senza strozzini e fisco vampiro e per gli industriali e bancheri è tutto grasso che cola.
E cosa c'è rimasto da governare in Italia, se i ricchi sono già ingovernabili da un pezzo, o forse governabili non lo sono stati mai?
Si salva un Paese super indebitato come l'Italia, tassando la massa dei morti di fame, e accettando la politica sotto dettatura che gli viene dalle super banche europee e mondiali? E che gli impone di riservare il fallimento per i poveracci e il salvataggio per industriali e bancheri?
Essere o non essere sovrani: questo è il problema dei popoli. Perchè quando sono già in liquidazione fallimentare e assediati dalle banche c'è poco da politicare.
Certo che lei era ed è l'uomo giusto per i risanamenti, caro Presidente Berlusconi, ma  lo è, anzi era, nel luogo e nel tempo sbaglato, e si ritenga fortunato se riesce a saltare fuori dal pentolone, quando i cuochi cannibali sono distratti. E fugga di là con tutto il fiato che ha in corpo.
Oggi sulla porta di Palazzo Chigi si può scrivere a lettere cubitali: lasciate ogni speranza voi che entrate, se siete venuti per risparmiare e risanare. Vi conviene spendere e spandere senza troppi riguardi come nella prima Republica.
E se pure porterete il Paese al default, al pari di Andreotti, oltre a salvare lo scalpo o la parrucca, rimedierete una bella pensione di senatore a vita per aver fatto i ricchi più ricchi e i poveri più poveri, come diceva quel tale che il capitalismo se lo era studiato a fondo.

venerdì 4 novembre 2011

Armi di distrazione di massa















Per riempire una casa di topi che figliano come cavallette, non servono primarie, elezioni o concorsi di bellezza: compri una forma di parmigiano reggiano, e prima di poggiarla, hai un milione di topi che ci sguazzano dentro.

In barba alle leggi sull'abusivismo edilizio e tassa Bucalossi, in quattro e quattrotto un esercito di topi si fionderà in quella casa per scavarsi una civile, anzi civilissima abitazione nel formaggio, con tutti i confort e sistemi di sicurezza del "caso", scusate, del formaggio.
E là metteranno radici bisnonni, nonni, genitori, figli, nipoti, parenti e compari, tutti rigorosamente clandestini, senza permesso di soggiorno o cambio di residenza e tutti alla faccia di quel fesso che ha pagato il formaggio.
Ma a differenza dei topi animali, gli umani non si insediano mica da clandestini nei parmigiani del ricco potere democratico. Là ci stanno sempre e solo a norma di legge, e non perchè una minoranza di cretini li ha legittimati, ma perchè la maggioranza degli "intelligenti" (si fa per dire) gli ha spalancato le stanze dei bottoni, li ha spostati di peso nelle istituzioni, scusate, nei depositi di formaggi.
E per tenere a bada gli affamati del popolo, si sono inventati due micidiali armi di distrazione di massa: la cultura, che distribuisce cattedre, redazioni e titoli utili quanto la carta igienica di seconda mano e la politica per ubriacarci di chiacchere: di progresso futuro e bancarotta imminente.
E tutto questo rigorosamente diviso in destra e sinistra, fascisti e comunisti, padani e terroni, federalisti e antifederalisti, per fingere di farsi la guerra, e intanto distrarre 50 milioni e passa di persone dal problema della mano pubblica che ti cala nella tasca dei pantaloni, ti ripulisce il portafogli, o ti lascia senza lavoro,  soldi, famiglia, casa, futuro. La Caritas quando tutto ti va a meraviglia.
Con il sistema comunista la gente si portava a casa una busta di pane duro e pure ammuffito, altro che parmigiano reggiano, e da quella robbaccia i topi si tenevano a distanza di sicurezza per non avvelenarsi. Quindi il comunismo non era altro che un programma di derattizzazione camuffato da cultura, politica, giustizia e collettivismo per tutti.
Invece il libero mercato produttivo di fiumi di miliardi, ha riempito gli Stati democratici di gustosi formaggi e attirato come esca milioni di roditori pubblici e privati in giacca e cravatta, attrezzati di armi di distrazione di massa, per impedire agli ingenui e agli onesti di accorgersi che la classe dirigente dei Paesi liberali, ormai non è più addetta come una volta alla conservazione, ma allo svuotamento economico, culturale e morale dello Stato: in altri termini, ne cura la liquidazione fallimentare per conto delle banche internazionali e mondiali. Così siamo passati dal primato della politica a quello della finanza.
E se di salvifico agli onesti non fosse rimasto che il furto o la canna del gas, tutta quella bella gente che attraverso lo sciopero comunica il proprio disagio socio-economico o la cieca indignazione andrebbe chiusa in manicomio.
Invece là dovrebbe starci chi pensa di salvare l'Italia accrescendo anno dopo anno la marea dei disoccupati, cassintegrati e falliti. E tenendo in vita il Paese a colpi di prestiti, mutui e cambiali, per scongiurare l'ordine di sfratto e continuare da famelici roditori a svuotarsi i parmigiani istituzionali fino alle bucce.
Il problema è tutto qua. Una forma di parmigiano si può sempre difenderla con un esercito di gatti. Ma quale protezione si può dare ad uno Stato liberale ricco, se i topi della burocrazia e della politica sono così famelici e numerosi che oltre ai formaggi istituzionali, si mangiano pure i gatti della magistratura se rifiutano la loro complicità?
Per ora a rischio c'è solo l'Occidente, ma con l'attuale ritmo di arricchimento, anche l'Oriente è sulla buona strada per diventare allevamento di topi; se gatti e topi diventeranno anche là compagni di merende a base di contribuenti onesti da  ridurre al suicidio e democrazie da condannare al default.