venerdì 30 dicembre 2016

“Soluzione finale”, ma alla Platone e Pitagora.


Forse quel matto sanguinario di Hitler non si è portato con sé solo sei milioni di ebrei, ma avrà predisposto l’Umanità "razionale" a l’estinzione, visto che in sette decenni, giustamente, nessun intellettuale ha osato riesumare l’aggettivo “finale” a completamento della parola “soluzione”, che ancora ci ricorda bene la ferocia e la follia nazista; ma peggio, si è data indegna sepoltura, anche alla semplice e razionale parola “soluzione” ormai soppiantata e sepolta viva dalla demenziale parola “caos”.
E non è tanto tragico che non vi sia nessun uomo di scienza che vada oltre la forma e la dimensione della banana, per reinventare un modello di civiltà compatibile e sostenibile che salvi il genere umano, se non da l’estinzione, almeno dalla sanguinaria dittatura del caos; ma che nessun organo d’informazione italiano e forse mondiale abbia ancora trovato il coraggio di intestare provocatoriamente una rubrica “soluzione finale”, e non per riservarla agli attuali nipoti svitati de l’Adolf, che forse non mancheranno, ma ai degni nipoti di Pitagora, Platone, Galilei, Darwin, Giordano Bruno, Freud, fino ad Einstein ed oltre.
Io faccio parte, degli addetti ai lavori, e persino indegnamente, solo nel campo della “agri-coltura”, quindi non è “pro domo mia” che sto esprimendo questa umilissima opinione, peraltro provocata da un eloquente titolo su Facebook a firma de l’amico Massimo Maccabi Benonci, che recita così:

“cadremo nel nazismo; è i più scandalizzati saranno quelli che lo hanno voluto”.

Allora volete continuare a sprecare il 2017 come l’anno che sta per finire, o volete almeno tentare di reinventarvi un modello di filosofia inclusiva per una “casa comune” che non affami, non sfrutti e non tenga a l’addiaccio e non costringa al terrorismo e alla guerra miliardi di persome? O aspettiamo da irresponsabili come teme il bravo M.M.Benocci di ricadere nel nazismo?
Io nel mio piccolo, posso solo affidare questo post, a l’amico giornalista dott. Nicola Cariglia, nonché direttore di Pensalibero.it, augurandomi che apprezzi la mia umile provocazione e voglia rilanciarla, ospitandola.
E concludo alla Martufello maniera, "io di più ninzò", ora tocca a voi, degni nipoti di Platone e Pitagora, battere un colpo, evitando che il genere umano arretri nel nazismo.

venerdì 23 dicembre 2016

La pagnotta sociale ricchi-poveri


Non so, se sia stato mai dimostrato scientificamente, ma a naso, temo che l’Umanità sia nata, dalle caverne e forse da l’uomo scimmia, come una pagnotta spaccata in due, ricchi e poveri.
Perciò, in bene o in male, è sempre e solo l’imbottito sociale, la classe media a fare la differenza. Quella fetta di popolazione più o meno spessa, insinuata fra ricchi e poveri, che produce o succhia risorse a entrambi.
Nel genere umano, tutta l’evoluzione o l’involuzione è merito o colpa dei saggi, ricchi e potenti della classe media. Da lì si attingono le mille professioni che garantiscono sviluppo scientifico, progresso economico e rappresentanza democratica.
Chi dallo sfascio italiano estrapola e assolve alcune professioni o poteri e ne incrimina altri, fa un ottimo lavoro di falsificazione truffaldina della realtà a danno dei cittadini poveri, e spesso a protezione dei ricchi.
Dove il popolo democratico si è imbottito la pagnotta ricchi-poveri con una elefantiaca classe media, (ma i ricchi arricchiscono e i poveri aumentano e impoveriscono) non c’è solo il governo ladro da sistemare sul banco degli imputati, ma l’intera farcitura sociale di professori, professionisti, giornalisti, sindacalisti e piccoli imprenditori, da cui si mutuano le rappresentanze socio-politiche-economiche.
Quindi, è da questa premessa che bisogna partire per tentare di mettere ordine al caos che sembra sul punto di inghiottire l’Italia. Le colpe dello sfascio italiano vanno equamente divise su tutta la classe media.
E’ una criminale mistificazione attribuire colpe ai barboni e ai banchieri, dimenticando che la mostruosa classe dirigente privata e pubblica ha la funzione di appuntire i canini ai barboni, e limarli ai banchieri.
Ma se ingrassa come una scrofa, lavorando a l’aumento dei poveri e a l’impunità dei ricchi, delle due l’una: o l’Umanità non ha ancora una cultura scientifica e democratica degna di questo nome, o la classe dirigenziale sta facendo della cultura un uso ingordo o letteralmente criminale.
Si è collocata nella pagnotta sociale, ricchi-poveri, come una schifosissima mortadella per cani, e va estirpata con urgenza, se in Italia c’è ancora qualcosa da sottrarre alle grinfie dei potenti della cultura, degli utili idioti del sindacato, degli irresponsabili della burocrazia, dei burattini della politica, e dei poveri illusi o criminali del mercato.

mercoledì 14 dicembre 2016

Solo la coscienza collettiva induce evoluzione


In Italia, chi sta contribuendo meglio alla maturazione della coscienza collettiva? L’istruzione, l’informazione, la giustizia, il mercato, la religione, o niente e nessuno, posto che l’intero sistema sta portando alla massima maturazione la in-coscienza individuale, in modo da uccidere la collettiva? Questo concetto mi premeva sulla bocca dello stomaco, e mi sono liberato. 
Io non ho i mezzi culturali per stabilire chi sia ancora in grado di aiutare questo tipo di maturazione salva popolo italiano, (e sempre che non siano già scaduti i termini), quindi passo la parola alla nostra ir-responsabile classe dirigente, inutilmente affaccendata ad impastare la quarta ciambella senza buco del quarto governo senza consenso.
Chi crede che la politica democratica ha il potere di maturare nel popolo la consapevolezza di essere una comunità indivisibile, seppellendo, schiacciando e asfissiando ogni singolo cittadino con una quantità disumana di leggi, decreti, regolamenti e norme attuative, finge di non vedere che proprio le leggi, (e in Italia si teme possano essere dalle 200 alle 300 mila) stanno mettendo a dura prova anche i massimi cultori del diritto, oltre che istigare nei singoli un livello di egoismo e bestialità cavernicola.
Ma guai a pensare che siano le leggi, gli avvocati e i giudici a generare involuzione, sfascio, disordine, insicurezza e fallimento a 360 gradi. Questa gente si illude di curare la coscienza collettiva malata a colpi di sentenze, ma acuisce la miopia, la stupidità, l’egoismo e persino la bestialità dei singoli, perché aggredisce la malattia giusta, ma con la medicina sbagliata.
Non è l’Atto Costitutivo di uno Stato, né la caterva di codici che ne seguono, ad indurre coscienza collettiva nei singoli, si da farne un popolo veramente solidale. La consapevolezza individuale che la democrazia è il governo del popolo, e che non si salva nessuno dove non si salvano tutti, temo possa indurla solo la vera filosofia e la vera religione, il vero codice morale e la vera responsabilità collegiale se mai si decidessero di introdotta.
Tutto il resto è aria fritta della migliore qualità per trasformare in autolesionisti gli individui afflitti da ego ipertrofico, che per scarsa coscienza collettiva, mai si eleveranno di fatto a popolo sovrano.
E pure Pirandello ha tentato di maturare la nostra coscienza con parole inequivocabili: “E non vuoi capire che la tua coscienza significa appunto “gli altri dentro di te?””.
Perciò, operare a proprio vantaggio e a danno della collettività, è una forma raffinata di suicidio, scambiata per successo. Quando ancora il patriottismo aveva un senso, bastò Garibaldi a fare unita l'Italia; ma a trasformare gli italiani, da campioni di anarchia, rissosità, egoismo e in-coscienza collettiva, in un popolo unito, solidale e sovrano, non è ancora riuscito nessuno.

venerdì 9 dicembre 2016

Perché la guerra è inevitabile

Cito a memoria; forse quel matto sanguinario di Hitler ha colto nel segno affermando che la razza umana è diventata forte nella lotta e non potrà che perire in una pace prolungata. E la ragione per cui la politica non ha la forza di impedire la guerra, anzi deve affrettarsi a scatenarla dove la finta pace produce più barbarie che civiltà, (vedi Italia) è facile da capire.
Non esiste popolo al mondo abbastanza intelligente da consumare le risorse disponibili sul suo territorio, nella quantità necessaria a vivere, senza arrecare danni a sé, ad altri popoli, o a l’ambiente.
Per bestiale egoismo, (e chiedo scusa alle bestie) il potente tende sempre ad abusare del proprio potere, (soprattutto in democrazia) arraffando privilegi per se, e togliendo agli impotenti persino il diritto di respirare.
E il mondo della cultura si è sempre dimostrato incapace (o complice?) di scongiurare con adeguata istruzione e informazione, la barbarie dell’egoismo in tempo di pace. Così i politici devono rassegnarsi a saziare la fame patologica dei potenti, affamando gli impotenti, o colonizzando altri popoli più deboli a caccia di risorse, o scatenando guerre locali e mondiali per affamare poveri e ingrassare ricchi.
Questa è la patata bollente che gli onesti tentano di sottrarre al fuoco, mentre gli utili idioti dei disonesti, lavorano per impedirglielo.
C’è da vergognarsi anche solo a pensarlo; ma forse quel matto di Hitler aveva ragione. Non esiste popolo che non tenti di procurarsi un “bottino di guerra”, usando per il furto con scasso, la cultura, le leggi o il finto libero mercato in tempo di pace; salvo passare alle vie di fatto, armi alla mano, quando non basta la pace, per saziare i potenti.
Ecco perché è stato ed è difficile organizzarci politicamente in Stati Uniti d’Europa. Fu una impresa a suo tempo entrare formalmente ne l’Europa socio economica, perché da l’Europa dei banchieri non si esce vivi, e la cui finalità è fare i ricchi tedeschi, inglesi e francesi, più ricchi ancora, a danno dei restanti Stati poveri come Grecia e Spagna, o geograficamente a rischio invasione come l’Italia, che a sud è la porta d’ingresso a l’Europa, ed è priva di porta, serratura e portinaio.
Così l’Italia è esposta a l’invasione di tutti quei popoli che a sud e ad est del mondo hanno subito la colonizzazione culturale o bellica che li ha resi o conservati poveri. Quindi il vero problema italiano non sono gli immigrati con i quali ci tocca dividere il nostro finto benessere, garantito da un debito pubblico stratosferico, ma i popoli ricchi d’Europa e del mondo, che ricchi vogliono conservarsi a spese nostre, usando la cultura e la pseudo-pace da piede di porco o la guerra per il furto con scasso.
La cultura e le leggi sono sempre al servizio della politica, che si finge libera, ma è la “sguattera del Guatemala” dei ricchi. Ci fa vedere gli immigrati e i barboni come problema, e i banchieri come soluzione. Ma la verità è sepolta da millenni sotto la vergognosa menzogna che i ricchi subiscono i poveri; ma di fatto, i poveri vengono lasciati ignoranti per ucciderli, ove non si potesse rapinarli e conservarli poveri.
In Italia, e in ogni angolo del pianeta, l’1% della popolazione possiede il 50% della ricchezza prodotta. E in democrazia non hanno ancora inventato una dieta dimagrante per banchieri, che conservi in vita i barboni, né ingrassante per barboni che non uccida i banchieri. La cultura non riesce o non vuole formare cittadini autonomi. E la politica e la giustizia sono ormai rassegnate a governare i sistemi sociali con gli impotenti che da asini tirano il carro per produrre ricchezza, la classe media che si ritiene in diritto di arraffare la sua parte, e i potenti che lasciano a professionisti e piccoli imprenditori l’illusione di poter diventare benestante classe media a tempo indeterminato, salvo poi azionare le idrovore fiscali e finanziarie (o in mancanza la guerra) che li ripulisce tutti come lische di pesce.
Quindi, l’intera classe dirigente lavora di fino, per assicurare una parvenza da Stato di diritto a questo gran casino di ingiustizia sociale, salvo poi pretendere che il governo, ma soprattutto il Premier cavi dal fuoco le patate della povertà prima che diventino carboni, senza torcere il pelo ai ricchi che vogliono anzi pretendono le loro patate della ricchezza cotte a regola d’arte, infiocchettate e consegnate a domicilio in porto franco.
Ed è chiaro anche allo scemo del paese, che il governo e il Premier, pure se volessero, vedi il povero Matteo Renzi, non hanno il potere di impedire che la stampa istighi gli elettori a bocciare la politica e le riforme del governo, ove mai, (e qua si rischia di sconfinare nel mondo dei sogni) tentasse di evitare il massacro dei poveri senza abusare mortalmente dei ricchi.
La lampada di Aladino oggi è in mano ai banchieri, che hanno tutto il potere di condizionare e costringere i governi degli Stati a rischio default come l’Italia, alla peggiore politica pro-poveri e alla migliore pro-ricchi. Ed è un illuso chi crede che in democrazia i Premier posseggano la formula magica della produzione e perequazione pacifica; posto che sono di fatto delegati alla peggiore giustizia sociale e persino alla distruzione. Anche al massimo livello di potere, sono ridotti a complementi d’arredo della valigetta atomica, per portare guerra e morte dove la colonizzazione fintamente pacifica, culturale ed economica, non bastasse a garantire sicurezza e vita ai paperoni.