venerdì 9 dicembre 2016

Perché la guerra è inevitabile

Cito a memoria; forse quel matto sanguinario di Hitler ha colto nel segno affermando che la razza umana è diventata forte nella lotta e non potrà che perire in una pace prolungata. E la ragione per cui la politica non ha la forza di impedire la guerra, anzi deve affrettarsi a scatenarla dove la finta pace produce più barbarie che civiltà, (vedi Italia) è facile da capire.
Non esiste popolo al mondo abbastanza intelligente da consumare le risorse disponibili sul suo territorio, nella quantità necessaria a vivere, senza arrecare danni a sé, ad altri popoli, o a l’ambiente.
Per bestiale egoismo, (e chiedo scusa alle bestie) il potente tende sempre ad abusare del proprio potere, (soprattutto in democrazia) arraffando privilegi per se, e togliendo agli impotenti persino il diritto di respirare.
E il mondo della cultura si è sempre dimostrato incapace (o complice?) di scongiurare con adeguata istruzione e informazione, la barbarie dell’egoismo in tempo di pace. Così i politici devono rassegnarsi a saziare la fame patologica dei potenti, affamando gli impotenti, o colonizzando altri popoli più deboli a caccia di risorse, o scatenando guerre locali e mondiali per affamare poveri e ingrassare ricchi.
Questa è la patata bollente che gli onesti tentano di sottrarre al fuoco, mentre gli utili idioti dei disonesti, lavorano per impedirglielo.
C’è da vergognarsi anche solo a pensarlo; ma forse quel matto di Hitler aveva ragione. Non esiste popolo che non tenti di procurarsi un “bottino di guerra”, usando per il furto con scasso, la cultura, le leggi o il finto libero mercato in tempo di pace; salvo passare alle vie di fatto, armi alla mano, quando non basta la pace, per saziare i potenti.
Ecco perché è stato ed è difficile organizzarci politicamente in Stati Uniti d’Europa. Fu una impresa a suo tempo entrare formalmente ne l’Europa socio economica, perché da l’Europa dei banchieri non si esce vivi, e la cui finalità è fare i ricchi tedeschi, inglesi e francesi, più ricchi ancora, a danno dei restanti Stati poveri come Grecia e Spagna, o geograficamente a rischio invasione come l’Italia, che a sud è la porta d’ingresso a l’Europa, ed è priva di porta, serratura e portinaio.
Così l’Italia è esposta a l’invasione di tutti quei popoli che a sud e ad est del mondo hanno subito la colonizzazione culturale o bellica che li ha resi o conservati poveri. Quindi il vero problema italiano non sono gli immigrati con i quali ci tocca dividere il nostro finto benessere, garantito da un debito pubblico stratosferico, ma i popoli ricchi d’Europa e del mondo, che ricchi vogliono conservarsi a spese nostre, usando la cultura e la pseudo-pace da piede di porco o la guerra per il furto con scasso.
La cultura e le leggi sono sempre al servizio della politica, che si finge libera, ma è la “sguattera del Guatemala” dei ricchi. Ci fa vedere gli immigrati e i barboni come problema, e i banchieri come soluzione. Ma la verità è sepolta da millenni sotto la vergognosa menzogna che i ricchi subiscono i poveri; ma di fatto, i poveri vengono lasciati ignoranti per ucciderli, ove non si potesse rapinarli e conservarli poveri.
In Italia, e in ogni angolo del pianeta, l’1% della popolazione possiede il 50% della ricchezza prodotta. E in democrazia non hanno ancora inventato una dieta dimagrante per banchieri, che conservi in vita i barboni, né ingrassante per barboni che non uccida i banchieri. La cultura non riesce o non vuole formare cittadini autonomi. E la politica e la giustizia sono ormai rassegnate a governare i sistemi sociali con gli impotenti che da asini tirano il carro per produrre ricchezza, la classe media che si ritiene in diritto di arraffare la sua parte, e i potenti che lasciano a professionisti e piccoli imprenditori l’illusione di poter diventare benestante classe media a tempo indeterminato, salvo poi azionare le idrovore fiscali e finanziarie (o in mancanza la guerra) che li ripulisce tutti come lische di pesce.
Quindi, l’intera classe dirigente lavora di fino, per assicurare una parvenza da Stato di diritto a questo gran casino di ingiustizia sociale, salvo poi pretendere che il governo, ma soprattutto il Premier cavi dal fuoco le patate della povertà prima che diventino carboni, senza torcere il pelo ai ricchi che vogliono anzi pretendono le loro patate della ricchezza cotte a regola d’arte, infiocchettate e consegnate a domicilio in porto franco.
Ed è chiaro anche allo scemo del paese, che il governo e il Premier, pure se volessero, vedi il povero Matteo Renzi, non hanno il potere di impedire che la stampa istighi gli elettori a bocciare la politica e le riforme del governo, ove mai, (e qua si rischia di sconfinare nel mondo dei sogni) tentasse di evitare il massacro dei poveri senza abusare mortalmente dei ricchi.
La lampada di Aladino oggi è in mano ai banchieri, che hanno tutto il potere di condizionare e costringere i governi degli Stati a rischio default come l’Italia, alla peggiore politica pro-poveri e alla migliore pro-ricchi. Ed è un illuso chi crede che in democrazia i Premier posseggano la formula magica della produzione e perequazione pacifica; posto che sono di fatto delegati alla peggiore giustizia sociale e persino alla distruzione. Anche al massimo livello di potere, sono ridotti a complementi d’arredo della valigetta atomica, per portare guerra e morte dove la colonizzazione fintamente pacifica, culturale ed economica, non bastasse a garantire sicurezza e vita ai paperoni.

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