lunedì 21 febbraio 2022

L'uomo giusto fa giusto anche il mezzo sbagliato.


Chi governa una democrazia ha ragione di essere orgoglioso delle proprie scelte, se i vantaggi indotti dalla cultura, finanza e derivati sono fruibili a qualunque livello sociale come diritto inviolabile, non come favore da comprare a colpi di bustarelle, barattare contro voti o elemosinare col cappello in mano. 
Ma in Italia è così che mal-funziona. Si scrive "diritto" ma si legge privilegio per i potenti o elemosina per gli sfruttati, esclusi, schiavizzati. 
Tant'è che a Napoli, patria dei diritti negati e delle soluzioni meno peggio, da decenni si lascia al bar un caffè pagato per qualche povero che non può addolcirsi la vita. 
Ora però, dopo due anni di catastrofe economica e sanitaria, siamo al salto di qualità a ritroso: dal lusso al salvataggio. 
A livello nazionale si può lasciare in farmacia una medicina pagata per chi non ha ancora accesso alla sanità gratuita e non ha i soldi per curarsi.
Voi credete davvero che nelle perfettissime democrazie liberali la scienza, la finanza e la politica stiano facendo passi avanti sulla via del bene comune e della giustizia sociale, oppure si sta correndo tutti a rotta di collo su una strada buia e a fari spenti?
Mi sbaglierò, ma ho il sospetto che i potenti della cultura, della politica e della finanza, (italiani in primis) farebbero meglio a girare mascherati per la vergogna, perché in fatto di diritti umani (violati e violentati calpestando la Costituzione) il regresso sia diventato immanente e gigantesco, specialmente con il caroenergia e il carovita.
Chi è saldamente incollato alle poltrone del potere è maledettamente impari e sta sterminando in coppia umanità e natura. E non c'è forza legale che possa ostacolarlo o fermarlo.
Ma se i palati raffinati cercassero qualcosa di meglio della mia "ottimistica" opinione, potrebbero farsi la bocca con Zygmunt Bauman, che l'attuale evoluzione liberale a ritroso l'ha descritta con parole inequivocabili.

“Tutti combattono contro tutti, nella loro quotidianità. Fin da piccoli ai bambini viene insegnato l'antagonismo. È una vergogna, la vergogna del consumismo. Siamo ormai istigati ad essere competitivi, perché essere migliori di qualcun altro e di conseguenza renderlo peggiore di noi, ci garantirà prestigio, quindi potere e sicurezza."

Questi sono i frutti culturalmente e finanziariamente avvelenati della politica "pseudo democratica" a marcia indietro. Ad uso e consumo di pochi sfruttatori rapaci e a danno e beffa di una marea di poveri assistiti dalla sanità gratuita, ma sempre ricchi di esclusi che annegherebbero nella miseria e nella malattia, senza la lodevole iniziativa delle farmacie italiane e il generoso contributo di chi ama concretamente il prossimo suo come se stesso: ieri pagando un caffè, oggi una medicina salvavita.
Franco Luceri

sabato 12 febbraio 2022

L'umanità rischia più danni dalla pandemia o dalla carestia?


Davvero la razza umana rischia l'estinzione ogni 50 o 100 anni se entra in collisione con un virus assassino; e tutte le risorse mondiali devono essere convogliate e finalizzate per combattere l'intruso e salvare il genere umano? 
No. Questa è la più grande corbelleria culturale e politica di tutti i tempi, e rischia di devastare millenni di civiltà e progresso.
Da l'uomo scimmia ad oggi, viviamo tutti col virus della fame incorporato. Una pandemia, che senza il vaccino miracoloso del cibo e dell'acqua uccide quotidianamente migliaia di esseri umani se non possono "inocularSì" per via orale un piatto di minestra e un bicchiere d'acqua almeno una volta al giorno. Una settimana senza acqua e si riparte a l'altro mondo. Un mese senza cibo e ci si avvia per l'aldilà.
Quindi ostacolare o fermare a colpi di lockdown, greenpass e minchiate sanitarie assortite l'operosità e la produttività degli umani che lavorano producono spendono e consumano per tenere funzionante e salvifico il sistema economico mondiale che ci protegge dalla pandemia della fame e ci salva la vita, è una imbecillità senza precedenti storici.
Fermare la circolazione mondiale di uomini, merci e capitali è più devastante che fermare la rotazione terrestre. La quantità di persone che uccide la pandemia della fame se mandi in tilt il sistema economico è migliaia di volte superiore a quelle che potrebbero morire di pandemia virale, posto che oltre il 30% della popolazione mondiale è naturalmente immune al covid-19 e a tutte le sue possibili e fantasiose mutazioni.
Tant'è che dopo due anni di lockdown e genialate sanitarie assortite, in Italia il costo dell'energia è schizzato alle stelle, e il carovita rischia di decollare allo stesso livello e sarà incalcolabile il numero dei poveri malati e morti e miliardi di debito pubblico di cui avremo bisogno per mettere riparo.
L'economia di qualunque Popolo è la selezione millenaria delle migliori tecniche inventate dall'uomo per procurarsi il vaccino alimentare contro il virus della fame, ricavando dalla natura il massimo sostentamento al minimo costo.
Insomma il lavoro, la produttività economica e il consumo sono l'unico vaccino senza controindicazioni o effetti collaterali in grado di garantire il diritto alla vita all'intera comunità mondiale.
Ostacolare o fermare l'economia a colpi di lockdown è come rifiutare cibo e acqua ad un povero che sta morendo di fame e promettere di salvargli la vita vaccinandolo contro un virus di cui potrebbe già essere naturalmente immune.
Per chi è allenato ad osservare il dito quando gli indichi la luna, preferisco puntualizzare che io sono vaccinato e assolutamente non sono novax. 
Il vaccino è una benedizione se riesce ad impedire al virus di fare danni. 
Ma se, per uccidere il virus, si scatena nel sistema economico mondiale un terremoto di fallimenti e speculazioni assassine (vedi costo dell'energia è il carovita in decollo verticale) si rischia di fare più danni e vittime innocenti del comunismo e nazismo assommati.
Sul banco degli imputati non va messo il vaccino, perché il vaccino salva l'uomo: ma solo se non gli toglie il pane di bocca devastando l'economia.
Franco Luceri



sabato 5 febbraio 2022

In Italia fa più danni la morale o la legge?


L'Italia non ha problemi di carenza di mezzi scientifici o finanziari ha solo un colossale e drammatico problema di "qualità" di uomini. 
Se in uno Stato che si definisce di diritto, un giudice della commissione tributaria può motivare giustamente ma condannare ingiustamente, e nessuno muove un'obiezione, allora vuol dire che la giustizia è finita nel wc e hanno pure tirato lo sciacquone:
Questa è l'eloquente sentenza che 30 anni fa  ha devastato irreversibilmente una famiglia, condannando per evasione fiscale un piccolo imprenditore che aveva commesso il più abietto dei crimini non avendo imparato a rubare la collettività per ingrassare di tributi gli insaziabili "galantuomini" della burocrazia, politica e Finanza.

Questa è l'eloquente motivazione della sentenza:

      "Dal punto di vista morale nulla da eccepire, ma la legge è un'altra cosa."

(Ch'è come dire al soggetto chiamato in causa, sei un uomo di specchiata ed ineccepibile moralità e io giudice dovrei assolverti perché sei il derubato non il ladro) ma la legge ti considera evasore, ladro di Stato, ed io, essendo soggetto alla legge quanto te, sono costretto a derubarti condannandoti.
Allora una domanda sorge spontanea, se persino i giudici sono tenuti ad emettere sentenze con la pistola del legislatore puntata alla tempia, dovendo ubbidire alla legge che è "altra cosa rispetto alla morale"; siete davvero sicuri che immorale è soltanto la legge, se tutto dalla legge consegue? Scienza, politica, burocrazia, economia, finanza e cultura nel suo insieme, non sono forse "altra cosa" rispetto alla morale?
Se niente di ciò che produce la cultura italiana può dirsi morale, allora nei sistemi sociali moderni c'è poco di veramente democratico, "di bene comune" al servizio dei cittadini onesti. È tutto rigorosamente "legale". Proprio come lo erano le leggi razziali che consentirono ai tedeschi lo sterminio di sei milioni di ebrei prima che la comunità mondiale s'accorgesse del barbaro genocidio nazista.
Noi italiani siamo un popolo di perfezionisti nell'apparecchiare giuridicamente la tavola; ma poi mancano i cuochi per la giustizia "commestibile". I giudici sono con le mani legate, sentenziano sotto dettatura dei legislatori che hanno prodotto in Italia più leggi tributarie di quante ne abbia l'intera Unione Europea.
Contestando la moralità della legge, i giudici mettono sotto accusa l'immoralità del legislatore, ma applicano le leggi rapina fino a devastare la vita e il patrimonio di intere famiglie di piccoli imprenditori onesti.
Per uno Stato rispettoso della fragilità delle famiglie ci son voluti millenni. Ora l'Italia, in balia di poteri sovranazionali Intoccabili e onesti fino alla Lira, si muove da elefante in cristalleria. E per gli ONESTI  VERI privati e pubblici e relative famiglie, è una catastrofe.
La legge va rispettata, ma non se costringere il piccolo imprenditore onesto a calpestare le sue leggi morali derubando lavoratori e clienti per rispettate quelle tributarie rapina. La legge italiana che avrebbe dovuto costringere all'onestà i farabutti, costringe alla "legalità" criminale i galantuomini.
Nessuna legge, nessun legislatore e nessun giudice dovrebbe avere il potere di sindacare l'ineccepibile moralità dei cittadini. Ma se peggio arriva a considerarli disonesti evasori, ladri di Stato, allora è il legislatore con le sue leggi che istiga al crimine i cittadini ed estorce complicità ai giudici per condannarli.
Se un sistema sociale in queste pietose condizioni può essere definito "Stato di diritto", c'è poco da scandalizzarsi se crimini e criminali (vedi Italia) sono già una dilagante maggioranza, mentre i giudici che hanno il coraggio di assolvere moralmente gli onesti, anche se poi non possono esimersi dal condannarli, sono autentiche mosche bianche. Eroi che lottano invano per l'indipendenza ormai utopica della Magistratura italiana.
Franco Luceri