giovedì 31 agosto 2023

Pure Gesù fallì a pensare conto terzi


Nel terzo millennio Cristiano, chiunque osa vivere senza pensare, o pensando poco o male è considerato una sottospecie di  cavernicolo.

E pure l'umanità, prima che inventassero i verbi sapere e pensare, aveva percorso, senza rischi di estinzione, un cammino di 3000 millenni; affidata al super pensiero di Madre Natura che sapeva, pensava e provvedeva in assoluta autonomia a garantire a tutti gli esseri viventi, perfettamente istruiti a rispettare il Creato, una vita povera ma certa.
Poi 3 millenni fa, i filosofi hanno iniziato a spiegarci che il melone che ci portiamo in giro sulle spalle ci serve per pensare; e lentamente i sistemi sociali, grazie al pensiero filosofico e matematico si sono evoluti fino al secolo scorso quando hanno incominciato ad ammalarsi di malacultura, ma soprattutto di  "iperscolarismo": di eccessiva diffusione di saperi e di sapienti.
E la crescita patologica di "teste d'uovo" ha finito per impoverire il mondo di operatori capaci e volenterosi, e ha reso i sistemi sociali tanto costosi e complessi, che ora tutti gli umani, anche se hanno una cultura al massimo livello scientifico, rimangono scolari a vita, dipendenti dai super pensatori specializzati conto terzi, per le cose che non sanno.
Oltre agli imprenditori piccoli e grandi, dipendenti a vita, da ingegneri e avvocati; anche i politici, i giudici, i burocrati, i giornalisti, i professionisti  sono tributaristadipendenti: non mettono nemmeno il naso fuori di casa per non violare qualche legge tributaria che non conoscono e finire azzannati dal fisco. 
Ma il pensiero conto terzi pensato da tizio e venduto a caio, per quanto possa essere in teoria valido e utile, ha una valanga di controindicazioni, almeno per due ragioni fondamentali:
1)  Perché chi prova a tradurre in azione il sapere attinto da altri; non avendo la stessa cultura e intelligenza dell'autore originario, finisce per annacquarlo, e invece dell'utilità promessa, genera danno individuale, ma soprattutto sociale e ambientale.
2) E non basta; nel tempo trascorso tra l'apprendimento e la concreta messa in opera di un sapere "scientifico", ci può essere un tale arricchimento o mutazione di variabili, da rendere l'azione persino distruttiva.
E ce dell'altro; giuridicamente, il professionista privato pensatore conto terzi è considerato autonomo, e come persona non è escluso che lo sia al 100%.
Ma il suo pensiero resta improduttivo e quindi economicamente dipendente: perché ha bisogno del soggetto agente che lo converta in azione produttiva e contributiva.
E non è garantito che il soggetto agente abbia la stessa prestanza fisica e intellettiva del soggetto pensante, per tradurre un pensiero valido in azione altrettanto utile.
Quindi lo stesso pensiero che risulterebbe persino miracoloso se tradotto in azione personalmente dall'autore, potrebbe diventare fallimentare o catastrofico, affidato ad altri soggetti non altrettanto qualificati o tradotto in azione in un tempo e/o luogo sbagliato o con mezzi sbagliati o insufficienti.
Nemmeno la bomba atomica era stata pensata per estinguere l'umanità, ma in mano a soggetti sbagliati ora può quello ed altro.
Pensate a quante patenti fasulle vengono distribuite, e a quanti morti costano a livello planetario. 
O quanti porto d'armi sono rilasciati a soggetti sbiellati o quasi che poi commettono omicidi (vedi America, dove le armi si possono acquistare pure dal panettiere e le stragi nelle scuole non cessano mai).
Per non parlare delle lauree e dei master non proprio meritati che poi servono solo agli arrampicatori sociali per sfruttare o derubare popoli e Stati. Alla faccia della cultura, politica e mercato che tutti promettono e giurano di usare con funzione sociale! Campa cavallo!
E siccome i popoli sono una comunità di soggetti non tutti perfettamente validi; qualunque eccellente pensiero filosofico, matematico, politico, tradotto in azione da discenti poco qualificati, o dediti al cannibalismo, rischia di essere più dannoso dell'azione istintiva o stupida di qualunque cavernicolo.
Pensate all'opera pedagogica di Gesù salva poveri: (quanto a perfezione, mai ci potrà essere niente di migliore); e pure, dopo 2000 anni, i poveri del mondo sono due terzi dell'umanità.
Insomma, per il pensiero conto terzi di professori, professionisti e burocrati andrebbe istituita la patente di guida e la polizza di assicurazione, per evitare che la potentissima arma della conoscenza sia messa in mano a soggetti poco affidabili che la usano per accaparrarsi profitto e potere individuale, seminando danni insanabili per l'umanità e il pianeta.
Perciò, chi volesse imparare a pensare, affidi pure il suo cervello ad un professore o un professionista bravo di cui l'Italia è abbastanza ricca. 
Ma non si illuda di essere autonomo e autosufficiente, perché per imparare ad agire e produrre ricchezza onesta per sé, la famiglia e la collettività, dovrà affidare le sue mani agli artigiani, ai geni del fare, prima che di questi "SUPERPROF"  si estingua la razza, perché fanno ombra a chi i popoli preferisce conservarseli dipendenti, sfruttabili e asservibili e magari chiamarli adulti, liberi e autonomi a caricatura.
Negli anni Settanta un paio di filosofi degni di questo nome, incominciarono ad insinuare timidamente che l'Europa poteva essere salvata solo dalla "descolarizzazione":  ma hanno fatto un buco nell'acqua. È passato inutilmente mezzo secolo. 
Ora domandiamoci prima che sia tardi: non sarà che dopo il comunismo anche il liberismo si è ammalato di "iperscolarismo": di abbondanza di pensatori, carestia di operatori e conseguente scarsa produttività, nonché strozzinaggio fiscale e finanziario?
Credo sia legittimo dubitare della cultura e della politica che continuano a promettere civiltà, progresso, giustizia e pace sociale crescente, ma generano ovunque fame, rischio di fallimento persino per le banche, rischio di default per gli Stati, e guerra ideologica, sanitaria, economica e militare a tempo indeterminato.
Chiunque in Italia abusa del proprio potere culturale, politico, finanziario, per l'arricchimento personale, "arreca danno alla sicurezza, libertà, e dignità umana": articolo 41 della Costituzione. 
E alla faccia della legalità e della Giustizia, riduce lo stato più bello del mondo, a mattatoio per poveri, deboli e indifesi. Tutti si scandalizzano della povertà e del disagio sociale italiano ma nessuno si vergogna.
Franco Luceri

sabato 26 agosto 2023

L'intellettuale VERO pensa, agisce, sbaglia, impara, corregge


Per millenni, usando le mani per procurarsi da vivere, l'uomo si è rassegnato a dipendere dalle leggi del Creato. E grazie a l'intelligenza del fare, ha riempito il mondo di capolavori immortali che ancora reggono all'acqua, vento, sole, uragano e terremoto. E ora sono tanto invidiati e ammirati da attrarre inesauribile turismo culturale portatore di ricchezza. 

Pensate alle Piramidi o ai capolavori che abbiamo ereditato noi italiani in 12 secoli di civiltà romana.
Poi, piano piano, i filosofi sono riusciti a convincere l'umanità che la civiltà del fare è faticosa e povera; non rende comoda e ricca la vita come la civiltà del pensare, che ti consente di arricchire sfruttando il lavoro manuale altrui rischioso e mal pagato.
Basta "dissodarsi" i neuroni anziché la terra, per illudersi che l'uomo istruito può mettere il Creato a proprio servizio. 
E in 25 secoli l'operazione è perfettamente riuscita. Ora il mondo straripa di pensatori e parolieri che arricchiscono usando le mani dell'abuso di potere, per svuotare le tasche dei lavoratori sfruttati e squattrinati. 
Tant'è che del lavoro manuale dignitosamente retribuito, ora in Italia si sono perdute pure le impronte digitali e il Creato si è rassegnato a retrocedere dalla condizione di padrone servito, a quella di servo dei suoi servi. 
E per convincerci della sua entusiasta disponibilità, persino le montagne ci vengono incontro franandoci addosso; acqua, grandine e vento allagano e sfondano case, auto, coltivazioni e Industrie. E la siccità di danni ne fa almeno altrettanti.
La civiltà del fare è stata la giusta soluzione per milioni di generazioni, mentre ora la civiltà del pensare e dire soltanto le cose che ci aiutano a truffare o derubare di ricchezza e potere la collettività, da un secolo sta mandando in rovina i vecchi capolavori, sta imbarbarendo l'intera umanità, sta devastando la natura di sfruttamento e avvelenamento e fatica non solo a garantire pane e acqua ai poveri che sono ormai due terzi della comunità mondiale. Ma fatica persino ad evitare Il tracollo delle banche.
Salvo eccezioni, cos'è che rende utile la mano e dannoso il cervello persino dei massimi esperti del mondo della cultura?
Un intellettuale che realizzava personalmente le sue idee per controllare la validità e correggere a sue spese gli errori, diceva:
"I burocrati, gli ideologi e i politici sono coloro che credono d'aver capito tutto della realtà senza mai essere entrati in contatto con la realtà".
Potrei sbagliarmi, ma credo che questo signore abbia capito perché il pensiero degli accademici rischia di essere più dannoso dell'azione degli ignoranti e persino degli stupidi.
Perché l'ignorante che agisce, guadagna consapevolezza dai suoi errori correggendoli, sia pure con altri meno gravi. 
Invece l'intellettuale "puro", non avendo la percezione dell'utilità o del danno che produrrà l'attuazione del suo pensiero per mano altrui, continua a sbagliare a vita.
E quando risulta evidente che la montagna ha partorito un topolino (come il comunismo schiattato in tre quarti di secolo) è troppo tardi per cambiare rotta. 
E il liberismo straripante di pensatori e parolieri socialmente improduttivi se non fallimentari, è condannato alla stessa fine. 
L'intelligenza del fare forse iniziata nelle caverne, ormai è adulta e vaccinata. 
Mentre l'intelligenza del pensare, con i suoi 25 o 30 secoli di pura filosofia, è assolutamente negativa, se chi ha il potere di progettare un sistema sociale non corre ai ripari pensando, facendo e correggendo anche a proprio danno. 
Perché usare il potere per pensare a danno della collettività, è un lavoro che riesce perfettamente anche allo scemo del villaggio.
Franco Luceri

sabato 19 agosto 2023

Prima di sedervi a tavola consultate il padrone di casa


Se non vi difetta la fantasia, provate ad immaginare il mondo come un'unica sala da pranzo con tre tavoli, ma distanziati anni luce uno dall'altro: 
Il tavolo dei poveri, ricchissimo di aspiranti commensali ma povero persino di pane e acqua. 
Il tavolo della classe media occupato dai disonesti arrampicatori sociali, e dagli onesti che vivono costantemente a rischio retrocessione nella povertà se non si affrettano ad imbrogliare, truffare, corrompere, rubare, emulando i disonesti.
E poi c'è il tavolo dei ricchissimi, dei potenti, dei cannibali, con un numero di sedie in costante riduzione. Dove per conservarsi un posto a sedere, per mangiare e non finire mangiati, si deve quantomeno dichiarare e vincere una guerra.
Da alcuni secoli l'umanità per riempire i tavoli di pietanze, rapina di risorse il pianeta. Ma ora il SIGNORTERRA, (che poi è il padrone di casa) non sembra più intenzionato a rifornire gli inquilini devastatori: i poveri in crescita numerica, i ricchi in rapacità animale e la classe media ubriaca di illusioni perché non ha capito che un sistema sociale che va male per i poveri, salva i ricchi sfruttando la classe media, se non si affretta a delinquere.
E se il pianeta non regge più allo sfruttamento e rende meno di prima, secondo voi, a quale tavolo dovrebbe spostarsi il maggior numero dei mangiatori, per assicurarsi almeno pane e acqua? Ovviamente al tavolo dei poveri che non ha mai avuto un impatto ambientale disastroso, a differenza della classe media e quella dei potenti, che dove passano loro non cresce più l'erba.
Quindi, posto che i potenti non è riuscito a schiodarli da lì nemmeno il Padreterno, il tavolo che andrebbe impoverito di commensali è il tavolo di chi vive nel limbo della classe media. Quelli fuggiti dall'inferno dei poveri, ma che non hanno accesso al paradiso dei ricchi. Quelli che progettano sistemi sociali perfetti, (modello Italia), ma puntualmente partono a razzo a vantaggio di pochi e finiscono a caxxo a danno di molti.
Quindi dalla sera alla mattina, gran parte delle scuole del mondo dovrebbero essere ridimensionate, dovrebbero ritornare alla meritocrazia, perché da un secolo creano finti istruiti, soggetti che rimangono ignoranti ma si sentono archi di scienza perché sono imbattibili a spaccare il capello in quattro, ma attentano al futuro della specie umana devastando popoli, Stati e pianeta.
L'umanità non deve interessarsi ai potenti, sono la razza di lupi che non può essere estinta: esiste da sempre. Allora bisogna capire se è tempo di arricchire l'umanità di altre teste d'uovo della classe media o se va impoverita drasticamente visto che il pianeta si sta ribellando allo sfruttamento umano e pensare di mantenere nel benessere sfrenato e nello spreco suicida mezzo miliardo di finti istruiti, di apprendisti stregoni e lasciare che i poveri muoiono come mosche è un crimine contro l'umanità al cui confronto quello nazista, comunista e fascista impallidiscono persino assommati.
Franco Luceri

domenica 13 agosto 2023

I piromani sono altri, i politici sono poveri pompieri


I politici sono come i pompieri; puoi criticarli per aver aggredito l'incendio dei problemi socio economici con mezzi e uomini insufficienti, ma non puoi chiamarli piromani. 
La politica è azione correttiva, è reazione ai problemi creati dagli intellettuali, professionisti, burocrati, scienziati; insomma da l'intero mondo accademico che progetta e modella i sistemi sociali e forma gli individui e i popoli più a misura dell'appetito famelico dei lupi del potere, che dei bisogni primari dei popoli.
Se ai politici non resta che spegnere quotidianamente incendi con mezzi finanziari sempre più scarsi, allora il mondo incendiario della cultura farebbe bene a cucirsi la bocca col filo del calzolaio, per non essere tentata a chiamare piromani i politici.
Perché anche lo scemo del villaggio ha pieno titolo per criticare la politica e il suo modo fasullo e finto di curare un sistema sociale malato sempre a spese degli ultimi e a vantaggio dei primi.
Ma non lo ha assolutamente il mondo della cultura, che quel sistema lo ha progettato e costruito perché viva e muoia malato, perché sia una disgrazia a vita per la collettività, e una benedizione, (una Miniera D'Oro) per i Big della cultura, della finanza e del mercato.
Gli intellettuali smettano di criticare la politica e si facciano un esame di coscienza degno di questo nome.
A noi umani del ventunesimo secolo ci sta crollando il mondo addosso perché siamo passati dalla civiltà costruita per decine di millenni con materiali e maestranze di primordine; alla civiltà  disegnata con penna e matita, ma impossibile da realizzare materialmente e utilmente per mancanza di risorse finanziarie, di materiali, di maestranze o di condizioni ambientali che non siano proibitive.
Purtroppo oggi la maggior parte del potere lo hanno quelli che pensano, quelli con penna e matita,  e poco o niente quelli che fanno. Quindi tutto è condannato a finire e sta finendo puntualmente nel peggiore dei modi.
A pensare, a costruire con le parole, con la matita, con l'inchiostro o peggio con il computer o la telecamera sono capaci molti, anzi troppi. Pensa tu, lo sto facendo adesso pure io!
Ma senza scomodare i vecchi geni del fare: contadini, pastori, pescatori, boscaioli che hanno salvato l'umanità per decine di millenni; i "pensatori" del terzo millennio provino ad entrare nel laboratorio di un artigiano (meglio se falegname o fabbro) e capiranno, senza strapazzarsi i neuroni, (dalle reali difficoltà che incontrano gli artigiani e tutti i piccoli lavoratori autonomi a produrre ricchezza onesta soprattutto in Italia) che dal dire al fare l'oceano inesplorato e inesplorabile non si è mai mosso da lì.
Franco Luceri

domenica 6 agosto 2023

I potenti si stanno giocando l'umanità a tressette con morto


E non è tanto tragico che gli umani finiscano giocati a "tressette con morto" dai big della cultura, politica e mercato mondiale; ma che a colpi di falsificazioni li abbiano plagiati a tal punto, da convincerli che nella scomoda funzione di morto, per garantire sviluppo e benessere all'umanità, cì sia solo il pianeta.


L'istruzione e l'informazione non aiutano la maggioranza dei cittadini poco istruiti o poco attrezzati a capire l'habitat disseminato di pericoli in cui sono condannati a vivere.
La cultura dovrebbe servire da depuratore di ignoranza, per rendere il sapere come un bicchiere d'acqua, potabile per tutti.
Altrimenti serve ad arricchire di soldi e potere, gli addetti ai lavori e ad impoverire la collettività, che sopporta costi astronomici, per poi annegare di: sfruttamento, impoverimento, fallimento, ingiustizia sociale, catastrofi a ripetizione di tutte le razze, e rischio sempre incombente di criminalità e guerra.
Oltre alle azioni e alle cose sbagliate, sul banco degli imputati andrebbe messo il pensiero volutamente falsificato (camuffato da progresso) da cui derivano a cascata le scelte politico economiche perfette come la toppa peggiore del buco.
Con le parole si stanno costruendo montagne e lucrando miliardi senza spostare un solo granello di polvere nella millenaria sedimentazione dell'ingiustizia sociale e sistematica devastazione ambientale.
E tutto a spese dei cittadini onesti che rischiano la vita sul lavoro o la borsa e la vita nella competizione economica selvaggia: nel tritacarne della globalizzazione.

Se mangi una mela, sei in grado di stabilire se il rapporto qualità prezzo è ottimale. Ma non puoi capire quanta ricerca scientifica c'è all'origine della produzione di quel prodotto, e quanto questa ricerca sia onesta, socialmente utile ed ecologicamente rispettosa.
Insomma, qualunque filiera produttiva si metta in discussione per ciò che produce, (se si lascia dietro una scia di danni sociali e ambientali); resta comunque ignota e incontestabile, la pseudo ricerca scientifica che ha generato quel tipo di produzione dannosa o letteralmente devastante.
Ed è là che si annidano errori e/o omissioni colpose o dolose che poi creano danni sociali, ambientali e finanziari insanabili e non di rado mortali per gli esseri viventi.
Ciò che è stato progettato "scientificamente" fino ad oggi, dalle Industrie, alle case, alle automobili non è certo socioecocompatibile.
Tant'è che in ogni angolo del pianeta il progresso umano è diventato di colpo fuori tempo e fuori luogo. Vedi devastazioni del nubifragio in Emilia Romagna. E i danni che stanno facendo gli uragani, il caldo, il freddo, la pioggia e la grandine che scoperchiano case, bucano intonaci e sfondano i vetri delle auto e delle abitazioni.
Chi ha pensato il progresso umano fino ad ora ha pensato da cane. 
Le teste d'uovo della cultura, della politica e del mercato, i conti li hanno sempre fatti senza l'Oste Pianeta.
Che ora, a stretto giro di sconvolgimenti climatici, ci informa che continuerà a giocare a tressette, ma lasciando all'umanità, ormai piacevolmente adattata, l'esclusiva funzione di morto.
Franco Luceri

giovedì 3 agosto 2023

Che relazione c'è tra cultura e libertà ?


Quando la libertà era frenata e misurata, (persino in maniera criminale) in  Italia e ovunque nel mondo, ad est come ad ovest, a nord come a sud la "BUONA CULTURA" ha sempre straripato per secoli. 

Ora che la libertà è sacra, smisurata, incondizionata, accelerata e incontestabile per tutti, (persino quella di un bambino di prendere a schiaffi il suo professore o i suoi genitori?) della vecchia buona cultura non si rilevano più nemmeno impronte digitali.
Solo montagne di vittime in ogni campo, e di problemi senza soluzione. Da tre quarti di secolo guardiamo in fondo al tunnel sperando che qualcuno accenda un fiammifero. Niente, è buio pesto.
Io non ho titoli pedagogici o psicologici per garantirvi la scientificità delle mie affermazioni; ma mi viene il dubbio che la "LIBERTÀ MISURATA" sia essa stessa moltiplicatore e volano di "BUONA CULTURA", come è sempre stato. E che non ci siano alternative.
Se qualcuno ha un'idea in proposito, uguale o opposta alla mia, la lanci su questo giornale che è apertissimo a tutte le opinioni, se espresse con moderazione e rispetto per le opinioni altrui.
Il Direttore deciderà se è opportuno ospitarla e attivare un dibattito.
Buona meditazione a tutti e grazie a chi vorrà intervenire.
Franco Luceri