venerdì 30 dicembre 2022

Mattei: eroe di più mondi, patriota ma non fascista!


Un popolo che non ha più autonomia alimentare, finanziaria, energetica, è schiavo di una dittatura; anche se lo spediscono nelle cabine elettorali per fargli credere che basti la sovranità politica per autogovernarsi.
Ma poi la sovranità non sazia se l’Ucraina non manda olio farina e grano, la Russia non manda gas, la BCE non manda soldi.
Unico italiano ad aver capito tutto questo in tempi non sospetti è stato Enrico Mattei. Ora vorrebbero farlo passare per fascista, e pure mise a rischio la propria vita per rendere autonoma e sovrana l’Italia e gli italiani nel rispetto della Costituzione comunista.
I veri fascisti sono i comunisti che poi si sono affrettati a svendere l’Italia e gli italiani a tutte le nazioni canaglia del mondo, alla faccia dell’articolo 1 della Costituzione che ci voleva pienamente sovrani non pienamente somari.
Franco Luceri

giovedì 29 dicembre 2022

Chi sa dire può paralizzare o derubare chi sa fare


La filosofa russo-americana AYN RAND scriveva questo nel 1921:
"Quando ti rendi conto che, per produrre, è necessario ottenere Il consenso di coloro che non producono nulla;
Quando hai la prova che Il denaro fluisce a coloro che non commerciano con merci, ma con favori;
Quando capisci che molti si arricchiscono con la corruzione e l’influenza, più che di lavoro e che le leggi non ci proteggono da loro, ma al contrarlo, essi sono protetti dalle leggi;
Quando ti rendi conto che la corruzione è ricompensata, e l’onestà diventa auto-sacrificio; allora puoi affermare, senza paura di sbagliarti, che la tua società è condannata."
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E l'amica Nicoletta Forcheri ha aggiunto a conferma il 28 dicembre 2019:
"In Italia se non lavori per un ente pubblico come parassita clientelare o per una multinazionale estera, sei in trappola: impossibile intraprendere e lavorare, impossibile mettere a frutto il tuo patrimonio immobiliare, impossibile tenere piccoli commerci, impossibile per le PMI, impossibile fare l'artigiano, impossibile resistere come pescatore, impossibile fare il giornalista non venduto, forse solo qualche azienda agricola che fa turismo resiste bene al momento per il resto è un DISASTRO, non c'è da stupirsi che chiudano gli uni dopo gli altri".
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Dal 1921 sono passati 101 anni, ma i sistemi sociali sono rimasti congelati.
Chi non ha talento per produrre, si specializza ne l'uso raffinato e "convincente" della parola, per acquisire il massimo potere paralizzante nelle democrazie rappresentative: Associazioni, sindacati, partiti, Parlamento, Burocrazia, Magistratura.
E chi sa appendere un quadro alla parete, per essere autorizzato a servire un cliente e garantire l'opera a regola d'arte, deve procurarsi il consenso dei parolieri pubblici, che di "fare" non ne capiscono una mazza, ma vivono sfruttando e impoverendo chi fa: contadini, pastori, pescatori, boscaioli, artigiani e commercianti che hanno sempre insegnato a fare, facendo.
Ormai il rapporto numerico tra chi può fare, e chi ha il potere di ostacolarlo o fermarlo a norma di legge per sfruttarlo economicamente dopo averlo truffato politicamente, è a dir poco invertito.
E fermare la marea dei presunti "pensatori" devastante per i "fattori" come una invasione di cavallette, ormai è impossibile, perché ognuna di queste categorie di "benefattori", (salvo illustrissime eccezioni di soggetti super qualificati, capaci di pensare facendo) ha acquisito, oltre ad una insuperabile abilità linguistica, IL POTERE REALE DI ABUSARE IMPUNEMENTE del potere legale, rendendo disservizi e imponendo tributi per estorcere il compenso.
Insomma, chi è impegnato a produrre ricchezza concretamente, si trova a vivere come un criceto nella ruota: che decida di andare piano, veloce o fermarsi, da lì non esce vivo.
E che le società così concepite siano condannate allo sfascio, era già ipotizzabile un secolo fa. 
Ora è certo e visibile anche allo scemo del villaggio che viviamo nella "civiltà suicida del detto e maifatto", perché a formare i cervelli e a governare i popoli, non sono quelli capaci di dare lavoro e produrre ricchezza per tutti, ma quelli col potere di impedirglielo, fino a  mettere a rischio il futuro dell'umanità per fame, malattia, sconvolgimenti climatici o guerra.
Franco Luceri

venerdì 23 dicembre 2022

Perché sono più contestati i benefattori degli sfruttatori?


Della psicologia conosco appena la parola. Ma se avessi gli strumenti per riflettere, mi piacerebbe capire perché i poveri preferiscono morire anziché rivendicare il loro diritto alla dignità e alla vita. Che invece è rivendicato e preteso (persino con feroce determinazione)  da chi ha già fatto scorta di diritti e persino di privilegi. 
In Italia non c'è dipendente pubblico che non abbia scioperato, giudici compresi.
Invece per tre quarti di secolo i poveri e i disoccupati italiani non hanno mosso un dito per denunciare il loro disagio sociale. Poi si è svegliata la politica, e sentendo profumo di ricco consenso elettorale ha elargito redditi di cittadinanza a 3 milioni e mezzo di cittadini, (compresi proprietari di ferrari, yacht e chalet di montagna amici degli amici) spremendo i contribuenti per la modica cifra di 9 miliardi annui che ora il governo Meloni vorrebbe quantomeno ridimensionare.
Quando il "reddito" che ti piove dall'alto come una vincita senza scommessa, era considerato un miraggio, nessun povero e nessuno sfruttato lo ha mai preteso. Ora in Italia sono tutti pronti alla guerra per conservarselo. E più di uno si è spinto addirittura a minacciare di morte il Presidente del Consiglio e la sua famiglia.
Domanda da un miliardo di dollari: per quale ragione gli umani si lasciano affamare in silenzio e continuano a scodinzolare la coda a chi li affama. Ma se nella loro ciotola qualcuno osa poggiare un tozzo di pane, fosse pure ammuffito e poi tenta di riprenderselo, si sbranavano pane e padrone?
Guardato grossolanamente da chi come me non ha gli strumenti culturali per valutare le sottili implicazioni psicologiche del reddito di cittadinanza concesso e poi minacciato, sembra paradossale che i poveri che raramente nella storia dell'umanità si sono ribellati agli sfruttatori, ora in Italia vogliano ribellarsi ai benefattori. Alla prima generazione di politici che ha osato garantirgli il diritto alla vita sia pure con un modestissimo reddito.
Per quale contorta ragione il povero lecca la mano dello sfruttatore per millenni, ma poi morde quella del benefattore che non si dimostra puntuale o non gli garantisce solidarietà a vita?
Che lo sfruttatore sia socialmente peggiore del benefattore si capisce facile. Invece non si capisce perché a creare rabbia sociale in Italia è solo il benefattore. 
Perché per i soggetti disagiati, subire lo sfruttamento pluridecennale è meno traumatico, dell'illusione di aver trovato nel sussidio uno specchio su cui arrampicarsi a vita, e di colpo la politica minaccia di romperglielo?
Franco Luceri

lunedì 19 dicembre 2022

- Sfamate i cervelli e affamate i caveau


Fatte salve le eccezioni che non mancano mai a qualunque livello sociale; in Italia e forse in tutto l'Occidente (vedi scandali lobbistici in Europa) intellettuali e politici si credono liberi e autorevoli farmacologi del sapere umano; ma sono gli ergastolani della cultura con "palla al cervello" anziché al piede.
Si illudono di essere vedenti e veloci al servizio del bene comune, ma sono pagati per non vedere e per conservare potere e privilegi ai potenti. 
Sono costantemente condizionati da chi accetta di finanziarli, ma solo se si lasciano usare da moltiplicatori di profitto per conto dei "mangiatori di poveri": banchieri, industriali, guerrafondai.
Professori, professionisti, burocrati, giornalisti e intellettuali prestati alla politica o alla finanza: sono la nuova classe media "pseudopensante" che ha portato alla bancarotta la vecchia classe media "produttiva": artigiani, commercianti e le piccole Industrie che non sono riuscite a fuggire dall'Italia.
I "pensantori" vivono arrampicati sugli specchi e si illudono di avanzare derubando i piccoli "produttori" e lasciandosi impoverire dai ricchi a colpi di guerre, carestie, epidemie e inflazione galoppante.
Si credono strenui difensori della vita e della dignità umana, ma quando tutto gli và da Dio, riescono a cronicizzare ignoranza, fame, malattia, ingordizia e guerra, che fanno più morti della morte."
Lamberto Ferdinandi

domenica 18 dicembre 2022

- Schiacciata fra sindacalismo e lobbismo la "Politica" è deceduta


Sensibilizzare il governo per una categoria di cittadini particolarmente disagiata, un territorio ecologicamente a rischio, un interesse vitale per una regione è sacrosanto sindacalismo, ma è criminale spacciarlo per politica.
Invece in Italia il sindacalismo povero, e mi sa anche in Europa quello ricco nobilitato "lobbismo", sono degenerati fino a sostituire la politica, occupando le istituzioni e difendendo a tempo pieno interessi particolari di territori, gruppi o classi sociali a danno del bene comune. 
È una specie di assalto alla diligenza. Il sindacalismo povero o ricco, ormai si fa usando da piede di porco: redditi di cittadinanza, scambio di voti, favori, mazzette, valigie e sacchi di contanti, per tutelare "pulitissimi interessi particolari" a danno delle piccole e medie imprese chiamate a pagare il conto a piè di lista e fallire.
In Italia, i nostri "sindacalisti filantropi", assegnando redditi di cittadinanza ai bisognosi veri, ma anche ai "possessori veri" di yacht, ferrari o chalet di montagna, si sono fatti eleggere e si sono spostati in massa al Parlamento e al Governo per fare sindacalismo come fosse la migliore politica del mondo.
La difesa dei percettori di reddito di cittadinanza per chi non ha da vivere è cosa buona e giusta; ma importata e imposta con la forza dei numeri in parlamento e al governo è un crimine, perché è a danno del bene comune.
I sindacalisti che si sono fatti eleggere, al parlamento e sono finiti al governo non avevano alcun diritto di continuare a tutelare interessi particolari. Avevano invece il dovere, da rappresentanti politici dell'intero Popolo italiano, di sostenere l'economia, creare occupazione, ed eliminare il sussidio che per mantenere i poveri disoccupati, fa fallire le piccole e medie imprese e aggiunge disoccupati a disoccupati.
Perciò in Italia la Corte Costituzionale e la Corte dei Conti avrebbero dovuto già valutare se la maggioranza che ha governato prima del presidente Meloni distribuendo redditi di cittadinanza, ha svolto correttamente la sua funzione politica creando l'occupazione necessaria a trasformare i sussidi in salari.
Perché se invece di fare politica hanno trovato più conveniente (per loro) continuare a fare sindacalismo e lobbismo nelle istituzioni scaricando il costo sulle piccole e medie imprese fino ad istigare non pochi imprenditori al suicidio, dovrebbero essere chiamati a risarcirle. Nonché a mantenere i sussidiati a proprie spese.
Lamberto Ferdinandi

sabato 10 dicembre 2022

La classe media imprenditoriale spina dorsale dei popoli è insostituibile


Se il Padreterno avesse voluto creare un mondo giusto e democratico esclusivo per la razza umana, non avrebbe diviso gli uomini al pari degli animali in prede e predatori, creando intelligenti e stupidi, forti e deboli, validi e invalidi.
Ma anche se il mondo non è stato creato a misura d'uomo, l'Umanità povera di cultura e ricca di predatori e di prede è sopravvissuta per centinaia di millenni conservando e moltiplicando la specie.
E se la responsabilità dello sfascio nei sistemi sociali democratici "moderni" non è imputabile solo ai ricchi predatori, c'è da capire in che misura contribuiscono, prima istruzione e informazione e poi politica e giustizia.
A giudicare dalle condizioni italiane e mondiali, si direbbe proprio che politica e giustizia, (armate di cultura fino ai denti) continuano a fallire tragicamente su tutti i fronti; perché il mondo della cultura non fornisce alla politica e alla giustizia sistemi sociali e popoli produttivi governabili con equità. 
Nemmeno nelle migliori democrazie forma cittadini capaci di produrre autonomamente e contribuire onestamente senza abusare dei singoli, della collettività o dell'ambiente, o finire abusati e bisognosi di aiuto economico.
E quindi condanna la politica a cercare disperatamente soldi tartassando i contribuenti onesti o devastando lo Stato a colpi di debito pubblico per tentare di risanare i guasti.
E non basta. Insieme, cultura e politica, falsificando la realtà, si costituiscono un alibi di ferro presentandoci il mercato finanziario e industriale popolato da cannibali mangiatori di poveri, come se questo fosse un problema fresco di giornata!
Se i veri responsabili dello sfascio mondiale fossero solo i ricchi, ciò che hanno accumulato sottraendolo ai poveri dovrebbe bastare a sanare tutti i guasti sociali e ambientali del pianeta, invece non basta nemmeno per l'insalata. Anche nelle primissime potenze economiche, il debito è sempre largamente superiore al PIL.
Perché cultura e politica non si limitano a legittimare banche e multinazionali alla predazione sistematica dei popoli, ma ci lucrano a loro volta guadagni stratosferici e indebite appropriazioni, (vedi Italia: reddito di cittadinanza pagato a chi ha lo yacht, la ferrari o la villa al mare) che invece di indurre i Paperoni a moderarsi l'appetito, li induce per legittima difesa al "cannibalismo". (Epidemie, guerre, carestie, inflazione, spread. e paradisi fiscali sono le armi assassine dei ricchi.)
Insomma, i ricchi predatori e i poveri predati sono sempre esistiti e hanno garantito alla civiltà umana millenni e millenni di grandiosa evoluzione, e la nascita della cosiddetta "classe media imprenditoriale benestante".
Ora l'involuzione italiana e temo mondiale, potrebbe dipendere dalla "sostituzione della classe media lavorativa, produttiva e contributiva", con quella "pensativa" a casaccio.
Artigiani e commercianti chiudono o falliscono a grappoli, asfissiati dalla nuova classe media "intellettuale elefantiaca", in crescita patologica inarrestabile, che succhia e spende risorse per aiutare i cittadini a produrre e contribuire, ma ahinoi li aiuta solo a pagare e fallire.
La classe media produttiva, "spina dorsale dei popoli, si va assottigliando e deformando sotto il peso crescente della classe "intellettuale" consumativo filantropica che finge di salvare i poveri a spese dei ricchi, ma non potendo tassare banche e multinazionali che correrebbero a rintanarsi nei paradisi fiscali, ripulisce i piccoli imprenditori onesti fino al fallimento o al suicidio.
Nel mondo non c'è sistema sociale democratico che possa rinunciare alla cultura, alla politica e alla giustizia. E se, come in Italia, queste "istituzioni mal-pensanti" sono diventate talmente gigantesche, costose e fallimentari da distruggere la classe media produttiva onesta, senza sostituirla con altrettanta produttività, a Palazzo Chigi più che la Meloni sarebbe utile il Padre Eterno, armato di miracoli fino ai denti.
Prendete quanto sopra e sotto con beneficio di inventario perché non sono un addetto ai lavori. 
Ma se non si riuscirà a portare entro valori e costi sostenibili, il rapporto numerico fra la classe bulimica dei finti "pensatori" esenti da responsabilità; e quella anoressica dei condannati ad intraprendere, assumere, indebitarsi e fallire, quanto meno la bancarotta italiana potremmo trovarcela dietro l'angolo.
Franco Luceri

sabato 3 dicembre 2022

In Italia, "l'avere ti fa sapere" ?


Ero sposato da poco, e la prima volta che ho sentito mio suocero insegnante elementare affermare che "l'avere ti fa sapere", ho pensato: se è questo che insegnano nella scuola italiana, allora siamo messi proprio bene !
Ma ora, con 52 anni di ritardo, gli chiedo pubblicamente scusa, per non aver capito (in tempo utile) che quelle parole mi avrebbero illuminato la strada.
Lui voleva dirmi, fai pure liberamente il tuo gioco, ma apri gli occhi perché in Italia: "il portafoglio vince e il cervello perde".
Infatti, quattro secoli di scienza non ci sono bastati, nemmeno in democrazia, per capire che nessuno ha ancora attribuito valore intrinseco al miglior pensiero umano. 
Una scoperta scientifica, un brevetto, in mano al legittimo autore squattrinato ha valore intrinseco zero.
Solo trasferito ad un banchiere o ad un industriale, il valore presunto di un brevetto si tramuta in valore reale, se impiegato per produrre e vendere beni o servizi.
Ed è come aver attribuito alle casseforti l'intelligenza per stabilire se un "prodotto del cervello" è scientificamente perfetto, economicamente produttivo, socialmente utile ed ecologicamente compatibile.
Quindi, i tre "autorevoli" possessori di "avere", capaci di valorizzare i prodotti del cervello, le idee intelligenti, le scoperte scientifiche, i brevetti, sono: i politici che hanno le mani incollate alle tasche dei contribuenti, gli industriali in quelle dei clienti e i banchieri in quelle dei mutuatari.
L'intellettuale moderno, fosse pure un super Galileo Galilei, è inesorabilmente costretto a prostituirsi alle tre razze di "umani con portafoglio" fornendo sistemi produttivi per banchieri e mai perequativi per barboni.
Se un super giurista andasse da un banchiere a proporre una idea che produce giustizia sociale a spese dei risparmiatori e degli azionisti gli riderebbero in faccia. Chi deve finanziare un intellettuale vuole idee produttive di ricchezza per sé non per la collettività cronicamente affamata, ammalata, sfruttata, schiavizzata: "curabile ma non guaribile".
Nel mondo degli affari nessuno scommette un soldo bucato per valorizzare un'idea che non accentra la ricchezza mondiale in mano a poche decine di Paperoni, ma la diluisce, la perequa, la ridistribuisce a salvataggio degli ultimi o per scongiurare dissesti idrogeologici assassini. (Vedi Ischia)
Quindi, finché il pensiero intellettuale onesto, in mano al legittimo autore, continuerà ad avere valore finanziario zero, la giustizia sociale resterà la più desiderata e amata delle utopie. E le democrazie senza sovranità monetaria una tragica caricatura.
Quando una idea intelligente inizierà ad avere un proprio valore autonomo e gli stati democratici saranno pronti a sposarla con i soldi di tutti e per il bene di tutti, di idee capaci di produrre giustizia sociale ci sarà un diluvio come fossero banconote.
Pensate alla fine ingloriosa che sta per fare in Italia il reddito di cittadinanza, (peraltro riconosciuto a chi ha lo yacht, la Ferrari, la villa al mare) assassinato in fasce dalla classe media che si era finta filantropa pensando di poter scaricare il costo sui ricchi con una robusta patrimoniale. 
Ma i ricchi hanno declinato l'invito rispondendo ad intellettuali e politici  illusi, che la filantropia col "sedere" dei ricchi fa godere solo la classe media burocratica e professionale piglia tutto.
Io non sono un addetto ai lavori, ma credo di aver capito, sia pure con 52 anni di ritardo, che:
1) l'avere ti fa sapere come sottrarre la borsa altrui.
2) il sapere ti fa capire come schivare i borseggiatori.
Franco Luceri