martedì 22 maggio 2012

Da squali a plancton nel mercato mondiale



Da squali a plancton nel mercato mondiale

In Italia eravamo convinti che America ed Europa, pur sfidando Russia e Cina a diventare democratiche e aprirsi al mercato mondiale, sarebbero rimaste padrone incontrastate quanto a produttività di ricchezza, forti di un buon mezzo secolo di vantaggio in fatto di cultura e politica liberal democratica.
Abbiamo preso una colossale cantonata, come quel cuoco che avendo scambiato un gatto per lepre, lanciò la sfida ad un altro cuoco per chi preparava prima e meglio una lepre in salmì, ma quello l’aveva già pronta da impiattare e vinse la sfida.
Tutto il mezzo secolo di supremazia liberal democratica dell’Occidente si è sciolto come neve al sole, in confronto alle potenzialità dei Paesi comunisti dell'Est di impossessarsi del mercato globale e di spremere come limoni i liberisti occidentali tronfi di cultura idiota.
Col senno di poi dobbiamo dire che forse non era la Russia e la Cina che dovevano convertirsi alla liberaldemocrazia, ma Europa e America al comunismo: magari non saremmo finiti come topi nella tagliola degli ex comunisti, che nel libero mercato, anche da apprendisti non hanno rivali. E i liberisti di lungo corso europei e americani se li fanno a bocca spalancata come la balena mentre inghiotte il planton.
Quindi, la migliore qualità d’ingredienti: risorse culturali, umane, economiche e politiche  per vincere nel mercato globale le hanno gli ex comunisti, che possono coricarsi comunisti perdenti la sera e alzarsi liberisti vincenti la mattina; mentre noi liberisti dell’Occidente con 65 anni di "dis-onorato servizio", se ci avessero sfidato a chi spara le balle più grosse, specialmente noi italiani avremmo potuto stravincere, rivendicando la paternità della Creazione dell’Universo tanto il Padreterno non si sarebbe certo disturbato a contraddirci.
Insomma, per non farla lunga, credo che il più grosso abbaglio che stia prendendo L'Occidente, sia cercare le soluzioni dei problemi produttivi nella scienza economica, per tramutare le perdite in profitti; anzichè in quella sociologica capace di trasformare un branco di individui anarchici come pecore pazze, come lo siamo in Italia, in un popolo unito e consapevole come lo sono i cinesi.
Perchè se mai la competitività e produttività scaturissero anche o soprattutto dalla coscienza e dall'orgoglio di essere un popolo unito, più che dalla scienza economica dei Monti e Tremonti: temo che noi italiani (che non siamo divisi in 8000 paesi, 20 regioni, nord, centro e sud, terroni e polentoni, ma sminuzzati come grano nel mulino) col nostro folle individualismo, che ci porta a derubarci a vicenda, scambiando il furto per commercio, nemmeno nel quarto millennio riusciremo ad entrare nel mercato mondiale senza uscirne falliti. 

giovedì 17 maggio 2012

Per il liberismo non ci sono ingredienti

Per il liberismo non ci sono ingredienti
Se un cuoco dispone di 7 patate e 93 zucchine, la pietanza che potrà servire ai commensali saprà di zucca, non di patata.
E nella stessa condizione si trovano i cuochi della politica italiana, che nella dispensa demografica si ritrovano il 93% di lavoratori dipendenti e pensionati, e un risibile 7% di imprenditori, di cui 5% di imprese individuali o familiari senza dipendenti, e 2000 miliardi di debito pubblico da ripianare. E cuocere e servire una pietanza politica che non puzzi di comunismo lontano un miglio (altro che liberale!) è un lavoro da Padreterno.
Il cuoco può curare personalmente la scelta e acquisto degli ingredienti, ma il politico deve arrangiarsi con quello che trova nella sua dispensa demografica ed economica. E se ha una montagna di lavoratori dipendenti e aspiranti tali, e una manciata di imprenditori rassegnati da 65 anni di malgoverno, allora non ha alternativa alla politica comunista.
E come si può aspirare alla politica liberale, con gli ignoranti che gestiscono imprese, i vecchi professionisti ancorati come cozze pelose ai loro intoccabili monopoli corporativi, e milioni di nuovi laureati che si guardano bene dal costituire un'impresa, persino al costo di un ghiacciolo di un euro, pure se benedetta da Monti, ed esente da tasse notarili. E con l'aria che tira fanno benissimo.
La vera politica liberal-democratica è quella che impedisce lo squilibrio demografico fra le classi sociali, difendendo le imprese con le unghie e con i denti, quando ci sono milioni di lavoratori che cercano il loro sacrosanto diritto di esistere lavorando guadagnando e pagando tasse.
Ma se i politici (vedi Italia) non si sono mai fatti mancare per 65 anni, 3-4 milioni di disoccupati e 10-15 di poveri, ed hanno curato questo tumore sociale strangolando le imprese di burocrazia criminale e tasse rapina, (fino a moltiplicare e tenere in buona salute disoccupazione, povertà, mafia e terrorismo), e riducendo gli imprenditori a fallire in massa, immaginate a che livello suicida è arrivata la politica di sinistra spacciata per liberale e quella di destra che ha la sfacciataggine di promettere liberismo quando in Italia non è possibile altro che comunismo.
Un sistema sociale senza imprese oneste e produttive, dove il lavoro d’impresa è ormai roba da trapezista circense senza rete di protezione (tanto da terrorizzare e tenere alla larga milioni di laureati); è come una pizzeria che ha tonnellate di farina, ma non il lievito per confezionare una sola pizza commestibile.
I problemi dell’Occidente nascono tutti dall’idea demenziale che i Paesi democratici che hanno una schiacciante maggioranza di lavoratori dipendenti e pensionati, e una risibile minoranza di imprenditori che si arrampicano sugli specchi per non fallire, possano essere governati da politiche liberal democratiche da chiunque, anche dai politici comunisti.
Invece non è così. Chiunque governi (da destra, centro o sinistra, sopra o sotto, avanti o dietro) finirà per dover adattare la politica spacciata per liberale alle necessità dei lavoratori in quanto maggioranza sociale inossidabile e a danno delle imprese risibile minoranza: e sarà politica comunista doc, a base di persecuzione burocratico tributaria degli imprenditori onesti, fino a costringere tutti (pure i chierichetti) al furto, all'evasione, alla mafia, al capestro.
Se uno viene assunto da cuoco in un asilo, non può decidere lui di servire polenta, coda alla vaccinara o orecchette alle cime di rape, ma dovrà adeguare la sua arte culinaria ai bisogni dei suoi mini commensali, preparando ciò che è commestibile in un asilo: minestrine, merendine e latte.
Quindi, l’idea che i politici siano liberi di fare politica è destituita di fondamento. Devono adeguarsi ai bisogni della società; che se è composta da una maggioranza di lavoratori, la politica potrà solo accoppare la minoranza degli imprenditori. Visto che per dare ai lavoratori non può che togliersi agli imprenditori, e volendo dare a questi, si toglie a quelli.
Il crollo demografico della classe imprenditoriale produttiva onesta e la crescita patologica di quella dipendente (peggio se pubblica), condanna qualunque liberaldemocrazia a diventare finta, dandosi solo politiche comuniste pro lavoratori (che sono i soggetti più svantaggiati a breve termine se perdono il lavoro), anche quando a parole si dicono tutti liberali quelli che la governano, (comunisti e fascisti compresi) lavorando di gran lena non al salvataggio delle imprese per proteggere l'occupazione, ma al fallimento, al suicidio dei piccoli imprenditori, alla delocalizzazione delle multinazionali, all'esportazione illecita di profitti, al default dello Stato.

venerdì 11 maggio 2012

Dov'è il legislatore di scorta?



Dov'è il legislatore di scorta?



Noi umani abbiamo la percezione immediata delle potenzialità fisiche di un individuo, ma non di quelle intellettive. Se un bambino afferra qualcosa di molto pesante ci affrettiamo a fermarlo e poi a dissuaderlo a non farsi del male, ma non sappiamo minimamente quali siano le potenzialità intellettive nemmeno di un adulto.
Ed è per questa ragione che non poniamo un limite allo sfascio dei sistemi socio economici, convinti che è solo questione di tempo: al primo unto del signore che ci capita, è un gioco trasformare il caos in ordine.
Non è così. Se i problemi come in Italia hanno la dimensione di catene montuose, possiamo chiamare tutti i Mario e i Giulio che i monti se li portano appresso dalla nascita, ma un granello di sabbia non saranno in grado di muoverlo.
Perché noi diamo per scontato, avendola creata noi, che quella del debito pubblico e del tracollo del PIL è una montagna rimovibile; e incuranti se ci sono o meno i mezzi fisici, scientifici e finanziari per farlo senza danno, imputiamo al governo, la mancata rimozione.
A questa conclusione ci sono arrivato dopo aver letto un articolo di un giornalista importante con un elenco di cose urgenti da fare, ma che il Parlamento e i Partiti non avrebbero mai fatto.
Dando per scontato che gli addetti ai lavori hanno i soldi, la conoscenza e il potere per rimuovere lo sfascio italiano, che è urgente sanarlo, e che è sanabile.
In realtà in Italia non è possibile più niente, perché pretendiamo di fare oggi, cose che per 65 anni nessuno a fatto. Anzi tutti abbiamo fatto l'esatto contrario.
Immaginatevi un tale che viene assunto per guidare un autobus carico di passeggeri, ma con la manutenzione del mezzo malcurata da altri, che hanno dimenticato di dotarlo di una ruota di scorta.
Se durante il tragitto l’autobus fora una gomma, l’autista è l’unico che può mettere mano a ripararlo, ma non ha un pneumatico di scorta. E se non volesse mettere riparo, pur potendo, nessuno avrebbe il potere di togliere all’autista il comando dell’autobus.
In Italia siamo messi esattamente così con il potere legislativo. Il governo può essere commissariato, il Premier può essere sfrattato da Palazzo Chigi in una manciata di secondi, ma non basta una vagonata di secoli per dotare la democrazia (che da Platone a Rousseau tutti hanno ritenuto così perfetta da essere adatta ad un popolo di dei) di un potere legislativo supplementare, "ruota di scorta", pronto a commissariare uno "bucato", inadempiente e persino indisponente, sapendosi insostituibile come un tiranno.
Nemmeno quando ha la sfacciataggine di affermarlo chiaro e tondo: vi ho dato una legge elettorale porcellum che fa schifo, ma fa comodo a me, arrangiatevi; avete tolto il finanziamento ai partiti, io l’ho moltiplicato per quattro e ve l’ho infilato a forza a spese e rischio del popolo bue.
Nella Patria del diritto non c’è nessuno che sia legittimato a fare da ruota di scorta di un legislatore inadempiente e disonesto recidivo reiterato, che sospende o attenta al potere del popolo sovrano.
Il Presidente della Repubblica, il CSM, il Presidente della Cassazione, il Presidente della Corte Costituzionale e quello della Corte dei Conti, nemmeno in seduta congiunta, plenaria (o come diavolo si dice) possono imporre al legislatore una ruota di scorta di cui non vuole dotarsi: un "porcellum" meno indecente di quello attuale, e un finanziamento pubblico che sia appena appena meno fuorilegge di questo.
Da governo del popolo, la democrazia si è declassata nel suo asservimento e macellazione. Pensate sia il caso di inventarvi un potere legislativo di scorta in sostituzione di uno inadempiente: "forato", prima che gli italiani si imbufaliscano, o per voi ancora peggio, si "ingrilliscano"?